1 Novembre
Una breve storia del potere
Che cosa è il potere? Un libro di Simon Heffer ne descrive la genesi e la trasformazione in Stato moderno. Una guida realista dalla monarchia alla democrazia dove domina l'uso della forza istituzionalizzata. Il saggio introduttivo di Lorenzo Castellani, un viaggio dalla classicità al XXI secolo
Che cosa è il potere? Questa domanda è l'essenza della politica, il suo nocciolo incandescente. Una prateria sterminata dove perdersi e ritrovarsi significa studiare, leggere, capire, conoscere in maniera diretta come funziona il potere. Il libro Una breve storia del potere, di Simon Heffer, edito da Liberilibri è una bussola perfetta per orientarsi in questo viaggio. Pubblichiamo la prefazione al volume di Lorenzo Castellani. Buona lettura.
di Lorenzo Castellani
In Una breve storia del potere Simon Heffer riproduce un vasto affresco storico che ricostruisce le dinamiche evolutive del potere politico legandole a quattro variabili fondamentali utilizzate come lenti attraverso cui far procedere la sua analisi: territorio, ricchezza, religioni e ideologia. Tuttavia, nel suo percorso, ricchissimo di dati storici che vanno dalla classicità al XXI secolo, l’autore propone anche una certa idea del potere, un’interpretazione che cerca di tenere insieme due fondamentali schemi analitici, due regolarità della politica moderna, per usare una tipizzazione che era cara al politologo italiano Gianfranco Miglio: quella del realismo, che sottolinea l’ineliminabile conflitto interno ed esterno alle società umane, e quella del liberalismo, come metodo per la limitazione dello stesso potere politico e filosofia della libertà poggiata sull’individuo. Per quanto concerne la prima regolarità Heffer rifiuta qualsiasi interpretazione “universalista” che sia propensa a considerare la storia come ineluttabile progresso volto a delineare quello che, con una immagine carica d’ironia, il sociologo americano Christopher Lasch chiamava «il paradiso in terra».
Heffer contesta, dunque, l’idea che la storia stia volgendo al termine per la vittoria su scala globale della democrazia liberale dopo il collasso del comunismo, tanto in termini politici quanto ideologici. La teoria di Fukuyama di progressiva ed inevitabile espansione della democrazia liberale oltre i confini dell’Occidente non mostrava soltanto una fallacia ideologica, volta a costruire un’omogeneizzazione tra i caratteri peculiari dell’esperienza politica occidentale e...
Che cosa è il potere? Questa domanda è l'essenza della politica, il suo nocciolo incandescente. Una prateria sterminata dove perdersi e ritrovarsi significa studiare, leggere, capire, conoscere in maniera diretta come funziona il potere. Il libro Una breve storia del potere, di Simon Heffer, edito da Liberilibri è una bussola perfetta per orientarsi in questo viaggio. Pubblichiamo la prefazione al volume di Lorenzo Castellani. Buona lettura.
di Lorenzo Castellani
In Una breve storia del potere Simon Heffer riproduce un vasto affresco storico che ricostruisce le dinamiche evolutive del potere politico legandole a quattro variabili fondamentali utilizzate come lenti attraverso cui far procedere la sua analisi: territorio, ricchezza, religioni e ideologia. Tuttavia, nel suo percorso, ricchissimo di dati storici che vanno dalla classicità al XXI secolo, l’autore propone anche una certa idea del potere, un’interpretazione che cerca di tenere insieme due fondamentali schemi analitici, due regolarità della politica moderna, per usare una tipizzazione che era cara al politologo italiano Gianfranco Miglio: quella del realismo, che sottolinea l’ineliminabile conflitto interno ed esterno alle società umane, e quella del liberalismo, come metodo per la limitazione dello stesso potere politico e filosofia della libertà poggiata sull’individuo. Per quanto concerne la prima regolarità Heffer rifiuta qualsiasi interpretazione “universalista” che sia propensa a considerare la storia come ineluttabile progresso volto a delineare quello che, con una immagine carica d’ironia, il sociologo americano Christopher Lasch chiamava «il paradiso in terra».
