30 Ottobre
Secessione e manette
Pugno duro di Madrid. Blitz della Guardia Civil in Catalogna: arrestati 14 indipendentisti. "Vergogna anti-democratica". Referendum sulla secessione il 1° ottobre. Rajoy difende la costituzione e (forse) perde la Spagna
Viviamo tempi davvero interessanti. Forse troppo. Stamattina la Spagna s'è svegliato con un problema in più, vitale: il governo di Mariano Rajoy ha deciso di usare la mano pesante contro gli indipendentisti della Catalogna e il segretario economico catalano, Josep Maria Jové, braccio destro del vicepresidente catalano. La stessa sorte è toccata ad altre tredici persone, funzionari ed esponenti del governo locale, il nucleo duro degli indipendentisti. Una retata. E il 1° ottobre si terrà un referendum per l'indipendenza dichiarato illegale dal Tribunal Constitucional. A Barcellona, mentre il titolare di List stende le sue note, sono in corso manifestazioni e la situazione è di quelle sconsigliate ai deboli di cuore. Secessione e manette, un bel programma istituzionale.
Il raid della Guardia Civil è una risposta hard che il premier Mariano Rajoy stamattina ha definito "l'unica possibile". Madrid ha fatto la sua scelta, deve difendere la Costituzione, l'integrità dello Stato, ma quella del premier è la via giusta? Lo scontro politico quando entrano in scena le manette diventa per forza un'altra cosa. Pericolosa. Il governo ha scelto una linea che porta dritti allo scontro di piazza.
Se scattano le manette, i toni si arroventano. Il governo spagnolo "ha oltrepassato la linea rossa" e "si è convertito in una vergogna antidemocratica" ha detto il presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont. Cosa ne sarà del referendum del 1° ottobre? Puigdemont ha confermato: il referendum si farà e ha chiamato i cittadini catalani a "dare una risposta ferma, con un'atteggiamento civile e pacifico. Le libertà sono di fatto sospese e represse, il governo ha di fatto instaurato uno stato di eccezione, è una situazione inaccettabile in democrazia, con un governo che pretende di sospendere lo stato di diritto". La scelta di Rajoy è carburante per gli indipendentisti: "Condanniamo l'attitudine totalitaria e antidemocratica del governo - ha aggiunto Puigdemont - che ha mostrato il...
Viviamo tempi davvero interessanti. Forse troppo. Stamattina la Spagna s'è svegliato con un problema in più, vitale: il governo di Mariano Rajoy ha deciso di usare la mano pesante contro gli indipendentisti della Catalogna e il segretario economico catalano, Josep Maria Jové, braccio destro del vicepresidente catalano. La stessa sorte è toccata ad altre tredici persone, funzionari ed esponenti del governo locale, il nucleo duro degli indipendentisti. Una retata. E il 1° ottobre si terrà un referendum per l'indipendenza dichiarato illegale dal Tribunal Constitucional. A Barcellona, mentre il titolare di List stende le sue note, sono in corso manifestazioni e la situazione è di quelle sconsigliate ai deboli di cuore. Secessione e manette, un bel programma istituzionale.
Il raid della Guardia Civil è una risposta hard che il premier Mariano Rajoy stamattina ha definito "l'unica possibile". Madrid ha fatto la sua scelta, deve difendere la Costituzione, l'integrità dello Stato, ma quella del premier è la via giusta? Lo scontro politico quando entrano in scena le manette diventa per forza un'altra cosa. Pericolosa. Il governo ha scelto una linea che porta dritti allo scontro di piazza.
Se scattano le manette, i toni si arroventano. Il governo spagnolo "ha oltrepassato la linea rossa" e "si è convertito in una vergogna antidemocratica" ha detto il presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont. Cosa ne sarà del referendum del 1° ottobre? Puigdemont ha confermato: il referendum si farà e ha chiamato i cittadini catalani a "dare una risposta ferma, con un'atteggiamento civile e pacifico. Le libertà sono di fatto sospese e represse, il governo ha di fatto instaurato uno stato di eccezione, è una situazione inaccettabile in democrazia, con un governo che pretende di sospendere lo stato di diritto". La scelta di Rajoy è carburante per gli indipendentisti: "Condanniamo l'attitudine totalitaria e antidemocratica del governo - ha aggiunto Puigdemont - che ha mostrato il suo volto repressivo e consideriamo illegittima la sospensione da parte di un governo che non rispetta principi fondamentali della democrazia. Il governo ha oltrepassato la linea rossa e si è convertito in una vergogna democratica. Di fronte a un regime repressivo e intimidatorio convochiamo i cittadini affinchè il 1 ottobre diano una pacifica e civile, così faremo valere la legittimità democratica". Che cosa è tutto questo? Craaaaaac. Vamos, mettete i sacchi di sabbia alla finestra.
