30 Ottobre
Una crisi avanti e indietro
Speciale. Ecco il resoconto verbale del dibattito parlamentare della prossima crisi istituzionale. Il governo Frankenstein implode, arriva l'esecutivo d'emergenza. Gli interventi in aula. Fictional scenario (con sorpresa)
Il titolare di List ha ottenuto un documento che viene dal futuro prossimo. E' il quadro di una drammatica seduta parlamentare della legislatura che verrà. Le elezioni non sono state vinte da nessuno, a Palazzo Chigi c'è uno strano governo Frankenstein nato dall'assemblaggio di vari pezzi in fuga dai gruppi parlamentari, il Paese ha perso il treno della ripresa, la magistratura non ha perso un attimo e fa tintinnare le manette, il quantitative easing della Banca centrale è finito da un pezzo, lo spread ha ricominciato a correre, il deficit italiano da due anni è sopra i parametri europei, il debito galoppa, le banche hanno chiuso nuovamente il rubinetto del credito, il paese è tornato in recessione da ormai tre trimestri, l'opinione pubblica è smarrita. Un referendum popolare promosso da una nuova forza politica giovane ha appena ottenuto un consenso plebiscitario: abolisce ogni forma di finanziamento pubblico e privato ai partiti, introduce una sola legislatura per i parlamentari e il controllo preventivo degli elettori online sulla discussione delle leggi, deputati e senatori vengono selezionati direttamente attraverso primarie in rete monitorate da una Commissione Centrale Digitale. Di fronte a questo dirompente risultato, il governo Frankenstein si dimette. Si apre una crisi al buio. La Camera si riunisce con urgenza. Questi sono alcuni brani tratti dal resoconto delle sedute della Camera dei deputati del 21 e 22 aprile del 2020.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO A. - L'indicazione è stata chiara. Si vuole cambiare e si indica la strada del cambiamento, che è certamente politico ma è innanzitutto istituzionale, è di riforme a profonda valenza istituzionale. Si vuole un nuovo Parlamento, ma lo si vuole in primo luogo diversamente eletto. Su questo la scelta degli elettori sovrasta oggi le nostre preferenze e le nostre propensioni. Si vogliono inoltre partiti diversi, che dovranno essere tali...
Il titolare di List ha ottenuto un documento che viene dal futuro prossimo. E' il quadro di una drammatica seduta parlamentare della legislatura che verrà. Le elezioni non sono state vinte da nessuno, a Palazzo Chigi c'è uno strano governo Frankenstein nato dall'assemblaggio di vari pezzi in fuga dai gruppi parlamentari, il Paese ha perso il treno della ripresa, la magistratura non ha perso un attimo e fa tintinnare le manette, il quantitative easing della Banca centrale è finito da un pezzo, lo spread ha ricominciato a correre, il deficit italiano da due anni è sopra i parametri europei, il debito galoppa, le banche hanno chiuso nuovamente il rubinetto del credito, il paese è tornato in recessione da ormai tre trimestri, l'opinione pubblica è smarrita. Un referendum popolare promosso da una nuova forza politica giovane ha appena ottenuto un consenso plebiscitario: abolisce ogni forma di finanziamento pubblico e privato ai partiti, introduce una sola legislatura per i parlamentari e il controllo preventivo degli elettori online sulla discussione delle leggi, deputati e senatori vengono selezionati direttamente attraverso primarie in rete monitorate da una Commissione Centrale Digitale. Di fronte a questo dirompente risultato, il governo Frankenstein si dimette. Si apre una crisi al buio. La Camera si riunisce con urgenza. Questi sono alcuni brani tratti dal resoconto delle sedute della Camera dei deputati del 21 e 22 aprile del 2020.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO A. - L'indicazione è stata chiara. Si vuole cambiare e si indica la strada del cambiamento, che è certamente politico ma è innanzitutto istituzionale, è di riforme a profonda valenza istituzionale. Si vuole un nuovo Parlamento, ma lo si vuole in primo luogo diversamente eletto. Su questo la scelta degli elettori sovrasta oggi le nostre preferenze e le nostre propensioni. Si vogliono inoltre partiti diversi, che dovranno essere tali perché destinati al vaglio di nuovi sistemi elettorali e perché non dovranno più attingere a capitoli del bilancio statale. Cerchiamo di esserne consapevoli: l'abolizione del finanziamento statale non è fine a se stessa, esprime qualcosa di più, il ripudio del partito parificato agli organi pubblici e collocato fra di essi. È perciò un autentico cambiamento di regime.