Heffer contesta, dunque, l’idea che la storia stia volgendo al termine per la vittoria su scala globale della democrazia liberale dopo il collasso del comunismo, tanto in termini politici quanto ideologici. La teoria di Fukuyama di progressiva ed inevitabile espansione della democrazia liberale oltre i confini dell’Occidente non mostrava soltanto una fallacia ideologica, volta a costruire un’omogeneizzazione tra i caratteri peculiari dell’esperienza politica occidentale e il resto del mondo, ma anche la sua debolezza nella realtà storica già alle prime prove a cui è stata sottoposta tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila. Per quanto riguarda il liberalismo, Heffer assume una posizione di sintesi, quindi intrinsecamente realista, tra il liberalismo classico novecentesco e la critica che a questo veniva rivolta da autori come Max Weber e Carl Schmitt. Il liberalismo classico, infatti, intende limitare ed irreggimentare nel più ampio modo possibile il conflitto per il potere politico imbrigliandolo nel giuridico, cioè in regole fondamentali e inderogabili da chi detiene il potere stesso e nella contrattazione tra le parti, basata sul dialogo e sullo scambio. Sul punto, invece, l’autore cerca di dimostrare, ricorrendo ad un’ampia analisi di dati storici, come il conflitto per il potere possa essere al massimo temporaneamente addomesticato dal liberalismo, ma mai espunto dalla dinamica politica.
Heffer contesta l’idea che la storia stia volgendo al termine per la vittoria su scala globale della democrazia liberale dopo il collasso del comunismo, tanto in termini politici quanto ideologici
In altre parole, il libro mette in conto la possibilità sempre presente dell’avvento di movimenti politici estremizzati, di una degenerazione dei regimi politici verso forme illiberali e di un clima culturale con crescenti livelli di irrazionalità. L’autore mostra la consapevolezza che la politica possa produrre, con una certa regolarità storica, effetti che destabilizzano l’ordine politico. Un sistema di potere può, infatti, indebolirsi, decadere e collassare come Edward Gibbon, ripetutamente citato in tal sede da Heffer, ha dimostrato nel suo Declino e Caduta dell’Impero Romano. Questo perché le regole costituzionali, garanzia delle libertà personali, e l’organizzazione statuale, che ebbero una grande accelerazione a partire dal diciannovesimo secolo, hanno dato prova di non riuscire mai ad imbrigliare completamente la politica, a neutralizzarne gli effetti disordinanti. Per questo Heffer, da storico, sa che tanto i sistemi costituzionali così come gli equilibri nello scacchiere geopolitico devono considerarsi come fiumi sempre in movimento ed esposti alla tempesta delle trasformazioni imposte dal politico, dall’insondabile e allo stesso tempo ineliminabile conflittualità irrazionale della vita umana. Tuttavia, l’autore non abbraccia mai posizioni tout court schmittiane nella sua analisi del potere. Quest’ultimo non è, dunque, riducibile allo Stato che per Schmitt è teologia secolarizzata, cioè «la presenza nel politico, per il suo stesso costituirsi, di una trascendenza, o meglio un movimento di trascendimento della realtà empirica che è necessario e nello stesso tempo irrisolto, o mai risolto una volta per tutte», ma che resta concetto sfuggente, che vive prima e oltre lo Stato e si dipana su molteplici livelli, incluso quello spirituale, economico ed ideologico.
Tanto i sistemi costituzionali così come gli equilibri nello scacchiere geopolitico devono considerarsi come fiumi sempre in movimento ed esposti alla tempesta delle trasformazioni imposte dal politico, dall’insondabile e allo stesso tempo ineliminabile conflittualità irrazionale della vita umana
Heffer rimane, in definitiva, uno storico che ha maturato un approccio liberale nella sua concezione del potere, ma che resta saldamente piantato nella realtà dei fatti e del conflitto politico. Inoltre, l’autore è difficilmente inquadrabile in qualche categoria accademica proprio perché egli stesso si pone come eclettico, e questa è probabilmente la peculiarità più preziosa di questo libro, capace di fornire un grande affresco che spazia dalla storia delle relazioni internazionali a quelle delle istituzioni, dall’economia alla storia delle religioni ricordando al lettore che il potere ha sempre molteplici fonti d’estrazione e dimensioni temporali.
