21 Maggio
Vittoria? Il campo di battaglia e il problema della pace
La caduta di Mariupol, la resa del battaglione Azov, l'avanzata (lenta) nel Donbass e il Cremlino che ora non vuole aprire il tavolo del negoziato. La guerra di logoramento di Putin e il dilemma degli Alleati. Lunedì secondo vertice sulla difesa dell'Ucraina promosso dal Pentagono. Che fare?
Chi sta vincendo? La domanda è quella del primo minuto di guerra, dopo 87 giorni di battaglia la risposta sta cominciando a prendere forma e non corrisponde al racconto del giornalismo in ciclostile dal quale qui su List ci teniamo sempre lontani per attaccamento a quella cosa chiamata realtà. Stiamo ai fatti, quelli che servono per sapere, per capire.
01
L'Italia e la vittoria troppo lontana
In Italia la richiesta di un negoziato sta diventando fattore comune di tutti i partiti. Con sfumature e grandi differenze, con parole che fanno filtrare grandi incertezze e piccoli disegni politici tutti ripiegati sul quadro interno (si vota per le amministrative, le elezioni politiche sono dietro l'angolo), ma alla fine l'idea che si possa condurre la guerra "alla vittoria" contro la Russia si sta indebolendo di fronte al campo di battaglia, alle notizie che cominciano a circolare, alla situazione economica che si sta sgretolando e sta scivolando verso una letale stagflazione. Le società occidentali hanno problemi di tenuta interna di cui bisogna tenere conto, senza il supporto dell'opinione pubblica, il sostegno all'Ucraina diventa fattore di instabilità che in Italia finirà per impattare sul voto politico. Questo spiega la prudenza di Berlusconi, le frasi di Salvini, l'agitarsi di Conte, il tentativo di Letta di tenere insieme le anime del Pd in una posizione di equilibrio, tra la domanda della base pacifista e l'Atlantismo necessario. Sull'imballaggio della politica italiana c'è una scritta: fragile.
Il governo? Fa il suo lavoro, Draghi a Washington ha svolto la sua missione, posto l'accento sulla richiesta di pace che viene dagli italiani, ma stando con fermezza nell'Alleanza, senza strappi che non servono a nessuno. Serve una tessitura diplomatica, deve partire dagli Stati Uniti, ma la crisi interna degli Stati Uniti è grande e a Washington la Russia è fattore di mobilitazione....
Chi sta vincendo? La domanda è quella del primo minuto di guerra, dopo 87 giorni di battaglia la risposta sta cominciando a prendere forma e non corrisponde al racconto del giornalismo in ciclostile dal quale qui su List ci teniamo sempre lontani per attaccamento a quella cosa chiamata realtà. Stiamo ai fatti, quelli che servono per sapere, per capire.
01
L'Italia e la vittoria troppo lontana
In Italia la richiesta di un negoziato sta diventando fattore comune di tutti i partiti. Con sfumature e grandi differenze, con parole che fanno filtrare grandi incertezze e piccoli disegni politici tutti ripiegati sul quadro interno (si vota per le amministrative, le elezioni politiche sono dietro l'angolo), ma alla fine l'idea che si possa condurre la guerra "alla vittoria" contro la Russia si sta indebolendo di fronte al campo di battaglia, alle notizie che cominciano a circolare, alla situazione economica che si sta sgretolando e sta scivolando verso una letale stagflazione. Le società occidentali hanno problemi di tenuta interna di cui bisogna tenere conto, senza il supporto dell'opinione pubblica, il sostegno all'Ucraina diventa fattore di instabilità che in Italia finirà per impattare sul voto politico. Questo spiega la prudenza di Berlusconi, le frasi di Salvini, l'agitarsi di Conte, il tentativo di Letta di tenere insieme le anime del Pd in una posizione di equilibrio, tra la domanda della base pacifista e l'Atlantismo necessario. Sull'imballaggio della politica italiana c'è una scritta: fragile.
