6 Aprile

Svuotare la cassa dei partiti tradizionali

Di Maio e Salvini hanno interessi convergenti: possono fare un governo di legislatura o decidere insieme di andare al voto anticipato. Lorenzo Castellani indaga lo scenario win win.

di Lorenzo Castellani

Si è discusso molto del gioco dei veti incrociati in questa prima tornata di consultazioni. In realtà, ad oggi, l’unico veto che pare davvero impedire la formazione di un governo tra Lega e Movimento 5 Stelle pare essere quello posto dai pentastellati su Silvio Berlusconi. Il niet grillino sul Cavaliere complica molto la partita per la formazione dell’esecutivo e mostra tutto l’attrito tra le nuove forze anti-establishment, con le loro giovani leadership, e i partiti tradizionali che hanno attraversato l’intera seconda Repubblica. Inoltre, l’insistenza di Luigi Di Maio sulla propria ascesa a Palazzo Chigi dimostra la difficoltà di tenere insieme una politica basata sulle leadership con un sistema parlamentare proporzionale. La scollatura tra paese reale, sempre più incline a votare per un leader e un brand invece che per un partito o una ideologia, e il paese legale, che spinge i partiti ad accordi in Parlamento e crea i presupposti per la neutralizzazione delle leadership emerse durante le elezioni. In sostanza, ciò che emerge dal primo giro di consultazioni, è la difficile conciliazione tra ciò che c’è fuori e le regole interne ai palazzi della Repubblica.

Se l’opposizione a Berlusconi non venisse superata Matteo Salvini si troverebbe ad un bivio: rompere la coalizione di centrodestra per governare con il Movimento 5 Stelle oppure tornare a nuove elezioni. Una eventualità che il leader leghista non ha escluso nella prima tornata delle consultazioni, sia perché queste costituiscono un’arma di ricatto verso il Cavaliere per tenere unito ancora il centrodestra, sia perché Salvini conosce i pericoli di una alleanza di lungo periodo con i grillini, in particolare senza Forza Italia.

Il governo Frankenstein, alleanza tra Cinque Stelle e Lega, potrebbe risultare una trappola mortale per i due nuovi leader populisti. Innanzi tutto dal punto di vista programmatico: entrambi hanno promesso riforme enormemente costose,...


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