4 Settembre
Un altro capitolo di una storia italiana
Il Cavaliere da ieri notte in cura al San Raffaele: "Polmonite bilaterale allo stato precoce". Non è in terapia intensiva. Forza Italia, no allarmismi. Primo bollettino del professor Zangrillo alle 16. Cosa succede a Mediaset dopo la sentenza Vivendi? Si apre anche in Italia la rivoluzione nella televisione e nelle telecomunicazioni. America 2020: Trump, Biden e il colore dei soldi
Che succede? La storia di Berlusconi è una saga che continua dalla discesa in campo, anno 1994, "l'Italia è il paese che amo". Il Cav ha sempre surfato sull'onda della storia del paese, nel bene e nel male, ne è l'icona per biografia e entropia, è lui la definizione di un trentennio della nostra vicenda, il berlusconismo e l'anti. Ieri nemico assoluto, oggi considerato antidoto contro il populismo ruspante di destra (e di sinistra), il destino spesso è un sottosopra che arriva quasi sempre in ritardo. In una sua biografia che era una gigantesca operazione di marketing politico, raccontò le sue imprese con un libro di 125 pagine, carta patinata, testi e foto. Correva l'anno 2001 il titolo del libro era "Una storia italiana". I suoi avversari lo davano sempre per politicamente finito. Non andò così. "Berlusconi è un leone", disse un giorno al titolare di List uno dei suoi più duri avversari di sempre. Il Cav combatterà, come sempre.
Il suo ricovero ieri notte al San Raffaele di Milano è precauzionale, fonti mediche dicono che "la carica virale è alta" e gli esami hanno accertato una polmonite bilaterale allo stato precoce. Per questo Berlusconi dopo una prima visita nella sua abitazione è stato poi ricoverato. Non è in terapia intensiva. No allarmismi, dicono dal suo staff.
L'ospedale San Raffaele a Milano (Foto Ansa).Alle 16 ci sarà il primo bollettino della giornata del professor Zangrillo. Berlusconi è arrivato intorno a mezzanotte in ospedale, camminava in piena autonomia, ora è ricoverato in isolamento nel settore Diamante dell'ospedale. Ieri ha dato un po' di interviste per dire che combatte, fa campagna elettorale per il voto regionale, sappiamo che ha molto apprezzato - ne è rimasto sorpreso - l'incoraggiamento bipartisan che gli è arrivato per una pronta guarigione.
La storia si diverte...
Che succede? La storia di Berlusconi è una saga che continua dalla discesa in campo, anno 1994, "l'Italia è il paese che amo". Il Cav ha sempre surfato sull'onda della storia del paese, nel bene e nel male, ne è l'icona per biografia e entropia, è lui la definizione di un trentennio della nostra vicenda, il berlusconismo e l'anti. Ieri nemico assoluto, oggi considerato antidoto contro il populismo ruspante di destra (e di sinistra), il destino spesso è un sottosopra che arriva quasi sempre in ritardo. In una sua biografia che era una gigantesca operazione di marketing politico, raccontò le sue imprese con un libro di 125 pagine, carta patinata, testi e foto. Correva l'anno 2001 il titolo del libro era "Una storia italiana". I suoi avversari lo davano sempre per politicamente finito. Non andò così. "Berlusconi è un leone", disse un giorno al titolare di List uno dei suoi più duri avversari di sempre. Il Cav combatterà, come sempre.
Il suo ricovero ieri notte al San Raffaele di Milano è precauzionale, fonti mediche dicono che "la carica virale è alta" e gli esami hanno accertato una polmonite bilaterale allo stato precoce. Per questo Berlusconi dopo una prima visita nella sua abitazione è stato poi ricoverato. Non è in terapia intensiva. No allarmismi, dicono dal suo staff.
L'ospedale San Raffaele a Milano (Foto Ansa).Alle 16 ci sarà il primo bollettino della giornata del professor Zangrillo. Berlusconi è arrivato intorno a mezzanotte in ospedale, camminava in piena autonomia, ora è ricoverato in isolamento nel settore Diamante dell'ospedale. Ieri ha dato un po' di interviste per dire che combatte, fa campagna elettorale per il voto regionale, sappiamo che ha molto apprezzato - ne è rimasto sorpreso - l'incoraggiamento bipartisan che gli è arrivato per una pronta guarigione.
