12 Gennaio
Si è inceppata la democrazia
Il governo americano di Trump batte il record dello shutdown, la presidenza di Macron ha la febbre gialla, Sanchez ha la febbre andalusa, a Palazzo Chigi non sanno decidere sulla Tav e pensano al referendum. Ah, (non) c'è la Brexit martedì. Il vero impero che funziona? Quello di Jeff Bezos. Un viaggio tra politica, amore e Gin Martini
Cosa c'è sul taccuino di giornata? Una robetta: la crisi della democrazia. Una serie di fatti e elementi che conducono a questo scenario di inceppamento delle istituzioni. Siamo dentro una titanica transizione dell'Occidente e non sappiamo davvero quale sarà l'esito di quello che registriamo in queste note. Seguite il titolare di List.
- Il blocco del finanziamento del governo americano - lo shutdown - ha battuto ogni record, siamo a 22 giorni (furono 21 con Bill Clinton). Trump si è infilato in un gioco rischioso, l'anno scorso vinse per sfinimento e rovesciamento delle responsabilità, ma i Dem non controllavano la Camera, ora sì. Vuole il muro al confine con il Messico, i dem resistono (dopo aver costruito quello che c'è), ma The Donald rischia di sbatterci la testa adesso, sul muro. Obiezioni dall'ala trumpiana: "Li fregherà anche stavolta!". È vero che ogni volta che sembra all'angolo riesce a uscirne e a sorprendere, ma c'è qualcosa in lui ora di erratico e di non calcolato che non si risolve senza un'invenzione politica. Attendiamo con il taccuino squadernato;
- L'America liberal ha trovato un nuovo idolo, ne avevamo segnalato l'ascesa e Marco Gervasoni ieri su List tracciava l'identikit, la fenomenologia tutta in chiave populista: Alexandra Ocasio-Cortez. La neo deputata, 29 anni, è praticamente la nuova eroina dei media in progress, ha proposto l'ipertassazione dei redditi sopra i dieci milioni di dollari e correttamente Gerard Baker, il direttore del Wall Street Journal, la vede come la figura complementare che mancava nell'America trumpiana, un'iperbole che (forse, ormai siamo in terra incognita) finirà per far (ri)vincere Trump nel 2020;
- In Francia i gilet gialli sono scesi di nuovo in piazza (mentre a Parigi esplodeva una boulangerie, tre morti e 37 feriti), sono 32 mila in tutto il paese, circa 8 mila a Parigi, la febbre...
Cosa c'è sul taccuino di giornata? Una robetta: la crisi della democrazia. Una serie di fatti e elementi che conducono a questo scenario di inceppamento delle istituzioni. Siamo dentro una titanica transizione dell'Occidente e non sappiamo davvero quale sarà l'esito di quello che registriamo in queste note. Seguite il titolare di List.
