5 Dicembre
Sostenibile e insostenibile. Appunti dall'opera galleggiante
Che cosa è la sostenibilità? Tra Venezia e la Sardegna, il discorso liquido e l'emersione di una parola che ruggisce come una turbina: energia. Perché la transizione non può essere un salto nel buio. Ordine e soprattutto disordine dell'ecologismo insostenibile
Nella mia vita Venezia è una città importante, qui il tempo sfuggente rallenta nell’incrocio dei canali, perdersi nello splendore è un attimo, il suo silenzio è un pentagramma, lo smarrimento è stupore. Venezia è l’acqua trasformatrice, un’infinita durata liquida.
È un’immersione “a casa”, una sensazione che provo solo in un altro luogo, la Sardegna, l’altra opera galleggiante. Sono per soprammercato nato in laguna, a Cabras, la mia infanzia è rete, palamito, giunco, capanna e “fassonis”, bottarga di muggine luccicante, corallo rosso, stelle e cavallucci marini. Sono luoghi da rispettare e tras-formare, sono una “possibilità” perché l’umanità ne tesse la trama da secoli. Non uso la parola “conservare”, non mi piace, perché non è “dinamica”, espelle la vita che pulsa, l’anima, la creazione fantastica di queste due “isole” che si trasforma in arte, letteratura, natura. Venezia e la Sardegna nel mio immaginario costituiscono l’unicum naturale e lo splendido artificio, la singolarità, il dilemma del domani in un mondo che è sempre “adesso”.
Mi hanno detto, vieni a Venezia, all’università Ca’ Foscari, a parlare di “sostenibilità”. Eccomi qua, ho solo un lieve problema: che cosa è la sostenibilità? Perché su ciò che è sostenibile - e insostenibile - dobbiamo metterci d’accordo, trovare un punto comune che non sia un luogo comune (ne siamo sommersi, affoghiamo nel conformismo). Dietro quella parola, sostenibilità, ne emerge un’altra che ruggisce come una turbina: energia. Tutta la giostra contemporanea si svolge in questo campo di forze. Si è deciso a tavolino che l’era degli idrocarburi è finita, ma basta dare uno sguardo al paesaggio per scoprire che la realtà è differente e una soluzione facile non esiste: i vaporetti della Serenissima hanno un motore diesel, sono alimentati con biocarburante, si evolvono in sistema ibrido, in...
Nella mia vita Venezia è una città importante, qui il tempo sfuggente rallenta nell’incrocio dei canali, perdersi nello splendore è un attimo, il suo silenzio è un pentagramma, lo smarrimento è stupore. Venezia è l’acqua trasformatrice, un’infinita durata liquida.
È un’immersione “a casa”, una sensazione che provo solo in un altro luogo, la Sardegna, l’altra opera galleggiante. Sono per soprammercato nato in laguna, a Cabras, la mia infanzia è rete, palamito, giunco, capanna e “fassonis”, bottarga di muggine luccicante, corallo rosso, stelle e cavallucci marini. Sono luoghi da rispettare e tras-formare, sono una “possibilità” perché l’umanità ne tesse la trama da secoli. Non uso la parola “conservare”, non mi piace, perché non è “dinamica”, espelle la vita che pulsa, l’anima, la creazione fantastica di queste due “isole” che si trasforma in arte, letteratura, natura. Venezia e la Sardegna nel mio immaginario costituiscono l’unicum naturale e lo splendido artificio, la singolarità, il dilemma del domani in un mondo che è sempre “adesso”.
Mi hanno detto, vieni a Venezia, all’università Ca’ Foscari, a parlare di “sostenibilità”. Eccomi qua, ho solo un lieve problema: che cosa è la sostenibilità? Perché su ciò che è sostenibile - e insostenibile - dobbiamo metterci d’accordo, trovare un punto comune che non sia un luogo comune (ne siamo sommersi, affoghiamo nel conformismo). Dietro quella parola, sostenibilità, ne emerge un’altra che ruggisce come una turbina: energia. Tutta la giostra contemporanea si svolge in questo campo di forze. Si è deciso a tavolino che l’era degli idrocarburi è finita, ma basta dare uno sguardo al paesaggio per scoprire che la realtà è differente e una soluzione facile non esiste: i vaporetti della Serenissima hanno un motore diesel, sono alimentati con biocarburante, si evolvono in sistema ibrido, in futuro saranno completamente elettrici. Domani, ma oggi sono in piena fase di “transizione”.