La domanda è di una semplicità disarmante: la Catalogna ha diritto di esprimersi sull'indipendenza sì o no? Il diritto all'autodeterminazione dei popoli è un fatto che va difeso, la Costituzione spagnola è un altro fatto fondante a cui Rajoy deve necessariamente guardare, l'unità del Paese è un altro fatto al quale non è possibile rinunciare. I tre fatti sono entrati in rotta di collisione per assenza di visione politica. È un problema antico. Il problema è che Rajoy si trova di fronte a un dilemma esistenziale per la Spagna, la sua possibile disintegrazione. La Spagna è UNA, la parola chiave di tutto, ma questa unità si può realizzare - o distruggere - in svariati modi e in nome dell'UNA in un passato non lontano furono commessi crimini e annullate le libertà. Come oggi.
La Catalogna ha una sua lingua, una sua cultura, i suoi giornali, il suo immaginario, è un pezzo di quel mondo così vario e ricco di storia che si chiama Spagna. Durante il regime di Franco, la Catalogna subì ogni tentativo possibile di cancellazione della propria storia, fu perfino vietato l'uso della lingua e la corrispondenza in catalano veniva distrutta. Basta questo per capire quanto amino il governo centrale di Madrid. Il regime franchista centralizzava, il popolo catalano coltivava il sogno dell'indipendenza. Quel sogno non è mai svanito.
Dopo il franchismo, il processo di decentramento fu ampio, ma insufficiente. Aznar e Zapatero furono su sponde opposte: il primo contrario ad ogni ampliamento dell'autonomia e il secondo pronto a concedere ancora spazio. Il risultato di questo stop and go tra gli anni Novanta e Duemila fu il nuovo statuto dell'Autonomia votato in un referendum nel 2006. Tutto a posto? No, perché si aprì subito un'altra fase di conflitto permanente, con la Corte Costituzionale che fece a pezzi lo Statuto e innescò la reazione popolare dei catalani.
Due sposi che litigano, non si lasciano, cominciano a tirare i piatti, fare la coppia aperta, poi finiscono per aprire La guerra dei Roses. Letale. Siamo arrivati a quel punto. Com'era? Così, sospesi sul lampadario di cristallo:
Che si fa per evitare il crash finale? Questo è il punto sul quale Rajoy deve riflettere, ha scelto lo scontro come via obbligata, è il garante della Costituzione, della Spagna UNA. Ma per quanto? Il presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, in luglio diceva: "Rajoy non manderà la polizia". Si sbagliava. Gli arresti sono quattordici, gli indagati sono ventidue, è un caso politico enorme destinato a entrare nella storia della Spagna. Live su La Vanguardia.
Il caso spagnolo finirà per alimentare di dritto e di rovescio anche il riacceso dibattito sulla Questione Settentrionale in Italia. Il 22 ottobre Lombardia e Veneto vanno alle urne per chiedere più autonomia. Su List abbiamo già scritto in agosto che non sarà un voto formale su cambiamenti di piccolo taglio, ma un voto del Nord per il Nord.
Dove andiamo? Dal Mediterraneo all'Atlantico, New York, Palazzo di Vetro, Assemblea Generale dell'Onu. Olè.
01
Kim, Trump e la dottrina Truman
Donald Trump alle Nazioni Unite ha tenuto un discorso che il sistema dei mainstream media ha declassato all'intervento di un cowboy che gioca con la sua Colt. In realtà basta leggere il discorso di Trump (nella foto Ansa, con Nikki Haley) nella sua interezza per capire che dietro le parole di Trump c'è una linea che viene da lontano, la dottrina Truman. L'avevamo anticipato su List qualche giorno fa, Truman nella crisi dei missili con la Corea del Nord è il punto di riferimento storico al quale guardare. Trump lo cita subito, all'inizio del suo discorso, ecco il passaggio:
Questa istituzione è stata fondata all'indomani di due guerre mondiali per contribuire a plasmare questo futuro migliore. Si basava sulla visione che nazioni diverse potessero cooperare per proteggere la loro sovranità, preservare la loro sicurezza e promuovere la loro prosperità.