Senza dubbio uno degli spunti più interessanti forniti dal libro è quello legato alla storia dello Stato moderno e al suo ruolo come attore internazionale. Secondo la lezione weberiana lo Stato rappresenta un grande processo di razionalizzazione del potere politico in Occidente che è avvenuto prevalentemente attraverso due vettori: il monopolio legittimo della violenza e il dispiego dei suoi effetti sopra ad un delimitato territorio. Questo percorso si è poi raffinato attraverso la creazione di una burocrazia centralizzata e di un esercito, entrambi professionalizzati, legalizzati ed improntati a criteri organizzativi scientifici, coordinati da un vertice che si caratterizzava per l’impersonalità del comando. Lo Stato diviene, dunque, un edificio giuridico e fattuale capace di superare la vita dei suoi vertici politici e le proprie personalità. È, secondo Alessandro Paserin D’Entreves, semplicemente «violenza più mite» e «forza istituzionalizzata». Per dirla con lo storico Ernst Kantorowicz, due divengono i corpi del Re: l’uno fisico, personalizzato, carismatico e l’altro giuridico, impersonale, pubblico. È su questo aspetto che gioca molto, forse inconsapevolmente, il saggio di Heffer concentrato tanto sulla personalità degli Stati su scala internazionale quanto sulle personalità carismatiche che hanno animato il grande gioco delle potenze. Ritorna ancora, con grande evidenza, l’eredità weberiana e quelle due tipologie di potere che lo studioso tedesco classificava come tradizionale, quali la ricchezza ereditaria e i costumi, e carismatico, legato allo sviluppo di grandi personalità capaci di scalare le istituzioni pubbliche e condurle saldamente.
Due divengono i corpi del Re: l’uno fisico, personalizzato, carismatico e l’altro giuridico, impersonale, pubblico. È su questo aspetto che gioca il saggio di Heffer concentrato tanto sulla personalità degli Stati su scala internazionale quanto sulle personalità carismatiche che hanno animato il grande gioco delle potenze
Quello di Heffer è un affresco del potere politico che richiama, per la sua durezza, la visione del sociologo tedesco Franz Oppenheimer per cui lo Stato è «una istituzione sociale, imposta con la forza da un gruppo vittorioso di uomini su di un gruppo sconfitto, con il solo scopo di regolare il dominio del gruppo vittorioso sul gruppo sconfitto, e di assicurarsi contro la rivolta dall’interno e gli attacchi dall’esterno». Nella concezione realista espressa dal libro c’è anche un richiamo implicito al problema della degenerazione delle democrazie in Stati totalitari, secondo la visione espressa da Bertrand de Jouvenel in Del Potere. Storia naturale della sua crescita. Per l’intellettuale francese mostrava con chiarezza il percorso di accrescimento del potere dalle sue origini nell’età moderna fino agli Stati totalitari del XX secolo e argomentava efficacemente sul fatto fondamentale per cui la democrazia, quando la penetrazione sociale dello Stato è profonda, non è in grado di fornire alcuna garanzia di tutela delle libertà individuali. Ciò, in particolare, quando tendevano a prevalere quelle correnti di pensiero, legate alla tradizione del diritto positivo, secondo cui tutto il diritto discendeva dall’autorità politica e per cui questa si trovava ad essere allo stesso tempo formalmente vincolata al diritto che solo essa stessa poteva creare. Un sofisma che si presta alla totalitarizzazione delle società e alla degenerazione del potere relativo in assoluto.
