1 Maggio
Senna. Amo correre in macchina e quando lo faccio sono felice
La parola fine 24 anni fa a Imola, il 1° maggio del 1994. Da quel momento comincia un'altra storia, quella del re dei gran premi. Mariano Froldi ricorda Ayrton, il più grande pilota della Formula 1 moderna.
di Mariano Froldi
“Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita”. “Non mi interessa essere paragonato a Fangio o nessun altro. Io amo correre in macchina e quando lo faccio sono felice”. In queste due frasi, si può capire molto di Ayrton Senna, e del suo carisma. Del suo sopravvivere alla morte dopo 24 anni. Foscolo aveva ragione. La letteratura, la memoria, rendono eterni i grandi uomini.
Queste mie parole avranno senso e saranno capite soprattutto da chi, come me, è un grande appassionato di Formula 1. Questo è il mio ricordo di Ayrton. Lo scrivo prima di tutto per me stesso. Non si tratta di farne un idolo o di “santificarlo”. Era un uomo di profonda spiritualità (parlava spesso di Dio) che aveva scelto il rischio come “senso della vita”, animato dal sogno di diventare il più grande di tutti nello sport motoristico per eccellenza. Figlio di una ricca e potente famiglia brasiliana scelse il cognome della madre, immagino quasi per pudore. Personalità complessa e fuori dal comune. Tanto amabile fuori dal Circus quanto determinato e “feroce” agonisticamente. Non l’ho mai conosciuto personalmente; non sono mai stato un suo tifoso, tutt’altro. Perlomeno quando era in vita. Lo sono stato dal momento della sua morte e lo sono ancora di più oggi, che lui non c’è più, e devo ammettere che è abbastanza strano. Il problema è che devo fare ammenda. In qualche modo.
Era un uomo di profonda spiritualità (parlava spesso di Dio) che aveva scelto il rischio come “senso della vita”, animato dal sogno di diventare il più grande di tutti nello sport motoristico per eccellenza.
Ammenda di non aver capito, allora, di...
di Mariano Froldi
“Se una persona non ha più sogni, non ha più alcuna ragione di vivere. Sognare è necessario, anche se nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita”. “Non mi interessa essere paragonato a Fangio o nessun altro. Io amo correre in macchina e quando lo faccio sono felice”. In queste due frasi, si può capire molto di Ayrton Senna, e del suo carisma. Del suo sopravvivere alla morte dopo 24 anni. Foscolo aveva ragione. La letteratura, la memoria, rendono eterni i grandi uomini.
Queste mie parole avranno senso e saranno capite soprattutto da chi, come me, è un grande appassionato di Formula 1. Questo è il mio ricordo di Ayrton. Lo scrivo prima di tutto per me stesso. Non si tratta di farne un idolo o di “santificarlo”. Era un uomo di profonda spiritualità (parlava spesso di Dio) che aveva scelto il rischio come “senso della vita”, animato dal sogno di diventare il più grande di tutti nello sport motoristico per eccellenza. Figlio di una ricca e potente famiglia brasiliana scelse il cognome della madre, immagino quasi per pudore. Personalità complessa e fuori dal comune. Tanto amabile fuori dal Circus quanto determinato e “feroce” agonisticamente. Non l’ho mai conosciuto personalmente; non sono mai stato un suo tifoso, tutt’altro. Perlomeno quando era in vita. Lo sono stato dal momento della sua morte e lo sono ancora di più oggi, che lui non c’è più, e devo ammettere che è abbastanza strano. Il problema è che devo fare ammenda. In qualche modo.
Era un uomo di profonda spiritualità (parlava spesso di Dio) che aveva scelto il rischio come “senso della vita”, animato dal sogno di diventare il più grande di tutti nello sport motoristico per eccellenza.
Ammenda di non aver capito, allora, di non aver assaporato appieno, allora, la grandezza di quello che per intensità e capacità è stato il più grande pilota della Formula 1 moderna. Come lui solo Schumacher, che incrociò Senna proprio negli ultimi anni della carriera del brasiliano. Ricordo che in quell’inizio di mondiale, in quel maledetto 1994, il tedesco 25enne, con la sua Benetton lo batté nelle prima due gare (ed inducendolo all’errore mi pare proprio in Brasile) mettendo addosso al tri-campione una pressione enorme, complice anche una Williams ancora superlativa ma molto difficile da mettere a punto, essendo stata defraudata, per manifesta superiorità, delle sospensioni intelligenti che le avevano fatto fare il vuoto nel 1992 e 1993. Il piantone dello sterzo, modificato su sua richiesta perché aveva poco spazio nell’abitacolo (Senna come collaudatore era secondo solo ad Alain Prost, l’arcirivale amato-odiato, maniacali entrambi nel regolare la monoposto in modo ottimale, arte fondamentale per essere campioni ma che oggi si è quasi del tutto persa, vedi sconclusionato regolamento di F1) con una saldatura che si romperà proprio quella maledetta domenica del 1° maggio del 1994 e la sfortuna di quel braccetto della sospensione anteriore che faranno il resto. Una serie, purtroppo, di maledette e sfortunate coincidenze. Semmai, proprio defraudate dell’elettronica un po' tutte le monoposto, oltreché estremamente potenti, erano anche molto scorbutiche da guidare, e qualche avvisaglia di un possibile dramma già c’era stata nei primi appuntamenti mondiali. Ma d’altronde erano anni che non moriva più nessuno in Formula 1 e non ci si aspettava la doppia tragedia di Imola.
