22 Luglio
Storie di massimo consenso
L'ascesa di Giuseppe Conte, gli applausi in Parlamento, il tesoro da 209 miliardi da gestire. La lezione italiana sulla parabola della leadership, come consolidare e perdere il potere. Berlusconi, Craxi, Fanfani, Renzi, Salvini. Un po' di lezione dal passato e i problemi del presente sotto il tappeto. Il Pd vede un problema politico e Zingaretti riapre la battaglia sui fondi Mes: "Utilizzo positivo e utile"
Che succede? Dopo il clangore dello scontro nel Consiglio europeo, la soluzione all'alba, le frasi retoriche sul "momento storico", i festeggiamenti in patria per l'eroe Conte, sta tornando a passo di carica la realtà. Nella maggioranza si è riaperto lo scontro sull'accesso ai fondi del Mes, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha detto che non vede motivi per non usarlo, Conte galleggia nel vuotismo di una non-posizione, mentre i Cinque Stelle sono per il no. Si litiga anche sulla task force che dovrà gestire il Recovery Fund, la faccenda è semplice: Conte vuole il controllo totale delle risorse, è un tema che riguarda il suo potere personale, il suo progetto politico, il suo futuro. Più controllo ha sui fondi, più dura il suo regno. Il premier è chiaramente all'apice della sua parabola, ha giocato con abilità le sue carte, i suoi avversari sono quel che sono (poca cosa), ma la politica presenta sempre il conto quando il vento è in poppa. È il ciclo dell'eterno ritorno del potere e delle figure che di volta in volta lo incarnano: ascesa e caduta. Qualche volta ritornano, spesso spariscono. Stasera impaginiamo un List in forma di nota politica, tra presente e passato, come si usava fare nei giornali quando erano giornali. Seguite il titolare di List, è una storia italiana, vediamola.
01
Il caso Berlusconi
"L'Italia è il paese che amo". 26 gennaio 1994, la discesa in campo via video di Silvio Berlusconi (Foto Ansa).Silvio Berlusconi il 25 aprile del 2009, all'apice della sua fortuna politica, con una maggioranza mai vista nella storia repubblicana, andò a Onna per le celebrazioni della Liberazione, aveva un fazzoletto rosso al collo, disse che la "resistenza è un valore fondante dell'Italia", invitò il paese, "64 anni dopo la liberazione e venti anni dopo la caduta...
Che succede? Dopo il clangore dello scontro nel Consiglio europeo, la soluzione all'alba, le frasi retoriche sul "momento storico", i festeggiamenti in patria per l'eroe Conte, sta tornando a passo di carica la realtà. Nella maggioranza si è riaperto lo scontro sull'accesso ai fondi del Mes, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha detto che non vede motivi per non usarlo, Conte galleggia nel vuotismo di una non-posizione, mentre i Cinque Stelle sono per il no. Si litiga anche sulla task force che dovrà gestire il Recovery Fund, la faccenda è semplice: Conte vuole il controllo totale delle risorse, è un tema che riguarda il suo potere personale, il suo progetto politico, il suo futuro. Più controllo ha sui fondi, più dura il suo regno. Il premier è chiaramente all'apice della sua parabola, ha giocato con abilità le sue carte, i suoi avversari sono quel che sono (poca cosa), ma la politica presenta sempre il conto quando il vento è in poppa. È il ciclo dell'eterno ritorno del potere e delle figure che di volta in volta lo incarnano: ascesa e caduta. Qualche volta ritornano, spesso spariscono. Stasera impaginiamo un List in forma di nota politica, tra presente e passato, come si usava fare nei giornali quando erano giornali. Seguite il titolare di List, è una storia italiana, vediamola.
01
Il caso Berlusconi
"L'Italia è il paese che amo". 26 gennaio 1994, la discesa in campo via video di Silvio Berlusconi (Foto Ansa).Silvio Berlusconi il 25 aprile del 2009, all'apice della sua fortuna politica, con una maggioranza mai vista nella storia repubblicana, andò a Onna per le celebrazioni della Liberazione, aveva un fazzoletto rosso al collo, disse che la "resistenza è un valore fondante dell'Italia", invitò il paese, "64 anni dopo la liberazione e venti anni dopo la caduta del muro", a "costruire finalmente un sentimento nazionale unitario" e "farlo tutti insieme, quale che sia l'appartenenza politica". Parole da sottoscrivere. Solo che il Cavaliere sottovalutò due cose fondamentali: se stesso, la sua creativa capacità di mettersi nei guai, e la storia del settarismo della sinistra italiana che non poteva ammettere Berlusconi "partigiano". Nel momento in cui Berlusconi era al massimo del suo potere, cominciò il suo declino. Tre anni dopo Berlusconi fu cacciato da Palazzo Chigi con il popolo oggi grillino festante nella piazza del Quirinale e il Pd pronto a tornare al potere, cosa che poi avvenne dopo la fine della parentesi d'emergenza politica e finanza straordinaria del governo tecnico di Mario Monti.