DEPUTATO F. Non ci siamo proprio!
PRESIDENTE N. Onorevoli colleghi, lasciate proseguire il Presidente del Consiglio!
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO A. La risposta a ciò che sta accadendo è riassorbire la protesta in una democrazia non più bloccata, è costruire schieramenti che concorrano fra loro per governare, è costruire — mi sia consentito dirlo — quella sinistra di governo di cui l'Italia ha non un minore, ma un crescente bisogno: una sinistra che non si limiti alle marce, alle proteste, ai proclami ed agli anatemi, ma che sappia tradurre tutto ciò in scelte ed in decisioni responsabili, capaci di reggere e di produrre effetti positivi in quel villaggio globale che è il mercato internazionale, che è in primo luogo l'Europa, in cui siamo e dobbiamo restare inseriti. È del resto da una ripresa così sostenuta — ed accompagnata da un'inflazione stabile nella media europea — che dipende la soluzione dei problemi più gravi, la disoccupazione strutturale e lo sviluppo del Mezzogiorno, che ancora in larga parte ci stanno davanti. Dobbiamo essere consapevoli che il servizio del debito in Italia — debito dello Stato, debito delle imprese pubbliche, debito delle imprese private — raggiunge annualmente una percentuale della ricchezza da noi prodotta che è vicina, troppo vicina a quella del risparmio che gli italiani annualmente accantonano. Per questo è importante la strada su cui abbiamo cominciato a metterci, le privatizzazioni e quindi l'uso del patrimonio pubblico — mobiliare e immobiliare — per sollecitare un risparmio che non può essere a lungo forzato nel circolo vizioso dell'indebitamento pubblico.
PRESIDENTE N. La ringrazio, onorevole Presidente del Consiglio.
Trascorrono 24 ore. Il paese è sotto shock. Alla Camera il giorno dopo riprende il dibattito sulle dimissioni del governo. Si discute della soluzione della crisi. Ecco alcuni stralci della seduta di Montecitorio del 22 aprile 2020.
PRESIDENTE N. L'ordine del giorno reca la discussione sulle comunicazioni del Governo, rese alla Camera nella seduta pomeridiana di ieri dal Presidente del Consiglio dei ministri. Dichiaro aperta la discussione sulle comunicazioni del Governo.
DEPUTATO C. Torniamo al tema delle prospettive di Governo. Governo istituzionale, Governo dei tecnici, Governo delle riforme, Governo di solidarietà: sono molte le etichette che vengono messe in queste ore sulle diverse ipotesi delle quali si discute. Ebbene, io credo si debba badare ai contenuti, al di là di chi verrà indicato. Certo, contano anche gli uomini per interpretare le politiche di Governo: personalmente ritengo ad esempio che certi ministri debbano scomparire dagli elenchi; credo però che sarebbe anzitutto importante confrontarsi su un programma, esprimendo le proprie idee sulle cose da realizzare. (...) L'attuale sistema politico è in fiamme, ridotto ormai in cenere da un gigantesco incendio e rispetto a questa situazione si possono avere diversi atteggiamenti: si può stare fermi a guardare il rogo, si può buttare ulteriore benzina per rendere più vivace lo spettacolo, oppure si può cominciare, dopo aver spento quello che resta delle fiamme, a ricostruire.
DEPUTATO BA. Se è consentito un riferimento di natura cinematografica, nella scena finale del film Prova d'orchestra di Fellini, quando tutto si sfascia intorno e la grande sfera di metallo entra nell'auditorium, due musicanti si avvicinano al direttore d'orchestra e gli chiedono quando sia avvenuto tutto questo. Il direttore risponde: «Quando ci cullavamo nelle nostre certezze». Ho l'impressione che quanto sta avvenendo oggi in Italia sia proprio questo: è venuto meno la certezza di un sistema che presupponeva, magari anche con qualche abile ritocco istituzionale già programmato, una perpetuazione in eterno. È invece finita; è finita e di questo bisogna realisticamente prendere atto.