Il Walhalla. Ratisbona, Baviera.Una regolarità che vale anche quando ci si sposta nel campo delle relazioni internazionali. Infatti, pur essendo il libro di Heffer estremamente ricco di richiami alla storia delle relazioni tra Stati è molto povero di riferimenti al diritto internazionale. Un segno che l’autore consideri tribunali, regole ed enti sovranazionali come espressione dell’ordine politico globale istituito dai vincitori di una determinata fase storica e come rappresentativi di istituzioni estremamente fragili da poter essere spazzate via nel momento in cui il livello dello scontro tra potenze si alzasse. Ancora una volta la vena realista dell’autore fuoriesce con abbondanza mostrando come l’ordine liberale su scala planetaria possa reggersi, in sostanza, solamente sull’equilibro di potere tra Stati o imperi. Un potere e un bilanciamento dello stesso declinato in plurime forme politiche, culturali, economiche e religiose.
Emergono qui anche interessanti considerazioni relative al rapporto tra politica e religione. Per l’Occidente il percorso di razionalizzazione del potere ha significato anche secolarizzare le istituzioni pubbliche e passare, secondo la lezione dello storico Paolo Prodi, dal patto-giuramento sacralizzato con Dio al patto tra cittadini come elemento fondamentale alla base del potere spersonalizzato dello Stato. Un percorso non privo di contraddittorietà come ha sottolineato uno dei maggiori storici del diritto tedesco Bockenfoerde per cui «Lo Stato liberale secolarizzato poggia su presupposti che non può garantire. Questo è il grande rischio che esso si è assunto per amore della libertà» e «da una parte esso può esistere come Stato liberale solo se la libertà, che esso garantisce ai suoi cittadini, si regola dall’interno, vale a dire a partire dalla sostanza morale del singolo e dall’omogeneità della società. D’altre parte, se lo Stato cerca di garantire da sé queste forze regolatrici interne attraverso i mezzi della coercizione giuridica e del comando autoritativo, esso rinuncia alla propria liberalità e ricade – su un piano secolarizzato – in quella stessa istanza di totalità da cui si era tolto con le guerre civili confessionali».
Per l’Occidente il percorso di razionalizzazione del potere ha significato anche secolarizzare le istituzioni pubbliche e passare dal patto-giuramento sacralizzato con Dio al patto tra cittadini come elemento fondamentale alla base del potere spersonalizzato dello Stato
Queste parole furono al centro qualche anno fa del confronto tra l’allora Cardinale Ratzinger e il filosofo Habermas sono passate alla storia come il “paradosso di Böckenförde”. Nel gennaio 2004 il dilemma sollevato dal giurista tedesco, è stato argomento di dibattito tra l’allora Cardinale Ratzinger e il filosofo Habermas. Il primo sosteneva che le istituzioni politiche democratiche non si reggono su loro stesse necessitando di «qualcosa di irrinunciabile», oltre il campo politico. Il secondo ribadiva che lo Stato liberale deve direttamente contribuire ai presupposti spirituali sui quali si fonda. Böckenförde s’inseriva nella querelle suggerendo una soluzione mediana: che se lo Stato liberale non può auto-creare tali presupposti, può tuttavia tutelarli e svilupparli. Neutralità dello Stato non coincide quindi con assenza di principî. Una questione che ci porta direttamente al cuore del rapporto con l’Islam che, seppure in termini storico-militari, Heffer tiene abilmente dentro alcune parti del suo saggio. Relazione conflittuale che inizia con la vittoria di Carlo Martello a Poitiers nel 732 dopo Cristo e che arriva fino all’11 settembre 2001. Un rapporto che illustra le due diversissime concezioni del potere delle civiltà islamica e di quella cristiana di cui ogni storico non può non tener conto. Mentre nel mondo cristiano la secolarizzazione ha dato vita alla teologia politica che ha trovato la massima espressione nello Stato moderno, con tutto ciò che questo ha comportato sul piano bellico e delle libertà personali, nel mondo islamico la separazione tra religione e potere politico non c’è mai stata. Ciò che è avvenuto in Occidente fin dal Codice di Giustiniano del 534 dopo Cristo, cioè con il divorzio tra diritto civile e quello divino, non si è mai verificato nel mondo islamico, per cui il Corano è ancora unica fonte primaria del diritto. Al mancato sviluppo della secolarizzazione e del costituzionalismo si è aggiunta una terza “razionalizzazione necessaria”, quella capitalista, che ha permesso al mondo Occidentale un formidabile sviluppo. Ciò ha permesso all’Occidente di governare il mondo non tanto, e non solo, sul piano militare quanto sul piano economico, culturale ed istituzionale. La reazione a questa aggressione occidentale subita dall’Islam, secondo un concetto coniato dallo storico inglese Arnold Toynbee, sarebbe il carburante primario del fondamentalismo. Reazione politico-religiosa all’homo saecularis, alla società di mercato e ad uno stile di vita fondato sulla concupiscenza. Una diversità tra due culture o meglio civiltà, termine coniato dall’impostazione anglo-americana propugnata da Huntington e Toynbee, che ancora oggi continua ad apparire insanabile.
