13 Giugno
"Voltare pagina". Mattarella e il sottosopra del Csm
Il Capo dello Stato indice elezioni suppletive per sostituire due consiglieri: "Restituire prestigio e fiducia". Il Parlamento farà la riforma? Tsunami di intercettazioni. Zingaretti e il caso Lotti: il mio Pd non nomina magistrati. Attacco alle petroliere nel Golfo, Pompeo accusa l'Iran
Che cosa bolle in pentola? L'Eurogruppo è riunito in Lussemburgo, il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha incontrato il vicepresidente Ue, Valdis Dombrovskis, il quale ha informato il popolo via Twitter: "Ho incontrato il ministro Tria sul bilancio italiano. Una correzione sostanziale della traiettoria di bilancio è necessaria sia per quest'anno che il prossimo. Questo è prima di tutto nell'interesse dell'Italia". La stessa cosa che dirà domani a Tria il commissario all'Economia, Pierre Moscovici. Siamo nel pieno del balletto brussellese, tempi lunghi, molte giravolte. Il negoziato è partito, ma è influenzato dalle condizioni della maggioranza in Italia, che ha radici robuste come un cracker. Si vive in un clima elettorale permanente ed è entrato in scena alla grande "l'agente esterno", la magistratura, che in questa fase è contemporaneamente inquisitrice e inquisita. Il grosso guaio del Csm è un buco nero istituzionale, un fatto grave, il contrappasso dantesco.
01
Voto non voto. Il limbo
Sul piano politico, questa instabilità si traduce in un fitto rincorrersi di voci, di ipotesi, di piani per il futuro che per ora sembrano senza domani. Tutti si tengono pronti al fatto imprevisto, la pistolettata di Sarajevo, il classico incidente che fa cadere il governo. Matteo Salvini non sta preparando il voto anticipato semplicemente perché in politica si è sempre pronti a quell'evento ed è chiaro che se a Palazzo Chigi gli alleati non ritrovano un minimo di coesione - e per ora non c'è - proseguire diventerà di giorno in giorno sempre più difficile. Il cerino gira, ma alla fine è sempre Salvini a godere della posizione win win. Il leader della Lega si è tenuto le mani libere, il negoziato con l'Unione europea è un affare di Giuseppe Conte e Giovanni Tria, quanto a Luigi Di Maio, ha problemi di tenuta del gruppo parlamentare che va in ordine sparso...
Che cosa bolle in pentola? L'Eurogruppo è riunito in Lussemburgo, il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha incontrato il vicepresidente Ue, Valdis Dombrovskis, il quale ha informato il popolo via Twitter: "Ho incontrato il ministro Tria sul bilancio italiano. Una correzione sostanziale della traiettoria di bilancio è necessaria sia per quest'anno che il prossimo. Questo è prima di tutto nell'interesse dell'Italia". La stessa cosa che dirà domani a Tria il commissario all'Economia, Pierre Moscovici. Siamo nel pieno del balletto brussellese, tempi lunghi, molte giravolte. Il negoziato è partito, ma è influenzato dalle condizioni della maggioranza in Italia, che ha radici robuste come un cracker. Si vive in un clima elettorale permanente ed è entrato in scena alla grande "l'agente esterno", la magistratura, che in questa fase è contemporaneamente inquisitrice e inquisita. Il grosso guaio del Csm è un buco nero istituzionale, un fatto grave, il contrappasso dantesco.
01
Voto non voto. Il limbo
Sul piano politico, questa instabilità si traduce in un fitto rincorrersi di voci, di ipotesi, di piani per il futuro che per ora sembrano senza domani. Tutti si tengono pronti al fatto imprevisto, la pistolettata di Sarajevo, il classico incidente che fa cadere il governo. Matteo Salvini non sta preparando il voto anticipato semplicemente perché in politica si è sempre pronti a quell'evento ed è chiaro che se a Palazzo Chigi gli alleati non ritrovano un minimo di coesione - e per ora non c'è - proseguire diventerà di giorno in giorno sempre più difficile. Il cerino gira, ma alla fine è sempre Salvini a godere della posizione win win. Il leader della Lega si è tenuto le mani libere, il negoziato con l'Unione europea è un affare di Giuseppe Conte e Giovanni Tria, quanto a Luigi Di Maio, ha problemi di tenuta del gruppo parlamentare che va in ordine sparso sui temi dell'agenda politica, ammesso che ve ne sia ancora una.
