24 Settembre
Un arresto sbagliato, un errore politico, un lieto fine
Carles Puigdemont arrestato e liberato in Sardegna. Un'incredibile catena di errori: fermato a Alghero (che è parte ideale della patria catalana), in una terra che ha una storia di profonda lotta per l'autonomia. Serve altro? Il caso ha sollevato l'indignazione dell'isola. Così il leader dell'indipendentismo catalano è tornato un uomo libero
Che succede? Hanno arrestato (e liberato, ma andiamo con ordine) a Alghero Carles Puigdemont, ex presidente della Catalogna, eurodeputato. Sulla sua testa pende un mandato di esecuzione cautelare della Spagna, la sua vicenda si inquadra nel conflitto tra Madrid e Barcellona, una storia lunga, dolorosa per tutta la penisola iberica, una vicenda in cui i torti e le ragioni s'incrociano, una ferita per tutti gli spagnoli perché la storia non procede in linea retta, è un arabesco e le lacrime spesso sono di tutti. Il premier Pedro Sanchez ha chiesto che si metta a disposizione della magistratura spagnola. Come è andata? Seguite il titolare di List.
01
L'affronto e la beffa. Lezione sarda
La storia è di enorme importanza per la Spagna, ovvio, ma ha un lato sardo-italiano che è stato completamente sottovalutato. Quale? Questo:
Un sit-in degli indipendentisti sardi a Sassari in attesa della decisione del giudice sull'arresto di Puigdemont (Foto Ansa).Non fatevi ingannare dal gruppetto, non è una questione di numero, di quantità, ma di storia e qualità. Ciò che sembra piccolo da queste parti è molto grande. E ha profonde radici. Alghero è una nobile città sarda e nello stesso tempo una roccaforte catalana. Puigdemont era atteso in città, doveva partecipare a un festival della cultura catalana, lo hanno prelevato all'aeroporto e portato in carcere. Primo punto: l'arresto è stato programmato, sì, c'è la storia del computer che ha il nome del politico catalano nell'elenco di quelli da "prendere" e portare in cella, ma non regge, non si mette al fresco un europarlamentare senza alzare prima il telefono, non sbatti in cella un personaggio di quel peso politico come se niente fosse. Secondo punto: in ogni caso chi ha deciso l'arresto evidentemente ha problemi con la storia della Sardegna. Non solo Alghero fa parte idealmente della patria...
Che succede? Hanno arrestato (e liberato, ma andiamo con ordine) a Alghero Carles Puigdemont, ex presidente della Catalogna, eurodeputato. Sulla sua testa pende un mandato di esecuzione cautelare della Spagna, la sua vicenda si inquadra nel conflitto tra Madrid e Barcellona, una storia lunga, dolorosa per tutta la penisola iberica, una vicenda in cui i torti e le ragioni s'incrociano, una ferita per tutti gli spagnoli perché la storia non procede in linea retta, è un arabesco e le lacrime spesso sono di tutti. Il premier Pedro Sanchez ha chiesto che si metta a disposizione della magistratura spagnola. Come è andata? Seguite il titolare di List.
01
L'affronto e la beffa. Lezione sarda
La storia è di enorme importanza per la Spagna, ovvio, ma ha un lato sardo-italiano che è stato completamente sottovalutato. Quale? Questo:
Un sit-in degli indipendentisti sardi a Sassari in attesa della decisione del giudice sull'arresto di Puigdemont (Foto Ansa).Non fatevi ingannare dal gruppetto, non è una questione di numero, di quantità, ma di storia e qualità. Ciò che sembra piccolo da queste parti è molto grande. E ha profonde radici. Alghero è una nobile città sarda e nello stesso tempo una roccaforte catalana. Puigdemont era atteso in città, doveva partecipare a un festival della cultura catalana, lo hanno prelevato all'aeroporto e portato in carcere. Primo punto: l'arresto è stato programmato, sì, c'è la storia del computer che ha il nome del politico catalano nell'elenco di quelli da "prendere" e portare in cella, ma non regge, non si mette al fresco un europarlamentare senza alzare prima il telefono, non sbatti in cella un personaggio di quel peso politico come se niente fosse. Secondo punto: in ogni caso chi ha deciso l'arresto evidentemente ha problemi con la storia della Sardegna. Non solo Alghero fa parte idealmente della patria catalana, ma la Sardegna ha un passato e un presente fatto di autonomia e indipendentismo che non si può ignorare. Mettere in prigione Puigdemont nell'isola è impresa di analfabetismo storico e mancanza di senso politico enorme.