Charles de Steuben, Battaglia di PoitiersDa ultimo emerge sullo sfondo del saggio di Heffer la profonda relazione tra ordine politico e sviluppo capitalistico. La ricchezza della produzione e del commercio, originata dal pluralismo istituzionale occidentale, si fonde con i destini degli Stati e la propria influenza geopolitica. L’apertura dei mercati oltre i confini nazionali, caratteristica attribuibile in primo luogo agli imperi della storia moderna e dal ventesimo secolo agli Stati Uniti d’America, diviene un potentissimo meccanismo per l’espansione del potere. Lo stesso capitalismo trasforma e viene allo stesso tempo trasformato dal potere politico nelle varie fasi della storia. Lo Stato si era abbondantemente servito del capitalismo per espandere la propria sfera d’influenza politica provvedendo a tutto ciò che ai grandi capitalisti pesava sostenere come le infrastrutture e l’assistenza sociale. Tuttavia, come anche Heffer mostra, una eccessiva interrelazione tra capitalismo e statalismo può scadere in pericolosissime degenerazioni: monopoli, cartelli, oppressione fiscale e burocratica, depressione economica e, in definitiva, collasso del sistema economico e politico. Uno strumento, lo Stato, può facilmente divenire padrone dei popoli, nemico della libera iniziativa economica, tiranno dei mezzi di produzione, pianificatore di un capitalismo concentrato e clientelare, bisognoso di conflitti esterni per giustificare la propria espansione e il mantenimento del potere da parte dei governanti. Una degenerazione che aveva investito il mondo Occidentale tra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso, la cui onda lunga si protrasse fino alla metà degli anni Settanta nelle democrazie liberali e fino al 1991 nei paesi del blocco sovietico. Come annotava profeticamente Hannah Arendt nel 1969:
Oggi dovremmo aggiungere la più recente e forse più formidabile forma di dominio: la burocrazia o il dominio di un intricato sistema di uffici in cui nessuno, né uno né i migliori, né i pochi né i molti, può essere ritenuto responsabile, e che potrebbe [...] essere definito come il dominio da parte di Nessuno.
Tuttavia, a partire dalla fine del gold standard e la crisi della stagflazione degli anni Settanta, figlia di trent’anni di politiche keynesiane, le élite occidentali riescono a fornire risposte diverse da quelle della proliferazione dell’intervento pubblico e dell’espansione statale. Le politiche di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher aprirono i mercati mondiali alla concorrenza e fornirono una spinta ulteriore all’espansione del capitalismo globale. Un divenire che cambiò la fisionomia del potere. Da un lato si accrebbe il potere dei privati sul pubblico poiché il contratto iniziò a prevalere sull’obbligazione politica statuale, i cittadini si trasformarono rapidamente in consumatori e capitalisti di piccolo taglio, il patrimonio statale venne dismesso a favore della libera impresa, la burocrazia ridotta nel numero e pressata per divenire più simile al settore privato nella sua organizzazione. Dall’altro lato, però, sebbene furono in molti a parlare della fine dello Stato e del suo superamento ciò che accadde in realtà fu una trasformazione del potere pubblico. Lo Stato entrava meno nelle dinamiche economiche e i mercati globali si ampliarono tra metà anni Settanta e fine anni Novanta, ma come ha notato Beatrice Hibou, l’interventismo statale, ridotto nella scala economica, è aumentato a livello di volumi regolatori e adempimenti burocratici. Il potere delle burocrazie depoliticizzate nazionali e sovranazionali si è moltiplicato.