"Transizione" è l’altra parola chiave del nostro tempo energetico. Verso dove? E a che velocità? Il fattore tempo qui è decisivo: troppo in fretta o troppo tardi sono il confine del sostenibile e dell’insostenibile. Dell’ordine e del disordine. Questo scenario non è “lontano”, si materializza nella bolletta elettrica: tra qualche settimana l’inverno porterà una ghiacciata realtà nelle nostre case, il rimbalzo dei costi dell’energia. E questo per molti poveri - e perfino per i ceti medi - sarà immediatamente insostenibile. Improvvisamente gli slogan dell’ambientalismo diventeranno un’altra musica, quella della sopravvivenza dei più deboli che non possono destinare quote rilevanti di reddito all’energia senza tagliare le spese alimentari, l’istruzione, il vestiario, la mobilità (che per la stragrande maggioranza non è ancora la propulsione elettrica, ma la benzina e il gasolio). Tutto questo non è domani, ma oggi. Si chiama inflazione. Così tutta la questione della “transizione” diventa il tema urgente dell’agenda politica.
Chi paga? Risposta ovvia, il contribuente. Ma quale? Nell’ultima riunione del governo sul tema del caro-energia, il come è diventato un prezzo da far pagare - cancellando un taglio dell’Irpef annunciato - ai contribuenti con redditi medio-alti, superiori ai 75mila euro lordi, già falcidiati dalle imposte, perché la realtà è che il 13,22% dei contribuenti virtuosi paga il 58,86% di tutta l’Irpef! Mantengono il “sistema” e i milioni su milioni di soggetti “sistemati” che versano pochissimo o niente e presentano miracolose dichiarazioni dei redditi da livello di indigenza.
Il piano del governo alla fine è naufragato per il no dei partiti del centrodestra, Italia Viva e una parte dei Cinque Stelle. Renato Brunetta, un draghista doc, ha sintetizzato così l’idea: “Sarebbe una scelta sbagliata e iniqua, perché non abbiamo una mappa dell’impatto della pandemia sui redditi”. La crisi pandemica non ha colpito i pensionati, non ha lasciato a terra i dipendenti pubblici, non ha messo spalle al muro i ceti protetti, ma quelli più dinamici.
Sono le conseguenze inattese delle politiche dell’irrealtà che talvolta prendono il sopravvento. Se decidi l’eutanasia degli idrocarburi in un’economia che va a idrocarburi, scoprirai che la realtà di cui non ti sei voluto occupare, si occuperà di te. Impegnarsi per un ambiente migliore domani, non cancella il presente, ma lo amplifica, lo risveglia, lo potenzia, innesca una reazione. Ne sa qualcosa il presidente degli Stati Uniti che prima ha dichiarato al mondo la sua rivoluzione verde, ma poi di fronte all’aumento del prezzo della benzina e alla protesta degli americani si è ritrovato a pregare i paesi produttori dell’Opec e la Russia per aumentare produzione e export di gas e petrolio. Siamo in una situazione geopolitica tesa, in Europa potremmo perfino andare incontro a un blackout in pieno inverno.
L’energia che arriva nelle nostre case e nelle imprese non è infinita e disponibile così com’è, va trasformata e distribuita in maniera capillare nelle reti, è il prodotto finale di un processo, il frutto di una raffinata tecnologia e centinaia di miliardi di investimenti pluriennali.
Fine degli idrocarburi? Perbacco, ma con che cosa li sostituiamo ora? Con le fonti rinnovabili, certo, ma non tutto è così scontato e soprattutto “sostenibile”. Ho qualche difficoltà (e non sono il solo) a definire “sostenibile” lo sfregio eolico che sta subendo il paesaggio della Sardegna. Sono davvero un monumento ecologista i campi solari che divorano un immenso territorio sottraendolo all’agricoltura e all’allevamento, parte fondante della nostra cultura? Pannelli fotovoltaici cinesi e suicidio dell’identità, sarebbe questo uno scambio vantaggioso? Siamo in una fase di occupazione estensiva di spazio, al posto della concentrazione verticale di energia stiamo assistendo a un’incontrollata e demagogica espansione orizzontale di fabbriche d’energia che in futuro rischiano di diventare non cattedrali, ma chilometriche rovine nel deserto.
A noi sardi ricorda qualcosa, sono parte del paesaggio storico di un’industrializzazione senza mappa. La via maestra è la gradualità, la tecnologia disponibile a basso costo, il mix di fonti, il nucleare di ultima generazione, la miniaturizzazione delle centrali, lo sviluppo di nuovi motori e carburanti, l’educazione del cittadino.
L’energia deve essere democratica o si trasforma in dispotismo e miseria. C’è un tratto delle attuali politiche ambientali che ricorda il passato, un’ideologia dominante che diventa un ecologismo insostenibile.
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9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
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derivanti dalla
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10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
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della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
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l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
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tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.