DEPUTATO FE. Credo pertanto che la miopia politica possa avere caratterizzato questo periodo storico, con pressioni da tutte le parti, con una veemenza spesso drammatica, con punte di ostracismo che hanno risollevato zone d'ombra del nostro paese quali la violenza (uno dei fenomeni più rischiosi, più pericolosi), caratterizzata anche dal razzismo. Ieri, mentre la Commissione giustizia avrebbe dovuto affrontare un argomento così delicato quale, appunto, la violenza ed il razzismo, si sono verificati episodi di enorme gravità.
DEPUTATO MA. - Andate a casa!
DEPUTATO BO. L'esito del referendum, sul cui significato sostanziale di forte critica rispetto alle caratteristiche del sistema politico tutti conveniamo, non contiene in sè le soluzioni, ma richiede che si sia ad esso conseguenti; solo in tal caso, infatti, potremo fornire risposte alle domande che ci pone il paese. Si dice abitualmente che occorre un Governo diverso. Che cosa vuol dire la parola «diverso»? Nella situazione politica attuale, di lontananza della popolazione dalla politica e di scarso rispetto di questa, Governo «diverso» vuol dire innanzitutto che sia percepito come tale. Credo che ormai si debba immaginare che il credito della classe politica italiana sia esaurito e che essa non possa che pagare in contanti. Quindi: legge elettorale ed elezioni presto; ma dopo la legge elettorale. Che senso ha un Governo che non sia capace di catalizzare una legge elettorale?
DEPUTATO PA. Il senso di un governo!
DEPUTATO FI. Occorre quindi una maggioranza non precostituita, che nasca su un programma illustrato dal Presidente del Consiglio e dai suoi ministri nelle aule del Parlamento. Dal che discende ovviamente che il programma non può essere il libro dei sogni: deve essere un programma centrato esclusivamente su quella che è, secondo noi, la più esplosiva ed anche la più drammatica delle esigenze nazionali, che altro non è che la tante volte richiamata, spesso a sproposito, questione morale. Perché c'è stato e c'è un disgusto profondo nei confronti della politica, a volte direi anche ingeneroso. Ormai è chiaro a tutti che gli italiani vogliono tornare alle urne. Del resto, nessuno difende più non tanto la legittimità di questo Parlamento, quanto i titoli morali che esso ha per continuare a legiferare
DEPUTATO NO. si impone una soluzione governativa che dia il massimo delle garanzie sotto i profili morale ed istituzionale. Più si accelereranno i tempi nelle direzioni indicate e prima si sarà in grado di offrire risposte sui fronti sociale, economico, occupazionale, del funzionamento dei servizi, dei problemi che travagliano la vita quotidiana di milioni di italiani. La questione istituzionale — e concludo, signor Presidente — si intreccia con quella strutturale dell'economia e del sistema sociale. Non si possono sganciare le problematiche che riguardano la vita dello Stato e delle sue istituzioni da quelle che investono la vita quotidiana dei cittadini, piena di profonde ingiustizie e di gravi disuguaglianze.
DEPUTATO BS. Onorevole Presidente, onorevole Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, il travolgente esito dei referenda non ha bisogno di particolari commenti; esso conferma che è finita un'epoca tumultuosa e vergognosa, dominata da una classe politica cinica che ha distrutto — anche deliberatamente — ogni valore democratico e che, in sostanza, ha infangato la Resistenza! Direi che la conclusione generale è che il sistema proporzionale puro, anche se teoricamente il più rappresentativo, è il meno indicato per assicurare una selezione organica e per impedire quindi la frammentazione del tessuto politico, la formazione di oligarchie partitiche, le quali di fatto elidono, cancellano l'alternanza al potere, base essenziale della democrazia compiuta. Lanchester rivela, ad esempio, che «i cittadini nella democrazia della delega, ossia quella dominata dal sistema proporzionale, senza controlli e garanzie, in sostanza vengono privati di ogni decisione, mentre vengono favoriti interessi settoriali e microsettoriali. L'intreccio di potere economico e potere politico, dovuto al determinante intervento dello Stato dominato dai partiti nell'economia ed in ogni settore sociale, ha provocato particolarismo, immobilismo, corruzione, inefficienza. Lo Stato e l'amministrazione appaiono occupati da una classe politica ormai sufficientemente omogenea per caratteristiche sociali, aspirazioni e modo di agire e che sembra ormai capace di sviluppare puri strumenti di autoconservazione». Direi che una simile descrizione è quella della realtà italiana.
