8 Gennaio

Stati DisUniti d'America

Vent'anni di scontro, una guerra tra due culture che è arrivata (quasi) al culmine. La parabola di Trump, la leadership di oggi e domani della Red Nation, il racconto dell'obamismo e gli omissis sulla sconfitta del 2016. La storia può ripetersi, ma non torna mai indietro

Che succede? Donald Trump ha concesso (a modo suo, ma lo ha fatto) la vittoria a Joe Biden, parlato di "transizione ordinata", del fatto che "sarà una nuova amministrazione", della necessità di una "rappacificazione" del paese. Tutto bene? No, perché la rivolta di Washington brucia e tra i dem non sembra essere chiaro che l'America non è solo quella in progress, c'è un altro paese che non si può cancellare con un colpo di spugna, il tasto reset nella storia non esiste. E c'è un'America a mano armata che è bene non svegliare, perché non bisogna trasformare la secessione ideale (che c'è, enorme) in una vera guerra di secessione.

Trump ha sopravvalutato se stesso e sottovalutato la massa, ma di quell'America che non vota i democratici resta (per ora, poi vedremo) il leader, basta guardare i sondaggi fatti a caldo sui disordini di Washington, secondo YouGov il 45% dei repubblicani li approva. E per l'85% degli elettori del Gop Trump non deve essere rimosso. Sono numeri che dovrebbero indurre qualche riflessione sulla composizione del quadro americano, sulla sua complessità, sulla reazione degli elettori repubblicani, sulla distanza che separa due mondi paralleli che fanno parte della stessa nazione, ammesso che esista, la nazione.

È un memento per Joe Biden (che pare sia saggiamente contrario all'ipotesi di usare il 25esimo emendamento), consumare vendette quando hai il paese spaccato in due, con un clima politico altamente infiammabile, è un errore da non commettere.

Trump ha un progetto politico? Finché non sono partiti i petardi dentro Capitol Hill, c'era. Il suo discorso era una rottura netta con l'establishment del Gop, ora è consumata del tutto, il partito a Washington è di Mike Pence e Mitch McConnell, ma nel paese no, la "Red Nation" è trumpiana. È una realtà di cui i commentatori della domenica non...


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