La storia si diverte a giocare a dadi, perché questo passaggio delicato della biografia del Cavaliere s'intreccia con quella dell'azienda, Mediaset. Le due cose sono indissolubili. Mediaset ha un centro di comando chiaro: l'ultima parola è di Berlusconi (e spesso anche la prima). Un cambio di questo assetto non è all'ordine del giorno, ma in ogni caso, Mediaset è destinata a mutare, nonostante la resilienza dell'Italia e i muri regolatori per mantenere gli oligopoli, il mercato si sta aprendo per effetto della pressione tecnologica e della convergenza tra telecomunicazioni e produttori di contenuti, se hai l'autostrada ma non conduce da nessuna parte, il casello d'ingresso resta deserto e quello d'uscita neppure si vede. Cosa sta succedendo nel territorio intorno al castello del Biscione? Fatti nuovi, chiuso un portone si è aperto un cancello.
01
Vivendi-Mediaset. La sentenza che è una porta girevole sulla tv
La Corte di giustizia europea ha aperto giochi senza frontiere (per nazionalità e incroci di settori) sulla televisione italiana di domani. Con una sentenza storica ha sancito che Vivendi potrà far valere tutto il proprio peso azionario in Mediaset. Le norme che l'Agcom aveva utilizzato per bloccare i diritti di voto dei francesi nel capitale di Mediaset non sono valide, non sono compatibili con le regole dell'Unione. Dunque Vivendi - che è il primo azionista di Tim - può esercitare in pieno tutti i suoi diritti su tutto il capitale detenuto, ma nello stesso tempo Mediaset può aprire il dossier della Rete Unica che sarà costituita da Tim e Open Fiber con la regia di Cassa depositi e prestiti. Questo significa che quello che esce dalla porta rientra dalla finestra, se chi opera nelle telecomunicazioni non ha limiti nell'investimento televisivo, a sua volta l'editore televisivo può entrare nel settore delle telecomunicazioni, cosa che finora non era possibile. Che cosa è successo? Si è aperta la corsa per la nuova tv.
02
Dalla Bbc un avviso alla Rai
"L'ha detto la Bbc" non vale più da tempo, il servizio pubblico della tv inglese è criticato per la sua partigianeria, il costo per i contribuenti e le sue prestazioni sul mercato. Il nuovo direttore generale l'ha messa giù dura parlando con il Times di Londra: l'era dell'espansione è finita, le star della tv non potranno lanciare sui social media campagne politiche. Tim Davie, ha avvisato i dirigenti della tv che non esiterà a chiudere dei canali se necessario. E lo sarà perché la Bbc è un mostro di burocrazia (come la Rai, con in più l'invasività della politica romana) e di eccesso di personale (come la Rai) che spesso trasferisce le sue opinioni sul brand della Bbc (come succede alla Rai) che deve essere per sua natura imparziale. "Fare l'editorialista o partecipare a una campagna politica sui social media può essere una scelta valida, ma non se lavori alla Bbc". Il pubblico inglese sul tema è molto sensibile, ai tempi dell'ultimo Tony Blair (per non parlare di Boris Johnson) le i servizi e le opinioni espresse sui leader politici erano (e sono) scioccanti per lo spettatore-contribuente inglese. Il rischio? Quello di sparire, perché la competizione nel settore multimediale è enorme (vale anche per la Rai) e Davie avvisa: "Se l'attuale trend continua, non saremo sentiti come indispensabili per tutto la nostra audience. Non abbiamo il diritto inalienabile di esistere". Come la Rai.
***
La politica italiana è in stato di surplace, i ciclisti sono fermi sul velodromo, qualcuno cadrà a terra ancora prima dello scatto. Altri partiranno per la volata finale. Quando? Si attende l'esito del voto sul referendum sul taglio dei parlamentari e nelle Regioni per ripartire. Come? Dipende appunto dal risultato delle regionali (l'esito del referendum appare scontato, vincerà largamente il Sì) e dal bottino finale del centrodestra: un 4 a 2 per il governo è una scossa ma non tale da metterlo in pericolo, un 4 a 1 (cioè la sconfitta del Pd in Toscana) è un terremoto politico tra i democratici che avrà delle conseguenze. Come sono messe le carte sul tavolo da poker prima della mano finale? Seguite il titolare di List.