È nello stesso periodo, esattamente 70 anni fa, che gli Stati Uniti svilupparono il piano Marshall per contribuire alla rinascita dell'Europa. Questi tre bellissimi pilastri sono pilastri di pace, sovranità, sicurezza e prosperità.
Il piano Marshall fu costruito sulla base della nobile idea che tutto il mondo è più sicuro quando le nazioni sono forti, indipendenti e libere. Come ha affermato il Presidente Truman nel suo messaggio al Congresso di allora, "il nostro sostegno alla ripresa europea è pienamente in accordo con il nostro sostegno alle Nazioni Unite. Il successo delle Nazioni Unite dipende dalla forza indipendente dei loro membri ".
Per superare i pericoli del presente e per realizzare la promessa del futuro, dobbiamo cominciare dalla saggezza del passato. Il nostro successo dipende da una coalizione di nazioni forti e indipendenti che abbracciano la loro sovranità per promuovere la sicurezza, la prosperità e la pace per sé e per il mondo.
Non ci aspettiamo che paesi diversi condividano le stesse culture, tradizioni o persino sistemi di governo. Ci aspettiamo però che tutte le nazioni sostengano questi due doveri sovrani fondamentali: rispettare gli interessi del proprio popolo e i diritti di ogni altra nazione sovrana. Questa è la bella visione di questa istituzione, e questo è il fondamento della cooperazione e del successo.
Le nazioni forti e sovrane lasciano che paesi diversi con valori, culture e sogni diversi coesistano non solo insieme, ma lavorano fianco a fianco sulla base del rispetto reciproco.
Vi sembra il messaggio di un presidente che ama giocare con i missili? Non pare proprio. E non lo è. Il riferimento a Truman in questo passaggio è precisamente il discorso che l'uomo di Independence fece al Congresso americano il 19 dicembre del 1947, dedicato al Piano Marshall. Il passaggio di Truman dedicato alla ripresa europea e al ruolo delle Nazioni Unite è questo:
Il rapporto tra questo programma e le Nazioni Unite merita particolare enfasi a causa dell'importanza centrale della nostra politica estera di sostegno delle Nazioni Unite. Il nostro sostegno alla ripresa europea è in pieno accordo con il nostro sostegno alle Nazioni Unite. Il successo delle Nazioni Unite dipende dalla forza indipendente dei suoi membri e dalla loro determinazione e capacità di aderire agli ideali e ai principi contenuti nella Carta. Gli scopi del programma europeo di ripresa economica sono in piena sintonia con gli scopi della Carta - assicurare un mondo pacifico attraverso gli sforzi congiunti delle nazioni libere. I tentativi di qualsiasi nazione di impedire o sabotare la ripresa europea per fini egoistici sono chiaramente contrari a tali scopi.
Trump vuole rafforzare le Nazioni Unite, il suo riferimento agli Stati Canaglia presenti nell'Onu è coraggioso, privo di ipocrisia, quello di un difensore dell'Occidente. È America First quando parla di questo:
L'America non parla solo dei valori espressi nella Carta delle Nazioni Unite. I nostri cittadini hanno pagato il prezzo ultimo per difendere la nostra libertà e quella di molte nazioni rappresentate in questa grande sala. La devozione dell'America si misura sui campi di battaglia dove i nostri giovani uomini e donne hanno combattuto e sacrificato accanto ai nostri alleati, dalle spiagge dell'Europa ai deserti del Medio Oriente fino alle giungle dell'Asia.
È il Presidente di una nazione che ha un grande peso e sente incombere un pericolo, quello della Corea del Nord nucleare. Trump ha molti limiti, ma certamente ha il pregio di parlare chiaro:
Nessuno ha dimostrato più disprezzo per le altre nazioni e per il benessere del proprio popolo di quanto non abbia fatto il regime depravato della Corea del Nord. È responsabile della morte per fame di milioni di nordcoreani, nonché dell'incarcerazione, della tortura, delle uccisioni e dell'oppressione di molti altri.
Siamo stati tutti testimoni degli abusi mortali del regime quando Otto Warmbier, un innocente studente universitario americano, è stato rimpatriato in America solo pochi giorni dopo per morire. L'abbiamo visto nell'assassinio del fratello del dittatore con l'utilizzo di agenti chimici vietati in un aeroporto internazionale. Sappiamo che ha rapito una dolce ragazza giapponese di 13 anni, proveniente da una spiaggia del suo paese, per schiavizzarla come tutor linguistico delle spie della Corea del Nord.