In poche ore è scoppiato l'incendio che chiunque dotato di sufficiente intelligenza poteva e doveva evitare: in Sardegna è montata l'indignazione, nessun sardo accetta l'arresto di un indipendentista sul suolo dell'Isola, tutte le sigle dell'autonomismo hanno reagito duramente e non solo queste, perché l'ondata di proteste è anche degli altri partiti, la "nazione sarda" non è una questione di "secessionismo" ma di terra, cultura, popolo e bandiera. I Quattro Mori in Sardegna sono nel cuore di tutti, sventolano nelle manifestazioni in Spagna e in tutto il mondo insieme alla bandiera catalana, l'arresto di Puigdemont ferisce chiunque perché ha il sapore sgradevole di un antico modo di gestire la giustizia che in Sardegna ha lasciato un pessimo ricordo.
A Barcellona i catalani hanno manifestato davanti al consolato italiano, in Sardegna la storia è vista come un affronto intollerabile.
In un festival dell'imperizia e dell'incapacità di vedere più in là del brogliaccio della questura, qualcuno che capisce a quanto pare c'è, perché la giudice della Corte d'Appello di Sassari, Plinia Azzena, ha affermato che l'arresto non è illegale, ma ha accolto la richiesta della procuratrice generale Gabriella Pintus che ha sostenuto la non necessità della misura cautelare. Nonostante sia stata fissata un'udienza sulla richiesta di estradizione per il 4 ottobre, Puigdemont potrà lasciare la Sardegna e nel caso non si presentasse e non fosse nemmeno sul territorio italiano, fatto a questo punto più che probabile, la corte dovrà archiviare il caso con un non luogo a procedere. La procedura prevede che in caso di assenza in aula, il giudice debba incaricare la polizia di verificare se Puigdemont si trovi in Italia. In sua assenza, il caso è chiuso.
Per Pedro Sanchez è una beffa e infatti le cose non girano benissimo, perché mentre Puigdemont lasciava il carcere e diceva "la Spagna non perde occasione per rendersi ridicola", il caso politico è scoppiato nelle mani del premier che credeva di avere beccato la preda e poter gestire la partita catalana con un punto di vantaggio (cosa poi non facilissima, sempre di una questione radioattiva si tratta e gestire un "prigioniero" come Puigdemont è una cosa seria). Comunque, non è andata così e Sanchez è in una fase delicatissima perché sono in corso le trattative per la legge di bilancio. La coalizione tra Psoe e Podemos ha 167 voti alla Camera, dove la maggioranza assoluta è pari a 176 voti. A dare una mano al governo è l'appoggio esterno di cinque deputati indipendentisti baschi e di 13 deputati di Erc, senza i quali il premier socialista sarebbe costretto a cercare un'alternativa che non c'è. La questione catalana resta aperta e Puigdemont continua ad essere il folletto che non fa dormire Sanchez. Se lo arresta, casca tutto, se non lo cattura, finirà per cascare nel ridicolo.
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Che facciamo? Un altro round di notizie dall'Italia, solo quello che conta.
02
Tutti in ufficio, fine dello smartworking statale (era ora)
Lo smartworking di massa è finito, anche nella Pubblica amministrazione si è giunti a fine corsa. Lo ha annunciato stamattina il ministro Renato Brunetta, tutti in ufficio, nel rispetto delle regole per il contrasto per il Covid-19, come già avviene nel settore privato da tempo. Il premier Mario Draghi ha firmato il Dpcm che stabilisce il ritorno alla modalità di lavoro in presenza. Questo è un altro segnale di passaggio a una dimensione di vita non più soggetta ai lockdown. La decisione del governo non è la cancellazione totale dello smartworking, solo una sua regolazione diversa, un uso intelligente e non una segregazione dove molti hanno lavorato, ma non pochi - soprattutto nella Pubblica amministrazione - hanno considerato l'impiego come un optional. È una buona notizia, i cittadini-contribuenti pagano per avere uno Stato che funziona.
