16 Settembre
Vincenti e perdenti (poi c'è Conte)
La prova del voto nelle Regioni. Il premier si è auto-spostato il giorno del giudizio a un indefinito calendario legato all'uso del Recovery Fund, cioè fino alla scadenza naturale della legislatura. Ci arriverà nelle condizioni migliori di tutti. Storico accordo sul Medio Oriente (e storia che cambia)
Che succede? Attendiamo l'esito delle elezioni regionali, perché da quel voto passa la fase finale della legislatura. Il governo corre qualche rischio? Solo in caso di sconfitta del Pd in Toscana, ma anche se dovesse cadere il muro di Firenze, le elezioni anticipate restano un fatto remoto, con 200 miliardi di finanziamenti del Recovery Fund da gestire è da matti andare a casa. Probabile un riassetto del governo, è nella logica delle cose, anche in caso di 4 a 2, perché la posizione del Pd è penalizzata e in caso di caduta in Toscana Zingaretti per mantenere il partito al governo deve ottenere un risarcimento politico adeguato da Conte e dai Cinque Stelle. In ogni caso, sta arrivando un momento di verità. E Conte? È un abile tattico, si è auto-spostato il giorno del giudizio a un indefinito calendario legato all'uso dei finanziamenti del Recovery Fund, cioè fino alla scadenza naturale della legislatura. Ci arriverà e probabilmente nelle condizioni migliori di tutti, Conte ha una capacità di sopravvivenza e adattamento non comuni. Gli altri cascano, lui sta sempre a galla. Conte sembra inaffondabile. Non ha un avversario e nessuno si avventura a fare un governo d'emergenza in queste condizioni, Conte è destinato a durare. L'opposizione? Vincerà le elezioni regionali, ma resterà dov'è, non ha un piano per l'alternativa ed è conveniente non stare al governo in questo momento. Manca poco al voto, preparatevi.
Altri segnali dal futuro? Non è prossimo, ma lo sarà. Ursula von der Leyen ha pronunciato il suo discorso sullo stato dell'Unione (europea) e ha snocciolato i temi di una presidenza che cerca una svolta: un ulteriore taglio delle emissioni di Co2, investimenti sull'economia verde e il digitale, più tutele per i lavoratori, solidarietà e politiche di accoglienza per i migranti, il cambio del regime di Dublino,...
Che succede? Attendiamo l'esito delle elezioni regionali, perché da quel voto passa la fase finale della legislatura. Il governo corre qualche rischio? Solo in caso di sconfitta del Pd in Toscana, ma anche se dovesse cadere il muro di Firenze, le elezioni anticipate restano un fatto remoto, con 200 miliardi di finanziamenti del Recovery Fund da gestire è da matti andare a casa. Probabile un riassetto del governo, è nella logica delle cose, anche in caso di 4 a 2, perché la posizione del Pd è penalizzata e in caso di caduta in Toscana Zingaretti per mantenere il partito al governo deve ottenere un risarcimento politico adeguato da Conte e dai Cinque Stelle. In ogni caso, sta arrivando un momento di verità. E Conte? È un abile tattico, si è auto-spostato il giorno del giudizio a un indefinito calendario legato all'uso dei finanziamenti del Recovery Fund, cioè fino alla scadenza naturale della legislatura. Ci arriverà e probabilmente nelle condizioni migliori di tutti, Conte ha una capacità di sopravvivenza e adattamento non comuni. Gli altri cascano, lui sta sempre a galla. Conte sembra inaffondabile. Non ha un avversario e nessuno si avventura a fare un governo d'emergenza in queste condizioni, Conte è destinato a durare. L'opposizione? Vincerà le elezioni regionali, ma resterà dov'è, non ha un piano per l'alternativa ed è conveniente non stare al governo in questo momento. Manca poco al voto, preparatevi.