02
C'era una volta Bettino
Tre giganti: Giulio Andreotti, Bettino Craxi e Giovanni Spadolini. È il 15 aprile del 1986. Il presidente del Consiglio, Bettino Craxi, riferisce alla Camera. Gli Stati Uniti bombardano Tripoli e Bengasi. La Libia replica lanciando due missili verso l'isola di Lampedusa. Il Presidente Craxi invia una nota di protesta a Tripoli e diffida la Libia da ripetere simili atti di aggressione; contemporaneamente condanna la rappresaglia americana (Foto Ansa).Bettino Craxi all'inizio degli anni Novanta era il segretario dell'unico partito della sinistra che non era stato travolto dalla caduta del Muro di Berlino. Il leader del Partito socialista era stato l'incubo di tutti i segretari del Pci, Enrico Berlinguer ne era ossessionato (leggere gli appunti di Tatò al suo segretario in "Caro Berlinguer"), Alessandro Natta e Achille Occhetto non avevano la statura politico dell'uomo dipinto con gli stivali neri da Giorgio Forattini sulla Repubblica allora solidamente scalfariana. Nel momento della strage delle illusioni, con il maggior partito comunista d'Occidente con i buchi nelle bandiere, Craxi sembrava destinato a raccogliere l'eredità di colui che stava dalla parte giusta della storia: fu distrutto moralmente e fisicamente da una (falsa) rivoluzione giudiziaria che annientò i partiti moderati, atlantisti, europeisti, con il Psi tramontò manu militari anche la Democrazia cristiana che aveva ricostruito l'Italia e mantenuto il nostro paese nella terra della libertà. Il Pci, che era destinato a scomparire sotto le macerie del crollo del Muro di Berlino, si ritrovò nel paradosso storico di conquistare il potere che non aveva mai avuto, ma il sogno della "gioiosa macchina da guerra" di Occhetto fu interrotto nelle elezioni del 1994 da un imprevisto della storia, dalle brume televisive della Brianza saltò fuori quel Berlusconi del "nuovo miracolo italiano" che 17 anni dopo sempre la magistratura disarcionò, favorendo ancora una volta i trapassati dal comunismo al blairismo, al clintonismo, allo zapaterismo, all'obamismo e infine al... contismo.
03
Rieccolo, Fanfani
16 gennaio 1963. Amintore Fanfani con John Fitzgerald Kennedy alla Casa Bianca (Foto Ansa).Amintore Fanfani nel luglio del 1958 era presidente del Consiglio, ministro degli Esteri e segretario della Democrazia cristiana. Non era mai successo. Un potere immenso. Erano anni durissimi, in piena Guerra Fredda, con gli americani e gli inglesi che ordinarono lo sbarco delle truppe in Libano e in Giordania, Palmiro Togliatti che intimò al governo di non concedere le basi militari agli anglo-americani, un periodo incandescente della storia. Fanfani era potentissimo, abile, intelligente, guizzante, un politico di cervello e istinto, era riuscito a formare un governo tra Dc e Psdi. Non gli bastò e fu uccellato (conio di Gianni Brera) dalle lacerazioni tra i socialdemocratici, la questione aperta a sinistra, i contatti a vuoto con i socialisti, e dai "cari amici" del suo partito che si strinsero intorno a lui... per strangolarlo meglio. Parliamo di Fanfani, uno talmente inaffondabile da esser soprannominato "rieccolo", figuriamoci le figure del presente.
04
La caduta di Renzi
18 ottobre 2016. Matteo Renzi alla Casa Bianca con il presidente Barack Obama (Foto Ansa).Non è Fanfani (e voleva tanto esserlo) Matteo Renzi che in preda a un delirio egocentrico propose agli italiani il seguente giochino: o votate sì al referendum o me ne vado. Fu accontentato. Renzi andò a casa nel momento in cui si sentiva invincibile, intoccabile, infallibile. Il segretario fiorentino era Machiavelli, non lui, e il "rieccolo" per il Matteo di Rignano sembra improbabile nonostante la giovane età. Era quello che dava le carte e governava, prendeva, perdeva e riconquistava la segreteria del Pd come se fosse una partita a scopa e oggi sì, sta ancora al tavolo da poker, ma tutti sanno che ormai gioca solo il bluff con un partito, Italia Viva, che vivacchia e stenta a uscire da quota 2 per cento. Fa punto sempre più raramente, Renzi, anche quando dice le cose giuste, perché c'è un problema di carattere, di antipatia, di insuperabile egocentrismo. Abile ieri, (im)possibile da recuperare oggi. Da leader riformista con il mito di Obama in tasca, uno che comandava l'Italia e sembrava inaffondabile, si è ritrovato a fare la stampella di uno che si dichiarava avvocato del popolo. Che parabola, Matteo Renzi. Pensate a quanto rosica.