03
Regionali. 4 a 2 per il centrodestra (testa a testa in Toscana)
Come sono messi gli sprinter ai blocchi di partenza? Supermedia di Agi/YouTrend sulle regionali, prima di tutto, ecco la mappa:
Risultato nelle singole Regioni? Ecco il quadro completo delle sfide:
La situazione è chiara in Veneto (vittoria schiacciante di Zaia), in Campania (affermazione netta di De Luca), a sorpresa nelle Marche dove il centrodestra vincerebbe largo con Acquaroli, in Puglia la sfida tra Fitto e Emiliano è aperta, in Liguria Toti vince in scioltezza, grande combattimento in Toscana dove la leghista Ceccardi ha la possibilità di centrare un risultato storico. Quest'ultimo è il dato politico che tutti attendono per tirare le somme, se la sinistra ferma l'assalto in Toscana, il governo è salvo, ma se perde si apre uno psicodramma tra i democratici, la segreteria di Nicola Zingaretti balla la rumba e il governo prende la labiritinte. Qui pensiamo che il Pd riesca a tenere il fortino, ma Giani rischia, è un candidato debole, almeno sulla carta dei sondaggi. Abbiamo ancora due settimane di campagna elettorale, poi la notte del voto e la mattina della gioia e del pianto.
Come andrà il referendum? Non c'è discussione, quesito populista, risposta plebiscitaria:
Tre italiani su quattro sono per il Sì, anche questa storia è archiviata, la composizione del Parlamento cambierà, il pasticcio istituzionale ormai è fatto. Punto nave sui consensi dei partiti? Eccolo:
La Lega cresce di circa mezzo punto, il Pd resta fermo, il Movimento Cinque Stelle arretra di quasi un punto, Fratelli d'Italia perde lo 0,3%, La Sinistra mezzo punto sotto, il resto della truppa è fermo, si tratta di una situazione cristallizzata, il partito di Salvini alla fine, dopo fiumi di articoli che lo danno per finito, è il primo e guadagna voti. È una situazione che dovrebbe far sorgere qualche dubbio nella maggioranza, la Lega non è in splendida forma, ma chi ha le leve del denaro, ha prodotto 100 miliardi di debito pubblico e alimentato la spesa dovrebbe avere consensi più ampi. Segno che c'è più di qualcosa che non va nella coalizione. Che cosa? Andiamo avanti.
04
Raggi e Pd sono ai materassi
Virginia Raggi (qui sopra, nella foto Ansa) è il sindaco di Roma pentastellato che correrà per una riconferma. Il Pd e i Cinque Stelle sono alleati nel governo, hanno sancito che l'alleanza s'ha da fare anche a livello locale, ma la cosa non è mai decollata. Formalmente la coalizione a livello di voto regionale c'è solo in Liguria, dove perderanno. Nel resto d'Italia il patto non c'è e a Roma la situazione è di battaglia. Dice Virginia a Raggi: "Credo che le alleanze si decidono sui singoli territori. Nel territorio di Roma, per il modo in cui stiamo risanando la città e invertendo la rotta rispetto al passato, non credo si possa trovare una convergenza con il Pd attuale o con Zingaretti". Ops, messaggio agli alleati a Palazzo Chigi, siete indegni di me. Risposta del Pd? Arriva, targata "fonti" che dicono che "l'unica verità detta questa sera da Virginia Raggi è che non è possibile alcuna convergenza con il Pd. Il resto è una imbarazzante valanga di bugie di una persona che con egoismo e incompetenza ha fatto tanto male a Roma". Volano i materassi, un altro motivo di debolezza del governo. Andare avanti con questa lacerazione è difficile, ma il collante del potere è grande. Attendiamo il risultato in Toscana per vedere se oltre Raggi il governo regge.
***
Che facciamo? Abbiamo il buco del debito pubblico, non si sa bene come coprirlo in futuro. Giuseppe Conte ha detto che userà il Recovery Fund per le zone terremotate, ormai è un coperchio buono per tutte le pentole. Come si fa un piano per usare i fondi europei per la ricostruzione? Andiamo in Francia.