Altri segnali dal futuro? Non è prossimo, ma lo sarà. Ursula von der Leyen ha pronunciato il suo discorso sullo stato dell'Unione (europea) e ha snocciolato i temi di una presidenza che cerca una svolta: un ulteriore taglio delle emissioni di Co2, investimenti sull'economia verde e il digitale, più tutele per i lavoratori, solidarietà e politiche di accoglienza per i migranti, il cambio del regime di Dublino, l'Unione sanitaria per combattere la pandemia (e non solo quella), insomma, il libro dei sogni c'è, la sfida è realizzarne qualcuno. Altro? Un po' di proiezioni sull'economia targate Ocse e Bankitalia
01
La barca va piano (ma va). Migliora la crescita
La fine della crisi non è vicina, ma la crescita migliora. Le proiezioni dell'Ocse dicono che il Pil dell'Italia diminuirà del 10,5% nel 2020, prima di tornare a crescere in positivo, al 5,4% nel 2021. Il dato è migliore rispetto al -11,3% dello scorso 10 giugno, mentre quello del 2021 è peggiore rispetto al +7,7% di tre mesi fa. Pil mondiale? Diminuirà del 4,5% nel 2020, prima di aumentare del 5% nel 2021, stima che è migliore rispetto al -6% previsto per quest'anno a giugno e al +5,2% stimato tre mesi fa per l'anno prossimo. Su e giù, come sulle onde.
Che dice Bankitalia? Il governatore Ignazio Visco nel suo intervento all'esecutivo dell'Abi dipinge uno scenario di fiducia: "Nel complesso, anche grazie alle misure di stimolo della domanda, monetarie e di bilancio, il rafforzamento della congiuntura nel trimestre in corso potrebbe essere lievemente migliore di quanto delineato in luglio nello scenario di base delle nostre previsioni. Al momento gli andamenti che stiamo osservando restano a grandi linee coerenti con il risultato per l'anno prefigurato in quello scenario: una caduta del Pil di poco inferiore al 10%, con una successiva, molto graduale, ripresa". La barca va, lenta ma va.
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Ce la faremo? Occhio alle fregature.
02
Frodi in mascherina e assalto alla diligenza del Recovery Fund
L'Europol ieri ha avvisato i naviganti: i soldi del Recovery Fund fanno gola alla mafia, una non notizia, attendiamo solo l'apertura dell'inchiesta nel prossimo futuro. L'assalto alla diligenza da registrare sul taccuino per ora è un altro: il Recovery Fund vale circa 200 miliardi, i ministeri hanno una lista di progetti da 700 miliardi, il preludio del caotico banchetto della politica. Quei soldi sono stati evocati per fare tutto e il contrario di tutto, le probabilità che si faccia poco o niente sono dunque elevatissime. D'altronde, abbiamo l'esempio che precede quello che accadrà, prima pagina del Corriere della Sera sugli acquisti di mascherine:
Riusciamo a farci imbrogliare sulle cose essenziali. D'altronde, c'è chi pensa che il Recovery Fund debba essere utilizzato non per fare investimenti sulle infrastrutture della nuova economia (soprattutto reti e energia) ma per ridurre le tasse, cosa che si deve fare, ma non per questa via. Le riforme fiscali sono una cosa seria, concepirne una pensando ai soldi del Recovery Fund significa spalancare i cancelli non a un intervento permanente ma una tantum, cioè la via più rapida per buttare il denaro che non è gratis, va comunque restituito. Non a caso il commissario Ue all'economia, Paolo Gentiloni, ha ammonito il governo italiano nella maniera più diplomatica ma ferma: i finanziamenti europei non vanno usati per tagliare le tasse. Non sarà ascoltato e alla fine della legislatura conteremo il problema in termini di esplosione del deficit e del debito pubblico, posti di lavoro e produzione. Non impariamo mai.
E non guardiamo i dati che la realtà offre a piene mani: nelle grandi città la disoccupazione sta galoppando, Il Sole 24Ore stamattina scrive che nelle sole Napoli e Palermo sono 23 mila i posti di lavoro persi, un disastro sociale.
