2 Novembre
Una sola domanda: vinceremo?
La strage di Barcellona è un punto di non ritorno. La pace nelle piazze d’Europa è finita. Oscar Giannino su List: “L’Occidente sconfiggerà il terrore jihadista”. Indagine del titolare sulla domanda numero uno: che fare?
Prima le notizie, anzi la notizia: c'è un problema di "visione" - chiamiamolo così - tra le autorità in Spagna:
- Prima hanno annunciato di aver cancellato la cellula di terroristi che ha agito a Barcellona, poco dopo l'annuncio è stato contraddetto. I protagonisti di questo corto-circuito sono Juan Ignacio Zoido, ministro dell'Interno della Spagna e Joaquim Forn, il suo omologo del governo autonomo catalano. E' la confusione dell'Occidente, un dettaglio che ne segnala lo smarrimento. Fanno politica, là fuori c'è gente che ammazza ed è in fuga.
Che fare? E’ la vecchia domanda del caro compagno Lenin e più che mai in queste ore è martellante. La strage di Barcellona è la fine di un’illusione, un punto di non ritorno: è finita la pace nelle piazze d’Europa. Molti diranno che era finita da un pezzo: è vero. Il titolare di List pensa che tutto sia finito (e cominciato) l’11 settembre del 2001 con il crollo delle Due Torri. L’attacco di al Qaeda e i tremila morti nel centro di Manhattan furono il colpo di pistola di una corsa drammatica che non finirà in poco tempo. “Eravamo tutti americani”, allora, poi molti l’hanno dimenticato. Sciagurati.
Le ragioni di questo oblìo sono da ricercare non solo nella inefficiente risposta di difesa, sicurezza, militare, ma prima di tutto nella debolezza culturale dell’Occidente, nel suo ripiegamento, nel suo narcisismo che non conosce la parola “sacrificio”, nella mortificazione della libertà che oggi più che mai non è per tutti, nella banalizzazione della libera discussione ridotta a una lotta nel fango e nell’affermazione non solo del relativismo, ma di un totalitarismo culturale che ha impedito la contaminazione e sintesi dei vari punti di vista. Si sono alzate le barricate a tal punto che si è edificata una potentissima “nevrosi” del contemporaneo che ha oggi nella Rete il suo...
Prima le notizie, anzi la notizia: c'è un problema di "visione" - chiamiamolo così - tra le autorità in Spagna:
- Prima hanno annunciato di aver cancellato la cellula di terroristi che ha agito a Barcellona, poco dopo l'annuncio è stato contraddetto. I protagonisti di questo corto-circuito sono Juan Ignacio Zoido, ministro dell'Interno della Spagna e Joaquim Forn, il suo omologo del governo autonomo catalano. E' la confusione dell'Occidente, un dettaglio che ne segnala lo smarrimento. Fanno politica, là fuori c'è gente che ammazza ed è in fuga.
Che fare? E’ la vecchia domanda del caro compagno Lenin e più che mai in queste ore è martellante. La strage di Barcellona è la fine di un’illusione, un punto di non ritorno: è finita la pace nelle piazze d’Europa. Molti diranno che era finita da un pezzo: è vero. Il titolare di List pensa che tutto sia finito (e cominciato) l’11 settembre del 2001 con il crollo delle Due Torri. L’attacco di al Qaeda e i tremila morti nel centro di Manhattan furono il colpo di pistola di una corsa drammatica che non finirà in poco tempo. “Eravamo tutti americani”, allora, poi molti l’hanno dimenticato. Sciagurati.
Le ragioni di questo oblìo sono da ricercare non solo nella inefficiente risposta di difesa, sicurezza, militare, ma prima di tutto nella debolezza culturale dell’Occidente, nel suo ripiegamento, nel suo narcisismo che non conosce la parola “sacrificio”, nella mortificazione della libertà che oggi più che mai non è per tutti, nella banalizzazione della libera discussione ridotta a una lotta nel fango e nell’affermazione non solo del relativismo, ma di un totalitarismo culturale che ha impedito la contaminazione e sintesi dei vari punti di vista. Si sono alzate le barricate a tal punto che si è edificata una potentissima “nevrosi” del contemporaneo che ha oggi nella Rete il suo principale veicolo di contagio. Resta sul taccuino del titolare di List la domanda: che fare?