05
Macron al verde. La ricostruzione della Francia
Il piano del governo francese ha una qualità non comune: la chiarezza. Presenta subito le azioni della Francia per contrastare il coronavirus, fa il quadro delle misure urgenti, definisce il piano europeo di rilancio come "storico", frutto di una concertazione, presenta subito l'obiettivo strategico - la transizione ecologica - sotto il quale si cela il piano elettorale di Emmanuel Macron (qui sopra, nella foto Ansa) per la rielezione, andare a pescare il voto trasversale dei movimenti "verdi", con tre priorità (ecologia, competitività, coesione) che si concretizzano in 6,7 miliardi per l'efficienza energetica delle abitazioni private, un piano da 1.2 miliardi per la decarbonizzazione dell'industria privata, conversione dei trasporti con l'incentivazione dell'uso del monopattino (e costruzione conseguente di piste ciclabili) e della mobilità pubblica (da potenziare), sostegno al settore ferroviario, 7 miliardi per lo sviluppo dell'idrogeno verde, protezione dell'ambiente e biodiversità, sgravio fiscale di 10 miliardi per l'imposta sulle imprese, altri tagli fiscali per un totale di 20 miliardi, 3 miliardi di finanziamenti diretti dello Stato per le imprese, 1 miliardo per rafforzare la rilocalizzazione sul territorio della produzione delle imprese, 11 miliardi di investimenti nella ricerca tecnologica, 6 miliardi di investimenti nella Sanità, 1,6 miliardi per la formazione dei giovani nei settori strategici, 3,2 miliardi di aiuti per l'impiego dei giovani, 1,3 miliardi per finanziare i percorsi di avviamento al lavoro dei giovani, 1 miliardo per la formazione professionale, 7,6 miliardi per contrastare i licenziamenti nelle imprese, 500 milioni di contributi per l'aiuto scolastico alle famiglie più povere, 5 miliardi per i Comuni e il sostegno delle politiche territoriali. Il conto totale è di 30 miliardi per l'ecologia, 34 miliardi per la competitività, 36 miliardi per la coesione. Quello di Macron è un piano che ha una visione del futuro, ha dei limiti sulla misurazione dell'efficacia e l'impatto economico, ma dietro c'è un'idea che non è quella dell'emergenza, ma l'avvio di una trasformazione dell'economia francese, l'impegno per le giovani generazioni e una presenza sul territorio. Il piano dell'Italia non c'è ancora, ma dalle dichiarazioni dei politici - a cominciare dal capo del governo e dai suoi ministri - si capisce che siamo in una situazione in cui il Recovery Fund serve a coprire i buchi, senza avere una visione del domani. Speriamo che le parole spese ogni giorno a Roma vengano smentite dai fatti, anche copiando da Parigi, se serve. Siamo nelle mani della Dea bendata, che la Fortuna ci assista.
***
C'è altro? La campagna presidenziale in America. Fino al 3 novembre terrà banco. Joe Biden è andato a Kenosha, Trump era in North Carolina. Non c'è Zoom che tenga, si vince (e si perde) andando sul territorio. Biden a Kenosha è ancora sulla scia dell'agenda di Trump, ma non può non "coprire" i le mosse del presidente. Il candidato dem ha parlato al telefono per 15 minuti con Jacob Blake, l'afroamericano ferito da un agente e ancora ricoverato in ospedale. "Ha parlato di come nulla lo sconfiggerà, del fatto che non si arrenderà, che torni a camminare o meno", ha raccontato Biden. Questa linea è quella vincente per convincere gli americani a cambiare guida? Lo vedremo presto, c'è un altro fatto di cronaca sul taccuino: sette agenti di polizia coinvolti nel caso di Daniel Prude, 41enne afroamericano morto asfissiato dopo il suo arresto a Rochester, sono stati sospesi. E un uomo sospettato aver ucciso un manifestante durante una carovana pro Trump a Portland è stato ucciso mentre la polizia stava andando ad arrestarlo, si chiama Michael Reinoehl, ha 48 anni, è sospettato dell'omicidio del 39enne Aaron "Jay" Danielson. Navighiamo nel fiume del grande romanzo americano. Abbiamo un diario una puntata del diario scritta a quattro mani, siamo a due mesi esatti dall'appuntamento con il voto, i giorni corrono. Anche i candidati.
06
Follow the money. Biden, Trump e il colore dei soldi
di Mario Sechi e Rita Lofano
"Follow the money", è una vecchia regola e funziona sempre. Bisogna seguire il fiume del denaro e la curva della pandemia per capire cosa succede nella campagna presidenziale americana. Siamo al 3 settembre, mancano due mesi esatti al voto. E succede di tutto, è lo spettacolo della politica del dollaro. È come giocare a biliardo. Siamo sul set del "Colore dei soldi" (film del 1986, regia di Martin Scorsese, con Paul Newman nei panni di Eddie "lo svelto" e Tom Cruise in quelli di Vincent Lauria). Chi è Trump e chi è Biden? E chi vincerà? Dobbiamo seguire i soldi.
Money, soldi. Trump taglia i fondi alle città "anarchiche" governate dai democratici che hanno deciso di ridurre i fondi alla polizia. Cinque pagine di istruzioni del presidente all'ufficio del budget federale per avviare i tagli e naturalmente la pubblicazione dell'elenco delle città inadempienti ai quali l'amministrazione taglierà i fondi. Non è difficile immaginare chi sarà colpito, si citano Washington, Portland, Seattle, tutte a guida dem e con problemi di sicurezza da mesi. E naturalmente la regina delle città in progress, New York.