03
Il voto nelle Regioni e il peso del Pd nel governo
Lunedì sera avremo il quadro del voto nelle Regioni e (forse, in politica ogni pronostico deve lasciare un margine all'imponderabile) vedremo che la strategia dell'uomo nero non funziona. Il governo Conte II è nato come un patto anti-Salvini, serviva a impedire l'ascesa della Lega (che ricordiamo si auto-procurò una crisi di governo al buio, cascando ovviamente nel buio), mitigare il populismo dei Cinque Stelle e avviare un nuovo format politico, un'alleanza stabile tra il Partito democratico e il Movimento. Solo un punto di questo programma è andato a segno: tenere Salvini lontano da Palazzo Chigi, ma il resto del piano è fallito. L'alleanza politica - non numerica, politica - non c'è, le distanze tra i due partiti della maggioranza sono grandi (pensate solo a quella sull'utilizzo dei fondi del Mes per la Sanità) e la Lega continua ad essere il primo partito che vince il voto nelle Regioni. Lunedì questo scenario si materializzerà ancora una volta, vedremo a quale schermata si ferma il videogame, ma è chiaro che anche un 4 a 2 sarebbe un risultato inequivocabile e se la sinistra dovesse perdere la Toscana (qui continuiamo a tenerla nella casella del Pd) allora si apre un'altra fase della legislatura. I Cinque Stelle puntano sul referendum (risultato certo, vinceranno i Sì, poi vedremo come in termini di distacco e numero dei votanti) perché il voto nelle Regioni per loro non sarà un giorno da ricordare. La mappa sarà chiara. Zingaretti e Conte secondo Repubblica avrebbero già in tasca un accordo preventivo per il dopo voto, una barriera per evitare lo tsunami in caso di sconfitta, dunque tanto per cominciare no al rimpasto, la cosa sembra strana per un paio di ragioni:
1. Non si può ipotecare il futuro politico del governo, le valutazioni si fanno sui voti presi e persi, una cosa è perdere 4 a 2 e un'altra è finire sotto in Toscana e non si può neppure escludere una buona prestazione del Pd, mentre per quanto riguarda i Cinque Stelle le previsioni sono da dark room e il Pd non potrà non ricordare dopo il voto ai partner di governo cosa ha funzionato e soprattutto cosa non ha funzionato sul piano politico nel rapporto con i pentastellati;
2. Il governo sta in piedi non se la maggioranza vince o perde le regionali, ma se fa le cose che servono al paese. Uno scenario di elezioi anticipate si realizza solo se si innesca il caos nella maggioranza, ma qui sembra del tutto irrazionale, è più realistico un riassetto del governo. Zingaretti ha giustamente rivendicato il ruolo responsabile del Pd e con molta (forse troppa, dicono alcuni nel partito) realpolitik ha deciso di appoggiare il Sì a un referendum in cui tutti i dem avrebbero volentieri detto No. Zingaretti ha scelto l'unica strada possibile, è chiaro a chiunque, un No avrebbe creato le condizioni per sfasciare la maggioranza. Questo sacrificio del partito zingarettiano avrà un peso nel dialogo delle prossime settimane e il "peso" si stabilisce non prima ma dopo il voto;
3. Zingaretti è un lealista, un uomo che conosce la vita di partito, non può fare un patto con Conte o chiunque altro senza aver consultato tutte le componenti del Pd e - bisogna sempre ricordarlo - per alcuni la fase dell'alleanza con i Cinque Stelle è in ogni caso finita sul piano politico, anzi non è mai cominciata.