DEPUTATO BI. Dobbiamo dunque dar vita ad un Governo autorevole, che abbia una larga base parlamentare e contenuti programmatici istituzionali ed economico-sociali all'altezza del responso referendario. Ma un Governo autorevole, per definizione, non può avere al proprio interno una sorta di bomba ad orologeria, una scadenza prefissata; il suo tempo non può che essere quello che si meriterà e conquisterà sul campo, per l'efficacia della sua azione operativa.
DEPUTATO PA. Elezioni? No. BS stamattina si è arrabbiato — io gli voglio bene e ho fiducia in lui —, si è arrabbiato perché ha capito che se qualcuno — come io sto facendo — parla dell'ipotesi di portare fino in fondo la legislatura, è pericoloso, perché è possibile che questo — o quasi questo — accada. Allora il confronto si giocherà su questo punto. Io me lo tengo caro questo Parlamento, amici: altre volte mi avete costretto a dimettermi, molto spesso per dissensi di fondo proprio sull'interpretazione di ciò che dovevamo essere. Spero di non doverlo fare questa volta. Da stasera io posso parlare per cinque, per sei, per quattro o per altri per questa difficile opera politica: la riforma è anche la continuità del Parlamento; la riforma è gridare a quei demagoghi che credevano di poterci dire qualcos'altro: «viva questo Parlamento, viva questi parlamentari!
DEPUTATO SE. Una serie di ragioni politiche ed istituzionali non hanno consentito che si realizzasse appieno una democrazia compiuta con forze diverse che si alternano al Governo. L'assoluta mancanza di ricambio, il clima e le pratiche del consociativismo che ne sono derivati hanno contribuito a creare quel profondo degrado morale che non solo ha investito la classe politica, ma ha pervaso strati amplissimi della società civile. Il dissesto del sistema pubblico in quasi tutti i suoi settori sta compromettendo le conquiste raggiunte e mettendo in pericolo l'integrazione europea, per la quale abbiamo tanto lottato. Il Governo ha quindi il compito fondamentale di portare a termine l'opera avviata con i referendum, presentando immediatamente un provvedimento di riforma della legge elettorale della Camera ed uno che ridisegni le circoscrizioni elettorali per il Senato, utilizzando tutto il suo peso ed il suo prestigio per una rapidissima approvazione di tali provvedimenti e per portare al più presto il paese a nuove elezioni. Dopo le consultazioni, il presidente della Repubblica, dà l'incarico a una figura istituzionale di formare un nuovo governo che si presenta alla Camera il 6 maggio del 2020. Ecco alcuni passaggi discorso del Presidente del Consiglio:
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CA. E' la prima volta nell'esperienza della Costituzione repubblicana che un semplice cittadino, senza mandato elettorale, parla davanti a voi nelle funzioni di Presidente del Consiglio dei ministri. Ed io sento, innanzitutto, di dover testimoniare, in quest'aula, il rispetto profondo, l'amore civico mai venuto meno, l'orgoglio degli italiani per le istituzioni rappresentative. Con grande emozione, sono qui dunque onorevoli deputati, per ottenere la fiducia vostra. All'emozione si aggiunge la consapevolezza della eccezionalità del momento, rivelata da questa mia stessa nomina da parte del Presidente della Repubblica, al quale va il mio deferente pensiero. La stessa spesa pubblica, se usata con la parsimonia dettata dalla capacità impositiva, con efficienza rispetto ai fini indicati dalle scelte politiche, con trasparente onestà, è componente essenziale di un'economia moderna e giusta. Non allo strumento si deve eccepire, ma alla degenerazione di esso: all'illusione che ogni conflitto di interesse possa essere composto e ogni esigenza soddisfatta a carico del bilancio pubblico, ad una spesa che spesso è pubblica solo per gli oneri che produce, ma è privata per i fini