25 Gennaio
Tragedia sui binari. Deraglia anche la politica
Tre donne morte, decine di feriti. Ha ceduto una rotaia. Si accende una polemica su una frase di Salvini sui tagli alle infrastrutture. Ma cosa hanno detto gli altri leader? Anche la campagna elettorale deraglia.
Un treno deraglia a Pioltello, tre morti, decine di feriti, alcuni in gravi condizioni. Ha ceduto una rotaia. Deraglia anche la politica, siamo in campagna elettorale. Una dichiarazione di Matteo Salvini sui tagli alle infrastrutture innesca la dura reazione della sinistra. Quella di Salvini era una voce isolata, dissonante? Vediamo insieme il rosario di dichiarazioni sull'incidente:
Matteo Salvini, Lega:
Ogni volta che si parla di interventi economici a Roma, c'è una riga sui tagli al trasporto pubblico locale. Magari in questo caso c'è stato un errore umano, ma forse prima di arrivare ai treni, alla sicurezza e alla manutenzione bisognerebbe valutare dove tagliare. In Italia gli sprechi da tagliare sono tanti.
Walter Verini, Partito democratico:
Non c'è da stupirsi del comportamento da sciacallo di Salvini che anche di fronte alla tragedia di Pioltello, non esita a speculare sul dolore per i morti e i feriti. Lo fece già due anni fa, a Bruxelles, quando la capitale belga venne sconvolta da attentati terroristici e lui si piazzò solo pochi minuti dopo in favore di telecamere, con lo stesso obiettivo. Salvini si comporta sempre come un politicante, un arruffapopolo, che con cinismo usa perfino le tragedie per provare a raccattare qualche voto.
Attilio Fontana, candidato della Lega alla Regione Lombardia:
Io non voglio fare polemica perché non é il momento. Bisogna aspettare esiti delle indagini sulle cause, per il momento bisogna concentrarsi sugli aiuti ed evitare che si possano verificare altri danni.
Giuseppe Sala, sindaco di Milano, Pd:
La politica nazionale deve ripartire dalle infrastrutture, investiamo in infrastrutture. Lasciamo perdere i ponti sullo Stretto e investiamo sulla sicurezza ferroviaria. È il momento per un piano straordinario di intervento sulle infrastrutture. Mettiamo lì tutte le risorse che il nostro paese ha.
Pietro Grasso, Liberi e Uguali
Diamo subito la solidarietà alle vittime, il problema dei pendolari e del trasporto...
Un treno deraglia a Pioltello, tre morti, decine di feriti, alcuni in gravi condizioni. Ha ceduto una rotaia. Deraglia anche la politica, siamo in campagna elettorale. Una dichiarazione di Matteo Salvini sui tagli alle infrastrutture innesca la dura reazione della sinistra. Quella di Salvini era una voce isolata, dissonante? Vediamo insieme il rosario di dichiarazioni sull'incidente:
Matteo Salvini, Lega:
Ogni volta che si parla di interventi economici a Roma, c'è una riga sui tagli al trasporto pubblico locale. Magari in questo caso c'è stato un errore umano, ma forse prima di arrivare ai treni, alla sicurezza e alla manutenzione bisognerebbe valutare dove tagliare. In Italia gli sprechi da tagliare sono tanti.
Walter Verini, Partito democratico:
Non c'è da stupirsi del comportamento da sciacallo di Salvini che anche di fronte alla tragedia di Pioltello, non esita a speculare sul dolore per i morti e i feriti. Lo fece già due anni fa, a Bruxelles, quando la capitale belga venne sconvolta da attentati terroristici e lui si piazzò solo pochi minuti dopo in favore di telecamere, con lo stesso obiettivo. Salvini si comporta sempre come un politicante, un arruffapopolo, che con cinismo usa perfino le tragedie per provare a raccattare qualche voto.
Attilio Fontana, candidato della Lega alla Regione Lombardia:
Io non voglio fare polemica perché non é il momento. Bisogna aspettare esiti delle indagini sulle cause, per il momento bisogna concentrarsi sugli aiuti ed evitare che si possano verificare altri danni.
Giuseppe Sala, sindaco di Milano, Pd:
La politica nazionale deve ripartire dalle infrastrutture, investiamo in infrastrutture. Lasciamo perdere i ponti sullo Stretto e investiamo sulla sicurezza ferroviaria. È il momento per un piano straordinario di intervento sulle infrastrutture. Mettiamo lì tutte le risorse che il nostro paese ha.
Pietro Grasso, Liberi e Uguali
Diamo subito la solidarietà alle vittime, il problema dei pendolari e del trasporto è uno dei temi che noi affrontiamo anche per avere maggiori diritti al lavoro. La tutela del lavoro passa anche dal pendolarismo.
Silvio Berlusconi, Forza Italia:
Siamo, purtroppo, in debito su tutte le infrastrutture rispetto agli altri Paesi Ue e questo è quindi un tema sul quale ci dovremo impegnare a migliorare. Incidenti come questo accadono in tutti i Paesi, ma bisogna accertarne le cause affinchè non si ripetano.
