27 Novembre
Una legislatura di inchieste e miraggi
Caccia a Renzi e ai renziani, indagini sulla Fondazione Open, perquisizioni in tutta Italia, indagato Carrai. I Cinque Stelle chiedono la commissione d'inchiesta. Così il governo non regge. Palazzo Chigi ha un problema: Alitalia non ha compratori e l'acciaio si raffredda. Soluzione? Pensano di rifare l'Iri
Che succede? L'Italia è un paese speciale, senza alcun dubbio. La questione giudiziaria dal 1992 non è mai chiusa, il corto-circuito tra giustizia e politica non è mai stato riparato, la magistratura continua a svolgere un ruolo di a tratti necessaria (forse), ma certamente impropria supplenza sul sistema politico che, nel frattempo, ha subito una trasformazione di cui nessuno vuole prendere atto: il potere esecutivo si è sempre più trasferito da Palazzo Chigi al Quirinale, un'altra supplenza necessaria, impropria, ma provvidenziale perché senza questo ruolo più forte della Presidenza della Repubblica avremmo uno Stato ancora più debole, il caos e l'implosione delle istituzioni.
In assenza di una politica - e la critica non riguarda solo questo governo, è dal 2011 che viviamo la seconda crisi della Repubblica che prima o poi diventerà terza - c'è la necessità e urgenza di avere una politica industriale: i tavoli di crisi aziendali aperti sono centinaia, quello dell'acciaio di Taranto e di Alitalia chiamano a una soluzione imminente. Sono in ballo circa 20 mila posti di lavoro diretti, il doppio con l'indotto. Palazzo Chigi è in grave difficoltà, tanto è grande l'imbarazzo che improvvisamente affiora un sogno antico, una sigla d'altri tempi: l'Iri. L'idea che tutto risolve e in realtà è un'aspirazione senza un piano: rifacciamo l'Iri. Cribbio, siamo arrivati a questo punto. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
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Magistratura e politica. La caccia a Renzi
Marco Carrai e Matteo Renzi (Foto Ansa)In poco più di un anno abbiamo visto all'opera due governi di schema opposto (sovranista vs europeista) ma con una sola variante cromatica (il giallo-verde che diventa giallo-rosso), a riprova che non nessuno dei due esecutivi era una cosa seria né prima né dopo, entrambi si sono succeduti senza arrivare a conclusioni diverse: i governi del Belpaese hanno vincoli...
Che succede? L'Italia è un paese speciale, senza alcun dubbio. La questione giudiziaria dal 1992 non è mai chiusa, il corto-circuito tra giustizia e politica non è mai stato riparato, la magistratura continua a svolgere un ruolo di a tratti necessaria (forse), ma certamente impropria supplenza sul sistema politico che, nel frattempo, ha subito una trasformazione di cui nessuno vuole prendere atto: il potere esecutivo si è sempre più trasferito da Palazzo Chigi al Quirinale, un'altra supplenza necessaria, impropria, ma provvidenziale perché senza questo ruolo più forte della Presidenza della Repubblica avremmo uno Stato ancora più debole, il caos e l'implosione delle istituzioni.
In assenza di una politica - e la critica non riguarda solo questo governo, è dal 2011 che viviamo la seconda crisi della Repubblica che prima o poi diventerà terza - c'è la necessità e urgenza di avere una politica industriale: i tavoli di crisi aziendali aperti sono centinaia, quello dell'acciaio di Taranto e di Alitalia chiamano a una soluzione imminente. Sono in ballo circa 20 mila posti di lavoro diretti, il doppio con l'indotto. Palazzo Chigi è in grave difficoltà, tanto è grande l'imbarazzo che improvvisamente affiora un sogno antico, una sigla d'altri tempi: l'Iri. L'idea che tutto risolve e in realtà è un'aspirazione senza un piano: rifacciamo l'Iri. Cribbio, siamo arrivati a questo punto. Facciamo il nostro giro di giostra, seguite il titolare di List.
01
Magistratura e politica. La caccia a Renzi
Marco Carrai e Matteo Renzi (Foto Ansa)In poco più di un anno abbiamo visto all'opera due governi di schema opposto (sovranista vs europeista) ma con una sola variante cromatica (il giallo-verde che diventa giallo-rosso), a riprova che non nessuno dei due esecutivi era una cosa seria né prima né dopo, entrambi si sono succeduti senza arrivare a conclusioni diverse: i governi del Belpaese hanno vincoli interni e esterni insuperabili. Qualcuno pensa che tutto questo sia un bene perché impedisce di fare ulteriori voli pindarici (soprattutto sul Bilancio dello Stato) a partiti allo stato gassoso e leadership evanescenti; altri vedono in questi limiti dei muri che soffocano le potenzialità di una grande economia con uno Stato imballato. La verità sta nel mezzo, nel buonsenso, cioè quello che manca in questo momento.