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La ripresa? È una questione di fiducia.
03
Record storico della fiducia dei consumatori in Italia
L'economia italiana è aperta e giungono buone notizie dall'Istat: "A settembre 2021 si stima un aumento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 116,2 a 119,6) mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese è stimato in lieve diminuzione (da 114,0 a 113,8). Il deciso aumento dell’indice di fiducia dei consumatori riflette un diffuso ottimismo soprattutto sulla situazione economica generale e su quella corrente. In particolare, il clima economico e quello corrente registrano gli incrementi più marcati (rispettivamente, da 132,4 a 143,6 e da 112,0 a 116,1); il clima personale e quello futuro evidenziano aumenti più contenuti (da 110,8 a 111,5 il primo e da 122,5 a 124,7 il secondo)". La fiducia dei consumatori ha raggiunto il valore più elevato dall’inizio della serie storica (gennaio 1998).
I dati della fiducia delle imprese sono in lieve calo, ma sempre su valori elevati. Nota dell'Istat: "Per le imprese si stima una lieve riduzione della fiducia nell’industria manifatturiera e un calo più ampio nel commercio al dettaglio (l’indice scende, rispettivamente, da 113,2 a 113,0 e da 113,6 a 106,8); l’indice è, invece, in aumento nelle costruzioni (da 153,8 a 155,5) e nel comparto dei servizi di mercato (da 111,8 a 112,3). Con riferimento alle componenti degli indici di fiducia, nell’industria manifatturiera si osserva un moderato peggioramento dei giudizi sugli ordini e delle aspettative sulla produzione; le scorte sono giudicate in decumulo. Per quanto attiene alle costruzioni, tutte le componenti dell’indice sono in miglioramento". Quest'ultimo dato, quello delle costruzioni, è uno degli indicatori da monitorare nei prossimi mesi, il suo aumento ci darà un quadro dell'accelerazione e consolidamento (o meno) della ripresa economica.
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Punto nave sugli affari italici (e non solo)? Il Sussidiario mi ha chiesto un'analisi sullo scenario politico dopo l'assemblea di Confindustria, a pochi giorni dal voto nei Comuni e alla vigilia delle elezioni in Germania. Il risultato è questa intervista condotta da Marco Biscella, buona lettura.
04
Draghi al centro, gli altri prigionieri liberi
Draghi ha chiesto un Patto per l’Italia, gli industriali gli hanno tributato una standing ovation, “schierandosi” apertamente per la sua riconferma a Palazzo Chigi. Che valenza politica ha tutto questo?
È la conferma di un fatto evidente: Draghi è il centro del sistema. Ci ha messo pochi mesi a diventarlo e senza di lui non ci sarebbe una direzione, un equilibrio politico. Questo è il dato primario.
Lo è diventato per meriti suoi?
Ovviamente sì, ma anche per le carenze del sistema. I partiti esprimono leader riconoscibili ma non riconosciuti, personalità che possano guidare l’Italia. E quindi a guidarla è Draghi. E aggiungo: per fortuna.
Perché per fortuna?
Proviamo a immaginare chi potrebbe mai guidare l’Italia in un simile scenario e con i soldi del Recovery Plan in arrivo… Nessuno. Draghi raccoglie il tributo dei ceti produttivi, in particolare di quel 30% di imprese esportatrici che sono una parte fondamentale del paese. Ma in questo tributo c’è paradossalmente qualcosa che manca.
Che cosa?
Il partito di Draghi. Certo, non lo farà mai, non è quello il suo progetto, Draghi è un uomo che sta sopra i partiti. Ma quando una leadership viene così investita per l’oggi e per il domani, non si può non rilevare il fatto che c'è un leader senza partito, un movimento che ne rappresenti le istanze, il pensiero, i pilastri. Draghi ha però il paese, perché gode di un consenso altissimo, e non solo fra gli industriali.