Ieri il titolare ha provato a mettere insieme i pezzi di un mosaico completamente esploso. Lo ha fatto con l’aiuto di libri, visioni, interpretazioni della storia che conducono alla conclusione spengleriana del “Tramonto dell’Occidente”. Non è un pessimismo cosmico di matrice leopardiana - Leopardi andrebbe riletto oggi più che mai per il suo valore filosofico inestimabile e la sublime poesia che cura l’anima - ma è senza alcun dubbio uno sguardo duro sulle sfide che ci propone la contemporaneità. E’ un chiodo piantato sul muro con forza. E rabbia. A questo chiodo si possono attaccare molti quadri che la storia dipingerà prossimamente: di caduta, di rinascita, di stagnazione in un limbo senza fine, di decadence, di risveglio e vittoria.
Non siamo di fronte a una discussione astratta, al magheggio compiaciuto della filosofia da ombrellone, ma alla domanda urgente che il presente ci scaraventa in faccia, il ruggito di una fiera affamata. Il clangore del metallo e il sangue sulla Rambla di Barcellona, quelle vite spezzate sono l’immagine di quello che abbiamo davanti: una guerra. Questa parola non viene scritta dal titolare con leggerezza, è esattamente quello che abbiamo davanti e va chiamato con il suo nome, senza finzioni, senza la dittatura del politicamente corretto che sta distruggendo la verità del dibattito. La guerra, questa guerra. La vinceremo? Ci sono elementi per essere ottimisti?
Oggi il titolare ha un compagno di viaggio eccezionale, Oscar Giannino. Ieri Oscar ha preso carta e penna e scritto - con la mente e con il cuore - quello che pensa su questo tragico passaggio della nostra storia. Vinceremo? Seguiamo le tracce del cammino, Giannino ci conduce nel bosco.
01
La versione di Oscar: vinceremo
Carissimo titolare,
anche ieri sull’attentato a Barcellona hai svolto un’ottima funzione per i lettori di List, inquadrando l’evoluzione del jihadismo e le risposte malcerte dell’Occidente in un quadro di contributi “alti”, prodotti negli ultimi anni da intellettuali e analisti pensosi e scettici sulla residua forza di fronte al jihad della comunità dei Paesi liberi.
Hai fatto benissimo, ma consentimi un’osservazione. Molti sono gli errori che l’Occidente ha fatto. Ma come analisti dobbiamo restare freddi e razionali, anche di fronte al tremendo tributo di sangue versato dal 2015 a Parigi, a Nizza, a Londra, a Manchester, a Bruxelles, a Berlino, a Stoccolma, a Copenhagen. E ora a Barcellona e a Turku.
La giusta freddezza, secondo me, ci spinge a due considerazioni di fondo. Entrambe non spengleriane e non pessimiste.
La prima è sulla risposta che conta, e continua a esserci in Occidente.
La seconda è su chi stia vincendo o meno, nella prospettiva storica.
La miglior risposta ancora una volta, per me, è quella della gente comune, che ieri ha riempito le piazze a Barcellona e altrove in Catalogna e Spagna, ripetendo "jihadisti non ci fate paura". Conta molto più questo, che la prima fila dei vertici politici e istituzionali delle comunità colpite. Non lo dico affatto per populismo: penso proprio che questa sia la differenza, rispetto a paesi dove il terrorismo miete vittime, dalle centinaia di migliaia in Siria alle centinaia in Turchia, a tutti i paesi e popoli che ardono in questi ultimi due anni per la feroce guerra divampata e in corso tra potenze e fazioni sciite e sunnite dell'Islam, a cavallo tra Africa e Asia. Penso che la differenza sia proprio la risposta immediata della nostra gente comune, in Europa e Occidente.
Finché le piazze dell'Occidente reagiranno alle stragi con migliaia di persone comuni che ripetono "non ci fate paura", è forte la mia fiducia che la nostra civiltà di libertà e dei diritti - qualunque sia la declinazione personale che voi liberamente e diversamente accostiate alla definizione di "Occidente" non sarà piegata dai folli sanguinari chi ci vogliono morti a fil di spada.
E' questo che conta: è molto più forte degli errori dei politici e delle istituzioni occidentali, che in tutti questi anni hanno sembrato spesso non capire un'acca di come finissero per alimentare lo jihadismo sbagliando frontalmente il modo di contrastarlo. E gli errori sono stati tanti, dall'Iraq e Afghanistan in poi.