Money, soldi. Andrew Cuomo, il governatore di New York, l'ha messa giù piatta, nel suo stile che rivaleggia con quello di Trump per bon ton: "Trump non può avere abbastanza guardie del corpo per passeggiare nelle strade di New York, meglio che abbia un esercito. I newyorchesi non vogliono avere nulla a che fare con lui". Cuomo è fatto così, non è uno che va per il sottile, disse a suo tempo che avrebbe mandato via il coronavirus "a calci in culo" e così vorrebbe fare con Trump perché "New York l'ha rifiutato" e vai con una serie di carezze a The Donald, un rosario che va da "clown" a "fumetto da tabloid". Naturalmente per i dem si tratta di un altro colpo basso di Trump (lo è, ma tutti stanno mirando sotto la cintola) e dunque Cuomo dice che il taglio dei fondi federali per la polizia è una "mossa politica, ingiustificata e illegale" e naturalmente "un altro tentativo di uccidere New York". Come sono lontani i tempi in cui lo stesso Cuomo elogiava la risposta della Casa Bianca al coronavirus. Tutto dimenticato. Tutto perdonato. Si vota, vince (forse) chi picchia più duro.
Donald Trump oggi Wilmington in North Carolina (Foto Ansa).Follow the Money, segui i soldi vale anche per Joe Biden che ha bisogno di un'invenzione per spostare il focus della campagna su un altro tema, perché quello della sicurezza, della criminalità e delle rivolte rischia di far deragliare la campagna dem e annullare il vantaggio che ha ancora nei confronti di Trump. E allora anche Joe è seduto davanti al board game del Monopoly e gioca a "dove sono i soldi?". Guarda Trump e li trovi... nella sua dichiarazione dei redditi. Che gli americani non conoscono. Vecchio cavallo di battaglia, ha sempre corso a vuoto. Ma Biden deve cambiare spartito, uscire dalla guerriglia urbana per scagliare Trump nel rovo del fisco americano. "Ho rilasciato 21 anni di dichiarazioni dei redditi. Trump, cosa stai nascondendo?", twitta Biden. Debole, il suo unico punto di forza è sempre la crisi del coronavirus, un'incognita sul futuro (l'economia per ora soffia a favore di Trump), ma almeno è un argomento che pesa sul serio, guardare dentro il portafoglio dell'uomo ricco al potere.
07
Il faccia a faccia tra The Donald e Joe. Regole e pre-tattica
Si combatte su tutto e si affilano le armi per il dibattito tra i due candidati. Se mai ci sarà un dibattito, perché Nancy Pelosi l'ha ufficialmente sconsigliato, Biden naturalmente lo ha confermato. E ormai circolano battute e teorie cospiratorie sul duello. Trump si porta avanti. Come?
La Commissione sui dibattiti presidenziali non ha fatto in tempo ad annunciare i moderatori (ieri) che Donald Trump se li sta già "lavorando". Chris Wallace di Fox News, Steve Scully di C-Span e Kristen Welker di Nbc saranno gli arbitri dei 3 confronti tra The Donald e Joe Biden mentre Susan Page, di Usa Today, condurrà il dibattito tra i candidati alla vicepresidenza, Mike Pence e Kamala Harris. Tutti veterani del giornalismo e con una reputazione immacolata.
Dall'alto, in senso orario: (Nbc),The Donald non la pensa così: “Non sono i moderatori che avremmo raccomandato se ci fosse stato consentito un input”, ha lestamente commentato Tim Murtaugh, direttore della comunicazione per la campagna di Trump. Tattica. “Alcuni possono essere identificati come chiari oppositori del presidente Trump, cioè a dire che Joe Biden di fatto avrà un compagno di squadra sul podio che per buona parte del tempo lo aiuterà a giustificare l’agenda radicale, di sinistra, che sta portando avanti”, aggiunge. Come funziona la selezione dei moderatori? La Commissione sui dibattiti presidenziali sceglie i moderatori sulla base di 3 parametri:
A) dimestichezza con i candidati e con le principali questioni della campagna presidenziale;
B) vasta esperienza nella trasmissione di news in diretta tv;
C) consapevolezza del fatto che il dibattito debba dedicare il massimo del tempo e dell’attenzione ai candidati e ai loro punti di vista.
Trump conosce bene queste regole, così come gli organizzatori della sua campagna. Ma gioca d'anticipo, fa aleggiare il sospetto di un dibattito con la stangata ("The Sting", 1973, grande film su una sala corsa finta, con una coppia di magnifici, Pawl Newman e Robert Redford, colonna sonora di brani ragtime arrangiati in maniera deliziosa da Marvin Hamlisch), alimenta un (pre)giudizio che gli serve in vista del dibattito perché i moderatori, così come i loro network, a questo punto di fronte a un'esternazione che li definisce di parte, faranno di tutto per dimostrare la loro imparzialità, perfino concedendo qualche assist pur di non farsi accusare di aver sabotato il dibattito. Comunque vada, per Trump sarà un successo, attaccare i media funziona sempre con i suoi sostenitori. Lo aveva già fatto nel 2016, dopo tutti e tre i dibattiti con la sfidante dem di allora, Hillary Clinton.
