28 Agosto
Svezia, avanza la destra. Non c'è la maggioranza
Testa a testa tra le coalizioni di destra e sinistra, Socialdemocratici al minimo storico, i nazionalisti avanzano ma al di sotto dei sondaggi. Si va verso un governo di minoranza. RadioList con il titolare, Lorenzo Pregliasco e Lorenzo Castellani
New. Non c'è la maggioranza in Parlamento:
New. I dati dello spoglio, le percentuali dei partiti:
RadioList. Il commento del titolare e di Lorenzo Castellani sul voto in Svezia.
***
RadioList. Il commento del titolare e di Lorenzo Pregliasco sul voto in Svezia.
Ecco i dati aggiornati dello spoglio in corso:
Il blocco della sinistra è al 40 per cento, minimo storico.
***
New. Primissimi dati dello spoglio. Ore 21.00, 148 circoscrizioni su 6004:
- Sinistra – 7,6%
- Socialdemocratici – 28,1%
- Verdi – 3,3%
- Partito di Centro – 11,1%
- Partito Liberale – 3,8%
- Cristiano Democratici – 7,0%
- Moderati – 16,3%
- Democratici Svedesi – 21,3%
- Altri – 1,5%
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Flussi di voto da sinistra a destra. Un elettore su cinque che aveva votato i Socialdemocratici nel 2014 oggi ha votato per la destra dei Democratici.
Non c'è maggioranza assoluta in Parlamento. Prima proiezione di YouTrend sui seggi basata sugli exit poll. Nessuno ha la maggioranza. Ricordiamo che in Svezia si può fare il governo di minoranza.
RadioList speciale. Dopo le 21.30 andrà online una puntata speciale di RadioList con una prima analisi del voto in Svezia fatta dal titolare e Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend.
I Democratici sperano di fare meglio nello spoglio. Julia Kronlid, vice presidente dei Democratici della destra: "Risultato fantastico, siamo il secondo partito e gli exit poll spesso ci sottostimano". Attendiamo i voti. E le proiezioni.
Verdi sul filo del rasoio. I Verdi al 4.2 per cento rischiano. Ricordiamo che in Svezia c'è lo sbarramento al 4 per cento.
Chi perde e chi guadagna. Secondo l'Exit poll di SVT rispetto al voto del 2014 i Moderati perdono il 5.5 per cento i Socialdemocratici perdono il 4.8 per cento e la destra dei Democratici guadagna il 6.3 per cento. Per ora c'è un quadro di difficile governabilità. In Svezia, ricordiamolo, c'è...
New. Non c'è la maggioranza in Parlamento:
New. I dati dello spoglio, le percentuali dei partiti:
RadioList. Il commento del titolare e di Lorenzo Castellani sul voto in Svezia.
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RadioList. Il commento del titolare e di Lorenzo Pregliasco sul voto in Svezia.
Ecco i dati aggiornati dello spoglio in corso:
Il blocco della sinistra è al 40 per cento, minimo storico.
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New. Primissimi dati dello spoglio. Ore 21.00, 148 circoscrizioni su 6004:
- Sinistra – 7,6%
- Socialdemocratici – 28,1%
- Verdi – 3,3%
- Partito di Centro – 11,1%
- Partito Liberale – 3,8%
- Cristiano Democratici – 7,0%
- Moderati – 16,3%
- Democratici Svedesi – 21,3%
- Altri – 1,5%
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Flussi di voto da sinistra a destra. Un elettore su cinque che aveva votato i Socialdemocratici nel 2014 oggi ha votato per la destra dei Democratici.
Non c'è maggioranza assoluta in Parlamento. Prima proiezione di YouTrend sui seggi basata sugli exit poll. Nessuno ha la maggioranza. Ricordiamo che in Svezia si può fare il governo di minoranza.
RadioList speciale. Dopo le 21.30 andrà online una puntata speciale di RadioList con una prima analisi del voto in Svezia fatta dal titolare e Lorenzo Pregliasco, direttore di YouTrend.
I Democratici sperano di fare meglio nello spoglio. Julia Kronlid, vice presidente dei Democratici della destra: "Risultato fantastico, siamo il secondo partito e gli exit poll spesso ci sottostimano". Attendiamo i voti. E le proiezioni.