Beppe Grillo, Movimento 5Stelle:
Mi unisco al dolore dei cari per la tragedia di Pioltello.
Non c'è altro da aggiungere. Quella su Salvini era una polemica inutile.
01
Ostia, Italia
Trentadue arresti, un clan mafioso decapitato. Ricattavano, taglieggiavano, minacciavano. E lo sapevano tutti. A Ostia, vicino alla Capitale, Italia. La realtà arriva puntuale, onesta, inesorabile. Lo Stato oggi c'è, ma è arrivato dopo, in ritardo, dopo mille polemiche legate a un turno elettorale che si è concluso con la vittoria del Movimento 5Stelle. Dove tutti falliscono, si cercano vie nuove per ricominciare. Oggi gli arresti. Meglio tardi che mai. Ma sempre tardi.
02
L'Homo Davos senza democrazia
Davos, interno giorno. Caffè e cioccolattini, una musica lounge di sottofondo, uomini e donne che si scambiano sorrisi ai tavoli del caffè, le montagne sono innevate, si respira l'atmosfera dell'ambiente upper class.
Buongiorno Signora Globalizzazione, come sta?
Benissimo, non lo vede? Sono tutta in ghingheri qui a Davos, stiamo festeggiando la nostra potenza, intelligenza e nobiltà d'animo.
Signora, penso che le sfugga qualcosa...
Cielo, il party è stasera e non domani?!
Ehm no, qualcos'altro.
Cosa, mi dica? Ma non mi faccia perdere tempo ho una discussione sul successo con Jack Ma che mi attende.
Capisco Signora, vorrei solo ricordarle di leggere questo rapporto del Credit Suisse, si intitola Future of Politics.
Siamo noi la politica, non vedo il problema.
Sicura? Sir John Major scrive questo nell'introduzione:
"La mia preoccupazione è che la democrazia sia in ritirata, soffocata dalle proprie virtù".
Ho sempre detto che John è un inguaribile pessimista. Pure triste. Gli ho sempre preferito quell'allegrone di Tony Blair.
Però Major secondo me scrive delle cose di cui lei dovrebbe tenere conto:
Nell'Occidente democratico abbiamo sempre pensato che il nostro modello liberale fosse incontestabile. Non lo è. Nell'ultimo anno, come riferito dalle Nazioni Unite, 67 paesi hanno subito un declino delle libertà politiche e civili, mentre solo 36 sono avanzate. Quello che è successo in quei paesi può accadere altrove. Oltre 20 democrazie sono crollate negli ultimi due decenni, e c'è una diffusa insoddisfazione pubblica in molte altre.
Non le pare interessante tutto questo?
Forse lo è. Ma non mi interessa più la democrazia.
Signora Globalizzazione, lei non è interessata alla democrazia?
Noi abbiamo superato quel problema. Ci interessa che funzioni il Capitale e con la Cina abbiamo capito che può funzionare anche senza libertà individuale. Ci interessa solo il movimento di denaro, di beni, i consumi. La libertà è un problema filosofico, per quelli come lei, gli idealisti.
Lei si considera forse realista?
Certamente, si guardi intorno, qui a Davos: siamo ricchissimi, non abbiamo il problema del domani, governiamo il pianeta.
Ha mai sentito parlare di rivoluzione? Succede spesso nella storia.
Non accadrà. Noi controlliamo gli eserciti. E poi al momento opportuno dispensiamo sempre qualcosa al popolo.
Certo, brioche. Sono commosso dalla sua magnanimità e ora so che questo tema non le interessa. Domani arriva Trump, l'uomo di America First, lei che ne pensa?
Prima o poi si piegherà anche lui.
Vedo che non ha dubbi, cercherò un altro interlocutore per discutere di questa tema, la libertà e la democrazia, che mi sta tanto a cuore. La ringrazio per questo breve tempo che mi ha concesso.
Si figuri, noi concediamo sempre un po' di tempo ai perdenti.
03
RadioList. L'Homo Davos senza il popolo
Roma, interno giorno, studio del titolare di List. Al telefono c'è il professor Paolo Savona, commentiamo insieme il vertice di Davos.
Churchill e Roosevelt, costruirono i pilastri del mondo che abbiamo visto fino all'altro ieri. Tempra diversa da quella degli statisti di oggi. Leggiamo insieme questa frase di Winston Churchill su Roosevelt e la guerra in Europa, gli aiuti americani agli inglesi:
Questa è la risposta che darò al presidente Roosevelt: fidatevi di noi. Dateci la vostra benedizione, e con l'aiuto della Provvidenza alla fine andrà bene. Non intendiamo fallire o tentennare; non intendiamo indebolirci o stancarci. Né l'improvviso urto della battaglia né le lunghe prove della vigilanza e del comando ci fiaccheranno. Dateci gli strumenti, e noi finiremo il lavoro.