- Il blocco del finanziamento del governo americano - lo shutdown - ha battuto ogni record, siamo a 22 giorni (furono 21 con Bill Clinton). Trump si è infilato in un gioco rischioso, l'anno scorso vinse per sfinimento e rovesciamento delle responsabilità, ma i Dem non controllavano la Camera, ora sì. Vuole il muro al confine con il Messico, i dem resistono (dopo aver costruito quello che c'è), ma The Donald rischia di sbatterci la testa adesso, sul muro. Obiezioni dall'ala trumpiana: "Li fregherà anche stavolta!". È vero che ogni volta che sembra all'angolo riesce a uscirne e a sorprendere, ma c'è qualcosa in lui ora di erratico e di non calcolato che non si risolve senza un'invenzione politica. Attendiamo con il taccuino squadernato;
- L'America liberal ha trovato un nuovo idolo, ne avevamo segnalato l'ascesa e Marco Gervasoni ieri su List tracciava l'identikit, la fenomenologia tutta in chiave populista: Alexandra Ocasio-Cortez. La neo deputata, 29 anni, è praticamente la nuova eroina dei media in progress, ha proposto l'ipertassazione dei redditi sopra i dieci milioni di dollari e correttamente Gerard Baker, il direttore del Wall Street Journal, la vede come la figura complementare che mancava nell'America trumpiana, un'iperbole che (forse, ormai siamo in terra incognita) finirà per far (ri)vincere Trump nel 2020;
- In Francia i gilet gialli sono scesi di nuovo in piazza (mentre a Parigi esplodeva una boulangerie, tre morti e 37 feriti), sono 32 mila in tutto il paese, circa 8 mila a Parigi, la febbre gialla di Macron continua, anche lui gioca la carta dello sfinimento altrui;
- Martedì il Parlamento inglese vota l'accordo sulla Brexit siglato dal governo di Theresa May con l'Unione europea, si naviga al buio e la premier britannica deve preparare un piano B senza sapere cosa ne sarà del piano A, surreale;
- Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha avvisato il Partito popolare e Ciudadanos: non cadete in contraddizione, non alleatevi con la destra nazionalista rappresentata da Vox in Andalusia. Perfetto, solo che lui ha perso e senza voti non si fanno maggioranze, è la febbre spagnola;
- Il governo giallo-verde in Italia non riesce a decidere se fare o no l'Alta Velocità sulla linea Torino-Lione, tre manifestazioni pro e contro si sono già svolte a Torino, Cinque Stelle e Lega, le forze che hanno dato vita all'esecutivo, sono divise. Matteo Salvini ha commentato: "È sempre un buon segno quando gli italiani partecipano e manifestano civilmente. Non come i centri sociali che sfasciano e aggrediscono, quindi dobbiamo tenerne conto. Io penso che l'Italia abbia bisogno di andare avanti, di viaggiare di più e più velocemente". Ottimo, solo che i pentastellati non la pensano così. Come la risolvono? La risposta è nelle parole sempre di Salvini: "Se non c'è una sintesi all'interno del governo decidono gli italiani come è giusto che sia. Nel contratto di governo ci sono i referendum propositivi come in Svizzera, giustamente, quindi se sulla Tav non c'è un accordo politico la parola passa agli italiani. Ho ben chiaro in testa che voterei a favore dello sviluppo e della crescita". Interessante, la delega del cittadino alla politica è data per decidere, ma la coalizione non potendo decidere senza sfasciarsi delega la decisione al cittadino che aveva delegato in precedenza il politico che non è capace di esercitare la sua delega. Mal di testa? Aspirina, si chiama democrazia bloccata.
Con queste premesse, il 2019 si annuncia sempre più interessante. Forse troppo.
01
La febbre gialla di Macron
I gilet gialli sono in piazza, è il nono atto di questa rappresentazione del profondo male interiore che sta corrodendo la Francia. Ancora una volta, con una spassosa, devastante creatività linguistica è stato Michel Houellebecq a "vedere" quello che sarebbe accaduto a Parigi. Nelle pagine di "Serotonina" lo scrittore mette a ferro e fuoco la grande assenza, il rogo della contemporaneità: il declino dell'amore e la sua necessità. Questo sbriciolamento dell'amore - e la fine di Dio come centro dell'esperienza umana, ci torneremo - ha come reazione uguale e contraria l'ascesa del rancore. Le forme in movimento di questo sistema di opposti le vediamo continuamente: la politica ne è solo la manifestazione più clamorosa, ma essendo tutto politica perché l'uomo è un animale politico (Aristotele), ecco che la faccenda del declino dell'amore e dell'ascesa del rancore diventa un problema esistenziale, una malattia, la "nevrosi", parola quest'ultima usata da Houellebecq alla vigilia dell'elezione di Macron per definire la condizione, puntualmente emersa, della Francia dei giorni nostri.
