18 Luglio

Un nuovo inizio a Tunisi

La spinta di Giorgia Meloni all'accordo tra Unione europea e Tunisia dà all'Unione europea un nuovo ruolo in Africa. Contrastare il traffico di esseri umani, avviare la ricostruzione del paese. Perché questo è un modello di politica estera

di Marco Patricelli

Dai sette pilastri della saggezza di Lawrence d’Arabia ai cinque pilastri del memorandum di Giorgia di Tunisia. L’accordo di Tunisi rilancia la diplomazia italiana in un’area “calda” della crisi economico-sociale che dall’Africa mediterranea investe l’Europa sotto forma di instabilità geopolitica e pressione migratoria. Il partenariato strategico sottoscritto nel palazzo presidenziale di Cartagine dalla premier italiana Giorgia Meloni, dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, dal primo ministro olandese Mark Rutte e dal presidente tunisino Kais Saied ha molteplici chiavi di lettura, ma in ogni caso riporta Roma al centro della ragnatela diplomatica spezzando i fili vischiosi della disinvoltura con la quale veniva considerata la questione degli sbarchi che assedia la sponda sud dell’Unione a più velocità e più morali.

Cinque punti per ragionare sulle cause, andando alla radice del problema, che sono una base di partenza per disciplinarlo e risolvere almeno la questione del traffico di esseri umani, passando dall’assistenza macrofinanziaria alle relazioni economiche, dalla cooperazione energetica alla migrazione e ai contatti tra le persone, secondo una precisa strategia della Commissione europea di accordi mirati su una cooperazione di supporto alla ripresa economica, allo sviluppo di fonti energetiche sostenibili e della collaborazione culturale, nonché di deciso contrasto al fenomeno dello sfruttamento migratorio. Intanto, sul tavolo risultante dal tessi-e-cuci e dall’andirivieni con la sponda tunisina della presidente del Consiglio italiana, vengono puntate le fiches di aiuto alla boccheggiante Tunisia, con 150 milioni di euro a sostegno del disastrato bilancio, cui ne seguiranno poco più di 100 destinati a rafforzare il controllo delle frontiere. Il piatto grosso, di 900 milioni, a detta di Ursula von der Leyen, verrà erogato «quando ci saranno le condizioni»; ovvero, «un pacchetto forte, che è un investimento nella nostra prosperità e stabilità e nelle generazioni future». Saied dovrà peraltro mettere in cantiere e realizzare...


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