4. Il peso del Pd dentro il governo è da sempre sottostimato. I Cinque Stelle godono di un rapporto di forza che non corrisponde ai dati reali del suo consenso oggi, l'esecutivo è disegnato sugli equilibri del voto politico del 2018, ma stiamo parlando di un'era fa, in due anni tutto è cambiato, lo scenario del paese è mutato e il centrodestra inoltre continua ad essere in vantaggio e dopo il voto di domenica governerà quasi tutte le Regioni italiane. Un rimpasto - saggia soluzione politica della Prima Repubblica che serviva a attutire le tensioni interne nella maggioranza - sarebbe in realtà logico, servirebbe a mandare avanti il governo e la legislatura e il Pd dovrebbe avere un riequilibrio in suo favore proprio per il sacrificio fatto, la responsabilità messa in campo.
Per queste ragioni stamattina una nota dell'ufficio stampa del Pd dice che "la notizia riportata oggi dal quotidiano La Repubblica di un "Patto a due siglato nelle ultime ore" tra il Presidente del Consiglio Conte e il segretario del Pd Zingaretti è totalmente destituita di fondamento. Falsa. Come tutti sanno i rapporti con il Governo rimangono positivi ma il segretario del Pd da giorni è impegnato esclusivamente in moltissime città italiane a fare la campagna elettorale con decine di iniziative e non ha avuto occasione né di incontrare né di parlare con il Presidente del Consiglio". Non si fanno patti senza aver visto cosa c'è nei piatti.
Il premier Conte dice: "Cacciatemi solo se fallisco sul Recovery Fund", non è una frase felice, i precedenti (vedere alla voce Matteo Renzi e referendum costituzionale) dicono che quando un presidente del Consiglio la mette sul piano personale, perde. Ma Conte così facendo sposta la sua data di scadenza in avanti (cioè alla fine naturale della legislatura) e poi non bisogna dimenticare che ha la dote innata del galleggiamento sulle difficoltà degli altri, quelle di Zingaretti sono per ora più grandi delle sue, dunque il premier cercherà di costruire il suo finale di legislatura su questo passaggio delicato dei democratici. Ci riuscirà? Lunedì sera avremo qualche indizio in più per la nostra indagine.
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Che facciamo? Andiamo in America, dove si gioca la partita del futuro.
04
Venerdì tutti in Minnesota (e occhio alla Florida)
Venerdì Trump e Biden saranno in Minnesota (continua la strategia del marcamento a uomo) uno Stato che Trump spera di conquistare per chiudere il suo sudoku elettorale. Il vantaggio di Biden nei sondaggi è minimo, grafico di Morning Consult:
Biden in Minnesota (Stato che assegna 10 grandi elettori) guida la corsa con un margine di 4 punti (48 a 44), il problema per il candidato dem è che il 16 maggio scorso - nel pieno della pandemia - era in testa con un larghissimo 55 a 38. Tutto quel vantaggio è svanito. Nell'immaginario dell'elettore americano siamo in un'altra pagina della storia, il coronavirus è un capitolo meno urgente di altri (l'economia e la sicurezza) e questo per Biden resta il problema numero uno: come raccontare l'America post-coronavirus. Trump continua a marciare negli Stati che compongono il suo puzzle della vittoria (che per ora non c'è) e giocare tutte le sue carte. Ieri il presidente durante il dibattito su Abc in Pennsylvania ha detto che il vaccino (si vede all'orizzonte la sagoma dell'October Surprise) sarà "pronto tra tre o quattro settimane", che "per molti le mascherine non sono utili", che gli americani stanno sviluppando una "mentalità di gregge" (ironia sui social, perché la parola giusta è immunità), sono tutte mosse che parlano all'altra America, quella repubblicana che guarda oltre la crisi del coronavirus. Dal canto suo Biden cerca di mantenere l'esile vantaggio che ancora conserva nei Battleground States, lancia un messaggio dalla Florida (29 grandi elettori, Stato in bilico che ancora una volta sarà decisivo) agli ispanici Joe Biden vola in Florida a 49 giorni delle elezioni Usa, lo stato in bilico che ancora una volta potrebbe decidere la presidenza. Nel 2016 Trump qui vinse con 1,2 punti di distacco su Hillary Clinton, il 60% della popolazione è composto da latinos, soprattutto portoricani (più favorevoli ai democratici), qui Biden si gioca la presidenza e non a caso sta investendo milioni di dollari in marketing elettorale con l'aiuto del portafoglio di Mike Bloomberg che verserà 100 milioni di dollari per battere The Donald.