Sicuramente molti di coloro che qui leggono non l'hanno pensata come me e te su molte vicende internazionali di cui la jihad ha nutrito la sua presa crescente, non solo in parti dell'Asia e dell'Africa ma qui in Europa. Ed è ovvio che sia così: il succo più prezioso della nostra civiltà è che siamo liberi di dissentire, anche radicalmente, gli uni dagli altri.
Ma c'è un rischio che ci unisce tutti, comunque la pensiamo. Quello di credere che il terrore jihadista alla fine stia avendo la meglio sui nostri valori, sempre più esangui, sempre meno considerati come davvero fondanti nella realtà delle nostre società, che molti criticano radicalmente proprio per avere troppo abbandonato le idee di libertà, giustizia, possibilità di un'economia e redditi che rispettino le idee di dignità del lavoro e le aspirazioni di ciascuno.
E invece no. Abbiamo idee diverse tra noi. Ma tutti - spero - dobbiamo e possiamo ragionevolmente essere certi che gli jihadisti NON stanno vincendo.
A questo proposito richiamo spesso il libro scritto 4 anni fa Rodney Stark, che insegna alla Baylor University in Texas e i cui precedenti libri non sempre mi erano piaciuti. Quello a cui mi riferisco, se non l'aveste letto, è stato tradotto da Lindau col titolo La vittoria dell'Occidente - la negletta storia del trionfo della modernità.
E' un libro politicamente scorretto, non è scritto per piacere a tutti e irrita deliberatamente molti luoghi comuni della tesi progressista, a proposito di rapporti tra Occidente e Islam. Ma l'impianto di fondo per me è condivisibile. il binomio tecnologia-libertà occidentale ci ha messo secoli a strutturarsi e ha versato a propria volta fiumi di sangue fino all'altro ieri - in termini di lungo periodo - ma sta vincendo, non perdendo... tra mille contraddizioni e cadute, arresti e riprese, malgrado abbia all'interno critici e talora nemici temibili e mai domi, disposti a negare i suoi valori pur di sognare autocrazia e collettivismo o autocrazia e nazionalismo.
Ebbene, caro titolare, nemmeno le vittime degli attentati terroristici e suicidi, dopo quasi vent'anni di recrudescenza, si mostrano in grado di spezzare questa tendenza globale. Certo la storia non è mai unidirezionale. E oggi, giustamente, la nostra sensibilità non sopporta alcuna vittima civile. Ma un conto è usare tutte le possibilità a disposizione per tentare di limitare il danno di pazzi suicidi, altro è dimenticare che OGGI, IN QUESTI ANNI, lo scontro tra salafiti sunniti e fazioni iraniane sciite, dallo Yemen all'Iraq, alla Siria, all'Africa sub-sahariana, è la conseguenza della SCONFITTA di al Qaeda del ricco saudita Osama, NON della sua vittoria.
Certo, il prezzo in termini di sangue è orrendo. Pensare ai 500mila morti in Siria e agli oltre 5 milioni di profughi, al sangue con centinaia di vittime negli anni anche in attentati folli in Occidente, fino a quello di ieri a Barcellona... ma tutto questo dolore e sofferenza NON sta vincendo, per quanto insicuro si senta l'Occidente dei suoi valori, delle sue leggi e del suo sistema economico
In questo quadro, la scelta di azioni asimmetriche di intelligence mirata, raid corpi speciali, uso droni, Psyop (Psychological operations, ndr), politiche di controllo dell'islamismo in ogni singolo paese, è una delle sfide più difficili per l'Occidente, perché ha bisogno di politici molto preparati a saper dire dei sì e dei no a vertici militari e della sicurezza che propongono panoplie di opzioni possibili. Bush e Obama, dall'Iraq in avanti fino all'illusione liberale sulle primavere arabe, hanno commesso errori gravi e talora gravissimi, imparando sul campo a proprie spese, e ottenendo anche effetti di potente alimentazione del terrore invece della sua sconfitta. Putin, obiettivamente, meno, ma è più facile per lui, non avendo davvero un'opinione pubblica critica e libera a cui deve rispondere.
E fammi aggiungere una cosa, caro titolare: se pensiamo all'Europa in questi due anni.
Attenzione cari sovranisti, perché se non abbiamo una FBI e un'intelligence comune anti-jihad è proprio per l'ostacolo posto da ordinamenti nazionali, che affrontano in maniera diversa, nella legge e nelle procedure statuali tanto "aperte" che "coperte", la definizione stessa di che cosa sia l'idra che uccide...
