10 Maggio

Tre Repubbliche e una riforma per fare la prossima

Le ragioni della consultazione di Meloni con i leader dei partiti d'opposizione. Un cambiamento non più rinviabile per dare stabilità ai governi e alle maggioranze. Storia e cronaca di un tentativo che si fonda sul principio del metodo democratico e della regola della maggioranza

La maggioranza di centrodestra vuole varare una riforma istituzionale per rafforzare il governo, dare stabilità a Palazzo Chigi, aumentare l’efficacia della fase esecutiva, impedendo ribaltoni durante la legislatura e rispettando il programma e la volontà degli elettori. Il tutto attraverso un recupero del ruolo del Parlamento, in una rinnovata architettura di pesi e contrappesi. Tutto secondo il programma e il mandato ricevuto dagli elettori.

Le riforme si fanno a maggioranza (si chiama metodo democratico) e il presidente Giorgia Meloni nel ribadire le regole del gioco ieri ha incontrato in Parlamento (alla Camera, nella Biblioteca del Presidente, dettaglio da ricordare) i rappresentanti delle forze politiche d'opposizione per avere da loro una visione sul problema dell'instabilità e sui correttivi che sono necessari per aprire una nuova fase politica (che è già spalancata, visto era dal 2008 che non c'era un capo del governo 'battezzato' dalla vittoria elettorale) e allineare le istituzioni alla sfida della contemporaneità. Cercare la convergenza sulla materia costituzionale è importante, restando fermo il diritto-dovere della maggioranza di realizzare il suo programma. Ne è venuto fuori un no all'ipotesi presidenzialista e un'ipotesi di lavoro sull'elezione diretta del presidente del Consiglio, un premierato da inventare.

Quello di Meloni è un disegno (e un metodo) ragionevole, moderato, niente che non si sia già visto in altre solide democrazie. L'obiettivo della stabilità, della durata e della coerenza della missione politica con il mandato elettorale si può raggiungere in tanti modi, non c'è una sola formula possibile - cosa ribadita da Meloni che ha anche parlato di 'un sistema nuovo' - ma quello che appare impossibile è andare avanti con questo 'modello italiano' dove la Costituzione può essere cambiata solo dalla sinistra (che lo ha fatto, a maggioranza, senza il consenso del centrodestra).  È tempo di una riforma del 'modello', visto il vortice di...


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