L'America è sempre Paradiso e Inferno (il libro di Robert Kagan declina la terra degli opposti in un più soft "Paradiso e Potere", ma di quello si parla), preludio di una sinfonia e titolo di coda di un noir, anticipazione e finale di una saga. Guardare cosa accade negli Stati Uniti e quali forze si muovono intorno alla cavalcata di questa straordinaria nazione (nel bene e nel male, dunque nel Paradiso e nell'Inferno) aiuta a orientarsi. Il suo esito, il 3 novembre (e forse non lo conosceremo neppure in quella data, ma oltre, a causa dei tempi dello spoglio del voto per posta che s'annuncia massiccio e pieno di botole) non è lo spartiacque di una presidenza, non è un nome sul taccuino del cronista, ma il racconto dell'opera in fieri dell'Occidente di cui l'America è centro e avamposto.
I bagliori sono visibili, la separazione dei mondi non è solo un tema delle due Americhe che sono in rotta di collisione, l'immagine del "doppio" americano, nel "Trump Ruralis" e nel "Biden Metropolitanus". La frantumazione comincia sempre dall'anima, dai rapporti intimi, dal personale che si catapulta nel collettivo. Sono tutti segnali a bassa intensità che raccontano lo scenario del paese. Senza il contesto, fare previsioni sulle elezioni è impresa da stunt-man che ha dimenticato a casa l'elmetto. Il tasso di divorzio negli Stati Uniti nel periodo da marzo a giugno è aumentato del 34% rispetto all'anno prima. Stare insieme in casa per molti mesi, o lontani in luoghi diversi dove si coltivava l'illusione della relazione su Zoom, una realtà aumentata che il "dopo" ha svelato come un inganno, il "new normal" della vita a distanza, ha rivelato il falso, l'alterato, il corrotto. E la coppia alla fine scoppia. È la realtà urlante, il quadro di Edvard Munch che rappresenta l'inquietudine della modernità, un "Alone Together" (importante libro di Sherry Turkle sul mondo delle relazioni digitali, un insieme di devastante solitudine e alienazione dalla vita quotidiana) che emerge dai dati raccolti dalla società Legal Templates, citati da Fox News. Parlano i documenti dei divorzi: il 31% delle coppie ha ammesso che il lockdown ha causato danni irreparabili al rapporto con il convivente.
Qualcuno può sorridere, l'elezione non è tema da divorzisti, piatti e patti rotti, patrimonio e matrimonio, ma il coronavirus ha distrutto ciò che era già sfasciato, piegato, accartocciato dall'insincera biografia interiore, dallo squilibrio del carattere, dall'incapacità di "vedere l'altro" nella sua interezza, forza e fragilità. C'erano tutti i segni dello sgretolamento, della dissipazione e dello smarrimento. Il cuore è il motore anche della politica.
Il paesaggio americano suggerisce visioni, immagini, parole. Le città tentacolari lumeggiate da Edgar Allan Poe (la poesia "The city in the Sea"), "L'incubo ad aria condizionata" sfrangiato da Henry Miller, la New York cantata da John Dos Passos in "Manhattan Transfer", sono un'immensa solitudine. I ricchi sono migrati verso le ville negli Hamptons, di fronte all'oceano, nella Grande Mela il crimine va a caccia di giorno e di notte. Sparatorie e omicidi sono in aumento a New York in agosto, 2242 incidenti con armi da fuoco, sono morte 53 persone (nel 2019 i morti furono 36 in 91 scontri armati), un balzo del 166% delle sparatorie e del 47% degli omicidi. Il partito del "defunding police", che propone il taglio dei fondi della polizia, di fronte questi numeri dovrebbe interrogarsi sul messaggio che lascia nell'immaginario degli elettori, perché i ricchi la sicurezza possono comprarla, ma i poveri la pagano con la violenza crescente. Eccola, la campagna presidenziale, la dimensione della lotta politica, l'eterna lotta per conquistare il cuore e la mente del popolo. Ieri Trump a Kenosha, oggi Biden a Kenosha. L'America bianca e l'America nera.