Se questo non è abbastanza perverso, ora la spericolata ricerca della Corea del Nord di armi nucleari e missili balistici minaccia il mondo intero con un'impensabile perdita di vite umane.
È scandaloso che alcune nazioni non solo commercino con un tale regime, ma che armino, riforniscano e sostengano finanziariamente un paese che mette in pericolo il mondo con la minaccia di un conflitto nucleare. Nessuna nazione sulla terra può avere interesse a vedere questa banda di criminali dotarsi di armi nucleari e missili.
Gli Stati Uniti hanno grande forza e pazienza, ma se saranno costretti a difendere se stessi o i loro alleati, non avremo altra scelta che distruggere totalmente la Corea del Nord. Rocket Man è in missione suicida per se stesso e per il suo regime. Gli Stati Uniti sono pronti, disponibili e capaci, ma speriamo che ciò non sia necessario. Questo è ciò che le Nazioni Unite stanno pensando, questo è ciò che le Nazioni Unite vogliono. Vedremo come lo faranno.
È ora che la Corea del Nord si renda conto che la denuclearizzazione è il suo unico futuro accettabile. Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha recentemente espresso all'unanimità due voti tra i 15 e gli 0 voti a favore dell'adozione di risoluzioni ferree contro la Corea del Nord, e desidero ringraziare la Cina e la Russia per aver aderito al voto di imporre sanzioni, insieme a tutti gli altri membri del Consiglio di sicurezza. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato.
Nella lettura dei titoli dei giornali sembrava che Trump avesse dichiarato guerra alla Corea del Nord, Dottor Stranamore alla Casa Bianca. Come sempre, la lettura dei documenti ufficiali, i testi che contano, le cosiddette fonti che non dovrebbero essere manipolate dai media, raccontano un'altra cosa: quello di Trump è un chiaro appello a Russia, Cina, alle Nazioni Unite a non perdere tempo perché la sabbia nella clessidra scorre veloce e Kim jong-un sta diventando sempre più pericoloso, spregiudato nelle sue azioni dimostrative. Il riferimento a Truman non è casuale, è l'ancoraggio dell'amministrazione Trump alla sua dottrina. C'è un altro discorso di Truman - che abbiamo già citato in un numero precedente di List - che bisogna ricordare, offre una prospettiva sul domani. È il 16 aprile del 1945, Truman diventa presidente degli Stati Uniti, la guerra è in corso, in Europa sta volgendo al termine, ma nel Pacifico il Giappone continua a mietere vittime, non si arrende, ha ferito l'America per sempre a Pearl Harbor. Truman saluta Roosevelt ai suoi funerali, sale al Congresso e pronuncia queste parole:
Qui in America, abbiamo lavorato a lungo e faticosamente per raggiungere un ordine sociale degno della nostra grande eredità. Nel nostro tempo, sono stati compiuti enormi progressi verso uno stile di vita veramente democratico. Permettetemi di assicurare alla popolazione americana lungimirante che non ci sarà alcun rilassamento nei nostri sforzi per migliorare la sorte della gente comune.
Nei giorni difficili che ci attendono, incontestabilmente ci troveremo di fronte a problemi di proporzioni sconcertanti. Tuttavia, con la fede dei nostri padri nei nostri cuori, non temiamo il futuro.
Sui campi di battaglia, abbiamo spesso affrontato forze schiaccianti e vinto! A casa, gli americani non saranno meno risoluti!
Non cesseremo mai di lottare per preservare e mantenere il nostro stile di vita americano.
In questo momento, l'America, insieme ai suoi coraggiosi alleati, sta pagando ancora una volta un prezzo pesante per la difesa della nostra libertà. Con la nostra energia, stiamo contribuendo alla liberazione di intere nazioni. Gradualmente, le catene della schiavitù vengono spezzate dalle forze di libertà.
Tutti noi stiamo pregando per una rapida vittoria. Ogni giorno che la pace viene ritardata costa un terribile tributo.
Gli eserciti di liberazione oggi stanno mettendo fine alla terribile minaccia di Hitler di dominare il mondo. Tokyo crolla sotto il peso delle nostre bombe.