Essendo alla guida di un governo di unità nazionale molto frastagliato e non avendo un partito alle spalle, anche Draghi potrebbe cadere come è successo a Conte?
No, non c’è paragone. Conte era un politico venuto dal nulla. Draghi è forte di suo e ha i mercati. È l’assicurazione per le piazze finanziarie che l’Italia verrà condotta oggi e domani bene, guardando con attenzione i conti.
Ma Draghi è attento anche alla crescita…
Sì, Draghi fa sostanzialmente una scommessa sulla crescita e i mercati credono alla sua scommessa. E anche sul fisco, affermando che non saranno aumentate le tasse e che questo è il momento di dare, non di prendere i soldi, è stato molto abile, perché ha stoppato sul nascere le polemiche sulla riforma del catasto.
Se non c’è il partito di Draghi, si può dire che c’è un partito draghista?
No, anche se ci sono elementi di draghismo un po’ in tutti.
Non lo è neppure la Lega, considerata l’asse portante del suo governo?
La Lega era, in effetti, il partito più draghista. Poi ha cominciato a soffrire della competizione con Fratelli d’Italia e ha iniziato a tentennare sui pilastri del draghismo, che sono due: la vaccinazione del paese, cioè la fine dell’era delle chiusure e dei lockdown, e la ricostruzione, ossia la riapertura dell’economia e l’utilizzo del Recovery per trasformare il rimbalzo, il +6% del Pil ormai certificato da tutti, in ripresa “duratura e sostenibile” come ha detto Draghi all’assemblea di Confindustria. La Lega è arrivata a una, per me inspiegabile e dannosa, svolta ondivaga, soprattutto su vaccini, no vax e Green pass, dove ha inseguito minoranze rumorose, a caccia di uno zero virgola che non avrebbe mai cambiato le sue sorti. Anzi, temo che Salvini e la Lega ne vedranno gli effetti nel prossimo voto amministrativo.
C’è un partito meno draghista?
Era il Pd.
Era? Oggi non lo è più?
L’arrivo di Draghi provocò le dimissioni di Zingaretti e anche Letta al suo esordio alla guida del Pd ha provato a differenziarsi dalla figura di Draghi per cercare una politica più di sinistra, sui temi identitari.
Poi cosa è successo?
Letta, non potendo occuparsi a fondo del suo partito, perché ogni argomento che tocca lo spacca, suo malgrado è ritornato draghista. Non per convinzione, ma per opposizione a Salvini. Questa è una politica che ha bisogno del nemico e il nemico ideale per Letta è Salvini, così come per Salvini è Letta. Ma il paradosso è che i due nemici sono insieme al governo.
Insomma, siamo di fronte a più paradossi?
Esatto: il paradosso dei draghisti per convenienza e non per convinzione; il paradosso del partito di Draghi che si manifesta per acclamazione ma non c’è materialmente; il paradosso dei draghisti che non hanno un movimento che possa rappresentarli; il paradosso del Parlamento che vota le fiducie e si affida all’uomo della necessità storica, come ha detto Bonomi, riecheggiando una formula di Georgij Plechanov, uno dei padri del marxismo russo, che parlava della “funzione della personalità nella storia". Ecco, Draghi ha proprio questo compito.
Quale?
Alla fine tutto si annulla di fronte alla figura di Draghi, che sovrasta tutti come un sovrano illuminato capace di comporre gli screzi e governare, tanto da poter dire tranquillamente ogni volta che "il governo va avanti" e c'è "finché il Parlamento lo vuole".
Lo stesso Bonomi si è augurato che Draghi continui a lungo alla guida dell'esecutivo. Può significare che per il Quirinale servirà una figura di garanzia in grado di accompagnarlo nella sua attività di governo nel migliore dei modi?