05
Storico accordo sul Medio Oriente (e storia che cambia)
Per un altro presidente si sarebbero stesi elogi senza se e senza ma, evocato il premio Nobel per la Pace e chissà cos'altro. L'accordo siglato ieri alla Casa Bianca tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Baharain è un grande risultato diplomatico. Ma nel caso di Trump non si può dire perché non rientra nella liturgia del politicamente corretto, non sta bene in società.
Trump non è un presidente di guerra (sebbene ami mostrarsi nelle vesti del Commander in Chief e la sua posa spesso sia ben poco marziale), il suo programma di spesa per la Difesa degli Stati Uniti rientra nella logica di un presidente che non vuole i soldati americani sul fronte e cerca la disuassione. Nessun presidente manda a cuor leggero uomini e donne sul fronte, Trump meno di altri. Ha finora usato la forza, nei rari casi in cui l'ha fatto, come deterrente, è un repubblicano che punta al rientro dei "nostri ragazzi dall'Iraq e dall'Afghanistan", la sua dottrina non è quella dell'espansione ma è quella della Fortezza (difendere il suolo americano) e dell'impegno più forte degli Alleati nella cooperazione militare (la ragione del suo richiamo continuo agli impegni di bilancio degli altri paesi della Nato). L'eliminazione del generale iraniano Qassem Soleimani e di un sanguinario terrorista come Al Baghdadi non sono il preludio di nessuna campagna militare, hanno uno scopo preventivo, dicono agli iraniani e alle varie sigle del terrorismo (e soprattutto ai loro finanziatori) che la risposta americana ci sarà sempre e al Pentagono hanno occhi e proiettili per chi pensa di colpire i cittadini americani in tutto il mondo.
L'amministrazione Trump ha rafforzato il legame con l'Arabia Saudita, ingaggiato le nazioni più dinamiche del Golfo, iniziato a costruire un percorso di pace che pone la questione palestinese in un quadro di alleanze. Non può essere un problema bilaterale, perché se Israele ha solo nemici, nessuno firmerà la pace, è evidente, dunque bisogna puntare a normalizzare i rapporti. Riuscirà nell'impresa? Ha bisogno di un secondo mandato, ma anche Biden si troverebbe di fronte al problema e infatti ieri il candidato dem ha dovuto dare un commento positivo sulla firma dell'accordo. Conviene anche a lui.
I critici dell'amministrazione rimpiangono il mondo obamiano, ma dimenticano sempre i tragici esiti di quella politica estera: l'appoggio alle primavere arabe che ha aperto al caos in una Libia sprofondata in un "dopo Gheddafi senza niente dopo"; la carneficina in Siria, un immane disastro umanitario, la nascita di un gruppo di psicopatici come l'Isis; l'intervento della Russia di Putin in sostegno di Assad mentre alla Casa Bianca si meditava sulla "red line" - una umiliazione; il non contenimento dell'espansionismo cinese nel Pacifico e in Occidente di cui ora vediamo gli effetti, il nulla di fatto con la Bomba di Kim jong-un, l'accordo sul nucleare con gli iraniani che non ha fermato le operazioni militari per destabilizzare il Medio Oriente con le operazioni dei gruppi armati guidati da Soleimani (questa era la sua professione, un killer), il fallito golpe in Turchia (con le ore di silenzio imbarazzato adella Casa Bianca nella notte del 15 luglio del 2016) che è finito con la repressione delle opposizioni da parte del regime di Erdogan e l'ascesa di Ankara come forza dominante nel Mediterraneo Orientale. Non è il record di una presidenza virtuosa o fortunata sul piano della politica estera.