Truman. La bomba. La guerra del Pacifico. Il passato, le sue lezioni inesorabili, questo fiume carsico che riemerge puntuale. Il Pacifico, ancora una volta. La storia si diverte cinicamente a giocare a dadi, fa librare i numeri in aria, le possibilità sospese nel vuoto. E poi atterra. E mette l'uomo di fronte alle proprie scelte. Questo è il discorso di Trump alle Nazioni Unite. Una possibilità che per ora è sospesa in aria ma potrebbe toccare il suolo, rivelarsi in un bagliore improvviso, un errore della Corea del Nord, un'ultima pazzia, un calcolo sbagliato e lasciare gli Stati Uniti, ancora una volta, soli di fronte al mondo e alla scelta terribile, l'indicibile, il Nuclear First Strike. Speriamo di non doverlo mai vedere e raccontare. Per una visione sempre ancorata alla dottrina Truman, con un taglio diverso, sempre da leggere, uno dei preferiti del titolare di List, c'è Pepe Escobar sull'Asia Times, un pezzo come sempre costruito con maestria. List è questo, visioni, confronto, attualità, storia, analisi. No junk news, solo quello che conta.
C'è qualcosa di interessante da segnalare sull'Italia nel taccuino del titolare di List? Perbacco, Luigi Di Maio e San Gennaro. Michele Magno ha un pezzo in canna, eccolo. Siamo giunti al punto che sospettavamo, eravamo tutti in trepidante attesa: San Gennaro facce o' miracolo.
02
Di Maio e San Gennaro
di Michele Magno
Ieri, alle 10.05 precise il sangue di san Gennaro si è sciolto. Lo ha certificato il cardinale metropolita Crescenzio Sepe. Fedeli in festa e fazzoletti al vento. Luigi Di Maio (sopra, nella foto Ansa), alla sua prima uscita pubblica dopo l’annuncio della candidatura a premier, ha baciato la teca contenente il prezioso liquido, unico fra i politici presenti alla cerimonia. "Raccomandato" anche dal venerato patrono? Vedremo. Certo al premier in pectore dei pentastellati è andata meglio di molti illustri italiani, che non hanno invece avuto la fortuna di assistere al prodigioso evento. Ma, per comprenderne tutto il significato simbolico, occorre fare un passo indietro.
Napoli, 4 agosto 1943: la città viene bombardata a tappeto dall'aviazione degli Alleati. Un ordigno danneggia gravemente la cattedrale. Immediatamente si sparge la voce che le ampolle con il sangue del santo erano andate distrutte. In un batter d'occhio una moltitudine di fedeli si accalca davanti al Duomo. A un tratto, compare un sacerdote che alza le braccia per imporre il silenzio. Mentre tutti trattenevano il fiato, annuncia che il sangue era salvo. Un testimone d'eccezione, Curzio Malaparte, descriverà così la scena: "La folla inginocchiata piangeva, invocando il sangue, [...] lacrime di gioia solcavano quei visi scavati dalla fame, e un'alta speranza invadeva il cuore d'ognuno [...]". Il 18 marzo 1944, però, il Vesuvio si risveglia all'improvviso, coprendo il cielo con una nube minacciosa. Dopo due settimane,il peggio sembrava passato.
La popolazione voleva però essere rassicurata dal patrono con la consueta liquefazione primaverile, prevista per il 6 maggio. I raid aerei dell'estate precedente avevano raso al suolo la basilica di Santa Chiara, dove il sangue era portato al termine della processione perché compisse il miracolo. Viene pertanto deciso che meta della reliquia sarebbe stata la chiesa del Gesù Nuovo, zeppa di schiamazzanti soldati dell'esercito angloamericano incuriositi dal bizzarro rituale. Il sangue rimase duro come un sasso. Il santo era evidentemente sdegnato per l'atteggiamento irriguardoso degli "eretici". Occorreva provvedere al più presto. Il 19 settembre si sarebbe celebrata l'altra festa del patrono, e la liquefazione non poteva fallire una seconda volta. I guappi di Forcella scrivono allora una lettera al commissario del governo militare alleato, paventando "tafferugli, sparatorie e simili" se i soldati non avessero mostrato un comportamento rispettoso. Allarmato, il commissario ordina ai soldati di mantenere il massimo contegno. Il 19 settembre il sangue si scioglie dopo un'attesa di cinquanta minuti.