Nota sul taccuino: Renzi all'angolo. Fondazione Open, perquisizioni della Guardia di finanza in tutta Italia, il potere renziano è sotto attacco, avviso a Marco Carrai. Nella sala comando della politica si sono accese tutte le spie rosse. Il leader di Italia Viva ha già a sua volta fatto partire la difesa contraerea: sono gli stessi magistrati che hanno indagato i miei genitori. Il Movimento Cinque Stelle chiede una commissione d'inchiesta. Renzi ribadisce che allora si estende anche a società collegate ai partiti, vedere il link Rousseau-Casaleggio. Il colpo a Renzi però non viene dalle perquisizioni, quello fa parte dell'avanspettacolo delle inchieste giudiziarie, no, il vero segnale che è un attacco al cuore del potere renziani è l'avviso di garanzia a Marco Carrai, che era nel consiglio d'amministrazione di Open e viene accusato di aver pagato delle spese a politici, insomma siamo all'ipotesi del finanziamento illecito. Nota sul taccuino: non siamo di fronte a un tema giudiziario, i processi e le sentenze arriveranno con il consueto ritardo, ma politico.
02
Conseguenze sul governo e la legislatura
Indagare su Renzi e la sua rete di relazioni, affondare il colpo su Italia Viva (perché di questo si tratta) può avere una serie di conseguenze inattese e di segno contrario:
1. Mina la stabilità del governo mettendo benzina su un fuoco già vivissimo per le crisi industriali drammatiche che non hanno una soluzione (Ilva e Alitalia);
2. Può condurre alla fine della legislatura e a elezioni anticipate in modo traumatico, non ordinato;
3. Inasprisce nuovamente il conflitto sulla giustizia tra i partiti e tra questi e la magistratura proprio nel momento in cui il Capo dello Stato ha cercato di mettere un minimo di ordine nel Consiglio superiore della magistratura.
Le conseguenze sono già visibili:
a. Lo scontro tra Renzi e i Cinque Stelle sulla giustizia è totale, si va dalla prescrizione (non c'è alcun accordo, cronaca di ieri) al caso giudiziario della Fondazione Open, tutto fa brodo;
b. Un governo che non ha alternative, con un premier debole, rischia di deragliare per manifesta incapacità di gestire l'agenda;
c. Di Maio e Zingaretti sono nella medesima condizione del governo Frankenstein, sono prigionieri liberi. Come un anno fa Di Maio e Salvini, sono liberi di stare al governo, ma prigionieri nello stare insieme. Nessuno può rompere per primo (regola numero uno della teoria del gioco del cerino: lasciarlo in mano a un altro, acceso), nessuno può farsi fregare restando a guardare.
d. Salvini in questa situazione continua a guadagnare voti. Un sondaggio di Swg di qualche giorno fa dà in testa in Emilia il centrodestra con un vantaggio di 8 punti.
A questo cuccuzzaro di kriptonite, si aggiunge la crisi di Alitalia che è atterrata esattamente sul punto previsto dai piani di volo di List: in un aeroporto fantasma.