La malattia francese non è un'eccezione, pervade l'Occidente, è la manifestazione del suo declino, è il sismografo dello spostamento tellurico dei segni e dei significati a Oriente, è il T-Rex che ha dominato il globo che si dibatte, cerca di sopravvivere, artigliare tutto quello che incontra, prova disperatamente a cambiare il suo Dna, insegue una (im)possibile trasformazione genetica. Nessuno può dire quale sarà il finale di questa storia, ma ne vediamo chiaramente le esplosioni di senso e controsenso nella cronaca.
L'analisi economica non spiega quello che sta accadendo, è un elemento singolo, non il quadro, e se usato da solo è anche il più fuorviante di tutti, conduce a conclusioni completamente errate. Pensate al gigantesco errore fatto dai sostenitori della globalizzazione sempre bella, giusta e ricca per tutti. Una novella che serviva all'Homo Davos per giustificare un congegno che macinava le vite degli altri. Improvvisamente, davanti a loro si sono presentate le tre streghe del Macbeth:
Il bello è brutto e il brutto è bello: | Fra nebbie e fumo corri a rovello.
Per queste ragioni List usa (anche) altri strumenti, sul nostro cruscotto c'è il tachimetro della storia, la spia della temperatura è la psicologia, le scienze tecnologiche sono il livello del carburante, la letteratura è il software della centralina di controllo, la scienza politica è la spia della batteria, la biologia (che diventa biopolitica) è il livello dell'olio. E per queste ragioni va combattuto il dominio della tecnica e va difeso il valore inestimabile delle scienze umanistiche, antiche e moderne. Se vogliamo capire la Francia di ieri e di oggi bisogna leggere Victor Hugo, senza la lettura di Dante, Manzoni e Collodi (Pinocchio) il racconto dell'Italia non esiste, è leggendo Moby Dick che si coglie il respiro profondo dell'America, che cosa potremmo mai raccontare di Wall Street e della bancarotta culturale dei radical chic senza aver mai letto Tom Wolfe? Poco, briciole di tweet, esattamente "ciò che non siamo / ciò che non vogliamo" essere, versi di Eugenio Montale, giusto per restare nel campo dell'inestimabile sapere, la poesia.
02
Le due piazze di Torino
Dell'Italia in piazza a rate a Torino, quella del sì e quella del no, si danno letture insufficienti perché sono moltitudini osservate solo con la lente dell'economia: questi sono in piazza perché vogliono lo sviluppo e questi altri invece sono per il regresso industriale; naturalmente si esercita il giudizio antropologico, quindi i primi sono colti e i secondi ignoranti e viene in mente un altro classico che non guardava i modelli econometrici ma conosceva meglio dei "Competenti" di oggi lo spirito umano, Alexis de Tocqueville:
Perché una classe è bassa, non bisogna credere che tutti quelli che ne fanno parte abbiano il cuore basso; sarebbe questo un grande errore.
Questo è l'errore commesso dalla classe dirigente non solo in Italia, ma in tutto l'Occidente. Una presunzione di eternità che è finita al tappeto nel biennio delle rivoluzioni del voto, il 2016-2018.
Nella graduatoria dei malati, l'Italia non è al primo posto, sul podio c'è la Francia. Va aggiunto un per ora, perché i francesi hanno risorse inaspettate, le rivoluzioni le fanno sul serio, mentre noi a mezzogiorno buttiamo la pasta. Dunque le nostre possibilità di non sfangarla sono alte, ma non per eccesso di populismo, semmai per difetto di cambiamento (con i neuroni roteanti di Di Maio e Salvini, figuriamoci), per overdose da continuismo, per asineria galoppante nelle istituzioni e degrado dell'istruzione, per partigianeria senza limiti, per nanismo della classe dirigente, per indigestione di sottopotere e sottopiatti, per tavole imbandite con pochi coperti e molti camerieri. Eppure, in questa gazzarra, per ora siamo dentro a una cosa inattesa: il caos populista è da un'altra parte. E la ragione elementare che in pochi vogliono ammettere non è nell'abilità o intelligenza degli attori al governo, ma nell'intuizione di Grillo e Casaleggio: portare in Parlamento la protesta della piazza italiana.
