10 Settembre
The King never dies. La madre, il figlio, il romanzo della Corona
Carlo III è Re, sovrano in un paese dove il monarca è il primo suddito della democrazia. È il 'nuovo inizio' della stessa storia, quella secolare della monarchia inglese. Il doppio cambio a Downing Street e Buckingam Palace, un copione da Shakespeare. Carlo ha tutto per sorprendere (e deludere) tutti, sale al trono in costante ritardo, a 73 anni, ma ha avuto le cadute che servono per essere uomo
God Save The King. Carlo III è stato proclamato Re e non è un'altra storia, ma il 'nuovo inizio' della stessa storia, quella secolare della monarchia inglese. Le sue prime parole, ieri, sono il preludio del suo regno: "L'esempio della Regina sarà la mia forza. Ora la mia vita cambia, fino alla fine sarò al servizio del Regno". È il momento della successione. La cerimonia della proclamazione ci ha regalato l'immagine del tempo che vola sul carro alato della storia. La scansione delle parole che sono il fondamento dello Stato, il Re che approva oggi passaggio, mentre i secoli scoccano come frecce. È l'albero dell'Occidente, scosso, ma ancora capace di offrire riparo, dare frutti, concedere un sogno perché questa storia è viva. Carlo III oggi è sul ponte di comando di un vascello che naviga in acque tempestose, la sua opera sarà quella di condurre il Regno in un porto sicuro, con una rotta ancora da tracciare sulle mappe di una terra che si fa sempre più incognita.
The King never dies. Il re non muore mai. Uno se ne va, l'altro arriva con la storia che lo chiama al suo dovere, all'immane compito di essere sovrano in un paese dove il monarca è il primo suddito della democrazia. Ha perso la madre, ha ereditato un Regno. God Save The King.
Il Re ha ricordato la madre, "i diritti e i doveri" ereditati da Elisabetta, l'immensa Regina che ha brillato nel nostro immaginario. "La Regina" era lei, a venticinque ascese al trono, al posto del padre, Re Giorgio VI, l'uomo che accompagnò Winston Churchill nella resistenza e nella vittoria della Seconda guerra mondiale con la sua fermezza, sotto le bombe a Londra, con i suoi discorsi alla radio (vedere e rivedere Il discorso del Re, un film che tocca il cuore), riconobbe il...
God Save The King. Carlo III è stato proclamato Re e non è un'altra storia, ma il 'nuovo inizio' della stessa storia, quella secolare della monarchia inglese. Le sue prime parole, ieri, sono il preludio del suo regno: "L'esempio della Regina sarà la mia forza. Ora la mia vita cambia, fino alla fine sarò al servizio del Regno". È il momento della successione. La cerimonia della proclamazione ci ha regalato l'immagine del tempo che vola sul carro alato della storia. La scansione delle parole che sono il fondamento dello Stato, il Re che approva oggi passaggio, mentre i secoli scoccano come frecce. È l'albero dell'Occidente, scosso, ma ancora capace di offrire riparo, dare frutti, concedere un sogno perché questa storia è viva. Carlo III oggi è sul ponte di comando di un vascello che naviga in acque tempestose, la sua opera sarà quella di condurre il Regno in un porto sicuro, con una rotta ancora da tracciare sulle mappe di una terra che si fa sempre più incognita.
The King never dies. Il re non muore mai. Uno se ne va, l'altro arriva con la storia che lo chiama al suo dovere, all'immane compito di essere sovrano in un paese dove il monarca è il primo suddito della democrazia. Ha perso la madre, ha ereditato un Regno. God Save The King.
Il Re ha ricordato la madre, "i diritti e i doveri" ereditati da Elisabetta, l'immensa Regina che ha brillato nel nostro immaginario. "La Regina" era lei, a venticinque ascese al trono, al posto del padre, Re Giorgio VI, l'uomo che accompagnò Winston Churchill nella resistenza e nella vittoria della Seconda guerra mondiale con la sua fermezza, sotto le bombe a Londra, con i suoi discorsi alla radio (vedere e rivedere Il discorso del Re, un film che tocca il cuore), riconobbe il male, non accettò la resa, tenne alta la bandiera della libertà.
L'Inghilterra è teatro, commedia e tragedia, lesto cambio di scena. E come sul palcoscenico del teatro elisabettiano, ecco la sorpresa, la magia, la meraviglia, lo stupore: in un incredibile succedersi di eventi, Boris Johnson non è più primo ministro, al suo posto arriva Liz Truss, la Regina Elisabetta II entra nella leggenda e Carlo III sale sul trono. In poche ore, il teatro inglese cambia la compagnia degli attori, è la grande regia della storia. Sul palco passano caratteri che riconosciamo perché fanno parte della nostra esperienza occidentale: l'eroe, il suo avversario, l'amore, l'odio, il clown, l'interludio comico, la mossa dell'acrobata, il costume sgargiante, il fuoco, la lama, il lampo del sangue, la nuova vita, la morte. Siamo in un mondo dove non tutto deve finire bene, può andare malissimo, in piena e inesorabile assenza di salvezza e alla fine comanda la legge dello spettacolo della vita e the show must go on.