Senna mi era, allora, antipatico sino al midollo. Avevo 22 anni e per me, come per milioni di appassionati tifosi, esisteva solo la Ferrari. Ogni GP era vissuto con un’ansia spasmodica e ogni ritiro, ogni sconfitta, vissuti quasi come drammi personali. Contava solo che la Ferrari vincesse. Noi tifosi ferraristi avevamo un conto in sospeso con lui. Senna aveva buttato fuori Prost, in piena lotta mondiale alla guida della mitica Ferrari 641 (soprannominata la papera per via del muso particolare), deliberatamente come egli stesso ammise, nel Gp di Suzuka del 1990. Ha ricostruito dettagliatamente Leo Turrini, uno dei giornalisti che meglio ha conosciuto il campione brasiliano, nel suo toccante “Senna, in viaggio con Ayrton”, (Imprimatur editore). Senna rivendicò l’atto estremo con cui pose fine al sogno iridato di Prost, e della sua Ferrari, a pochi metri dal via. Lo riteneva un atto di giustizia estrema. Speronò volutamente la Ferrari dell’arcirivale, partita meglio di lui e andò a finire fuori pista assieme all’odiato francese. Gli aveva reso pan per focaccia e questa forse fu l’unica grande macchia della carriera di Ayrton.
Per milioni di appassionati tifosi, esisteva solo la Ferrari. Ogni GP era vissuto con un’ansia spasmodica e ogni ritiro, ogni sconfitta, vissuti quasi come drammi personali. Contava solo che la Ferrari vincesse.
L’antefatto fu, come noto, Suzuka 1989. Senna arriva, dopo gli anni in Lotus, quella bellissima, tutta nera, con lo sponsor “John Player Special” a lettere dorate, e quella più bruttina gialla, in McLaren nel 1988. È uno specialista delle pole position, ma deve ancora consacrarsi campione. È un anno dominante per quel gioiello tecnologico partorito dal duo Murray/Nichols e per quel motore turbo, incredibile, progettato dalla Honda. Su 16 gran premi, 15 vinti dai due. Una supremazia imbarazzante. Il Mondiale lo vince finalmente Senna, che scalza dalla leadership del team Prost, già bi-campione del mondo e soprannominato “Il professore” per l’estrema perizia di guida e redditività (quasi impossibile vederlo compiere un errore in gara). Nel 1989 è una guerra feroce fra i due, si scontrano non solo in pista ma anche mediaticamente con una franchezza che è struggente, genuina, cristallina se riletta ora, quando qualsiasi dichiarazione viene filtrata dagli addetti stampa e i piloti sono sinceri quanto un pappagallo istruito dal padrone.
A Suzuka, penultima gara del Mondiale, ormai una tappa classica e circuito tosto, al 46esimo giro, mentre Senna sta rimontando furiosamente su Prost, partito davanti e meglio (nonostante la pole mostruosa di Ayrton) le due monoposto si incastrarono letteralmente fra di loro poco prima della chicane, dopo un rettilineo. Manovra astuta di Prost? Manovra troppo irruenta di Senna per andare in testa? Entrambe? Ancora oggi ci si interroga, come ci si interroga sulle discutibili scelte dei commissari FIA che squalificarono Senna, rientrato in pista da una via di fuga ed aiutato dai commissari presenti in zona, assegnando matematicamente il titolo a Prost che si era invece ritirato. Potete capire, dopo il 1990, quale fosse dunque il malanimo di molti di noi.
Prost e Senna. Nel 1989 è una guerra feroce fra i due, si scontrano non solo in pista ma anche mediaticamente con una franchezza che è struggente, genuina, cristallina se riletta ora.
Così, nel 1994, quando vidi la Williams schiantarsi sulle barriere ad Imola, davanti al televisore, mi misi ad urlare come un dannato. Forse saltai pure, pieno di gioia. Ero contento che Senna fosse subito fuori. La Ferrari avrebbe avuto un’occasione in più per poter vincere la gara. Tuttavia, dopo pochi minuti, mentre lui non usciva dalla monoposto, ne accennava reazioni, compresi come tutti che qualcosa di terribile era successo. Solo dopo qualche ora arrivò la certezza ineluttabile. Il pilota più iconico, rappresentativo, celebrato della Formula Uno se n’era andato. E tutto il fine settimana era stato segnato dal lutto di Ratzenberger. Il volto di Senna, in quella domenica, diceva di una nuova imminente tragedia. E sono ormai note ed acclarate le sue preoccupazioni per la pericolosità delle vie di fuga. Ripenso spesso con pudore e vergogna a quella mia sciocca esultanza.