che soddisfa. Una finanza pubblica equilibrata è indispensabile per consentire l'intervento pubblico dove è necessario e quando è necessario. Non ci troviamo oggi in queste condizioni: occorre restaurarle. Più agevolmente e con minori sacrifici, lo si sarebbe potuto fare, allorché l'economia era in rapida crescita. Lo si deve fare oggi, in momenti meno favorevoli e nell'urgenza che ci viene imposta dal severo giudizio dei mercati e dall'attenta valutazione della comunità internazionale, alla quale apparteniamo. Con chiarezza e con fermezza questo Governo dichiara che la sola ammissibile politica di gestione del debito pubblico è quella che passa attraverso il mercato e dal mercato riceve consenso; che ogni altra scorciatoia sarebbe insensata; che i sussurri non trovano fondamento e che chi li trasforma in grida mostra, ad essere benevoli, insufficiente conoscenza dei veri termini del problema. Chiarezza e fermezza su questo punto traggono giustificazione da fondate ragioni. È principio irrinunciabile che la natura sovrana del debitore Stato costituisce garanzia del creditore, italiano od estero, e non motivo di arbitrio ed occasione di spoliazione. Qualsivoglia provvedimento forzoso avrebbe gravissimi effetti sociali; la metà delle famiglie italiane possiede titoli di debito pubblico. Nessuna concepibile misura forzosa riuscirebbe ad assicurare lo stabile pareggio dei conti dello Stato e dunque ad eliminare la necessità di u n ulteriore ricorso al mercato. Con che credibilità ci si potrebbe rivolgere ai risparmiatori, dopo averli puniti per la fiducia prima accordata al Tesoro? Quale accoglienza troverebbero gli emittenti italiani, pubblici e privati, sui mercati esteri? Ogni porta si chiuderebbe; il nome Italia sarebbe ripudiato; i tassi di interesse, lungi dal diminuire, salirebbero a livelli elevatissimi. La via maestra, la via razionale, dunque l'unica via è quella di accrescere l'avanzo primario del bilancio contenendo le uscite e rafforzando le entrate. Al crescere dell'avanzo primario aumenterà la fiducia dei risparmiatori, all'interno ed all'estero. Si ridurranno, per via di mercato, gli interessi, con il favore di ima tendenza internazionale alla loro diminuzione. Il rapporto t r a il debito pubblico ed il reddito nazionale segnerà una svolta, sarà piegato verso il basso.
Il documento finisce qui. I verbali di seduta danno il voto finale: il nuovo governo d'emergenza ottiene la fiducia alla Camera 309 voti favorevoli, 60 contrari e 182 astenuti. Al Senato il voto sarà di 162 voti favorevoli, 36 contrari e 50 astenuti.
Questo documento di straordinaria (pre)visione ottenuto dal titolare di List innesca la domanda: andrà così? Il quesito, cari lettori, va corretto nel tempo verbale. E' andata così. Gli interventi che avete letto sono tratti dalle sedute del 21 aprile, 22 aprile, 6 maggio del 1993, nell'era della grande crisi della Prima Repubblica. Ecco i personaggi in ordine di apparizione: Giuliano Amato (Presidente del Consiglio), Giorgio Napolitano (Presidente della Camera), Rino Formica (Deputato F.), Luciano Caveri (Deputato C.), Paolo Battistuzzi (Deputato BA.), Enrico Ferri (Deputato FE.), Francesco Marenco (Deputato MA.), Giorgio Bogi (Deputato BO.), Marco Pannella (Deputato PA.), Gianfranco Fini (Deputato FI.), Diego Novelli (Deputato NO.), Umberto Bossi (Deputato BS.), Gerardo Bianco (Deputato BI.), Marco Pannella (Deputato PA.), Mario Segni (Deputato SE.), Carlo Azeglio Ciampi (Presidente del Consiglio CA.). E' tutto vero. E' già tutto scritto. La storia si ripeterà? Di solito ama farlo travestendosi per ingannarci meglio e sembrare un nuovo inizio. Fu Giuseppe Tomasi di Lampedusa a cogliere in quel capolavoro di storia, racconto, lingua e stile che è Il Gattopardo questo tratto italiano, l'eternità del bisogna che tutto cambi affinché nulla cambi.