05
La crisi al buio di Salvini
17 giugno 2019. Matteo Salvini alla Casa Bianca con il vicepresidente Mike Pence (Foto Ansa).Non è Fanfani e neppure Umberto Bossi quest'altra sagoma di talento elettorale (e non di governo) che si è persa per strada, anzi nelle stanze del Viminale. Ministro dell'Interno, vicepremier nel governo del Conte, primo ministro che quando era al suo fianco si definì populista (è agli atti delle Camere e di lui questo resterà), Matteo Salvini al massimo del consenso possibile (35 per cento nei sondaggi, allora sempre vincente nei turni elettorali nelle Regioni), si arenò sulla spiaggia del Papeete (sta per tornarci) e aprì una crisi di governo al buio restando tanto al buio da perdere tutto. Un altro caso di labirintite politica innescato dalla troppa sicurezza di essere infallibile. Salvini oggi è all'opposizione, Conte con un giro di valzer è ancora capo del governo.
06
Il tripudio di Conte
22 luglio 2020. Il premier Giuseppe Conte saluta la folla che applaude all'ingresso di Palazzo Chigi (Foto Ansa).Oggi Giuseppe Conte, il premier venuto dal nulla, si è presentato alla Camera e al Senato sfoggiando la pochette e un discorso di auto-incoronazione, la maggioranza lo ha baciato con l'alloro degli imperatori. La Storia e Machiavelli ci dicono che la Fortuna spesso aiuta gli audaci e gli spregiudicati, dunque il premier italiano rientra dalla missione di Bruxelles, racconta di aver conquistato con la lancia e con la spada una carretta piena d'oro (sono prestiti), ne parla con il tono malcelato di Maria Antonietta pronta a dispensare le brioches (mentre fuori cova il malessere sociale), usa l'iperbole di quelli che non hanno sprezzo del ridicolo ("ho sentito la forza che mi ha dato tutta la Nazione"), è il suo momento magico, è all'apice della sua avventura politica, ma non se ne rende conto. E dunque è nella situazione di maggior rischio, il paradosso della potenza che si tramuta in debolezza, come lo fu per Berlusconi e Craxi nella storia recente e molti altri in quella passata.
07
Pd, abbiamo un problema
La sede nazionale del Pd in via del Nazareno a Roma (Foto Ansa).Alle spalle di Conte si agita il Partito democratico che ha di fronte un mistero e un dilemma: il mistero è quello del Pd, il dilemma è il futuro di Conte. Il Pd punta a eleggere un suo presidente della Repubblica (c'è una lunga fila di aspiranti al Quirinale: Dario Franceschini lo brama, Romano Prodi ci pensa, altri dell'area dem sperano in un destino alla Mattarella, quello che non ti aspetti che poi sale sul Colle) e questo è un dato politico permanente dello scenario. Ma sopra e sotto nel Pd c'è la preoccupazione di restare "prigioniero" di Conte, della sua disinvoltura, del suo giocare su più tavoli, quel cordone ombelicale per cui Conte è espressione del Movimento Cinque Stelle e poi c'è Grillo che spinge per farlo diventare leader. Infine, il pericolo sempre alle porte di restare stritolati, di nutrire un soggetto emergente che potrebbe presentarsi domani al voto con una sua lista e fagocitare i voti dello stesso Pd, il nemico in casa. Ci sono buone ragioni per essere prudenti, dichiararsi leali ma ogni tanto marcare la distanza, ricordare a Conte che senza il Pd egli sarebbe tornato a fare l'avvocato.
Forse è troppo tardi per fermare l'ingranaggio che lo stesso Pd ha messo in moto, forse non c'è più lo spazio di manovra e poi ci sono 209 miliardi da gestire, una torta immensa, ma proprio su questo punto, proprio nel momento della celebrazione in Parlamento dell'abilità camaleontica di Conte di proporsi e trarre vantaggio da ogni situazione, ecco, proprio oggi il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, solleva il problema dell'accesso ai fondi del Mes. Il tempismo in politica è tutto e Zingaretti oggi ha battuto il gong non a caso, così nel tripudio, nella festa, nell'incoronazione, nel fuoco pirotecnico per il Conte d'Europa, risuona rintocco netto di campana, si aprono divisioni, uno scontro tra partiti che non era previsto nel copione del rientro a Roma del capo del governo, la maggioranza che si divide sulla task force e le fazioni del sì al Mes e del no al Mes. È uno strano rumore di sottofondo che non dice nulla di buono, perché i soldi non ci sono ma ci saranno e non sarà domani, mentre la crisi galoppa oggi, la cassa integrazione è un problema, lo scostamento di bilancio imminente (il consiglio dei ministri lo ha deliberato stasera, sarà di 25 miliardi) e c'è chi vede all'orizzonte un riassetto della maggioranza. Zingaretti è un segretario che naviga nel mare della prudenza, se fa una strambata è da tenere in considerazione, significa che nel partito c'è chi vuole imprimere una rotta dove si vede anche il Pd al tavolo del carteggio.