Verdi sul filo del rasoio. I Verdi al 4.2 per cento rischiano. Ricordiamo che in Svezia c'è lo sbarramento al 4 per cento.
Chi perde e chi guadagna. Secondo l'Exit poll di SVT rispetto al voto del 2014 i Moderati perdono il 5.5 per cento i Socialdemocratici perdono il 4.8 per cento e la destra dei Democratici guadagna il 6.3 per cento. Per ora c'è un quadro di difficile governabilità. In Svezia, ricordiamolo, c'è la possibilità di fare il governo di minoranza.
- Sinistra 9.0 (+3.3)
- Socialdemocratici 26.2 (-4.8)
- Partito Verde 4.2 (-2.7)
- Democratici Svedesi 19.2 (+6.3)
- Cristiano democratici 7.4 (+2.8)
- Partito di Centro 8.9 (+2.8)
- Liberali 5.5 (+0.1)
- Moderati 17.8 (-5.5)
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Testa a testa e terzo incomodo. Dai primi dati vediamo un testa a testa tra le due coalizioni. Con la destra nazionalista terzo incomodo e secondo partito del paese. Che governo faranno?
Exit poll di TV4. Il dato dei Socialdemocratici è il minimo storico, ma la destra nazionalista se le urne confermeranno i numeri è ampiamente al di sotto delle aspettative.
Exit Poll di TV4. Il blocco dei Socialdemocratici, Verdi e Sinistra al 41 per cento. I Democratici (la destra) sarebbero al 16.3 per cento. Al di sotto dei sondaggi pre-voto
Dati di partenza. Il risultato delle precedenti elezioni del 2014.
LiveList. Dalle 20.00 seguiremo in diretta i risultati del voto insieme a YouTrend.
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Oggi la Svezia va al voto per eleggere il nuovo Parlamento. Il paese che è stato sempre culla della socialdemocrazia, del welfare per tutti e dell'integrazione dello straniero potrebbe essere il teatro di una clamorosa vittoria della destra nazionalista. Voto proporzionale, 349 seggi, sbarramento del 4 per cento, governo espressione del Parlamento. Ecco i sondaggi della vigilia pubblicati da YouTrend:
Sono in testa i Socialdemocratici (con il peggior risultato di sempre), inseguiti dalla destra dei Democratici, al terzo posto i moderati. Sarà possibile costruire un governo di coalizione? Con un'affermazione dei nazionalisti tutto si complica: nessuna delle due coalizioni possibili avrebbe la maggioranza e se i partiti piccoli non supereranno lo sbarramento del 4 per cento, fare un governo diventerà una sciarada. C'è la via del governo di minoranza, resta quella più probabile. In ogni caso, la storia elettorale dice che la Svezia va sempre più a destra:
Siamo in presenza di una situazione all'italiana: il bipolarismo tradizionale si infrange con la nascita del "terzo incomodo", la destra dei Democratici. Stasera avremo chiaro il quadro. Il voto svedese è il primo appuntamento - poi toccherà in Ottobre alla Baviera - prima del voto europeo di Maggio 2019. Il Big Bang s'avvicina e il Grande Nord s'è destro. Buona lettura.
Il Grande Nord s'è destro
di Lorenzo Castellani
La modernità minimalista, pulita ed essenziale dello stile architettonico nord europeo accoglie il visitatore del museo Vasa di Stoccolma che custodisce il più grande vascello seicentesco mai ritrovato sul fondo dei mari. Il turista italiano, originario di un paese che con le imbarcazioni ha più di qualche dimestichezza, viene colto immediatamente dalla sensazione di aver a che fare con un popolo quadrato: preciso, solido, duro come le forme ed il legno del Vasa.