L'ultimo numero di Foreign Affairs ha la copertina sulla politica estera di Trump, ha toni molto critici, cose in buona parte condivisibili, con un punto che però qui ci sembra decisivo: il mondo del vecchio ordine liberale non c'è più e non è la conseguenza della politica di Trump, ma di un processo di trasformazione, scomposizione e ricomposizione in corso da tempo. L'ascesa della Cina, il suo dominio sulla bilancia commerciale americana non sono un'invenzione di Trump (il quale tra l'altro non è riuscito nell'intento di riequilibrarla), così come la spregiudicata politica di Xi Jinping a cui in Europa è stato concesso di entrare in settori strategici come energia e reti, il neo-imperialismo ottomano di Erdogan che ora vediamo in Libia e nelle acque di Cipro non è figlio della politica di Washington, così come il disinvolto vai e vieni di Ankara sul settore della Difesa (dentro la Nato ma libero di acquistare sistemi anti-missile dalla Russia), l'illuminata Europa dimentica di aver dato alla Turchia le chiavi del controllo dell'immigrazione (chiudendo gli occhi sui diritti umani), chi oggi ricorda le virtù del multilateralismo (e naturalmente ci sono), il contenimento della Russia attraverso le sanzioni non ha ottenuto grandi risultati (occupazione della Crimea, conflitto nel Donbass, influenza nella politica del Sudamerica, penetrazione in Europa, spionaggio più che disinvolto, nessuna protezione all'opposizione interna e addirittura l'ombra degli avvelenamenti), l'asse tra Mosca e Pechino nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non ha avuto un avversario degno di tal nome finché Trump non ha inviato Nikki Haley al Palazzo di Vetro e Mike Pompeo al Dipartimento di Stato ha alzato lo scudo della cyberguerra. Il prima non è un paese delle meraviglie come il dopo non è una favola.
Il mondo è ombra e luce e proprio su Foreign Affairs leggiamo un contributo prezioso per capire quanto sia già cambiato, un articolo di Nadia Schadlow (Senior Fellow dell'Hudson Institute e Visiting Fellow della Hoover Institution, nel 2018 vice nel Consiglio di sicurezza nazionale dell'amministrazione Trump) dove senza imbellettamenti si racconta una verità difficile da accettare per i sognatori di un ordine liberale che non c'è più, l'inesorabile verità della competizione nello spazio geopolitico:
Dalla fine della Guerra Fredda, la maggior parte dei politici statunitensi è stata ingannata da una serie di illusioni sull'ordine mondiale. Su questioni critiche, hanno visto il mondo come vorrebbero che fosse e non come è realmente. Il presidente Donald Trump, che non è un prodotto della comunità della politica estera americana, non lavora sotto queste illusioni. Trump è stato un disgregatore, e la sua politica, informata dalla sua prospettiva eterodossa, ha messo in moto una serie di correzioni attese da tempo. Molte di queste necessarie correzioni sono state travisate o fraintese negli odierni dibattiti al vetriolo e di parte. Ma i cambiamenti che Trump ha avviato contribuiranno a far sì che l'ordine internazionale rimanga favorevole agli interessi e ai valori degli Stati Uniti e a quelli di altre società libere e aperte.
Ci vuole tempo, molte cose si stanno sedimentando e ciò che oggi sembra eretico presto apparirà nell'ordine delle cose. Come sscrive Schadlow:
La concorrenza è e rimarrà una caratteristica fondamentale del sistema internazionale e l'interdipendenza non lo impedisce. Se un democratico vince la Casa Bianca, probabilmente si dovrà convincere che la rivalità è una caratteristica inalterabile del sistema internazionale e che sarebbe un grave errore tornare alle premesse di un'epoca passata.
