26 Giugno

Tante Russie in un golpe dove non torna nulla

La crisi di Mosca. Chi ha vinto e chi ha perso nello psicodramma farsesco del golpe-non golpe? Dov’è il capo della famigerata Wagner? Siamo in una storia che sembra raccontata da Bulgakov, ma il finale di Putin ancora non è stato scritto

di Marco Patricelli

Solo in Russia poteva nascere la roulette russa: metti un colpo nel tamburo, lo fai ruotare e speri che non finisca in canna e quindi nel cervello facendo finire il gioco. Solo in Russia poteva essere inventata l’insalata russa, dove ci metti di tutto, copri con la maionese anche se impazzita, e non capisci più cosa c’è dentro.

La Russia è sempre quella del poeta Fëdor Ivanovič Tjutčev che già nell’Ottocento ammoniva che il suo era un Paese che non si poteva capire: ci si poteva solo credere. Oggi non si può neppure credere a quello che accade da quelle parti, zona del mondo euroasiatico ingessate da una proverbiale ritrosia genetica, dalla plurisecolare ruvidezza zarista e dalla scorbutica disinformacija della reticenza sovietica. Prendiamo la marcia su Mosca, che minacciava sfracelli con proclami roboanti da far impallidire Joseph Goebbels e finiti come una scampagnata interrotta da una spruzzata leggera di pioggia. Tutti a casa, dolcetto amaro e scherzetto. Neanche gli americani erano riusciti tanto a distorcere la realtà con il film «Sesso e potere» in cui gli Usa entrano in guerra contro l’Albania tanto per distogliere dai problemi del presidente in carica.

Russia, 26 giugno 2023. Evgenij Viktorovič Prigožin in automobile a Rostov sul Don (Foto Epa). 

Se ci spostiamo all’ombra del Cremlino, Vladimir Putin di problemi ne ha a bizzeffe e non sa chiaramente come risolversli. A partire dall’Operazione militare speciale contro l’Ucraina che ha coperto di discredito la sua linea politica, la linea di comando dell’esercito e la reputazione della Russia nel suo complesso. Per tornare a un impiego così massiccio di truppe mercenarie per togliere le castagne dal fuoco e dal fango della pianura ucraina, dove i “cugini” guidati da un comico come Volodimir Zelnskyj che non fa più ridere i russi in tv, occorre...


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