Con il filo della memoria ho recuperato tante immagini di Senna che ora non posso fare a meno di “amare”: i suoi giri perfetti per la pole position, la sua guida sul bagnato, la sua capacità di guidare ai limiti anche con un cambio mezzo scassato. Le sue vittorie a Montecarlo. Il suo duello rusticano con Prost e il loro rapporto di odio-amore e infine dal 1993, di rispetto reciproco. Tante belle pagine di sport che nessuno potrà portare via a tutti gli appassionati come il sottoscritto. Quel funerale. Quel funerale degno di un re, da brividi… con Prost che porta la bara di Senna assieme agli altri piloti, emozioni tristi ma indimenticabili.
Con il filo della memoria ho recuperato tante immagini di Senna che ora non posso fare a meno di “amare”: i suoi giri perfetti per la pole position, la sua guida sul bagnato, la sua capacità di guidare ai limiti anche con un cambio mezzo scassato.
Poi restano la vita di Senna fuori dall’abitacolo, i suoi pensieri mai banali, e la consapevolezza che Dio vuole presto a se chi più ama… Io e altri abbiamo avuto la fortuna, negli anni Ottanta, di vedere veri e proprio titani, cavalieri del rischio, gente che forse non troverai mai più tutta assieme, di tale fatta da aspirare sempre al massimo, al rischio come scelta di vita che ti proietta verso l’infinito: Villenueve, Pironi, Senna, Prost, Piquet, Mansell, Alboreto. Senna è stato il traghettatore dell’ultima Formula Uno romantica e rischiosa, dove abbiamo pianto terribili lutti e gioie. Senna ci ha traghettato verso una Formula 1 più sicura (quella di oggi lo è infinitamente di più), e quasi come un agnello sacrificale (non risulti blasfemo questo paragone) è morto mentre era il re indiscusso della massima categoria sportiva automobilistica. Quasi come se la creatura esigesse il sacrificio del suo indiscusso protagonista. La F1 dopo di lui non è stata più la stessa, come è inevitabile che accada quando un evento epocale crea un prima e un dopo.
Ho avuto la fortuna di vedere veri e proprio titani, cavalieri del rischio, gente che forse non troverai mai più tutta assieme, di tale fatta da aspirare sempre al massimo, al rischio come scelta di vita che ti proietta verso l’infinito: Villenueve, Pironi, Senna, Prost, Piquet, Mansell, Alboreto.
Senna ha lasciato un solco non solo in Brasile, come è facile immaginare, visto che in lui e nella nazionale di calcio i brasiliani avevano visto il loro riscatto a livello mondiale, ma anche nella cultura pop. Basti pensare, fra i tanti tributi, al bellissimo verso di Cesare Cremonini in marmellata 25 “Ah..da quando Senna non corre più...non è più domenica…”,
Dino Zoff, il portierone campionissimo della Juventus e della Nazionale, grande appassionato di Formula 1, ricorda (dalla prefazione del libro di Turrini):
Il primo maggio del 1994, quando la sorte gli tagliò la strada a Imola, io stavo in panchina, allenatore della Lazio, per una partita di campionato di serie A. Non ricordo assolutamente il risultato: in compenso, rammento vivissimo il dolore, come per un lutto personale, che provai quando mi dissero che Ayrton non c’era più. Ed è per questo che anni dopo, trovandomi in Brasile per ragioni legate al mio mondo, al calcio, mi sono recato al cimitero di Morumbi. Per dedicargli una preghiera.
Leo Turrini, che ad Imola ha visto visto Senna e Ratzenberg in obitorio, uguali nella morte, come rammentano celebri versi di Totò, di recente ha affermato:
Sono passati tanti anni ma è come se fosse ieri; chiunque ha nel cuore la velocità non riesce a dimenticare quel tragico week end; prima morì il milite ignoto, poi tocco alla superstar assoluta. Lì ho capito che chiunque si metta al volante di una vettura da gran premio merita rispetto ed ammirazione. Senna ha lasciato un vuoto incolmato e incolmabile per una ragione particolare: era insostituibile il suo carisma.
Sono passati 24 anni e tutti parlano, davvero, ancora di te Ayrton. Quante cose ci siamo persi, quante gare incredibili se tu fossi rimasto fra noi, magari guidando una Ferrari (era stato trovato un accordo proprio con Cesare Fiorio nel 1990 per approdare in Ferrari l’anno successivo ma poi non se ne fece più nulla). Chissà quale sarebbe stata la tua vita appeso il casco al chiodo, se ti avremmo visto fare il commentatore. No… troppo banale per uno come te. Mi commuovo pensando a te. Come tanti. E mi commuovo, sono uno sciocco sentimentale lo so, sperando che tu, da lassù, possa dare un aiuto, una mano al grande Michael affinché torni alla sua famiglia che da anni sta passando momenti terribili. Eri semplicemente il più grande. È morto il re. Viva il re.
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modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.