Margaret Thatcher e Ronald Reagan a Camp David, 1986.Lo descrive bene il giurista italiano Sabino Cassese nel saggio Chi governa il mondo? che mostra la frammentazione dei regolatori globali, la loro composizione mista fra pubblico e privato e l’interventismo attraverso norme che discendono dal contesto internazionale o sovranazionale. Per dirla con Pierre Rosanvallon, allievo del filosofo Michel Foucault, avviene in questo contesto l’esplosione delle controdemocrazie, cioè quegli organi depoliticizzati, come le authorities e le agenzie amministrative, che esprimono un nuovo interventismo statale e un diverso bilanciamento dei poteri volto a contrastare la rappresentatività democratica in favore di poteri spuri e sovrastatali. Il potere non è evaporato, ma si è disaggregato. Si è fatto infrastrutturale, come sottolinea il sociologo americano Michael Mann, cioè sottile e penetrante, volto ad estendersi in orizzontale più che in verticale, ad usare il diritto più della violenza come strumento di coercizione. Questa metamorfosi non rende il potere meno pericoloso per le libertà individuali né tantomeno riesce a neutralizzare il politico, come l’estremizzazione delle forze politiche delle democrazie occidentali dimostrano. Questa inquietudine si riverbera anche sul fronte geopolitico, come nota acutamente Simon Heffer, dove le democrazie liberali sembrano mostrare il fianco tanto militarmente quanto ideologicamente al fondamentalismo islamico. E dove le potenze a capitalismo autoritario hanno scoperto una nuova realtà del potere che coniuga l’adesione ai principi della concorrenza globale a quello dell’autoritarismo dispotico. Un altro mito, quello del rapporto speculare tra libertà economica e politica, sembra sul punto di cedere all’alba del ventunesimo secolo.
Così se è certamente vero, come ha dimostrato Steven Pinker, che la violenza interna ed esterna alle società occidentali è drasticamente diminuita negli ultimi secoli e, in particolare, dopo la Seconda guerra mondiale, è altrettanto vero che il potere, la coercizione ineliminabile dell’uomo sull’uomo, ha trovato nuove e più sofisticate forme di espressione tanto a livello locale quanto globale. Infatti, non va mai dimenticato ciò che Guglielmo Ferrero ricordava nel suo saggio più famoso intitolato Potere:
Le lotte per il potere tengono nella storia un posto così grande per una ragione più profonda che non sia il desiderio di migliorare lo Stato: per causa piuttosto di certe forze che agiscono nell’intimo delle società umane impedendo loro di cristallizzarsi in una forma definitiva. Forze la cui natura è assai oscura.
Un concetto afferrato, seppur in termini diversi, anche dallo stesso Simon Heffer:
Nell’ultimo secolo circa, il corso della storia mondiale è stato alterato da affermazioni di tutte e quattro le principali motivazioni alla base del perseguimento del potere che sono evidenziate in questo saggio. Considerazioni sul territorio, sul desiderio di ricchezza, sul fervore religioso e sul fervore ideologico hanno tutte provocato conflitto e cambiamento. Se la storia non è terminata, il suo corso ha accelerato. […] La rivalità esiste ancora, anche se lo sviluppo delle civiltà prescrive che alcuni dei rivali naturali debbano trovare metodi più discreti per entrare a far parte del gioco. Il trionfo della democrazia liberale resta una vittoria incompiuta.
Lezioni che gli studiosi del potere e i difensori della libertà non devono mai dimenticare.
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esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.