03
L'atterraggio di Alitalia (senza carrello)
Il premier Giuseppe Conte alla fine ha ammesso ciò che è palese: una "soluzione di mercato" per Alitalia "non c'è". Crash. Il caso Atlantia-Autostrade ha impedito finora la soluzione logica, quella di impegnare un gruppo finanziariamente forte, con esperienza nel settore della logistica (ha la gestione degli Aeroporti di Roma) in una dimensione di integrazione dei servizi, dell'offerta e con una prevalenza dell'idea di interesse nazionale, ma per il momento siamo punto e a capo. Perché Alitalia perde 1 milione di euro al giorno, vola solo grazie al prestito-ponte dello Stato ma il ponte non c'è e conduce in una terra di nessuno. Sul taccuino del compagno Lenin c'è la domanda: che fare? "Stiamo valutando diverse opzioni, le dobbiamo valutare con attenzione. Certamente non è una proroga al consorzio che si stava costituendo perché quella strada non c'è più", dice il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, in audizione in commissione Industria al Senato. Lufthansa è la soluzione? Può esserlo, ma i tedeschi pretendono (e si capiscono le ragioni guardando i numeri di Alitalia) una compagnia già ristrutturata. Dunque ecco l'idea di fare lo spezzatino, separare le attività di volo da quelle di terra. Lo faranno? Impopolare, in ballo ci sono 20 mila posti di lavoro tra diretto e indiretto, l'intera area di Roma-Fiumicino, il potere nel Lazio. Nessun partito metterebbe la firma sulla liquidazione di Alitalia. Non il Pd che con Zingaretti governa la Regione; non i Cinque Stelle che pensano addirittura, come vedremo, alla costituzione di una nuova Iri; non la Lega e Fratelli d'Italia che puntano al Campidoglio oggi governato (esageriamo) dalla sindaca Virginia Raggi. Alitalia è il potere a Roma.
04
Il miraggio: rifare l'Iri
Di dritto e di rovescio, si arriva sempre a quel punto: rifare l'Iri. L'idea non è certo nuova, tutti i partiti sognano di rifarla. Chi dice che questo ruolo oggi è della Cassa depositi e prestiti si sbaglia, perché i vincoli sull'utilizzo della cassa sono noti, non può investire soldi in società in perdita e qui tra Ilva e Alitalia abbiamo situazioni da profondo rosso con un futuro incerto. Rifacciamo l'Iri, dunque, questo è il sogno della politica. Storia gloriosa e drammatica, quella dell'Iri. Fondata (che poi sarebbe maschile, visto che è l'Istituto per la ricostruzione industriale) nel 1933 da Benito Mussolini con la mente e il braccio Alberto Beneduce, è riapparsa sotto forma di araba fenice nelle parole del ministro Stefano Patuanelli che ha detto "in un momento in cui dobbiamo proteggere la nostra produzione industriale e le nostre imprese, se serve torneremo all'Iri". Tornare all'Iri, dopo non esser andati da nessuna parte. Vaste programme. L'Iri fu uno straordinario strumento di sviluppo di un paese arretrato, fu la prima risposta dell'Italia alla crisi del 1929, lo strumento del fascismo per modernizzare a tappe forzate il paese, il veicolo del grande miracolo italiano, il boom. Tutti vogliono "rifare l'Iri". Dunque ecco Maurizio Landini, segretario della Cgil, dire che "serve una nuova agenzia dello sviluppo, una nuova Iri" e i sindacati pensarci perché questo servirebbe anche alla loro sopravvivenza in un capitalismo che fa volare i fattori della produzione, li scompone. Rifare l'Iri, sembra facile. Ci sono dietro (e davanti), 70 anni di storia italiana, sigle gloriose (e film dell'orrore industriale e contabile) come Finmeccanica, Fintecna, Fincantieri, Alitalia, Alfa Romeo, la Rai, l'Italsider di Taranto. Tutta l'industria italiana di oggi - quella buona e quella che arranca - viene da quella storia.
L'Iri nacque come risposta alla crisi bancaria e industriale degli anni Venti, era finanziata dal Tesoro ed era strettamente collegata alle "Tre Bin", le tre banche di interesse nazionale: Banca Commerciale Italiana, Banco di Roma, Credito Italiano. L'Iri nel giro di vent'anni divenne un titano: alla fine del 1945, controllava 216 società con oltre 135 mila dipendenti. Negli anni Ottanta, i dipendenti raggiungevano quasi quota 600 mila. Tutti i grandi progetti italiani di sviluppo infrastrutturale erano firmati dall'Iri, a cominciare dalla costruzione dell'Autostrada del Sole. Gli anni Settanta e poi gli anni Ottanta furono la fine di quel modello che fu per decenni un potentissimo motore di sviluppo, lo Stato imprenditore. Nel 1992 l'Iri divenne una Spa e si avviò alla liquidazione dieci anni dopo, una storia finita in rosso. Riesumarla non si può, ripeterla non è possibile, si può sognare, l'attività regolare della politica.
***
Dove andiamo? In America, c'è Bloomberg. E ha cominciato a darci grandi soddisfazioni.