Il governo? Fa il suo lavoro, Draghi a Washington ha svolto la sua missione, posto l'accento sulla richiesta di pace che viene dagli italiani, ma stando con fermezza nell'Alleanza, senza strappi che non servono a nessuno. Serve una tessitura diplomatica, deve partire dagli Stati Uniti, ma la crisi interna degli Stati Uniti è grande e a Washington la Russia è fattore di mobilitazione. Per ora Biden ne ha beneficiato ben poco (il suo gradimento è sotto il 40% nei sondaggi, sono valori da minimo storico), le sanzioni non stanno funzionando, Putin ha il pieno sostegno della Cina, ha chiuso oggi la fornitura di gas alla Finlandia, la Banca centrale guidata da Elvira Nabiullina manovra con destrezza in uno scenario che tutti hanno sottovalutato. Perfino Zelensky, in un momento di realismo, ha detto poco fa che la via dei negoziati è l'unica possibile. Resta il problema della guerra. E di troppe mosse sbagliate quando si poteva cogliere l'occasione della pace.
Vittoria? Forse domani (ma la storia dice che con la Russia la faccenda è a dir poco un'impresa), il problema è che quel domani è lontano e i fatti di ogni giorno (inflazione, disoccupazione, produzione, diseguaglianza, concorrenza) stanno aggredendo i governi occidentali. Non è un caso che le sanzioni europee sul petrolio russo siano finite in un limbo imbarazzante. Compriamo gas russo e continueremo a farlo finché non avremo valide alternative. Non si cambia la struttura produttiva di un intero continente con un colpo di penna a tavolino. Biden sta facendo i conti con le sue utopie, alla pompa di benzina ci sono gli adesivi con il suo volto. Ogni volta che un americano fa il pieno, il prezzo e quell'immagine gli ricordano chi governa. Hello, Joe.
Che fare? Guardare i dati sul campo è il primo passo, senza un'analisi fredda e razionale si commettono gravi errori. Facciamo il punto nave, seguite il titolare di List.
02
La resa del battaglione Azov
I soldati di Azov lasciano l'acciaieria. Mariupol è caduta (Foto Epa).La resa del battaglione Azov è totale. Oltre duemila soldati del gruppo speciale dell'Ucraina sono usciti dall'acciaieria Azovstal e ora sono prigionieri dei russi. Non c'è nessuna 'evacuazione', ma una 'resa', va detto con estrema chiarezza per evitare errori di prospettiva sull'oggi e il domani della guerra. L'evacuazione la fanno gli amici, la resa è nelle mani del nemico. Questo è quello che è accaduto. I russi hanno pubblicato il video dei soldati che si arrendevano, fine della storia. La partita sul piano militare era già chiusa, la caduta di Mariupol e del battaglione Azov non cambia l'assetto strategico del conflitto - il consolidamento del 'ponte' tra la Crimea e il Donbass è un fatto. Il dato notevole in questa fase è il simbolismo della resa di Azov, per Putin è una vittoria. Non della guerra, questa si definirà dopo, al tavolo di un negoziato che per ora non c'è.
03
L'accerchiamento nel Donbass
La guerra non sta andando come viene raccontato. La Russia a costo di pesanti perdite sta consolidando (lentamente) il controllo del territorio nel Donbass. Mappa dell'Institute for the Study of War:
I russi stanno usando l'artiglieria su vari punti: concentrano il fuoco su Popasna per puntare poi su Severodonetsk. Hanno preso il controllo di Volodymirivka e Lypove, sono penetrati a Komyshuvakha. I mercenari del gruppo Wagner avrebbero preso Trypillya e Vyskrivka, a ovest di Popasna. Le forze russe sono a Troitske, a sud di Popasna. Queste manovre preparano la battaglia per la presa di Severodonetsk, dove le truppe russe stanno ottenendo guadagni marginali e avrebbero preso il controllo di Shchedryshcheve e Syrotne.
A Kharkiv i russi dopo aver perso territorio si stanno riposizionando per lanciare un assalto, proseguono i bombardamenti, mentre viene data la notizia della cattura di Ternova e Rubizhne.
Kherson, Ucraina, 20 maggio 2022. Un manifesto sulla 'Grande guerra patriottica' (Foto Epa).A sud Mosca ha ordinato la costruzione di seconde linee difensive, si preparano a respingere un eventuale contro attacco delle forze ucraine. Mariupol è caduta, la regione di Kherson è stata connessa alla rete internet della Crimea, in molti centri è partita l'operazione di 'rublificazione' dell'economia.
La guerra in Ucraina è pazienza, logoramento, occupazione, mantenimento delle posizioni, sostituzione dei materiali e degli uomini caduti in battaglia. È disegno politico. Putin ha quello della conquista, brutale come è la guerra. Noi ne abbiamo uno? Cosa è vittoria e sconfitta per l'Occidente?