Premesso che il Presidente deve esser sempre di garanzia - perché è il garante della Costituzione - è chiaro che la richiesta degli industriali, un pezzo d’Italia che si confronta con il mondo, è avere un capo dell’esecutivo forte, deciso e dal grande standing internazionale che protegge la crescita attuale per trasformarla in ripresa stabile. È un’investitura piena, totale, plateale.
Ammettiamo che Draghi resti al governo. Che succede?
Se restasse, come è auspicabile, molto dipenderà da quello che farà Mattarella.
E cosa farà Mattarella?
Mattarella non vuole proseguire il suo mandato al Quirinale. Sarebbe chiaramente un’altra anomalia, perché il bis non è vietato dalla Costituzione, ma non è la regola. Quindi, punto primo: questa è una cosa che decide il Presidente. Punto secondo: è il Parlamento che deve darsi una mossa. Punto terzo: i giochi per la presidenza della Repubblica sono ancora tutti da aprire (e scoprire). C’è gente che spera, gente che fa i conti, gente che prende contatti…
Chi ci spera?
Berlusconi ci spera, è chiaro, ma per sperarci deve arrivare alla quarta votazione e per arrivarci non deve fare accordi su nessun nome ed eventualmente farli naufragare tutti. Basta questo per capire quanto la partita sia complicata.
La corsa al Colle come viene vista all’estero?
Ai mercati finanziari e alle istituzioni internazionali la coppia Draghi-Mattarella piace molto. Offre ampie garanzie in tempi difficili, segnati da un’enorme competizione globale, una ritirata strategica degli Stati Uniti, problemi giganteschi in Asia centrale, che non è poi così lontana come sembra, nuovi assetti nel Mediterraneo e "la questione cinese" che promette scintille e un negoziato permanente con il nostro naturale alleato, l'America.
Intanto domenica si vota in Germania. Quanto le elezioni tedesche potrebbero influenzare il cammino di Draghi?
Questo è uno dei due spartiacque a brevissima scadenza. Uno è esterno (le elezioni a Berlino) e l'altro è interno (il voto nei Comuni). Veniamo alla partita tedesca: al di là di chi vince o chi perde, finisce l’era straordinaria di Angela Merkel e la domanda che si pongono tutti gli osservatori internazionali è: l’Europa è pronta all’uscita della cancelliera?
La risposta?
No. Eppure la soluzione c’è già: Mario Draghi. I vuoti si riempiono e tutti gli riconoscono la leadership, è l'italiano Draghi il leader europeo nascente. Ma è una grande leadership che si porta dietro un grande paese con grandi problemi. Da qui nasce "l’entente cordiale" con Macron (ricorda la cena dei due a Marsiglia?) che ha l’ambizione di guidare la difesa europea, nel solco di un neo-gollismo che sta dispiegando in vista dell’altro voto europeo fondamentale: le elezioni presidenziali francesi del 2022.
Nel mezzo c’è lo spartiacque interno, il voto amministrativo di inizio ottobre: è un appuntamento importante?
Molto importante, perché sono in gioco Milano, la capitale economica d’Italia, e Roma, la capitale da reinventare.
Sarà un momento della verità per le coalizioni e i singoli partiti?
A Milano e Roma, due grandi città dove fino a qualche settimana fa era favorito, il centrodestra ha perso completamente la direzione di marcia, sbagliando prima di tutto i candidati. Potrebbe pure vincere a sorpresa (per me resta un fatto più che remoto), ma questo è il dato politico.
Come si spiega questo errore?
È frutto della disfida perenne fra Lega e Fratelli d’Italia che ha raggiunto ormai livelli patologici. Salvini e Meloni fanno l'autoscontro, gli avversari li guardano a bordo dei dischi volanti.
E negli altri schieramenti?
Le amministrative segneranno la fine di una fase storica dei Cinque Stelle e probabilmente il non-inizio di Giuseppe Conte. L’unico risultato che potrebbe ottenere il Movimento sarebbe un "colpaccio" di Virginia Raggi, l'aggancio del ballottaggio a Roma (siamo sempre nel remoto, ma la Città Eterna è imprevedibile), ma questo aprirebbe lo psicodramma collettivo nel Pd. Il quale Pd potrebbe raccogliere un’insperata affermazione positiva – mi sembra eccessivo chiamarla "vittoria" – senza fare sostanzialmente nulla o quasi, raccogliendo i demeriti altrui. Anche fare il sommergibile è una scelta strategica. E può portare risultati.
