15 Gennaio
Un piano per chiudere il renzismo (e riaprire il Pd)
Liberi e Uguali non appoggia Gori e sostiene Zingaretti. Perché? Il piano scatterà dopo il voto e se nel Lazio Zingaretti vince... Grasso tiene aperta la porta al Movimento 5Stelle, Boldrini avvisa il Pd sull'inciucio. La strategia di un partito che (forse) sarà decisivo.
Che cosa sta succedendo? In teoria non molto, ma in pratica si sta muovendo la sinistra-sinistra e questo dovrebbe preoccupare parecchio Matteo Renzi. Pietro Grasso ha annunciato l'appoggio a Nicola Zingaretti, presidente uscente e (ri)candidato alla guida della Regione Lazio. Questa mossa è più importante di quel che si immagini, spacchettiamo la decisione politica:
Liberi e Uguali non ha dato il sostegno alla candidatura di Giorgio Gori in Lombardia per un semplice e inesorabile motivo: chi è amico del mio nemico è un nemico. Gori è amico di Renzi, è stato battezzato dal segretario del Pd con lo spadone da cavaliere, Renzi è un mio nemico, Gori dunque è altrettanto mio nemico.
Liberi e Uguali invece ha stretto un'alleanza elettorale con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti applicando questo schema: chi non è amico del mio nemico può essere mio amico. Zingaretti non è amico di Renzi e non è renziano, dunque Grasso annuncia l'alleanza.
01
Distruggere (o riprendersi) il Pd
A che scopo Liberi e Uguali applica questo schema di alleanze variabili con il Partito democratico?
Ecco la mappa delle prossime mosse:
Se Giorgio Gori in Lombardia perde e Nicola Zingaretti nel Lazio vince (ipotesi non semplice) si apre il seguente schema: Liberi e Uguali è certamente decisiva per le sorti della sinistra, ma in realtà il piano di D'Alema è più sofisticato. Qual è? I candidati renziani non sono adeguati, come del resto il segretario, se la sera del 4 marzo Zingaretti esce vincente nel Lazio mentre il Pd finisce nel burrone della sconfitta, Matteo Renzi dovrà dimettersi e Nicola Zingaretti - da vincente - potrebbe lanciare la sua sfida alla guida del partito con la spinta "esterna" decisiva di Liberi e Uguali, cioè degli scissionisti che possono lanciare un'Opa di medio periodo nel Pd e perfino...
Che cosa sta succedendo? In teoria non molto, ma in pratica si sta muovendo la sinistra-sinistra e questo dovrebbe preoccupare parecchio Matteo Renzi. Pietro Grasso ha annunciato l'appoggio a Nicola Zingaretti, presidente uscente e (ri)candidato alla guida della Regione Lazio. Questa mossa è più importante di quel che si immagini, spacchettiamo la decisione politica:
Liberi e Uguali non ha dato il sostegno alla candidatura di Giorgio Gori in Lombardia per un semplice e inesorabile motivo: chi è amico del mio nemico è un nemico. Gori è amico di Renzi, è stato battezzato dal segretario del Pd con lo spadone da cavaliere, Renzi è un mio nemico, Gori dunque è altrettanto mio nemico.
Liberi e Uguali invece ha stretto un'alleanza elettorale con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti applicando questo schema: chi non è amico del mio nemico può essere mio amico. Zingaretti non è amico di Renzi e non è renziano, dunque Grasso annuncia l'alleanza.
01
Distruggere (o riprendersi) il Pd
A che scopo Liberi e Uguali applica questo schema di alleanze variabili con il Partito democratico?
Ecco la mappa delle prossime mosse:
Se Giorgio Gori in Lombardia perde e Nicola Zingaretti nel Lazio vince (ipotesi non semplice) si apre il seguente schema: Liberi e Uguali è certamente decisiva per le sorti della sinistra, ma in realtà il piano di D'Alema è più sofisticato. Qual è? I candidati renziani non sono adeguati, come del resto il segretario, se la sera del 4 marzo Zingaretti esce vincente nel Lazio mentre il Pd finisce nel burrone della sconfitta, Matteo Renzi dovrà dimettersi e Nicola Zingaretti - da vincente - potrebbe lanciare la sua sfida alla guida del partito con la spinta "esterna" decisiva di Liberi e Uguali, cioè degli scissionisti che possono lanciare un'Opa di medio periodo nel Pd e perfino ipotizzare di rientrarvi con la cavalleria corazzata. Naturalmente D'Alema, Bersani, Grasso, Boldrini, Speranza e compagni hanno davanti anche l'opzione "liquidazione", cioè lasciare che il Pd muoia, rotoli nella sua crisi di identità e si spenga e nel frattempo...