Il premier Mario Draghi ieri ha rivelato che Vladimir Putin al telefono gli ha detto che non è ancora il momento per il negoziato. E basta mettere insieme gli elementi del campo di battaglia per capire perché il Cremlino ora non accetta più di parlare di pace. Andava fatto prima, quando Mosca non aveva fissato la strategia sul campo di battaglia, quando i comandanti si sono fatti cogliere di sorpresa dalla ben organizzata resistenza dell'esercito ucraino. C'è stato un momento in cui il tavolo della pace era aperto (il vertice in Turchia, occasione sprecata), era un obiettivo possibile, probabile, necessario per evitare migliaia e migliaia di morti.
Si è alimentata l'idea della "vittoria sul campo di battaglia" (Josep Borrell). E ora? Il campo di battaglia sta parlando. È singolare dire che stai vincendo la guerra mentre perdi territorio. Non si può tornare indietro, ma andare avanti così, senza una definizione dell'obiettivo politico, della vittoria e della sconfitta, del prezzo da pagare (per l'Ucraina, per la Russia, per noi), del come e quando fermarsi, rischia di alimentare quella guerra di logoramento che potrebbe dare a Putin un successo che sembrava lontano.
04
Lunedì secondo summit degli alleati sulla difesa dell'Ucraina
I cannoni da 155mm inviati dagli Stati Uniti all'Ucraina (Foto Pentagono).Il problema strategico - l'avanzata della Russia, il logoramento dell'Ucraina - sta emergendo rapidamente, gli alleati lunedì terranno un secondo vertice (virtuale) per fare il punto sulla difesa dell'Ucraina. L'annuncio è arrivato ieri sera dal Pentagono, il Gruppo consultivo sulla difesa dell'Ucraina si è riunito per la prima volta il 26 aprile in Germania, nella base aerea di Ramstein. Il portavoce del Pentagono, John Kirby (che passerà ad altro incarico alla Casa Bianca) non ha dato i dettagli dei temi in discussione. Ma non è difficile capire cosa ci sarà nell'agenda, è sufficiente guardare il campo di battaglia.
05
La Nato pronta a fornire armi alla Moldavia
Segnali di escalation? Vengono dal Foreign Office. Intervista al Telegraph di Liz Truss, ministro degli Esteri del Regno Unito: la Gran Bretagna ha avviato una discussione con gli alleati della Nato per l'invio di armi alla Moldavia. Lo scorso aprile il generale Rustam Minnekayev, capo del Distretto militare centrale russo, aveva affermato che l'obiettivo di Mosca era strappare all'Ucraina tutta la costa in modo da costruire un collegamento con la Transnistria, il territorio separatista filorusso della Moldavia.
Liz Truss, ministro degli Esteri del Regno Unito (Foto Epa)."Vorrei vedere la Moldavia equipaggiata secondo gli standard Nato. Ne stiamo discutendo con i nostri alleati", ha dichiarato Truss. "Putin è stato chiaro sulle sue ambizioni di creare una Russia più grande e il fallimento dei suoi tentativi di prendere Kiev non significa che abbia rinunciato a queste ambizioni", dice Truss che conferma di avere problemi con le mappe, Putin non ha rinunciato, sta realizzando il suo piano. L'Inghilterra ha bisogno di un obiettivo, in patria le cose vanno male, BoJo resta un leader che ha perso il tocco magico (e il partygate continua a tormentarlo), è in piedi solo per manifesta incapacità della leadership laburista. In questo scenario, il destino del governo conservatore di Boris Johnson è saldato a quello del democratico Joe Biden. Che sottosopra.