Ma malgrado tutto questo non stanno vincendo gli assassini islamisti: ci provano da secoli - perché il jihadismo attuale è una recrudescenza attualizzata di una tendenza islamista presente sin dall'inizio, leggete i libri di Bernard Lewis - hanno arato la terra di sangue, ma hanno sempre perso.
Non sono un ottimista, di natura. E non sono né cieco di fronte alle linee di frattura economico-sociali dell'Occidente aggravate dal post 2008 e post 2011 e post Brexit in Europa, né convinto che libertà e tecnologia siano destinate a vincere comunque perché "eticamente" superiori, né persuaso che la risposta sia il facile melting pot dell'accoglienza indiscriminata a casa nostra, senza pretendere e ottenere il rispetto delle nostre leggi, o dimenticando che il numero di chi possiamo accogliere non è infinito.
Mi limito a dire che ogni volta che colpiscono e uccidono, dobbiamo essere capaci di ispirare il nostro dolore anche alla consapevolezza di chi siamo e da dove veniamo. Solo così, non ci sconfiggeranno. Perché in realtà non ci stanno sconfiggendo, neanche ora che dal Niger e Corno d'Africa alle coste libiche bande di corrotti trafficanti assetate di denaro - che con il jihadismo c'entrano nulla, sono solo la riedizione degli antichi commercianti di schiavi - alimentano un biblico esodo che "maschera" la pretesa jihadista, e che vede l'Italia incapace da oltre 20 anni di darsi un modello organico di "scelta" di chi ammettere e chi no.
Detto questo, caro titolare, grazie di cuore per quanto scrivi ogni giorno per tutti noi.
Oscar Giannino
02
La versione del titolare: lo spazio vitale
Caro Oscar,
grazie per il tuo intervento, i lettori di List - lettori forti e ferrati - hanno delibato con attenzione tutte le sue sfumature, note di gusto, intensità, aroma e colore. Le tue parole danno al titolare l'opportunità di piantare ancora alcuni chiodi al muro delle domande e delle risposte del presente. Il punto che mi pare essenziale - soprattutto per un paese come l'Italia - è l'individuazione dello "spazio vitale" di una comunità, una nazione, un continente. Il che fare? dal quale siamo partiti in questa esplorazione - a cui tu Oscar hai dato un contributo importante - è quello di tracciare la mappa dell'Essere - sì, in termini anche filosofici - il suo confine spaziale e temporale. Qual è questo spazio che chiede con urgenza di essere difeso, coltivato, amato? Il Mediterraneo. E' questo il nostro elemento fisico e il titolare non sta immaginando di certo la minnitesca strategia - di piccolissimo cabotaggio - che riduce tutto questo a un paio di navi che ripescano - e respingono - i migranti che si proiettano dall'Africa verso l'Europa. E' in ballo molto di più. E questa miopia è sconvolgente. Il Mediterraneo è lo spazio vitale, fisico, immaginario, che si catapulta dal Nord Europa verso l'Africa, fino a quella zona sub-sahariana (e oltre) che tu, Oscar, hai citato su List. Non solo, il Mediterraneo è anche la nostra porta verso l'Oriente, la Magna Grecia, madre della nostra meravigliosa cultura classica, contaminazione sublime con quel Medio Oriente che non è solo guerra e terrore, ma tradizione, storia e soprattutto - se pensiamo alla potenza della demografia, ineludibile - futuro, quel domani di cui il dibattito tra vecchie zie si priva perché è scomodo da vedere. Non porta voti, solo problemi da risolvere. Quelli nostri oggi e dei nostri figli domani. Il Mediterraneo è il nostro spazio.
Massimo Cacciari scrisse dieci anni fa per i tipi di Adelphi un libro intitolato "LArcipelago". E' un saggio filosofico di eccezionale intensità e densità, in cui Cacciari traccia - e espande - i confini della nostra esperienza di uomini e donne, europei in un Arcipelago di identità.