Teatro. Come scrive George Steiner ne La morte della tragedia: "Il genio ha condotto Shakespeare verso forme di messa in scena "aperte" invece che "chiuse". Mentre la visione di Dante piega tutti i raggi di luce verso un centro di controllo, il senso del mondo di Shakespeare sembra muoversi verso l'esterno. Utilizzò le forme drammatiche con meraviglioso pragmatismo, plasmandole a seconda delle necessità. Il reale e il fantastico, il tragico e il comico, il nobile e il vile, erano ugualmente presenti nella sua percezione della vita. Per questo richiedeva un teatro più irregolare e provvisorio di quello della tragedia classica".
Guardate la scena, siamo qui, è sempre il genio di Shakespeare a scrivere il copione di questa storia. Siamo sulle tribune del Globe, in diretta tv, i primi ministri tutti in nero che attendono la proclamazione del Re, l'Arcivescovo di Canterbury che firma, pone il sigillo della Chiesa confermando il terreno e l'ultra della monarchia, l'ordine di pubblicazione degli atti, il calendario degli eventi, il lutto per chi va, la gioia per chi viene, Carlo III che scandisce "approved", le guardie del Re con la divisa rossa e il colbacco che muovono il fucile, coriandoli di "hurrah!" per il nuovo sovrano, squilli di tromba e colpi di cannone in ogni angolo del Regno, l'inno e la bandiera. La Bbc che con una splendida scelta di immagini, parole, commenti, mostra forma e sostanza del giornalismo. Play, la grandiosa recita, il gioco dell'impero che non può permettersi di morire perché sarebbe la resa del significato più profondo, del nostro intimo Essere nel mondo. È il romanzo di Elisabetta II e Carlo III, di una madre e un figlio, di una perdita e di una conquista. Tutto nasce e muore, senza fine è la storia della Corona. God Save The King.
L'inizio di Carlo III è colmo del sentimento del figlio che si specchia nella madre, apre il cuore. La pettinatura, il sorriso accennato, gli occhi che tradiscono un altro pensiero all'orizzonte, la mano che firma la proclamazione, il tono della voce, sono un primo capitolo di grazia, stile, continuità. Carlo ha tutto per sorprendere (e deludere) tutti, sale al trono in costante ritardo, a 73 anni, ha avuto le cadute che servono per essere uomo, è colto, curioso, spiritoso, attento alla filosofia e alla scienza, un ambientalista senza eccessi che un tempo appariva un reale eccentrico per i suoi allarmi sul cambiamento climatico e oggi appare quello che aveva visto prima l'agenda della contemporaneità. Come ha ricordato Sir Anthony Seldon sul Times "è un enorme vantaggio che quattro delle sue piattaforme pubbliche più importanti siano state dedicate a temi che attraggono i giovani e sono in sintonia con lo zeitgeist dell'inizio del XXI secolo". God Save The King.
***
The Queen, è storia. Elisabetta, immensa. Ha cavalcato nell’immensa prateria di due secoli, ha vinto la guerra più dura, ha condotto con mano dolce e ferma un Regno senza più Impero. Forgiata nell’officina della storia, Elisabetta II non lascia un vuoto, ma una piena, rara, grande lezione di leadership. Tanti in queste ore la dipingono come una protagonista del Novecento, ma si tratta di un solco tracciato per difetto, perché la Regina ha saputo interpretare il passaggio tra due epoche e la sua figura è apparsa titanica nel momento in cui ha costruito il ponte tra il ‘Secolo breve’ delle trincee e il Terzo Millennio senza ordine, il passaggio in quel sentiero impervio che va dalla caduta di Hitler al Patto di Yalta, dal crollo del Muro di Berlino al ruggito del motore di una storia che non era mai finita. Elisabetta II è storia che entra nella storia. God Save The Queen.