05
Bloomberg no Bloomberg
Ripetiamo quanto abbiamo scritto ieri sul tema, serve da preludio:
Michael Bloomberg è candidato alle primarie del Partito democratico e la notizia è una non-notizia perché sarebbe stata tale - una notizia - solo se dopo aver compilato tutti i documenti e fatto tutte le mosse, avesse rinunciato. Invece è in pista, ha i soldi, ha le capacità, ma ha un problema: è miliardario, è candidato con i Dem che adorano le Ocasio-Cortez e quell'arzillo combattente chiamato Bernie Sanders. La storia di Bloomberg è tutto da scrivere, ieri era quella di un formidabile self made man dell'informazione economica, un imperatore di Wall Street, quella di domani è tutta un bagliore informe, è un'opera in fieri. Il vero tema ora è un altro: cosa scriverà Bloomberg di Bloomberg? Ci sono 2700 giornalisti in 120 paesi che hanno un problema, come scrive il Washington Post: chi stacca l'assegno è anche il candidato. Il WP si pone la domanda, il suo editore, Jeff Bezos, è un never Trump, forse il più grande e temibile.
Domanda sul taccuino: cosa scriverà Bloomberg degli altri candidati alle primarie dei Democratici? E come si metterà la faccenda nel caso in cui Bloomberg dovesse vincere le primarie e poi sfidare Trump? Cosa scriverà o non scriverà Bloomberg di Trump? Fino ad oggi, fa notare il WP, la regola di Bloomberg era quella di non scrivere niente sulla ricchezza e vita personale di Bloomberg. Ma Bloomberg candidato è un altro film anche per Bloomberg. Come può Bloomberg ignorare fatti su Bloomberg che vengono pubblicati regolarmente per gli altri candidati che ora si battono contro Bloomberg? Diamine, abbiamo l'impressione che in questa storia ci sia un Bloomberg di troppo.
Esageriamo? Non troppo, siamo in buona compagnia. Ecco gli aggiornamenti:
Prima di tutto, il Wall Street Journal, che pubblicato un pezzo dell'editorial board intitolato così: "Bloomberg no news".
John Micklethwait, direttore di Blomberg, ha dettato l'aurea regola giornalistica: "Continueremo con la nostra tradizione di non fare approfondimenti su Mike, la sua famiglia e la sua fondazione ed estenderemo la stessa policy ai suoi avversari nelle primarie democratiche". Stupefacente. Non si scrive sull'editore-candidato e nemmeno sui suoi avversari, ma si capisce che si potranno invece mazzolare allegramente i repubblicani e infatti la "regola" viene candidamente affermata. Dunque niente indagini su Bloomberg e i Democratici, avanti a tutto gas su Trump. Ci siamo stropicciati gli occhi. È tutto vero. Conclusione del Wall Street Journal: "Se Bloomberg non puo' impegnarsi ad assicurare eguale copertura a entrambi i partiti, farebbe bene a non scrivere nulla sulla elezioni".
Conclusione solitaria? Macché, ecco cosa scrive il Financial Times:
Per il giornale britannico, un uomo con una fortuna da 51 miliardi di dollari, proprietario di un'azienda di informazione con 350 mila terminali sparsi in tutto il mondo, 500o notizie al giorno che arrivano sui monitor da 120 paesi - informazione considerata primaria - entra nella corsa per la Casa Bianca e improvvisamente per "i giornalisti e i redattori di Bloomberg, addestrati a seguire una guida chiamata The Bloomberg Way, i cui principi includono l'importanza di "seguire il denaro", ora sarà molto più difficile" assicurare ai lettori la copertura giornalistica "della persona più ricca che abbia mai cercato di ottenere la presidenza degli Stati Uniti". No, non è difficile. Con queste regole è impossibile.
***
Come chiudiamo questo numero di List? Dopo aver scritto cose da marziani sulle regole del giornalismo secondo Bloomberg, andiamo su Marte.
06
Marte prima e dopo la tempesta di sabbia
Guardate questa immagine, è il pianeta Marte prima e dopo la tempesta di sabbia:
Prima e dopo. Maggio e luglio. Marte è avvolto da una nuvola di polvere. Sicuri di voler andare ad abitare in un posto simile? Tanto vale stare sulla Luna. A proposito, c'è un fumetto sullo sbarco, cinquant'anni fa. Potete scaricarlo dal sito della Nasa, è una riproduzione dell'edizione prodotta per i 25 anni della missione Apollo 12, ecco la copertina:
E questa è una tavola interna:
Che grande avventura. Scriviamo, non è ancora l'alba, siamo sulla Terra. Buona giornata.
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soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.