08
Il gong di Zingaretti
Così ecco Zingaretti che su Twitter spara un primo bengala nel buio per segnalare al premier che non decide da solo o in compagnia dei Cinque Stelle: "Continuo a pensare che per l'Italia l'utilizzo del Mes sia positivo ed utile. Il governo dovrà presto assumere una decisione e la nostra posizione è chiara". E rieccolo più tardi tornare ancora sul punto, articolare la posizione del suo partito: "Confermo: noi siamo molto leali con le scelte che fa il governo e il presidente del consiglio. Nel merito io continuo a pensare quello che ho sempre pensato: il Mes è una forma di credito molto molto vantaggiosa, di immediata liquidità per operare nel nostro Paese. Ad ora non vediamo motivi per rinunciarvi. Se ci fossero motivi se ne discuterà, ma questa è la nostra posizione che ho sempre confermato in uno spirito di grande lealtà e correttezza ma anche di necessaria chiarezza, perché su temi così delicati bisogna poi spiegare i motivi". Ricordiamo ai naviganti che Zingaretti è presidente della Regione Lazio, quei soldi servono anche a sistemare la sanità della Regione che guida. Ne ha bisogno e ha ragione.
Quello del segretario del Pd non è un passaggio che si supera facilmente, perché apre interrogativi e tensioni nella maggioranza. Un tipo acuto che sostiene il governo, il deputato di Leu Stefano Fassina, lancia un sospetto: "Con la martellante richiesta di accedere al Mes il Pd vuole ridefinire, con il concorso di Forza Italia, la maggioranza a sostegno del Governo Conte? Sarebbe un grave errore sul piano economico e politico. Sul piano economico, sarebbe un segnale di difficoltà, in contraddizione con il miglioramento del clima finanziario dopo l'accordo di Bruxelles. Sul piano politico, da un lato, si allontanerebbe l'agenda dalle fasce sociali più in difficoltà; dall'altro, diventerebbe ancora più ristretto lo spazio per una politica economica autonoma, come se non fossero già pesanti le condizionalità previste per le risorse del Recovery Fund. È evidente che abbiamo urgente necessità di ulteriori, consistenti risorse subito, prima della seconda metà del 2021. Ma la strada è la Bce: Francoforte deve ampliare la portata dei suoi interventi, non per farci un piacere, ma perché siamo stati tutti colpiti da uno shock esogeno. La Bce deve sintonizzarsi con quanto fanno la Fed, la Bank of England, la Bank of Japan e tutte le altre banche centrali senza la limitazione ordoliberista. Il Mes è e rimane una strada dannosa per gli interessi di lavoratrici e lavoratori".
09
I problemi sotto il tappeto
Fassina sul piano dell'analisi politica sbaglia su Forza Italia in maggioranza (non sarebbe digeribile per il Movimento Cinque Stelle e lo stesso Zingaretti ha escluso l'idea definendola "peregrina"), ma essendo un economista centra in pieno il problema reale del governo: l'autunno della crisi, il periodo in cui emergeranno con forza licenziamenti e fallimenti. Servono soldi, cash da utilizzare nella fase acuta dell'emergenza e il governo ha giocato male le sue carte sprecando risorse. Non ci sono ancora i finanziamenti del Recovery Fund, il debito emesso finora è mostruoso (175 miliardi di euro in più in 12 mesi, dal giugno scorso) e polverizzato in micro-interventi in buona parte senza direzione e spesso clientelari.
Domanda del compagno Lenin: che fare? Fassina invoca un intervento ancora più robusto della Bce guidata da Christine Lagarde, ma dalla Germania e dai paesi del Nord cominciano a giungere segnali opposti: restringimento del quantitative easing della Bce e ripristino del patto di stabilità nel 2021. La dimensione della ribellione dei paesi frugali, il quadro di politica interna della Germania e della stessa Francia, non sono un incentivo a fare di più, semmai di meno, come abbiamo visto durante il vertice di Bruxelles (l'inversione del rapporto tra prestiti e aiuti, la riduzione netta delle poste del bilancio Ue più innovative). Il racconto del Consiglio europeo tutte queste cose le ha solo messe sotto il tappeto, ma in realtà sono presenti e imminenti, a Bruxelles e soprattutto a Roma dove la febbre per la nuova legge elettorale è già alta e questo dice tutto sui piani per il futuro. La festa di Conte è già finita.
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dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.