02
Alleanze variabili e la carta Grillo
Nel frattempo Liberi e Uguali fa una politica di alleanze, esattamente quelle che il Pd non è riuscito a fare durante la fase di costruzione della legge elettorale e anche dopo. In tutto questo c'è del metodo, una certa dose di pazienza e cinismo, una tessitura "cinese". Liberi e Uguali mette "il programma di sinistra" al centro delle sue scelte politiche e va a discuterlo con i potenziali alleati. Ha una pregiudiziale a destra, cioè non farà mai alleanze con "l'avversario naturale" (cosa a cui invece il Pd punta per salvarsi, cioè andare a fare una larga intesa con Berlusconi) e parla con tutti gli altri. La linea di Liberi e Uguali è chiara: niente inciucio con il Cavaliere, se lo fate, perderete ancora di più l'aggancio a sinistra. E infatti Laura Boldrini ieri diceva:
Larghe intese? Le vedo male, perché gli elettori vogliono essere rispettati, non votano Pd per governare con il centrodestra. Penso che con questa legge elettorale, che non garantisce molto la governabilità, ci sara' un momento in cui dovremo capire come andare avanti, anche con l'aiuto del Presidente Mattarella. Però penso che questo schema qui non può essere apprezzato.
Pietro Grasso stamattina ha chiarito che non c'è affatto la porta chiusa al Movimento 5Stelle:
Non ci sono pregiudiziali. Valuteremo al momento opportuno le loro politiche se saranno compatibili con le nostre di sinistra. Non ci sono pregiudiziali, quelle ci sono solo nei confronti della destra. Sarà usato lo stesso metodo, valuteremo se la nostra politica di sinistra può far parte dei loro programmi.
La porta dunque è aperta e questo fatto sblocca una serie di possibili combinazioni di governo dopo il voto. Il Movimento 5Stelle nei sondaggi resta saldamente in testa, il Pd continua a perdere voti (e seggi), Liberi e Uguali non è un treno, ma neanche una diligenza scassata e in ogni caso ha la potenzialità per far perdere il Pd e aggiungersi in maniera decisiva ai Cinque Stelle in un'ipotesi di governo alternativo al centrodestra e alle larghe intese Pd-Forza Italia. Si è aperta una partita a scacchi con la morte (Bergman) dove a ogni mossa compare l'immagine della vittima: il Pd di Matteo Renzi. Andrà così? Non lo sappiamo, la campagna elettorale è corta e nello stesso tempo lunga, può ancora succedere di tutto, anche se i trend da questo momento in poi cominceranno a consolidarsi.
03
Mostrificazione dei grillini
La strategia di "mostrificazione" del grillismo prosegue. Dopo Renzi, ieri è stato Berlusconi a brandire la spada, per il Cav. i Cinque Stelle "sono una setta". Come impone la logica del tennis elettorale, a dichiarazioni simili segue risposta grillina sotto rete molto facile da parte di Di Maio: "Ci temono, abbiamo già vinto". Questo dimostra ancora una volta che la strategia della demonizzazione - di cui Berlusconi tra l'altro dovrebbe conoscere bene l'esito da zero sum game, visto che ne ha beneficiato - conduce inevitabilmente a uno scambio di colpi in cui l'accusato ha gioco facile nel sostenere che "è temuto da tutti", che "c'è un accordo degli avversari", che "hanno già vinto" e via così. Definirsi anti- non basta, bisogna spiegare agli elettori cosa sei e cosa farai quando sarai al governo.
04
Fornerizzazione & Flat Tax
Questo problema nel centrodestra si sentirà sempre di più con il passare dei giorni e urge un chiarimento su cosa vogliono fare, ammesso che lo sappiano sul serio. Matteo Salvini insiste: "Sulla riforma Fornero e sulle pensioni quello che c'è da salvare mi sembra zero. Sulla Fornero il discorso è chiuso". Sarà anche chiuso, ma bisogna capire con chi, visto che Berlusconi dice cose diverse e pensa a piccole modifiche della legge. Sulla Flat Tax, inoltre, le proposte di Forza Italia e Lega sono profondamente diverse - per quel poco che si può capire finora - e se non si chiarisce il punto di caduta dell'aliquota, come funziona etc. il Pd darà al ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan carta bianca per demolire con i numeri una riforma che per ora è allo stato gassoso. E infatti Padoan ha già cominciato a martellare:
La flat tax proposta dal centrodestra è il tipico prodotto bacchetta magica, sembrerebbe che la sua introduzione, indipendentemente dall'aliquota, produca semplificazione e l'abbattimento delle tasse ma non è sostenibile. Capisco che dire che si farà la flat tax susciti entusiasmo. Ma ci sono due aspetti da considerare: primo, diteci dove trovate le decine e decine di miliardi che servono a coprire la flat tax. Secondo, diteci come si evita che la flat tax produca un risultato ben noto, cioè quella di essere regressiva, ovvero di avvantaggiare i più ricchi.
