21 Febbraio

Un carteggio sul voto in Italia (e l'America)

Che voto sarà quello del 4 marzo? In cosa bisogna sperare? Uno scambio di lettere tra Riccardo Ruggeri e Angelo Codevilla sulle elezioni e il loro significato: serve un altro '48 e l'elettore deve sostituire l'establishment.

Che voto sarà quello del 4 marzo? E cosa bisogna sperare per l'Italia? Riccardo Ruggeri e Angelo Maria Codevilla si interrogano sul futuro prossimo e il significato delle elezioni in un carteggio che rivela una speranza comune: l'auspicio che i cittadini vadano numerosi a votare e la fine dell'establishment. Ruggeri ha un passato da top manager nelle multinazionali e oggi fa lo scrittore e commentatore, Codevilla è un accademico che vive in America, già docente all'università di Boston,  esperto di relazioni internazionali. Sintesi: due persone libere. Il titolare di List vi augura buona lettura.

Perché serve un altro 1948

di Riccardo Ruggeri e Angelo Codevilla

Caro Angelo,

Mi chiedi cosa mi auguro dalle prossime elezioni politiche italiane. Lo stesso risultato che mi auguravo per le elezioni americane, per il referendum Brexit, per le elezioni in Germania: che la Classe Dominante al potere venisse mandata a casa, democraticamente, per palese incompetenza. Molti anni fa tu scrivevi: “La Classe Dominante americana non si alimenta e non si rinnova per meritocrazia, bensì cooptando individui il cui tratto più importante è la determinazione ad adeguarsi”. Degli incompetenti, intellettualmente disonesti, insomma.

Quella al potere in Italia, dalla caduta del muro, è esattamente così, sono stati e sono degli incompetenti, convinti però di rappresentare il massimo della competenza. I Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, politicamente sono stati così, sia chiaro, tutte persone molto perbene ma, a loro insaputa, palesemente inidonei, unfit come diceva l’Economist. Come andranno le elezioni? Impossibile rispondere, solo a posteriori conosceremo la percentuale e il mix dei votanti, ma a quel punto ci saranno già i dati definitivi dei seggi. È però possibile fare delle simulazioni, in funzione appunto delle percentuali dei votanti. 

Per esempio, se i cittadini valutassero che il contesto attuale fosse come quello del 18 aprile 1948, dove bisognava scegliere fra democrazia e comunismo, quindi andassero alle urne...


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