Finire il lavoro. Non finire il mondo. Torniamo in Italia, c'è chi ha preso questo tema come un confronto da bar e talk show elettorale.
04
Salvini-Berlusconi. Match sui dazi di Trump
I dazi di Trump sono quelli dei presidenti americani. La storia comincia dal 1789, quando il Congresso americano approva un primo provvedimento tariffario sulle importazioni di merci. Né Berlusconi né Salvini sono tenuti a conoscere la storia, ma entrambi dovrebbero invece studiare i numeri del surplus della Germania nel commercio con gli Stati Uniti (e con il resto del mondo, ma in particolare l'Unione europea), perché è da qui che si parte per sapere e per capire. Il titolare invita il lettore a leggere con attenzione una tabella già pubblicata ieri, il dato della bilancia commerciale americana tra Stati Uniti e Germania, anno 2017 aggiornato a novembre:
Il numero in fondo a destra nel 2017 supererà abbondantemente i 60 miliardi di dollari, un vantaggio netto per Berlino e un problema per Washington. La questione del surplus della Germania è un tema di dibattito europeo, sottoposto all'attenzione delle istituzioni più volte e rimasto lettera morta. Berlusconi e Salvini si dividono sui dazi di Trump, il primo dice che Angela Merkel ha ragione, il secondo invece si schiera con Trump. Il problema - come evidenziato nel dialogo con il professor Paolo Savona su RadioList - è che i due paesi fanno politiche nazionali, mentre dovrebbero collaborare e in Europa bisognerebbe trovare una soluzione compatibile per la politica economica tedesca nei confronti degli altri Stati dell'Unione. Tutto questo non viene discusso a un livello accettabile, ma ridotto a slogan da campagna elettorale. Tanti auguri.
Che facciamo? Restiamo sempre in Europa, andiamo in Catalogna, dove la questione dell'indipendenza è finita nel... portabagagli dell'auto. Leggiamo insieme cosa scrive Maite Carpio sull'ultimo capitolo di un pasticcio istituzionale che pencola tra la tragedia e il comico.
05
Catalogna. La credibilità nel bagagliaio dell'auto
di Maite Carpio
“Cercheremo di non farlo entrare, nemmeno nel portabagagli di una macchina”, così ha detto ieri il ministro dell’interno spagnolo, Ignacio Zoido, a proposito della possibilità che Puigdemont torni in Catalogna e si presenti a sorpresa per la sua investitura nel Parlament di Barcellona. Dichiarazioni che hanno creato sconcerto. Ma non sarebbe più logico provare ad arrestare un ricercato dalla giustizia, invece che aprire uno a uno tutti i bagagliai delle auto alla frontiera? La faccenda catalana è diventata una questione di sicurezza nazionale, se le forze dell'ordine si devono mettersi alla ricerca disperata di Puigdemont nel portabagagli di un'auto. “Non passerà!". Continua a leggere l'articolo su List.
***
Che storia. Questo racconto del contemporaneo non lo troverete sui social media e l'idea che Facebook sia la principale fonte di news dalla quale attingere è una follia che conduce dritti alla disinformatia globale. Non ci credete? Seguite il titolare di List.
06
Facebook e le news. Non credibile
Il primo punto all'origine del rapporto tra il lettore e chi produce news si riassume in una sola parola: fiducia. Questa si costruisce nel corso del tempo con la credibilità e autorevolezza del nome, del marchio. La storia, la biografia della fonte delle notizie che si pesano per l'accuratezza, scrittura, impaginazione, check dei fatti riportati. Facebook è un'autostrada dove chiunque può mettere in pista fuoriserie, dragster e vere e proprie carrette. Nessun motore è certificato, il carburante usato è di origine sconosciuta. Mark Zuckerberg tutto questo lo sa benissimo, sa bene che la spazzatura informativa è il materiale che corre sul suo pazzo autodromo. Per questo si è messo in testa di far certificare le news ai lettori, altra idiozia perché è un mestiere che richiede qualche decennio di esperienza, non un just for fun da cliccatore compulsivo di social media. Naturalmente il prode Zucky ha risolto tutto con un questionario agli utenti, altra idiozia sull'idiozia. E come fa notare Wired il questionario di Facebook non è sulla fiducia (concetto largo, profondo, ricco) ma sulla attendibilità di un sito di news consultato dall'utente. Attendibilità attribuita da un lettore che potrebbe benissimo credere in quello che legge per mille svariate ragioni. E non tutte sono buone. Ciò in cui si crede quasi sempre è vicino, prossimo, non per forza vero e meritevole di fiducia. Alla fine il newsfeed di Facebook somiglierà esattamente a quello che il suo utente vuole leggere e sente più vicino: i post degli amici e dei familiari. Questo non è giornalismo, è fatturato pubblicitario: non si legge, si clicca. Il contrario di List: non si clicca, si legge.
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7. Obblighi e garanzie dell'Utente
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immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.