Non fu l'unica volta che san Gennaro ebbe a che fare con i guappi. Per evitare razzie, durante la guerra il tesoro del santo era stato trasferito in Vaticano. Terminato il conflitto, bisognava recuperarlo. Le strade erano però infestate dai banditi, e tutti quei preziosi avrebbero fatto gola a molti. Il sindaco Giuseppe Buonocore, in qualità di presidente della Deputazione (l'organo preposto alla tutela del tesoro), stava discutendo del problema quando fa il suo ingresso nel salone della giunta un uomo "tracagnotto, dalla faccia quadra, i capelli folti sale e pepe". Messo al corrente della situazione, promette senza un attimo di esitazione: "Nce penzo io, 'o vaco a piglià i' stesso". Era don Giuseppe Navarra, il "re di Poggioreale". Arricchitosi con attività illecite, non era solo il ras del proprio quartiere, ma una riverita autorità pubblica. Nessuno avrebbe mai osato fargli uno sgarro. Di buon mattino, il 26 gennaio 1947 Navarra sale a bordo della sua Fiat 22 diretta a Roma, guidata da un autista e senza scorta. Verso le undici di sera l'auto viene avvistata nei pressi di via del Duomo. Raggiunta la cattedrale, Navarra consegna il tesoro nelle mani dei carabinieri. Viene quindi acclamato come un vero e proprio eroe. L'arcivescovo si offre di ricompensarlo. Ma -da munifico monarca qual era- rifiuta, chiedendo di devolvere una somma di denaro ai più indigenti.
I due aneddoti dimostrano come le vicende del sangue del santo siano indissolubilente legate a quelle della città di Napoli. Sono raccontati in un libro avvincente e di straordinaria erudizione, con cui Francesco Paolo de Ceglia ha ricostruito i quasi sette secoli di questo complesso intreccio (Il segreto di san Gennaro, Einaudi, 410 pp., 32 euro). La sua storia naturale di un miracolo napoletano, come recita il sottotitolo, è una magistrale ricognizione delle culture che dal Medioevo ad oggi lo hannno identificato come tale, sostenuto o contestato. Eppure su chi fosse il Gennaro storico (Ianuarius il suo cognome latino), nonostante gli sforzi degli studiosi, non si hanno ancora certezze. Dai più viene ammesso che, vescovo di Benevento tra il terzo e il quarto secolo, egli si recò in visita al diacono Sossio in carcere. Riconosciuto come cristiano, fu condannato alla decapitazione, eseguita nella zolfatara di Pozzuoli.
Già venerato nella "maxima procexio" del 17 agosto 1389, in cui per la prima volta il sangue -raggrumato da tempo immemorabile- era stato rinvenuto liquido, nel Quattrocento il suo culto cambia cerimoniale. Oltre al sacro umore contenuto in due ampolle di foggia diversa, i napoletani possedevano il capo del martire che giaceva in un pesante reliquario antropomorfo. Quando la testa veniva accostata al sangue, questi si liquefaceva. L'interazione tra testa e sangue diventa così l'aspetto più suggestivo del miracolo.
Ma la liquefazione era un fenomeno naturale o sovrannaturale? Il celebre medico fiammingo Jean Baptista van Helmolt (1579-1644) non aveva dubbi: non occorreva tirare in ballo Dio o le anime dei morti, perché era un processo meramente fisiologico. Prima di lui, la stessa tesi era stata avanzata dal medico svizzero Theophrast Bombast von Hohenheim, alias Paracelso (1493-1541). Proprio a essa si sarebbe richiamata la bellicosa letteratura protestante che ambiva a realizzare una "reductio ad naturam" dei miracoli dei papisti. Cominciava così una lunga battaglia dottrinaria a cui partecipò perfino il grande Leibniz. Ma i napoletani erano scarsamente interessati alle dispute con i luterani. Il culto di san Gennaro era letteralmente esploso nel 1631, in seguito alla protezione che il patrono aveva accordato alla città durante una terribile eruzione del vulcano.
Era il paradiso dei maghi, la Napoli di età moderna. Arti divinatorie di ogni specie venivano praticate nei suoi vicoli. La magia attingeva a piene mani al simbolismo religioso. La credenza nel valore prognostico del sangue di san Gennaro era una delle poche a essere ufficialmente tollerata dal clero locale. Dove finiva la devozione e cominciava la mantica era difficile stabilirlo. Ma era stata proprio la condanna dell'astrologia che aveva consentito la diffusione della mantica ianuariana soprattutto negli ambienti ecclesiastici più vigili, come quelli dei gesuiti. Essa infatti dava comunque sfogo alla volontà popolare di conoscere il futuro, ma in un cornice accettabile sotto il profilo teologico. Del resto, il "numen", il potere divino del sangue di san Gennaro era democratico, non discriminava i fedeli in base al censo o al lignaggio. Lo stesso sovrano era tenuto a sottoporsi al giudizio del capriccioso umore. Come accadde al diciottenne Carlo, figlio di Filippo V, giunto il 10 maggio 1734 nella capitale di un regno finalmente affidato ai Borboni di Spagna. Diversamente da quanto era capitato al padre, il sangue si sciolse al suo cospetto. Si poteva quindi cantare il Te Deum. Sarebbe stato cantato molto più tardi perfino al cospetto di Maurizio Valenzi, il primo sindaco comunista.