Il nemico esiste, la cooperazione è auspicabile, ma non se non accade, la competizione è un fatto ineludibile. Gli americani (ri)conoscono i propri nemici. Sondaggio di Gallup:
È lo specchio fedele di quello che è stato il dibattito politico nel corso del tempo. Con una sopravvalutazione della Russia (un ex impero che ha seri problemi per la stabilità futura) alimentata dal caso Russiagate e una sottovalutazione della Cina (vera potenza che sfida il primato americano), la presenza dell'Iran (l'atomica degli Ayatollah), l'ascesa della Corea del Nord alimentata dallo scontro tra Trump e Kim Jong-un durante la crisi dell'estate dei missili (2018), l'Iraq che non costituisce un pericolo ma resta nella memoria per le due Guerre del Golfo e come avamposto degli americani in Medio Oriente.
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Come chiudiamo questo numero di List?
06
Molto partisan e poco scientific
Scientific American ha 175 anni e in tutto questo tempo lungo non ha mai fatto un endorsement per un presidente, informa la rivista. La cosa divertente è che per la prima volta in redazione hanno sentito l'irrefrenabile impulso di esprimersi sulla corsa presidenziale e di farlo, naturalmente, contro Trump e per Biden. Motivazione? Trump ha gestito male il coronavirus (invece gli altri leader lo hanno fatto tutti benissimo, com'è noto) e Biden certamente lo avrebbe fatto meglio. Un endorsement per il candidato democratico senza il metodo della prova ed errore, ma si sa, i dem sono tutti intelligenti e bravi a prescindere. Dopo 175 anni, poco scientific.
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dell'Abbonamento.
3. DURATA, DISDETTA E RINNOVO DELL'ABBONAMENTO
3.1 L'Abbonamento avrà la durata di volta in volta indicata nel pacchetto scelto dall'Utente (per esempio,
mensile o
annuale).
3.2 L'Abbonamento si rinnoverà ciclicamente e in modo automatico per una durata eguale a quella
originariamente scelta
dall'Utente, sino a quando una delle Parti non comunichi all'altra la disdetta dell'Abbonamento almeno 24
ore prima del
momento della scadenza. In mancanza di disdetta nel termine indicato, l'Abbonamento è automaticamente
rinnovato.
3.3 L'Utente potrà esercitare la disdetta in ogni momento e senza costi attraverso una delle seguenti
modalità:
seguendo la procedura per la gestione dell'Abbonamento all'interno del proprio profilo utente sia sul Sito
che
nell'Applicazione;
inviando una mail al seguente indirizzo: help@newslist.it.
3.4 Gli effetti della disdetta si verificano automaticamente alla scadenza del periodo di abbonamento in
corso; fino a
quel momento, l'Utente ha diritto a continuare a fruire del proprio Abbonamento. La disdetta non dà invece
diritto ad
alcun rimborso per eventuali periodi non goduti per scelta dell'Utente.
3.5 In caso di mancato esercizio della disdetta, il rinnovo avverrà al medesimo costo della transazione
iniziale, salvo
che il Fornitore non comunichi all'Utente la variazione del prezzo dell'Abbonamento con un preavviso di
almeno 30 giorni
rispetto alla data di scadenza. Se, dopo aver ricevuto la comunicazione della variazione del prezzo,
l'Utente non
esercita la disdetta entro 24 ore dalla scadenza, l'Abbonamento si rinnova al nuovo prezzo comunicato dal
Fornitore.
3.6 Il Fornitore addebiterà anticipatamente l'intero prezzo dell'Abbonamento subito dopo ogni rinnovo sullo
stesso
strumento di pagamento in precedenza utilizzato dall'Utente ovvero sul diverso strumento indicato
dall'Utente attraverso
l'area riservata del proprio account personale.
4. Recesso DEL CONSUMATORE
4.1 L'Utente, ove qualificabile come consumatore – per consumatore si intende una persona fisica che agisce
per scopi
estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta, ha
diritto di
recedere dal contratto, senza costi e senza l'onere di indicarne i motivi, entro 14 giorni dalla data di
attivazione
dell'Abbonamento acquistato.