La scomparsa di Michail Gorbaciov qualche giorno fa ci ha catapultato sulla macchina del tempo, ha spalancato la porta di un mondo di occasioni perse e illusioni sfiammate in un perenne inverno siberiano. Il lungo addio di Elisabetta II è un romanzo diverso, una storia che ci costringe a guardare avanti perché la Regina è stata leader ‘costruttore’, custode della monarchia e della Costituzione, elemento di unione e non divisione, punto fermo di una politica inglese che va sempre a corrente alternata, con le ferite dell’Irlanda, la secolare tentazione della Scozia scissionista, il conflitto tra la campagna dei cottage e i grattacieli di Londra. Elisabetta II ha accompagnato l’isola d’Inghilterra nel trapasso dal carbone al petrolio del Mare del Nord, dalle miniere alle turbine eoliche, dalla fabbrica d’acciaio al sapere di Cambridge e Oxford.
La Regina conosceva come nessuno il suo paese, sospeso tra le Visioni di William Blake, il Paradiso perduto di John Milton e la lotta per il potere del Macbeth, tragedia e poi commedia, stilettata a Westminster e pacca sulla spalla al pub, il sublime cocktail di William Shakespeare. Angeli e demoni, l’Inghilterra. Elisabetta sapeva che la storia è un colpo di dadi a sorpresa, vide il leone della libertà, Winston Churchill, vincere la guerra contro Hitler e subito dopo perdere le elezioni con i suoi compatrioti, gli inglesi. Ascesa e caduta. E lei, la Regina, intenta a custodire il segreto della monarchia dolce e risoluta.
Elisabetta ha costruito il futuro, tessendo la tela della monarchia per dare conforto al duro lavoro della democrazia di ogni giorno, non a caso la premier Liz Truss l’ha ricordata come “la roccia sulla quale è stato costruito il nostro Paese”.
Fu la roccia che custodiva la spada. Il problema sarà andare avanti con lo stesso spirito. Oggi il Re è Carlo III, ha un grande peso sulle spalle, deve dare un senso e una missione a un’istituzione che per 70 anni è stata sua madre. God Save The King.
Figura leggendaria, nota hard-rock dei Sex Pistols, Elisabetta è stata Sua Altezza senza essere altezzosa, una sovrana pop tra leader di vario conio costretti a intabarrarsi tra le mura di Downing Street. Una visita a Buckingam Palace ha spesso risolto crisi, accelerato dimissioni, rimesso la nave sulla linea di galleggiamento. Duro mestiere, regnare per il popolo e con il popolo.
In mezzo, la corsa di bighe dei partiti, la foresta di pugnali del partito Tory e l’utopia post-operaia del Labour. Quando la pandemia ha messo in ginocchio il paese e Boris Johnson è inciampato (come tutti) sul virus, Elisabetta ha parlato alla nazione con il tono dell’Ammiraglio Nelson. In quel momento è scoccato un fulmine, un lampo, al timone della nave inglese c’era lei, la Regina.
C'è sempre un dopo. E sì, Maestà, "We will meet again", come cantava Vera Lynn durante la Seconda guerra mondiale, ci siamo incontrati di nuovo.
Elisabetta, in un mondo effimero dove la leadership viene confusa con lo spettacolo, il materiale del comando scambiato per l’immateriale del social media, rappresentava l’esperienza che emerge con puntualità nella confusione della tempesta, durante i ‘turning point’ della storia, le svolte di un’epoca. Oggi siamo in uno di quei frangenti, il barometro segnala uragani in arrivo da Oriente. L’Occidente è di fronte alla fida di quel ‘resto del mondo’ che Elisabetta conosceva e temeva. La Russia, prima di tutto, ‘nemico’ di ieri e oggi, alleato contro la Germania totalitaria e subito dopo avversario appostato con il fucile di precisione ai confini della Cortina di Ferro. E la Cina, il silenzioso e paziente Celeste Impero a cui gli inglesi cedettero il controllo dell’isola di Hong Kong riponendo fiducia più che nelle promesse di Deng Xiaoping (la dottrina ‘un paese, due sistemi’) nella forza di un capitalismo che invece ha ceduto la libertà in cambio di un profitto senza patria.
Quanti capitoli nel romanzo di Elisabetta: Regina, donna, madre, moglie. Salvò la monarchia senza mai rinunciare a tutti questi ruoli, guardando sempre con l’entusiasmo di una bimba le corse dei cavalli, sorseggiando il suo bicchiere di gin finché i medici un anno fa le dissero “ora basta”, piangendo per i lutti, avvolta nella notte in cui Diana divenne Candle in the wind, curando le rovinose biografie della sua famiglia, camminando al fianco di Bond, James Bond, nell’indimenticabile presentazione delle felici Olimpiadi di Londra.
È l’ora senz’ombra, Elisabetta è in sella, è la sua ultima galoppata, quella che conduce all’abbraccio con il marito, l’amato irregolare, Filippo di Edimburgo. Sua Altezza, lei fu una di noi, la Regina di tutti.
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disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.