Che cosa è questo? Un esercizio di analisi politica fatto con il metodo del fictional scenario. E’ uno strumento raffinato per “vedere” il domani. Come tutto quelle che ha che fare con le scienze sociali, il racconto, la ricostruzione e il tentativo di unire i puntini, vedere quella che nel mondo anglosassone viene chiamato “Big Picture” non è né infallibile né ha la pretesa di essere la guida per prendere le decisioni finali. Ma nel caso dell’Italia ha un elemento lo rende efficace: la nostra storia è un formicolante granaio di elementi pronti per l'uso del forecasting. E' già tutto successo, in un contesto diverso ma con un ciclicità impressionante. Il dibattito del 1992-1993, le soluzioni d'urgenza, sono un eccezionale baedeker per il viaggio nel prossimo futuro. Lo scenario attuale è facile da leggere: tre forze principali si confrontano sul terreno della lotta politica, non c'è una legge elettorale, per il domani vale il principio delle mani libere, del metodo proporzionale, delle alleanze (a)variabili dopo il voto. Non c'è Tangentopoli, ma basta sfogliare anche distrattamente per capire che la questione morale - e giudiziaria - è un corto-circuito mai riparato della vita italiana. Il principale partito di governo, il Pd, ha abbandonato il suo profilo europeo, riformista, per inseguire il Movimento 5Stelle in una terra di mezzo di cui non sono disponibili mappe e ha dichiarato di non voler applicare i termini del Fiscal compact (che aveva votato) ma quelli di Maastricht in un'operazione di allontanamento dalle regole europee sul deficit e sul debito pubblico, primo passo di una pericolosa deviazione contabile (e politica) del paese con il terzo debito pubblico del mondo, il centrodestra di Silvio Berlusconi è maggioritario nel paese, ma diviso e per ora senza un programma di governo, il suo leader ha una strategia chiara dei due forni, il movimento di Grillo è il primo partito nei sondaggi, va verso un incarico esplorativo dopo il voto, si profila all'orizzonte un voto senza vincitori e una balcanizzazione del Parlamento con un governo Frankenstein figlio della scomposizione improvvisa dei gruppi parlamentari. Andrà così? Mancano ancora parecchi mesi al voto, stanno per succedere molte cose notevoli (prima fra tutte, la ridefinizione della politica monetaria della Bce, passaggio fondamentale per il nostro debito), ma senza un colpo d'ala, un ridisegno coraggioso della legge elettorale che non c'è, potremmo ritrovarci dentro la macchina del tempo. Un’ultima considerazione: quel Parlamento in crisi, falcidiato dai colpi della magistratura, con i partiti morenti, aveva eccezionali personalità politiche al suo interno. La lettura completa delle sedute segna una distanza siderale tra l’ieri e oggi. Il discorso delle dimissioni di Giuliano Amato, l’intervento di Umberto Bossi – di significativa attualità, condito di sorprendenti riferimenti culturali (c’è lo zampino sapiente di Gianfranco Miglio) andrebbe rivisto alla luce di una frattura sempre più grave tra Nord e Sud del Paese oggi (squilibri gravissimi sul piano economico e addirittura due referendum per l’autonomia in rampa di lancio in Lombardia e Veneto), la straordinaria energia di Marco Pannella e la sua pre-veggenza nel cercare di impedire la liquidazione del Parlamento e dei partiti, il discorso programmatico di Carlo Azeglio Ciampi fatto di rigore, concretezza, piena visione europea e chiarezza dei punti dell’agenda, sono un prezioso documento e una via maestra che andrebbe seguita anche oggi. Che cosa accadrà? Si sta preparando il terreno ideale, franoso, per un'altra stagione d'emergenza e il nuovo Ciampi oggi è a Francoforte, si chiama Mario Draghi. E' un gioco ad incastri, un puzzle affascinante che si va componendo intorno alla figura dell'oggi (e per un po' ma non troppo anche domani) presidente della Banca centrale europea. What else? Il titolare di List per questo fine settimana ha una frase appuntata sul taccuino: Bentornato, 1992.
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3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.