Il 22 gennaio 1799 le truppe francesi del generale Jean-Étienne Championnet entrano a Napoli per instaurarvi la repubblica. Nello stesso giorno il sangue, che secondo i sanfedisti sarebbe dovuto restare solido in spregio agli occupanti animati dai perniciosissimi ideali dell'Illuminismo radicale, "si sciolse a porte chiuse e presenti i tesorieri e altri preti del duomo". Il sangue era diventato "giacomino", come i napoletani si divertivano a storpiare l'appellativo degli invasori. "Ccà le franzise sonco religiuse, bon'aggente", venne scritto in una "parlata" affissa sul Gigante di Palazzo, che ospitava satire contro i potenti. Opppure era san Gennaro ad essersi sbagliato. Secondo una cronaca anonima, di questo avviso erano le vecchie popolane che, al passaggio della processione per via del Levinaio, gli gridarono contro: "Va', vattenne santo Jennaro puorco; anche tu si' giacomino, pu, pu! Vattenne da ccà! Nun ce passà cchiù pe ccheste bie! Nun te volimme guardà cchiù 'n faccia. Pu, pu!".
Il santo si riscatterà sessant'anni dopo. Il 7 settembre 1860 Giuseppe Garibaldi entra in città. Suo malgrado, decide di recarsi nella cattedrale. L'esperienza del 1799 gli aveva insegnato quanto importante fosse quella fluida benedizione. Con sua somma sorpresa, trova i cancelli della Cappella del Tesoro serrati. Nel timore che il patrono potesse per distrazione sciogliere il suo sangue anche davanti all'odiato condottiero, l'episcopato aveva impedito l'incontro. Non potè invece negarlo due mesi dopo a Vittorio Emanuele II. Per ben cinque volte il sovrano piemontese, genuflesso, baciò le ampolle. Invano. Uno smacco che segnò l'inizio delle reciproche diffidenze e incomprensioni tra i Savoia e lo Stato pontificio.
Nella stagione della "belle époque" lo spiritismo a Napoli era divenuto una moda. E anche un lucroso affare. La maga pugliese Eusapia Palladino, naturalizzata partenopea, si esibiva come medium in sedute con cui si era guadagnata una fama internazionale. La passione per il medianismo era il sintomo delle inquietudini di una società che, parzialmente secolarizzata dal pensiero positivista, negava alla Chiesa cattolica il tradizionale ruolo di intermediazione con l'aldilà. Francesco Zingaropoli e Vincenzo Cavalli, i due occultisti più celebri di Napoli, negli anni Venti danno alle stampe una serie di opuscoli per dimostrare che san Gennaro era un fachiro e uno stregone. I loro più agguerriti avversari erano il sacerdote Giovanni Battista Alfano e il medico Antonio Amitrano, esponenti di spicco dell'apologetica ianuariana e autori di un'opera monumentale, Il miracolo di San Gennaro: "una vera enciclopedia sull'argomento", come nella prefazione la presentò Agostino Gemelli.
Si riapriva così un dibattito secolare, destinato a trascinarsi fino ai nostri giorni. In realtà, già durante l'episcopato di Corrado Ursi (1966-1987), in ossequio alla più sobria devozione auspicata dal Concilio Vaticano II, l'uso del termine "prodigio" si era affermato su quello di "miracolo". Non si trattava di una semplice sottigliezza lessicale, ma di una piccola rivoluzione copernicana. La nuova definizione, infatti, esprimeva la meraviglia e finanche la commozione di fronte a un fatto le cui cause restavano ignote, e in questo senso non si esponeva alle critiche degli scettici. Per altro verso, esaltava il significato spirituale di un evento che restava centrale nel sentire religioso dei fedeli.