Il coronavirus ha aumentato il dissidio, alimentato il conflitto, innalzato i decibel di un dibattito a mano armata e penna intinta nell'inchiostro del rancore. L'economia del coronavirus lascia segni pesanti per tutti. Si fa presto a dire Trump, la nazione della denutrizione, della povertà, della mano armata non è un colpo di vento improvviso, c'era anche con Obama, è rimasta dopo otto anni di Obama. Nessun presidente è mai riuscito a riformare il secondo emendamento sul diritto di portare armi, va ricordato. Trump non è arrivato per caso, guardare al passato aiuta a capire perché c'è questo presente che agli occhi di un europeo appare distopico.
08
Il ciclo elettorale. Povertà, cibo e aiuti all'agricoltura
Una famiglia su otto in America ha problemi con il cibo, scrive il New York Times. Sicurezza alimentare, un tema sottovalutato, una dimensione sottomarina dello scenario. Nell'economia del coronavirus a un certo punto si è pensato che la catena di produzione e distribuzione alimentare fosse a rischio (e lo è stata). Una delle grandi catene di burger, Wendy's, ha dovuto spiegare perché non c'era la carne (usando un suo slogan vincente del 1984: "Where is the beef?"), un grande scrittore come Stephen King ha confessato di esser stato colto dall'inquietudine sinistra, la sensazione di una imminente fine delle scorte alimentari, la carestia. Così ecco il cibo, la sua produzione, entrare nella partita elettorale, l'agricoltura e l'allevamento, il grande polmone dell'avventura americana, quest'anno riceveranno dall'amministrazione Trump aiuti per 37.2 miliardi dollari, un altro record. Ciclo di spesa per conquistare consenso? C'è anche questo, tutti i presidenti hanno usato l'arma del budget federale, dei sussidi. Si vota nei grandi Stati dei campi agricoli, distese infinite dove la mietitrebbia di Trump trionfò a sorpresa nel 2016, la distesa blu dei democratici divenne improvvisamente rossa... la scritta T-R-U-MP nei ranch e nei silos di cereali dell'Iowa, dell'Ohio, del Wisconsin. Fox New oggi dice che negli Stati in bilico, guida Biden. Su Fox News la cosa fa imbizzarrire Trump: "Fake News", dice il presidente. Che cosa dicono alla Fox? Che "Sleepy Joe" è inn vantaggio in Arizona (49% a 40%), North Carolina (50% a 46%) e Wisconsin (50% a 42%). Apriti cielo, "prendete un nuovo sondaggista. Io credo che siamo in testa alla grande!". Il timore dei dem è che il 2020 stia seminando sui campi un altro 2016.
"Follow the money", segui i soldi. Sono quelli che servono per far marciare la campagna presidenziale, il coronavirus ha messo i cavalli di frisia, ha tracciato un fossato tra l'elettore e il candidato, distanza e mascherina (per Trump poca distanza e zero mascherina), la via per saldare questa faglia è la pubblicità elettorale: la campagna di Biden ha raccolto 365 milioni di dollari in agosto, un altro record, un mai visto prima, è l'effetto del forcing dei candidati per riempire gli spazi virtuali nell'etere, nel cavo, nella rete. Trump in luglio aveva raccolto 165 milioni di dollari, Barack Obama nel settembre del 2008 aveva incassato 193 milioni di dollari. Manca il dato della raccolta della campagna di Trump in agosto. È la corsa dei dragster della finanza elettorale, il carburante per arrivare al traguardo il 3 novembre.