06
La campagna coreana di Biden
La conferenza stampa del presidente Joe Biden con il presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol (Foto Epa).Joe Biden è in Corea del Sud, visita ufficiale, un viaggio che è un segnale per la Corea del Nord di Kim jong-un che ha ripreso a lanciare missili sul Pacifico, una minaccia per Seoul e il Giappone. Il presidente americano ha detto che l'alleanza è il pilastro per la sicurezza dell'area dell'Indo-Pacifico, "deterrenza" che va "aumentata", un "contrasto" all'idea del cambiamento dei confini con la forza (riferimento alla Russia in parallelo con l'attivismo militare di Pyongyang). Per gli Stati Uniti la collaborazione non è solo una questione di difesa, ma di tecnologia, la Corea del Sud è un produttore chiave di semiconduttori, il pane dell'industria americana hi-tech. Non ha caso il presidente coreano Yoon ha citato il rafforzamento della partnership sulle batterie elettriche e i microchip, vedere alla voce Samsung, il colosso dell'elettronica mondiale. Biden ha problemi in casa crescenti, a picco nei sondaggi, deve cercare di evitare il crash dell'economia. Wall Street sta registrando la recessione in arrivo, ieri la Borsa è entrata in zona Orso, poi si è ripresa. Ma è solo questione di tempo, Biden dovrà presto spiegare agli americani perché lo slancio della riapertura post-coronavirus è svanito. E gli americani in novembre voteranno.
***
Viviamo tempi interessanti (forse troppo) e per capire cosa accade servono strumenti raffinati di analisi. Cosa leggere?
07
Capire come funziona il mondo. Storia, romanzo, guerra
Prima di tutto, bisogna studiare la storia. Richard H. Haass, presidente del Council on Foreign Relations, diplomatico di lungo corso, ha scritto un libro, The World, a brief introduction, che spiega il funzionamento delle relazioni internazionali. Siamo in uno scenario in grande movimento, il libro di Haass ha il pregio dei manuali, non dà niente per scontato, fotografa quello che c'è e prova a immaginare cosa potrebbe esserci in futuro. La guerra in Ucraina cambierà l'ordine mondiale (sta accadendo) e ci saranno vincenti e perdenti. Da che parte saremo?
Haass individua un elemento critico: l'eccessiva concentrazione dei programmi di insegnamento sulla tecnica, la tendenza ossessiva verso la specializzazione. Gli studenti, la futura classe dirigente, non conoscono la letteratura e la storia, elementi chiave per la comprensione del presente. Le nostre università sfornano splendidi tecnici che fuori dal loro limitato campo da gioco non capiscono niente e, anzi, rischiano di non comprendere neppure cosa accade nella loro disciplina che subisce l'influenza dello spirito del tempo. La storia è maestra di vita, va studiata.
La storia non è solo quella dei saggi, dei volumi scolastici, delle biografie. La storia è prima di tutto romanzo.
Vasilij Grossman fu definito "il Tolstoj dell'Unione Sovietica". Fu corrispondente di guerra in prima linea, a Stalingrado vide e mise nero su bianco l'assedio, la certezza di morire in battaglia. Russi e tedeschi. La guerra con gli eroi "dispersi", mai ricordati, protagonisti di battaglie sconosciute che costruirono la salvezza, famiglie dilaniate, lutti infiniti. Stalingrado è un romanzo paragonato a Guerra e Pace e Tolstoj fu per Grossman il passaggio obbligato per scrivere con una prosa precisa, intima, improvvisamente filosofica, larga e stretta, un colpo al cuore, un reporter grondante di inchiostro sul campo di battaglia.
La storia irrompe in scena fin dalla prima riga:
Il 29 aprile del 1942, in un tripudio di bandiere tedesche e italiane, alla stazione di Salisburgo arrivò il treno del dittatore dell'Italia fascista Benito Mussolini.
Grossman è maestro di suspence e ricostruzione storica, fa balenare l'idea sinistra, il male lumeggia in pagina con tratti di pennello:
Le loro conversazioni a quattr'occhi sulle Alpi al confine tra Austria e Italia portavano puntualmente a un'invasione, a manovre diversive di portata continentale e ad attacchi di fanteria motorizzata con relativo dispiegamento di milioni di uomini. I resoconti anemici che i giornali riservavano agli incontri fra i due dittatori contribuivano a riempire i cuori di un'attesa spasmodica.
Eccola, la storia. Quel ricordo, nella scrittura di Grossman è il Novecento, il nostro. La chiamata alle armi. Che si materializza così nella vita di Pētr Semēnovič Vavilov:
Pētr Semēnovič Vavilov si vide consegnare la chiamata alle armi nel momento meno opportuno: se al distretto militare avessero aspettato un altro paio di mesi, sarebbe certamente riuscito a lasciare la famiglia con cibo e legna per un anno.
E quella frase che lascia tutto in sospeso, un colpo di vento che fa sbattere furiosamente il cancello della guerra:
Figlia mia, tocca a me.
Tocca agli ucraini, tocca ai russi. Che immane tragedia.
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gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.