Qui la Svezia ancestrale e marinara si fonde con la modernità ordinata e borghese della più famosa socialdemocrazia al mondo. Così celebrata che il termine “civiltà” viene spesso associato al modello nord-europeo in cui il senso civico pervade tanto la vita sociale quanto il funzionamento dello Stato. In questo verde giardino di libertà, correttezza, assistenza e pace sociale, usi e costumi morigerati, ricchezza diffusa e diritti civili qualcosa inizia a rompersi, il paradiso inizia a scricchiolare. Ciò accade nonostante la crisi economica sia già solo un ricordo tra li villette colorate con i giardini ordinati e le piste ciclabili. La disoccupazione è al 6 per cento, sotto la media europea, mentre il reddito pro capite è superiore, pari a quello della Germania, e la Svezia è uno dei dieci paesi con la qualità della vita più elevata al mondo. Eppure questo benessere non cura il male che cresce.
Svezia. In questo verde giardino di libertà, correttezza, assistenza e pace sociale, usi e costumi morigerati, ricchezza diffusa e diritti civili qualcosa inizia a rompersi, il paradiso inizia a scricchiolare.
Il 9 settembre si terranno le elezioni politiche e i compassati svedesi scorgono all’orizzonte i segnali del terremoto elettorale. I Democratici Svedesi, partito della destra nazionalista, potrebbero arrivare primi con una forchetta che oscilla tra il 23 e il 28 per cento. Nel 2014 lo stesso partito valeva poco più del 12 per cento mentre il partito socialdemocratico della sinistra moderata prese il 31 per cento e quello moderato di centro il 23 per cento Oggi i socialdemocratici sono rilevati tra il 20 e il 24 per cento mentre il partito di centro è sceso al 17-18 per cento.
In altre parole i due principali partiti del sistema politico perdono voti a favore della destra nazionalista. Il film è già stato visto in altre parti del Continente: i conservatori crescono, i moderati di centrodestra e centrosinistra collassano, nuove leadership guadagnano gli scranni del potere. Nel caso dei democratici svedesi alla guida c’è Jimmie Akesson che ha un pedigree simile a quello di tanti altri leader della nuova destra europea come Matteo Salvini e Sebastian Kurz: giovane, attentissimo all’immagine, eccellente comunicatore. Il governo uscente, formato da una debole coalizione tra socialdemocratici e verdi, è in difficoltà. Il motivo? “C’è una ed unica ragione: l’immigrazione”, ha spiegato il politologo Patrik Ohberg dell’università di Gothenburg in una intervista ad Euronews.
In altre parole i due principali partiti del sistema politico perdono voti a favore della destra nazionalista. Il film è già stato visto in altre parti del Continente: i conservatori crescono, i moderati di centrodestra e centrosinistra collassano.
La situazione è simile a quella degli altri paesi europei, che è del tutto indipendente dall’andamento economico, e sfocia in una richiesta di protezione identitaria e sovranismo. Non a caso i Democratici Svedesi non sono solo un partito anti-immigrazionista ma propongono anche un referendum sulla permanenza dell’Unione Europea. Negli scorsi anni la Svezia è stato il secondo paese europeo per l’accoglienza dei richiedenti asilo e le ricadute politiche si stanno rivelando in questa campagna elettorale. Nel 2015 la Svezia, che ha 10 milioni di abitanti, ha accolto oltre 163mila immigrati richiedenti asilo. Il governo di centrosinistra ha mantenuto la politica della porta aperta salvo fare una potente marcia indietro l’anno successivo, scendendo a 25mila persone accolte, di fronte alla perdita di consensi e ai malumori elettorali. Una situazione parallela a quella dei governi guidati dal Partito Democratico in Italia che dapprima hanno minimizzato il problema dell’immigrazione senza curarsene di risolverlo ed all’ultimo hanno cercato di correre ai ripari con il piano del Ministro Minniti. Troppo tardi perché la pazienza e la fiducia degli elettori tende a svanire rapidamente. È successo a Roma, sta succedendo a Stoccolma.
Sulla patina del multiculturalismo, politica fallimentare che ha dato vita a quartieri ghetto nella capitale, a Malmo e Goteburg, soffia il vento dell’insicurezza. Il 2017 ha registrato un record di omicidi violenti, 43 persone, a cui si aggiungono sparatorie e decine di automobili incendiate. Episodi nuovi per queste latitudini e accaduti in gran parte nei quartieri dove si concentrano gli immigrati. E nemmeno il poderoso welfare state svedese ha saputo, almeno per il momento, integrare gli stranieri nel mondo del lavoro, infatti la disoccupazione tra gli svedesi è al 4,4 per cento mentre quella tra coloro che non sono nati in Svezia è al 15,3 per cento. In altre parole le politiche d’immigrazione sono fallite condizionando l’intera agenda della campagna elettorale che oggi è saldamente nella mani dei Democratici Svedesi, che corrono nei sondaggi.