03
Il disordine di Parigi e la lezione democratica dell'Italia
di Lorenzo Castellani
In Francia i gilet gialli sono per le strade mentre in Italia sono al governo, si è osservato con l’oramai consueto sarcasmo nei confronti del Movimento Cinque Stelle dalle colonne dei principali quotidiani nelle scorse settimane. Molti osservatori considerano la presa del potere da parte degli alfieri dell’antipolitica e della reazione nazionalista come una sciagura imparagonabile e guardano ancora con una certa invidia oltralpe dove, indebolito e con un programma profondamente rettificato, governa il moderato, competente e presentabilissimo enarca Emmanuel Macron, non un ex steward dello stadio come Luigi Di Maio o un generatore di boutade politicamente scorrette e slogan strapaesani quale Matteo Salvini. Eppure, per non scadere nel paradosso, qualsiasi buon democratico dovrebbe essere soddisfatto del fatto che la protesta politica in Italia sia stata riassorbita dalla rappresentanza parlamentare e dalle istituzioni della Costituzione. Continua a leggere l'articolo su List.
***
Che facciamo? C'è un'altra democrazia malata, l'America. E non è solo una faccenda da Trump, c'è molto altro e ve lo mostriamo in un grafico. Clic, Amazon.
04
L'impero di Bezos in un grafico
Basta questo eccezionale grafico di Visual Capitalist per capire che un immenso potere come quello dello zio Jeff va limitato, l'America ha dimenticato che esiste l'Antitrust in nome di un dominio globale del commercio che in realtà consumerà le sue istituzioni democratiche:
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Davvero impressionante, è quasi l'uomo più potente della terra, non lo è solo perché gli manca la forza di coercizione di uno Stato, l'esercito. C'è altro? Siamo partiti dal cuore, da un di cosa parliamo quando parliamo d'amore (Raymond Carver, libro bellissimo) e ci torniamo con una storia esemplare, una parabola, quella di un uomo e un cane.
05
L'uomo e il cane
Il signor Vittorio e il suo yorkshire. Se ne sono andati insieme, in povertà, nel silenzio glaciale di una villa bianca, a Padova. Splendore e miseria di una storia visibile che si fa invisibile, la ricchezza sfumata, la povertà dimessa e la vita dismessa
Questo mestiere costruisce sul tuo corpo una corazza, intabarra il cuore, per andare avanti a raccontare il mondo devi proteggerti, se ci pensi troppo, se lasci la porta aperta, le notizie ti frantumano come uno specchio che cade a terra.
Le notizie sono "mestiere", ne scorrono migliaia ogni giorno sullo schermo, le pesiamo con l'esperienza, la loro abbondanza dice tutto sulla loro quasi totale irrilevanza, al setaccio, ne restano poche, quelle che contano davvero. Siamo circondati dal banale fino a morirne. In quest'alluvione di bit senza significato, ci sono fatti minuscoli che si fanno largo con la persistenza di un bagliore lontano, pietruzze splendenti sulla neve, lampi di fiocina nel blu, lucciole nel bosco, pugnali celati nel velluto, armonie affilate d'archi. Si nascondono nella cronaca, l'impero di filo spinato dell'impaginato. Continua a leggere l'articolo su List.
***
È ora di chiudere questo numero serale di List e andare a bere un Gin Martini (sperando che non accada nulla di fondamentale nelle prossime ore, noi viviamo con questo agguato perenne alle spalle). Che si fa? Quello che abbiamo scritto, un Gin Martini.
06
Un Gin Martini con Daniel Craig
Con James Bond la cosa dovrebbe essere semplice e regolare, basta ricordare che il carburante quotidiano si mixa in versione "agitato e non mescolato". Facile!
Non era così facile. Nel bar di List non c'era il Gatorade. Buona serata.
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attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.