31 Marzo

Un tempo fuggito, sospeso e ripreso

L'inquietudine e lo smarrimento, la speranza e l'attesa, l'allungamento e restringimento delle ore e dello spazio. L'assenza di leader politici (oh no, Trump!), le parole dei grandi vecchi filosofi d'Europa, un solo grande racconto che è già Storia, la preghiera del Papa in Piazza San Pietro. Le note sul taccuino di Maite Carpio


di Maite Carpio

Siamo alla quarta settimana di reclusione forzata e comincia a delinearsi nelle nostre teste uno strano senso della realtà. I primi giorni c’era un’atmosfera di festa, canti nel balcone, applausi collettivi al personale sanitario, lezioni di pilates condivisa nei balconi, circolavano i meme più irriverenti, un via vai di chat e apericall su House party, Zoom, Team, Meetup in una scellerata corsa tecnologica per trovare l’app più fantasiosa. Poi si sono aggiunte le call di lavoro, quelle con il dietologo, un consiglio medico, i colleghi del circolo letterario (che prima ti davano un mese per leggere un libro, adesso la scadenza è settimanale!), le lezioni di cucina online e il giro quotidiano di telefonate con i parenti stretti e alla fine le giornate volavano. Insomma, un inferno. 

Siamo in isolamento ma non siamo mai stati collegati e in contatto con gli altri come in questi giorni. La solidarietà è diventata merce di scambio. Arrivano messaggi da tutte le parti del mondo a chiedere notizie sulla salute dei nostri cari, amici da New York, dal Messico che tifano per noi (sperando che non arrivi da loro) dall’India sono preoccupati per la nostra sorte (strano, 1.3 miliardi di persone chiusi in casa e chiamano noi!). Gli unici che non si fanno sentire sono gli inglesi, e si capisce perché. Ultimamente c’è una gara in corso a capire chi sta peggio se l’Italia o la Spagna. Gli amici italiani sono costernati per la deriva spagnola e viceversa, gli spagnoli sono terrorizzati di prendersi il primo posto del ranking del contagio. 

Tutto corrisponde a un comprensibile bisogno di condividere un destino comune che ci ha fatto, all’improvviso, sentire smarriti e alla ricerca di una comunità di riferimento. Forse la nostra non è altro che la versione 4.0 di quella solidarietà tanto...


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