5 Marzo

Vincono. E l'establishment non ha capito niente

Dal Vaffa Day del 2007 alla vittoria del 4 marzo 2018. Prima furono trattati come un fenomeno temporaneo, destinato a finire, poi demonizzati. Risultato: oggi sono il centro del sistema politico. Un'indagine di Lorenzo Castellani su nuova politica e "classe dirigente"

di Lorenzo Castellani

Le elezioni del 4 marzo 2018 saranno ricordate come uno spartiacque nella storia politica italiana in cui le nuove forze populiste hanno prevalso sui partiti tradizionali. Nel lessico stanco dei media mainstream il Movimento 5 Stelle è diventata l'espressione fondamentale del partito anti-establishment, del malessere popolare verso le elite nazionali ed europee, dell'ultima contestazione verso la classe politica della Seconda Repubblica. Tuttavia, il rapporto tra il Movimento di Grillo e l'establishment esiste sin dalla sua nascita ed è ben più complesso di una semplice relazione di contrapposizione. Andiamo con ordine muovendoci su tre piani: il rapporto con le elite italiane, quello con l'establishment internazionale, l'evoluzione politica del Movimento 5 Stelle.

Nell'oramai lontano 2007 Beppe Grillo convocava il Vaffa Day, incubatore dell'anti-casta a carattere anti-berlusconiano, che seduceva un pezzo del mondo intellettuale della sinistra, quello delle riviste culturali come Micromega, del movimentista Popolo Viola, di molti artisti e di alcuni tra i più noti giornalisti già affermati come Marco Travaglio e Michele Santoro. A questa corazzata si aggiungevano le campagne dei grandi giornali del nord Italia. E' del 2007 "La Casta" di Sergio Rizzo e Gianantonio Stella, bestseller fabbricato in via Solferino, che aprirà la via alla contestazione della classe politica della Seconda Repubblica. Vitalizi, autoblu, stipendi e rimborsi dei parlamentari sono tutti temi che vennero snocciolati dai due giornalisti del Corriere della Sera. Il proto-militante grillino dell'epoca esprimeva la propria insoddisfazione imbracciando il saggio, edito da Rizzoli, e promosso dal giornale per eccellenza dell'establishment italiano. Da qui è arrivato l'assist, probabilmente involontario poiché destinato a favorire l'ascesa di altre operazioni politiche come quella di Luca Cordero di Montezemolo all'epoca impegnato con Italia Futura, al successo dell'anti-politica di piazza.

Beppe Grillo abbraccia Luigi di Maio. A destra, Di Battista e Casaleggio (Foto Ansa).

Tra il 2009 e il...


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