09
Soldi, lavoro, reddito. E un allarme rosso da Wall Street
Soldi, lavoro, reddito. Durante la pandemia 40 milioni di americani si sono iscritti alle liste per ricevere il sussidio di disoccupazione, la Grande Crisi, l'evaporazione dell'America Dream, fine del sogno, si chiude il sipario. Nell'ultimo fine settimana le iscrizioni sono sotto il milione, a quota 881 mila, un segnale di ripresa dell'economia e del mercato del lavoro (ma il dato va preso con cautela, c'è anche l'impatto di un nuovo metodo di calcolo), un altro strappo provocato dal coronavirus che si sta ricucendo. Ma con fatica, perché la ripresa non è a V (qui le scuole di pensiero si dividono, Barry Ritholz su Bloomberg ha scritto: "La lettera K è diventata più popolare", le due linee sono la divergenza tra "quelli che hanno beneficiato della pandemia e tutti gli altri") e la scommessa di Wall Street sul futuro è sempre un'incognita, dopo aver frantumato tutti i record, il Nasdaq è andato sotto del 4.9%, tutti i big del settore tecnologico perdono terreno, gli analisti dicono che c'è aria di una correzione del mercato, Bank Of America prevede un calo dell'indice S&P 500 a 3250 punti (mentre scriviamo è a quota 3484 punti) per la fine dell'anno. Andrà così? Non lo sappiamo, siamo in una terra incognita, non c'è una mappa. A Wall Street gli indici hanno tutti chiuso con un tonfo, è un cartellino rosso che per Trump è un problema:
Il coronavirus è una dimensione da montagna russa, crollo, reazione, debito pubblico, spesa, ipoteca sul domani. Tuoni e lampi dal futuro: l'anno prossimo, per la prima volta dal dopoguerra, il debito pubblico americano supererà l'intera produzione annua, il debito balzerà oltre il 100% del Prodotto interno lordo. Quest'anno il rapporto si fermerà al 98%, sempre un record assoluto. Gli Stati Uniti entrano nel club dove sono iscritti paesi come l'Italia, la Grecia e il Giappone. Un altro segno dei tempi. L'ultima volta che accadde, correva l'anno 1946, il debito schizzò al 106% del Pil, ma l'America aveva finanziato un'impresa chiamata Seconda guerra mondiale, era il prezzo della vittoria, della liberazione dell'Europa e della fine del conflitto nel Pacifico con il Giappone imperiale. Un altro tempo, un'altra era, un altro nemico, forse anche un altro mondo, ma si chiama sempre America.
10
Sul non romanzo italiano
Il grande romanzo americano. Ma quello italiano dov'è? Domande notturne alle quali di solito si sfugge entrando nel letto giusto: "Esiste una letteratura italiana contemporanea?". Se c'è non si vede, ma se non si vede, allora vuol dire che non c'è ancora. Ci sarà, si farà, crescerà, ma ora proprio no. Ti dicono, bello quel libro, leggilo. Ci provi, finisci per addormentarti, entrare in uno stato narcolettico con la sveglia di un quarto d'ora su Instagram che in quanto a narrativa è imbattibile rispetto a quello che si pubblica sulla carta. Cuoriciniamoci, cribbio.
Rileggo "Shakespeare" di Victor Hugo e mi imbatto forse in una risposta:
Le retoriche, ufficiali e ufficiose, ne abbiamo sottolineato l'avvedutezza, prendono notevoli precauzioni contro i geni: sono poco accademici e, come se non bastasse, mancano di mediocrità. Sono lirici, coloristi, entusiasti, incantatori, invasati, esaltati, "idrofobi", abbiamo letto questo apprezzamento, individui che, mentre tutti sono piccini, hanno la mania di "fare in grande". Che dire? Hanno tutti i vizi.
Sia lodato Hugo, i vizi! Ricordo la lettera che mi scrisse quando ero un ragazzino di cattive speranze (tutte realizzate, quelle cattive - e altre sono in corso d'opera) una donna che potevi definire fiammeggiante, c'era la prova empirica, la vedevi e ti bruciavi: "Ricorda che Elias Canetti s'ingaglioffiva nelle taverne di Vienna, quindi...". Mai dimenticato. Ecco, ora i nostri "eroi" non hanno sangue, sono tutti "puliti", con il coronavirus sono pure igienizzati, asettici, lindi, candidi, immacolati, perbene, pre-vedibili. Dove il romanzo per brillare deve essere sporco, loro sono candeggiati perfettamente, le storie sono talmente plausibili da suonare come una chitarra senza corde. Dove si desidera la carne e il sudore, c'è il sospiro di quello nato stanco e quella che attende il principe azzurro. Dio, perché non arriva un asteroide? Vengono tutti premiati, cribbio, cosa si dovrebbe fare se non porgere ai geni un alloro? I premi premiano, il nulla, ma lo fanno per riempire il vuoto, dunque assolvono il compito nel periodo del "vuotismo". Dei maschi si può saltare anche la quarta di copertina, le promesse sono decisamente tutte femmine, dunque con un vitalismo e un'intelligenza da scoprire. Ma gli uomini, santi numi, non c'è n'è uno che chiuda la porta - sarebbe perfetto se la sfondasse - senza scadere tra il maledetto-ridicolo senza una sola ferita in corpo e con la rendita di mamma e babbo e lo sfigato che scrive improbabili sonetti per una che lo cornifica (ma neanche questo si può più dire, non si porta a tavola, chiaro), cose che non intrigano neppure gli analfabeti di andata e di ritorno, la maggior specie presente sul pianeta Italia. I personaggi sono di una correttezza da sanatorio senza neppure aver preso la polmonite. Abbiamo il coronavirus, la nostra peste, ma tu, Giovanni Boccaccio, dove sei?
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4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
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4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
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per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
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di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
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aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.