16 Gennaio

Vita e teatro, un film e la recita del Quirinale

La visione del bellissimo "I fratelli De Filippo" e la sfida per il Colle tra Draghi e Berlusconi. La storia di una famiglia e la trama della politica italiana. Il Novecento del genio e di una nazione da ricostruire, la contemporaneità post-tutto che cerca una necessaria "pax istituzionale" nell'elezione del Presidente della Repubblica. Appunti sul cinema, il palcoscenico e la sceneggiatura della politica

Che cosa è la commedia umana? La vita vissuta con tutto lo slancio dell'approssimazione, in regolare difetto dall'inizio alla fine dei giorni. La commedia è il teatro, ogni nostro atto quotidiano che si svolge nell'inconsapevole scrittura della nostra vita. Ho visto un film, "I fratelli De Filippo", la cavalcata nei primi anni del Novecento di una famiglia con Napoli nel sangue, il palcoscenico nel cuore, il copione nella mente. Il regista, Sergio Rubini, ha firmato un capolavoro (lo trovate su RaiPlay), il racconto è di struggente bellezza, la fatica di ogni giorno è una certezza, il talento un lampo, la fame un agguato, il sentimento (buono e cattivo) un'ombra che ti attende all'angolo della strada. Un’emozionante storia d’Italia.

La storia dei De Filippo è esemplare, il puro genio cresciuto nella povertà, il rosso e il nero dell'esistenza, un grande padre dell'eccesso che mai li riconobbe come figli legittimi, il mitico Eduardo Scarpetta, imperatore del palcoscenico a Napoli tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento che in una battuta memorabile riconosce e dipinge così Eduardo: "Tu si' 'a punizione mia. Io nun t'aggio dato 'o nomm', ma tu ti si' arrubbat' l'arte”.

Sergio Rubini svela un tocco felice in un film che ti fa ridere e piangere, ti solleva e ti inonda, ti leva tutto, ti spoglia (e ti veste, splendidi costumi di Maurizio Millenotti), ti sbatte, ti dispera, poi ti prende per mano, ti accarezza, ti accompagna, ti bacia, ti addormenta con le mani di mamma sulla fronte e torni bambino,  sei con Eduardo che va a Milano e scopre di essere "straniero", figlio di una lingua che è poesia popolare, mercato di caratteri pronti a andare in scena, ti apre ogni poro della pelle quando spalanca il sorriso nel rivedere il Vesuvio sul treno che lo riporta a casa, scrive commedie,...


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