L'Arcipelago è il naturale prolungamento dell'esplorazione aperta da Cacciari con "Geofilosofia dell'Europa"(sempre per Adelphi), è un viaggio nella pluralità - e nell'identità - dello spazio europeo che si proietta fino al mare che diventa un ponte: "Il più necessario e arrischiato dei ponti, così come il ponte è il più arrischiato e necessario dei sentieri tracciati dall'uomo". Ecco, quel ponte, si è spezzato. E non possiamo esserne felici per il semplice e inesorabile motivo che senza il ponte del Mediterraneo siamo destinati a perire, perché quello è il nostro spazio vitale. Ha dei confini da presidiare, delle porte da tenere aperte, dei ponti da ricostruire. Connessioni e disconnessioni.
03
Connessioni e disconnessioni
Il terrorismo lavora al sabotaggio di tutte le nostre vie di comunicazione con il resto del mondo. Individuare un Altro come il nemico è la garanzia della sua sopravvivenza. Dobbiamo impedire che questo accada. Per queste ragioni non bisogna arretrare, ma occupare con vigore lo spazio del Mediterraneo, l'Africa è il centro nevralgico. Inizio e fine di tutto. Senza l'Africa al nostro fianco avremo problemi ciclopici senza soluzione. E l'Africa senza di noi è un continente perduto. E' la geografia a legarci allo stesso destino. Possiamo in parte scriverlo, nel bene o nel male. E' una nostra scelta. E va fatta ora, prima che sia troppo tardi. Nel 2003, in piena campagna irachena, il titolare di List andò a Washington per una serie di incontri con gli esponenti dell'amministrazione Bush. Per sapere, per capire, avere un punto di vista di prima mano sul post 9/11. Fu un periodo estremamente fecondo e durante un incontro alla Old Dominion University di Norfolk (sede della più grande base aero-navale degli Stati Uniti e del mondo) fu consigliata la lettura di un libro intitolato "The Pentagon's New Map". L'autore si chiama Thomas P.M. Barnett, è uno stratega che ha forgiato i suoi strumenti di analisi al Naval War College di Newport. Top class.
Barnett mise su un documento Power Point i suoi ultimi studi strategici e fu con grande sorpresa di tutti che, improvvisamente, si rivelò un aggiornamento dei principi fino ad allora applicati in tema di difesa e di sicurezza. Il mondo disconnesso era la fucina delle minacce del nostro tempo. Connessioni e disconnessioni - non solo della Rete - erano diventati uno spartiacque tra il mondo libero e la distopia della dominazione della spada. Il Medio Evo era una dark zone che faceva del suo isolamento la sua forza. Il libro di Barnett, illustrato con efficacia da mappe illuminanti (come quella pubblicata qui sopra) ha dato un impulso nuovo alla ricerca strategica, ma non ha risolto il problema di fondo perché il terrorismo islamista nel giro di pochi anni ha cavalcato la Rete fino a farla diventare un'altra arma della sua letale guerra asimmetrica. Il Male connesso. Ma grazie a quel contributo oggi sappiamo che il tema del ponte spezzato - la disconnessione - è il pericolo più grande che corriamo. Ecco perché il titolare di List continua a dire che il problema non è in acqua - la rotta da bloccare - ma a terra, la casa e la porta da sorvegliare e curare: il corto-circuito, il collegamento tagliato di netto si chiama Africa e senza un Occidente consapevole di questo, il nostro destino sarà segnato perché c'è un fattore di trasformazione imbattibile che si chiama demografia. E' a nostro sfavore. E quando le cose volgono al peggio, diventano uomini ready to fight, pronti a combattere. La guerra, appunto, questo elemento permanente della storia dell'umanità.
04
La Rete. Jihad elettronico
Le connessioni e disconnessioni del libro di Barnett ci conducono direttamente all'altro incendio, un rogo di gigantesche proporzioni che sta lambendo le nostre case: internet e l'uso che ne fanno i terroristi islamici. La diffusione della propaganda dell'estremismo passa da qui. Eccolo, il camaleonte del terrore in azione. Nel giro di pochi anni questi clan di assassini hanno sviluppato una ramificata rete di comunicazione che usa i social network e i sistemi di instant messaging come un'autostrada. Quelli della Silicon Valley hanno incassato fantastilioni di dollari ma fatto ben poco contro la diffusione di messaggi terroristici sui loro sistemi di comunicazione. Chiunque oggi su YouTube e Facebook può vedere le loro bestialità, la propaganda contro l'Occidente, un attentato diretto alla nostra esistenza.