Il 14 febbraio 1969 Paolo VI approvò con la "Mysterii Paschalis", il nuovo calendario liturgico universale. La riforma rendeva la memoria del 19 settembre, tradizionalmente dedicata a san Gennaro, obbligatoria e solenne a Napoli, ma facoltativa nel resto del mondo cattolico. Il "declassamento" del santo lasciò di stucco la città. Tuttavia, chi non crede di solito non cambia opinione di fronte alle prove. E chi crede non ne ha bisogno. Inoltre, san Gennaro non teme confronti né con la scienza né con la Curia. Lo dimostra la mobilitazione dei mesi scorsi contro un decreto dell'allora ministro degli Interni Angelino Alfano volto a ridimensionare la prevalenza laica nella Deputazione. Nonostante tutto e tutti, i napoletani fanno sempre quadrato attorno al santo. Non per caso proprio nel 1969, alla notizia della sua retrocessione, sui muri di Napoli apparve un invito, vergato da una mano ignota, espressione della antica saggezza partenopea: "San Genna', fottatenne".
***
Che tuffo nella storia ci ha fatto fare il raffinato Michele Magno. Certo, Di Maio... vabbè, siamo al pop-trash di un trentenne con zero tituli, una lunga adolescenza con esiti politici surreali. Vi state chiedendo quanto è lunga l'adolescenza? Meno di quella del Di Maio: 25 anni. Chi lo dice? Seguite il titolare di List.
03
L'adolescenza dura fino a 25 anni
Scientific American ha fatto i calcoli e ha tratto le conclusioni: l'adolescenza non finisce a 18 anni, ma si allunga a 25 anni e in molti casi va anche più in là. Le preoccupazioni degli adulti? Vade retro, meglio restare in un eterno stato da Peter Pan, zero responsabilità e tanta joie de vivre. Ma è così? Secondo lo studio pubblicato da Scientific American i giovani (americani, ma tendenza è globale, il meraviglioso Occidente in touchscreen) scoprono il sesso più tardi, le attività adulte arrivano tardi e una delle ragioni su cui i ricercatori hanno puntato l'obiettivo è la compulsiva attività online. Sono attaccati al telefonino e al computer, la realtà, là fuori, è un'opzione che arriva sempre in ritardo. Sono schiavizzati da Snapchat, Facebook e i social network. Le nuove prigioni senza manette, il lavaggio del cervello arriva al punto che l'esperienza sessuale - quella cosa che ti fa "staccare dal suolo" e ti proietta verso l'età adulta - viene consumato direttamente online, in pixel e bit: texting, sexting e pornografia. Che tempi interessanti che viviamo, proprio avanti. Il titolare di List ringrazia di esser nato indietro. E voi?
04
L'agenda del titolare
Stasera il titolare sarà ancora ospite di Tg3 Linea Notte, il programma di approfondimento in seconda serata condotto da Maurizio Mannoni. Fino a venerdì List sarà su Rai3. Da lunedì 25 settembre, tutte le settimane, sarà il commentatore controvento su Night Tabloid con Annalisa Bruchi, Dario Vergassola e Aldo Cazzullo. List in tv (e presto anche altrove).
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I dati personali non sono soggetti a diffusione.
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Il Codice privacy e il Regolamento privacy conferiscono agli Utenti l’esercizio di specifici diritti.
Gli Utenti in qualsiasi momento potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del Codice privacy e s.m.i. e di cui agli art. 15, 16, 17, 18, 20 e 21 del Regolamento privacy, inviando una comunicazione scritta ai recapiti del Titolare di cui al precedente paragrafo 1 e, per l’effetto, ottenere:
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Gli Utenti, inoltre, potranno opporsi al trattamento dei dati personali che li riguardano.
- Aggiornamenti
La Privacy policy del Sito potrà essere soggetta a periodici aggiornamenti.
Termini e condizioni di vendita dei servizi di abbonamento
I presenti termini d'uso disciplinano la fornitura digitale del servizio in abbonamento (di seguito,
il"Servizio" o
l'"Abbonamento") a List nelle diverse formule di volta in volta disponibili. Il Servizio è fornito da List
S.r.l., con
sede in Via Ferdinando di Savoia, 3 - 00196 Roma P. IVA 14403801005, iscritta al registro delle imprese di
Roma, numero
di iscrizione RM/1518421 (di seguito, il "Fornitore").
Il Servizio è rivolto esclusivamente a utenti maggiorenni. (di seguito, l'"Utente" o gli "Utenti").
List è il servizio digitale che fornisce agli Utenti contenuti editoriali, giornalistici e informativi di
qualità;
maggiori informazioni su List sono disponibili navigando sul sito internet https://newslist.it/ (di seguito,
il "Sito").
Il Servizio è disponibile in abbonamento via web a partire dal Sito, nonché attraverso l'applicazione List
(di seguito,
l'"Applicazione") per dispositivi mobili con sistema operativo IOS 11.0 o successivi e Android 6.0 o
successivi.
Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.