Dovesse la Lega uscire ridimensionata dal voto del 3-4 ottobre e il Pd invece rafforzato, che effetti avremmo sul governo Draghi?
Nessuno. Letta e Salvini sono nella meravigliosa e terrificante condizione del "prigioniero libero".
Vale a dire?
Sono liberi di dire tutto quello che vogliono, ma prigionieri del pragmatismo draghista che alla fine porta risultati concreti. Sono liberi di prendersi a schiaffi, ma prigionieri nel dover andare avanti insieme dopo essersele suonate di santa ragione. Nessuno dei due può rompere. E chi in tutto questo trionfa ancora una volta? Sempre lui, Draghi.
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Fatti notevoli dall'estero? Almeno due, epicentro nel Pacifico.
05
Biden riunisce il Quad (e ha un problema con l'India)
Il premier indiano Narendra Modi e Joe Biden oggi alla Casa Bianca (Foto Epa).Prima l'accordo sulla difesa, la tecnologia e i sommergibili nucleari con l'Australia e il Regno Unito, poi un vertice alla Casa Bianca con i paesi del Quad (Quadrilateral Security Dialogue), India, Giappone e Australia. Confermato quanto avevamo scritto qualche giorno fa, le cose vanno velocissime. Biden conferma lo spostamento dell'interesse americano nel Pacifico (attendiamo la risposta dell'Europa, ammesso che ce ne sia una) in chiave anti-cinese. Tutti i leader presenti a Washington: il premier indiano Narendra Modi, il giapponese Yoshihide Suga e l'australiano Scott Morrison. Tutti insieme con l'obiettivo di contrastare l'espansionismo cinese. Da Pechino la cosa è liquidata come un'alleanza che non andrà lontano, ma la dimensione degli attori è troppo grande per non essere vista dalla Cina come un problema per oggi e soprattutto domani, così il quartetto diventa "una cricca destinata a fallire", torna la formula "mentalità da guerra fredda" e "no a un ritorno del colonialismo".
Tutto bene? No, perché il premier indiano Modi durante un faccia a faccia nello Studio Ovale ha detto a Biden che il ritiro americano dall'Afghanistan crea un problema all'India visto che l'alleato numero uno dei Talebani si chiama Pakistan, il nemico storico di Nuova Delhi. La politica internazionale è una matrioska, all'ultima bambolina finisce per uscire fuori quella che credevi di aver lasciato per sempre.
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Come chiudiamo questo numero serale di List? Con la Cina che ancora una volta anticipa i tempi. Di cosa? Parola chiave, Bitcoin.
06
La Cina dà un colpo d'ascia alle criptovalute: sono illegali
I cinesi vanno dritti al punto: la Banca centrale ha definito "illegali tutte le transazioni e le attività in valuta digitale". Craac, le quotazioni del Bitcoin e delle altre monete virtuali sono andate sott'acqua. Il parere sul tema delle autorità finanziarie cinesi non era ignoto, ma oggi è arrivato il colpo d'ascia, con la promessa di una dura repressione perché "non hanno lo stesso status giuridico della moneta in corso legale e non possono essere distribuite sul mercato come moneta". Secondo i cinesi il Bitcoin e le altre valute digitali "hanno prevalso, sconvolgendo l'ordine economico e finanziario, favorendo il riciclaggio di denaro sporco, la raccolta illegale di fondi, la frode, gli schemi piramidali e altre attività illegali e criminali" e mettendo "a serio rischio la sicurezza dei beni delle persone". Le quotazioni sono andate a fondo, ma quello che è interessante è lo sviluppo futuro: saranno gli Stati a creare la loro moneta digitale, la valuta cinese è in fase di sperimentazione e anche le autorità americane arriveranno alla creazione del dollaro digitale. Come diceva Gordon Gekko, "è tutta una questione di soldi, il resto è conversazione".
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acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.