25 Febbraio

Trecentomila voti persi, troni, spade e rivoluzioni

Il voto in Sardegna. Il crac dei Cinque Stelle è un abisso. Vince il centrodestra, ma ci sono segnali che Salvini non può trascurare. Il governo è stato colpito da un asteroide, ma continuerà a volare perché non ha più il carrello per atterrare. La sinistra? Aspetta ancora Godot

Che cosa abbiamo imparato dal voto in Sardegna? Parecchie cose, a dispetto dei più realisti del re che definiscono la partita elettorale come un voto locale, in realtà abbiamo assistito a una battaglia che è il preludio di uno scenario aggiornato, una nuova versione del videogame politico italiano. La vittoria del centrodestra cela in realtà non pochi problemi all'orizzonte, il crollo del Movimento Cinque Stelle si ode a lunghissima distanza e si riverbera nel domani, la sinistra continua ad essere nel limbo, in un non detto che impone il tasto reset che nessuno vuole premere. 

Il collasso del Movimento Cinque Stelle 

Il dato che dà al voto in Sardegna un significato enorme sul piano politico è questo: 

Il Movimento Cinque Stelle dalle elezioni politiche del 4 marzo scorso a oggi ha perso quasi 300 mila voti. Si tratta di un numero gigantesco che pesa tutto sulle spalle di Di Maio e non solo. Questo risultato fallimentare è il frutto di una strategia non involontaria e suicida. I pentastellati hanno condotto una campagna elettorale semplicemente folle con i seguenti numeri da avanspettacolo:

  • Un'offensiva contro la Francia sul Franco africano, valuta presente solo dal vicino 1945, un argomento completamente fuori dall'agenda; 
  • Una scampagnata a Strasburgo dove Di Maio e Di Battista pensosamente invocavano la chiusura del Parlamento di Strasburgo, definito "una marchetta alla Francia". Altro tema davvero pressante dell'agenda;
  • Una visita in Francia ai gilet gialli, una delle fazioni più violente, quella che inneggiava alla "guerra civile";
  • Una non posizione sul Venezuela in fiamme, a tutto favore del governo di Nicolas Maduro, uno schieramento de facto al fianco della Russia e in ogni caso distante dagli alleati della Nato, dagli Stati Uniti, dalla stragrande rappresentanza dell'Unione europea e delle Nazioni Unite; 
  • Una presentazione da talent show del reddito di cittadinanza, con tanto di teca alla...

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