Berlusconi ieri ha giocato in casa, negli studi Mediaset con Barbara d'Urso, e ha insistito sul tema Flat Tax, ben sapendo di evocare l'appetito degli elettori:
La nostra religione laica è sempre stata meno tasse, meno tasse, meno tasse. Siamo sotto una oppressione fiscale ed è qualcosa che incide negativamente su tutti. Serve una vera e propria rivoluzione fiscale che si chiama flat tax. C'è una unica aliquota, pari o inferiore all'aliquota più bassa che oggi è al 23 per cento. L'aliquota che si applica è al 23 per cento.
La religione sarà certamente laica, ma la ragione nel centrodestra sul punto resta confusa perché nelle stesse ore Matteo Salvini parlava di un'aliquota diversa:
La settimana prossima ci sarà un numero per essere seri. Una tassa unica, pagare meno per pagare tutti. Secondo me l’aliquota dovrà essere più vicina al 15 per cento che al 23 per cento. Il mio numero “aureo” è sicuramente inferiore al 20 per cento.
Stanno dando i numeri, è chiaro. Ma il gioco non può durare a lungo, perché l'elettore italiano tutto questo lo vede e lo sente. Perfino le masse inconsapevoli hanno capito che siamo nella fase delle promesse irrealizzabili. Il centrodestra può semplificare finché vuole il messaggio ma il cittadino conosce la complessità del Fisco italiano per una semplice ragione: lo paga. E chi non lo paga, gli evasori, non è interessato alla Flat Tax, ma a un sistema ben ingarbugliato che consente di sfuggire all'imposizione fiscale.
05
Di Maio in prima pagina sul FT
Intanto, i grillini continuano ad essere pesati come possibile forza di governo e all'estero - dove non guardano agli orpelli della campagna elettorale, ma alla realtà dei numeri e alle opzioni possibili - cominciano a descriverli così. Stamattina sul Financial Times c'è in prima pagina la faccia di Luigi di Maio e il servizio è piazzato a pagina 3, in posizione nobile, quella che si dedica ai temi importanti:
L'articolo di James Politi descrive l'irresistibile ascesa di Giggino, dal nulla a candidato a guidare un paese che è la terza economia d'Europa e anche il terzo debito pubblico del mondo. Il FT fa un ritratto del leader pentastellato che non è né cattivo né buono, lo dipinge esattamente per quel che è, la debolezza viene descritta con un'espressione inglese "wishy-washy" che dipinge i continui cambi di posizione del Movimento 5Stelle su temi come l'Euro (ora non si esce più), l'immigrazione, l'Europa, il fisco. Quanto alla biografia di Di Maio, vale quanto avevamo scritto in un numero di List del settembre scorso:
Luigi Di Maio è nato a Avellino nel 1986, la sua scheda personale sulla piattaforma Rousseau del Movimento 5Stelle alla voce esperienza recita: "Steward presso la tribuna autorità dello stadio San Paolo di Napoli, assistente regista di Ernesto Dello Jacono (allievo di Eduardo De Filippo), tecnico/riparatore computer hardware, agente commerciale, manovale presso un'impresa edilizia, cameriere". Nel 2013 partecipa alle parlamentarie del Movimento 5Stelle e ottiene 189 voti, viene candidato alla Camera e eletto. Dal 21 marzo è vicepresidente di Montecitorio. L'investito, Di Maio, sarà probabilmente il candidato premier del Movimento 5Stelle, dovrebbe guidare un paese che è la nona economia del mondo, è appena uscito da una durissima recessione (ma è pronto a tornarci), ha un rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo stabilmente oltre il 131 per cento, la disoccupazione è all'11.3 per cento (quella giovanile al 35.5 per cento), il surplus commerciale dell'Italia è di circa 50 miliardi di euro. Un paese che ha qualità ed è profondamente malato.
06
Bloomberg: i politici italiani siano realisti
L'editorial board di Bloomberg avvisa i partitanti italiani: state promettendo l'impossibile, il rapporto tra debito e pil dell'Italia è al 130 per cento, l'irresponsabilità è cresciuta perché in Italia c'è stata la ripresa e i politici pensano di introdurre una fase di "relax fiscale", una legge elettorale che potrebbe non dare un chiaro vincitore dà ai candidati la certezza di non mantenere la parola in futuro, stanno buttando la possibilità di discutere seriamente della questione del debito pubblico, sta per finire il quantitative easing e i costi del servizio del debito pubblico saliranno, Roma deve dimostrare responsabilità nel momento in cui si discute la riforma dell'Eurozona, l'Italia chiede una condivisione dei rischi, ma Berlino non accetterà questa proposta se non si dimostrerà di essere responsabili. Cari amici di Bloomberg, tutto vero, ma questa è l'Italia. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
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7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.