Nemmeno il poderoso welfare state svedese ha saputo integrare gli stranieri nel mondo del lavoro: la disoccupazione tra gli svedesi è al 4,4 per cento mentre quella tra coloro che non sono nati in Svezia è al 15,3 per cento.
Basta spostarsi poco più a sud, in Danimarca, per trovare una situazione simile. Recentemente il premier Lans Rokke Rasmussen è stato intervistato da Le Monde e ha messo sul piatto tutte le criticità nord europee verso l’Unione Europea. Rasmussen guida un governo di centrodestra che, come in Austria, si è progressivamente spostato su posizioni nazionaliste e anti-immigrazione. Ai francesi il premier danese fa sapere che le riforme di Macron sono troppo ambiziosi e bisogna essere pragmatici. “I danesi sono legati alla cooperazione europea e al mercato unico, ma quando si invocano riforme istituzionali emerge il loro attaccamento alla sovranità nazionale”. La linea è quella olandese, nuova capofila dell’eurorealismo settentrionale dopo la Brexit, per cui l’integrazione europea non deve essere proseguita. Niente piani di riforma alla Macron, niente ampliamento della governance, nessuna mutualizzazione dei debiti pubblici. E gli immigrati? “Quest’anno gli arrivi registrano la cifra più bassa degli ultimi nove anni” rivendica orgogliosamente il primo ministro che sostiene di aver applicato prima degli altri governi europei misure restrittive per l’immigrazione. Anche sul futuro Rasmussen ha le idee chiare: vanno velocizzate le procedure di espulsione e non è contrario alla proposta del cancelliere austriaco Kurz di creare dei centri d’accoglienza fuori dai confini dell’Unione Europea da cui esaminare le richieste d’asilo. “Era una proposta molto controversa fino ad un paio di anni fa, ma se guardate le conclusioni dell’ultimo Consiglio Europeo è di fatto già su carta” ha concluso il premier .
In Danimarca Rasmussen guida un governo di centrodestra che, come in Austria, si è progressivamente spostato su posizioni nazionaliste e anti-immigrazione. Ai francesi il premier danese fa sapere che le riforme di Macron sono troppo ambiziosi e bisogna essere pragmatici.
La Danimarca, spesso lo si dimentica, è stata protagonista del primo episodio storico che ha assestato un colpo all’europeismo post guerra fredda. Qui nel 1992, infatti, venne bocciato il referendum sul Trattato di Maastricht, con un risultato che spiazzò tutta l’opinione pubblica europea poiché tutti i principali partiti danesi erano a favore della ratifica. La Danimarca rimase nell’Unione Europea ma senza partecipare alla terza fase dell’unificazione monetaria. I partiti ci riprovarono nel 2000 quando venne proposto al popolo danese l’ingresso nell’euro che venne respinto con una percentuale di “no” addirittura superiore a quella del 1992. I danesi tenevano troppo alla loro Corona per potersene privare.
Dal Nord Europa arriva dunque una testimonianza forte e spesso trascurata dal mondo mediterraneo. Infatti il sovranismo nordico è ben più radicato e forte di quello dell’Europa centrale e meridionale, la socialdemocrazia sprofonda ovunque e rischia di cedere anche laddove è stata inventata a causa del fallimento delle politiche multiculturali e dell’integrazione, il problema dell’immigrazione è un tema identitario e culturale svincolato dalla logica economica e demografica che tocca tutti i popoli europei. Non sarà soltanto l’Italia, con i suoi conti malandati, i porti chiusi e il suo governo populista, a porre problemi e veti al processo d’integrazione europea nei prossimi anni. Da qualsiasi angolazione la si guardi la “questione Europa” appare troppo profonda per poter essere banalmente relegata sotto l’etichetta del “populismo”.
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soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.