4.2 L'Utente può comunicare la propria volontà di recedere, inviando al Fornitore una comunicazione
esplicita in questo
senso mediante una delle seguenti modalità:
mediante raccomandata a.r. indirizzata alla sede del Fornitore;
per email al seguente indirizzo help@newslist.it;
4.3 Ai fini dell'esercizio del recesso l'Utente può, a sua scelta, utilizzare questo modulo
4.4 Il termine per l'esercizio del recesso si intende rispettato se la comunicazione relativa all'esercizio
del diritto
di recesso è inviata dall'Utente prima della scadenza del periodo di recesso.
4.5 In caso di valido esercizio del recesso, il Fornitore rimborserà all'Utente il pagamento ricevuto in
relazione
all'Abbonamento cui il recesso si riferisce, al netto di un importo proporzionale a quanto è stato fornito
dal Fornitore
fino al momento in cui il consumatore lo ha informato dell'esercizio del diritto di recesso; per il calcolo
di tale
importo, si terrà conto dei numeri o comunque dei contenuti fruiti e/o fruibili dal consumatore fino
all'esercizio del
diritto di recesso. Il rimborso avverrà entro 14 giorni dalla ricezione della comunicazione di recesso sullo
stesso
mezzo di pagamento utilizzato per la transazione iniziale.
4.6 Eventuali eccezioni al diritto di recesso, ove previste da Codice del consumo – decreto legislativo 6
settembre
2005, n. 206, saranno comunicate al consumatore in sede di offerta prima dell'acquisto.
5. Modalità di pagamento
5.1 L'Abbonamento comporta l'obbligo per l'Utente di corrispondere al Fornitore il corrispettivo nella
misura
specificata nell'offerta in relazione al pacchetto scelto dall'Utente.
5.2 Tutti i prezzi indicati nell'offerta si intendono comprensivi di IVA.
5.3 Il pagamento dei corrispettivi può essere effettuato mediante carte di credito o debito abilitate ad
effettuare gli
acquisti online. Le carte accettate sono le seguenti: Visa, Mastercard, American Express.
5.4 L'Utente autorizza il Fornitore ad effettuare l'addebito dei corrispettivi dovuti al momento
dell'acquisto
dell'Abbonamento e dei successivi rinnovi sulla carta di pagamento indicata dallo stesso Utente.
5.5 Il Fornitore non entra in possesso dei dati della carta di pagamento utilizzata dall'Utente. Tali dati
sono
conservati in modo sicuro dal provider dei servizi di pagamento utilizzato dal Fornitore (Stripe o il
diverso provider
che in futuro potrà essere indicato all'Utente). Inoltre, a garanzia dell'Utente, tutte le informazioni
sensibili della
transazione vengono criptate mediante la tecnologia SSL – Secure Sockets Layer.
5.6 È onere dell'Utente: (i) inserire tutti i dati necessari per il corretto funzionamento dello strumento
di pagamento
prescelto; (ii) mantenere aggiornate le informazioni di pagamento in vista dei successivi rinnovi (per
esempio,
aggiornando i dati della propria carta di pagamento scaduta in vista del pagamento dei successivi rinnovi
contrattuali).
Qualora per qualsiasi motivo il pagamento non andasse a buon fine, il Fornitore si riserva di sospendere
immediatamente
l'Abbonamento fino al buon fine dell'operazione di pagamento; trascorsi inutilmente 3 giorni senza che il
pagamento
abbia avuto esito positivo, è facoltà del Fornitore recedere dal contratto con effetti immediati.
Pagamenti all'interno dell'applicazione IOS
5.7 In caso di acquisto dell'Abbonamento mediante l'Applicazione per dispositivi IOS, il pagamento è gestito
interamente
attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.