E' uno dei buchi neri - il più grande e pericoloso - nella lotta dell'Occidente contro il terrorismo. La documentazione è sconvolgente. Il Site Intelligence Group fondato da Rita Katz produce una cronaca quotidiana da racconto dell'orrore sul fenomeno del jihad elettronico. Mentre i nostri figli giocano online, c'è qualcuno che festeggia la strage di Barcellona e gli accoltellamenti in Finlandia. Fino a quando tutto questo sarà lasciato passare con indifferenza dai governi e dai titani di internet?
Bloccare tutto questo è un passo necessario. I governi sono colpevoli di non aver imposto ai social network di cancellare questi contenuti in maniera massiccia. Il risultato è che il fenomeno dei "lupi solitari" (ma non troppo o per niente, come abbiamo visto nel caso di Barcellona) si è moltiplicato. Siamo non solo di fronte a episodi di emulazione, ma a cellule che utilizzando i social network per organizzare le loro stragi. Logistica e comunicazione del terrore passano attraverso la Rete. Non bastano le dichiarazioni fatte durante i G20 (come ad Amburgo), servono misure severissime contro i giganti della Rete. Qui non c'entra la libertà di espressione e d'impresa, siamo di fronte al male che insegue lo sterminio di massa. I ricchi utili delle aziende di internet, sono stati possibili solo perché esiste il mondo libero - l'Occidente - e non si può pretendere contemporaneamente di incassarne il dividendo (della libertà) e poi fare da grancassa al jihad elettronico che è contro la libertà e poi si materializza in una sera omicida a Barcellona oggi, domani in un'altra via o piazza europea. Finché non si ferma questo videogame della caccia all'infedele, l'incubo non finisce.
Sono questi i temi che contano, sono le questioni vitali del nostro tempo e ci torneremo ancora nei prossimi giorni. Ora che si fa? Facciamo un salto in America, Trump ha licenziato Steve Bannon. E' una svolta? Sì. Che svolta? Seguite il titolare di List.
05
Bannon fuori. E dentro
Steve Bannon ha lasciato la Casa Bianca. La cosa era nell'aria. L'altro ieri il titolare di List ha raccontato la sua telefonata hard-rock - in piena area Scaramucci, dunque sul seggiolino eiettabile - a The American Prospectdove Bannon dava colpi di dritto e di rovescio a tutti. Dal no alla guerra in Corea del Nord, ai colpi di clava al nuovo gruppo di testa di Trump. Era chiaramente la forzatura retorica - voluta - di uno che stava per lasciare la Casa Bianca. Tutti si chiedono che farà Bannon. Già, cosa farà Steve? Non è una domanda marginale perché stiamo parlando di uno degli artefici della vittoria di Trump, la figura che - insieme a Kellyanne Conway - ha disegnato la piattaforma ideologica di Trump, il suo populismo vincente, un immaginario che recupera la rivolta jakcsoniana contro le élite e il messaggio diretto di Roosevelt all'Uomo Dimenticato. Bannon non è la figura dipinta dal mainstream media, non siamo in presenza di un cow-boy che trascorre il suo tempo con le vacche nel ranch e improvvisamente si è ritrovato catapultato alla Casa Bianca, la sua figura sulfurea è tutta da studiare. Antonio Gramsci: devi conoscere il tuo avversario. L'impressione del titolare di List è che ne sentiremo ancora parlare parecchio. Perché? Bannon è tornato a casa. E' al suo posto di comando a Breitbart e al di à delle dichiarazioni che si sono lette sulla distanza con Trump, la cosa ha un suo spessore che si proietta nel futuro. Quale? Quello della diffusione capillare di un messaggio populista che ha nella capitale, Washington, il suo bersaglio preferito. "I'm going to war for Trump" ha dichiarato. Bannon è da tenere d'occhio sul radar. Stiamo parlando di immaginario americano, una cosa che non è New York e San Francisco, il sistema dei mainstream media (quello che non aveva visto l'ascesa di Trump ieri e non vede oggi la sua presa ancora fortissima sugli elettori, domani analizzeremo insieme un sorprendente sondaggio) e la presunta classe colta immersa negli Hamptons. Il Wall Street Journal presenta oggi uno scenario ben diverso rispetto alla vulgata della rottura totale tra Trump e Bannon. Christopher Ruddy, fondatore e chief executive di Newsmax, spiega come Bannon avrà molta più influenza fuori e non dentro la Casa Bianca che il nuovo capo dello staff - il generale Kelly - sta riorganizzando a sua immagine e somiglianza. Vedremo se sarà vincente. Bannon di nuovo nella sala macchine di Breitbart invece sarà certamente un problema ancor più grande per i democratici. La prova arriva dal clima elettrizzato del giornale alla notizia del suo ritorno e da un tweet di Joel B. Pollak, una delle firme più seguite di Breitbart:
#WAR. Su questo tweet si è aperta la discussione: cosa vorrà dire? Alcuni hanno pensato che sia una dichiarazione d'amore omicida verso Trump, altri che Breitbart si prepari a una campagna durissima in vista delle elezioni di medio-termine e del 2020. Vedremo. La delicatezza del passaggio è testimoniata da un altro fatto, un dettaglio, ma come sanno i lettori di List è nei dettagli che s'annida il diavolo. Che dettaglio? Il tweet di Pollak è finito su un servizio di CNBC come se fosse un market mover, con un altro servizio che riprende quanto scritto da Axios su Bannon pronto a scatenare una "guerra termonucleare" contro gli ultimi arrivati nell'amministrazione Trump. Come andrà? Non lo sappiamo, siamo in zona Darth Vader (Bannon) e le Guerre Stellari sono sanguinose. Il titolare di List sta preparando un taccuino nuovo tutto dedicato alle attività di Bannon a Breitbart. E' da seguire, da qui passeranno tutte le opzioni: la caduta, la tenuta e (forse) la riconferma di Trump alla Casa Bianca. Resta una domanda sul taccuino, alla voce Trump: a che ora è l'impeachment? E' sempre in ritardo.
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Il costo dei dispositivi, delle apparecchiature e della connessione internet necessari per la fruizione del
Servizio non
è ricompreso nel Servizio e si intende a carico dell'Utente.
1. Caratteristiche del Servizio
1.1 Il Servizio ha ad oggetto la fruizione in abbonamento dei contenuti editoriali della testata List.
L'Abbonamento è
disponibile esclusivamente in formato digitale; resta quindi espressamente esclusa dal Servizio la fornitura
dei
contenuti in formato cartaceo.
1.2 Il Servizio è a pagamento e comporta il pagamento di un corrispettivo a carico dell'Utente (con le
modalità previste
nel successivo articolo 5).
1.3 L'Utente può scegliere tra diverse formule a pagamento per la fruizione del Servizio; il costo, la
durata, le
modalità di erogazione e gli specifici contenuti di ciascun pacchetto sono specificati nella pagina di
offerta
pubblicata su https://newslist.it/fe/#!/register ovvero all'interno dell'Applicazione. Il contenuto
dell'offerta deve
intendersi parte integrante dei presenti termini d'uso e del connesso contratto tra il Fornitore e l'Utente.
2. Acquisto dell'abbonamento
2.1 Ai fini dell'acquisto di un Abbonamento è necessario (i) aprire un account List; (ii) selezionare un
pacchetto tra
quelli disponibili; (iii) seguire la procedura di acquisto all'interno del Sito o dell'Applicazione,
confermando la
volontà di acquistare l'Abbonamento mediante l'apposito tasto virtuale. L'Abbonamento si intende acquistato
al momento
della conferma della volontà di acquisto da parte dell'Utente; a tal fine, l'Utente accetta che faranno fede
le
risultanze dei sistemi informatici del Fornitore. La conferma vale come espressa accettazione dei presenti
termini
d'uso.
2.2 L'Utente riceverà per email la conferma dell'attivazione del Servizio, con il riepilogo delle condizioni
essenziali
applicabili e il link ai termini d'uso e alla privacy policy del Fornitore; è onere dell'Utente scaricare e
conservare
su supporto durevole il testo dei termini d'uso e della privacy policy.
2.3 Una volta confermato l'acquisto, l'intero costo dell'Abbonamento, così come specificato nel pacchetto
acquistato,
sarà addebitato anticipatamente sullo strumento di pagamento indicato dall'Utente.
2.4 Effettuando la richiesta di acquisto dell'Abbonamento, l'Utente acconsente a che quest'ultimo venga
attivato
immediatamente senza aspettare il decorso del periodo di recesso previsto al successivo articolo 4.
2.5 Per effetto dell'acquisto, l'Utente avrà diritto a fruire del Servizio per l'intera durata
dell'abbonamento;
l'Utente, tuttavia, non può sospendere per alcun motivo la fruizione del Servizio durante il periodo di
validità
dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.