Berlusconi nel frattempo fa i conti con il pallottoliere, sarà pure in declino, sarà una forza residuale, ma fiuta l'aria, tasta il terreno, lancia ballon d'essai, fa il suo gioco, riunisce il comitato di presidenza di Forza Italia, fa sapere di aver incontrato Salvini, di aver ragionato con lui di un "futuro insieme", fa ipotesi su una vittoria del centrodestra unito al Nord (facile) e con almeno 100 collegi al Sud (possibile), poi fa cadere con leggerezza e finta distrazione che con la Lega si può valutare l'opzione di un partito unico o di una federazione. Manca però l'opinione della controparte (la Lega) e poi il piano ha una condizione: il riconoscimento della premiership futura di Salvini, non surrogati o candidature azzurrine come quella di Antonio Tajani che il Cav. ha lanciato durante la campagna elettorale europea.
Si percepisce, è nell'atmosfera, c'è una situazione di profondissima crisi dell'ingranaggio costituzionale, di inceppamento. Il limbo, tutto è sospeso in aria. Così i disegni in questo scenario sono precari e la crisi del Consiglio superiore della magistratura è un acceleratore della transizione, fa tic tac nel Palazzo, è una bomba a orologeria da disinnescare perché sfiamma le istituzioni. Tutte.
02
La mossa di Mattarella sul Csm
Il grosso guaio del Consiglio superiore della magistratura è un fiume in piena. Il Presidente della Repubblica ha indetto le elezioni suppletive per il 6/7 ottobre per la sostituzione dei due consiglieri che si sono dimessi. Dal Quirinale sottolineano come questa sia la scelta del Presidente per "voltare pagina" e restituire alla magistratura "il prestigio e la fiducia che le note vicende hanno incrinato". Mattarella ha ponderato la mossa, uno scioglimento immediato del Csm non cambierebbe le regole di elezione dei consiglieri, un metodo che, come si è visto, è degenerato in correntismo e contaminazione letale con la politica. Il Quirinale vuole evitare la ripetizione di questo scenario, proprio alla luce dell'inchiesta di Perugia. Non sarebbe dunque una scelta di continuismo, ma un passo avanti per poi cambiare le regole. "Voltare pagina", questa è la formula che viene diffusa dal Colle, restituire "prestigio e fiducia che le note vicende hanno incrinato tra i cittadini". Mattarella darà il suo contributo, ma la riforma a questo punto è del legislatore, del Parlamento. C'è una possibilità. I partiti la coglieranno?
La situazione è a dir poco caotica. Il Csm cerca di tornare al tran tran quotidiano (e non alle vecchie abitudini, si spera) ma è in condizioni di assoluta anormalità. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede - occhio all'agenda, è stato ricevuto al Quirinale il 6 giugno scorso - ha firmato la richiesta di procedura disciplinare nei confronti di Corrado Cartoni, Paolo Criscuoli e Antonio Lepre, consiglieri che si sono autosopesi, oltre che nei confronti di Luigi Spina e Gianluigi Morlini, che si sono dimessi. Ma qui non si tratta più di sostituire i consiglieri e andare avanti, perché il caso politico ormai è decollato e il vero tema è il recupero di una collaborazione istituzionale piena tra tutti i protagonisti: il Quirinale, il Csm (per quel che ne resta sul piano della credibilità politica), il ministero della Giustizia, il Parlamento nella sua interezza. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, giustamente dice che "la situazione è chiaramente grave, e questa gravità va affrontata dalle istituzioni che devono rimanere compatte", il problema è che l'opposizione in Parlamento ha colto la palla al balzo per regolare vecchi e nuovi conti aperti con la giustizia. Ecco dunque Forza Italia, con Berlusconi in prima persona, dire in un comunicato che "i gravi elementi che stanno emergendo in ordine al funzionamento e alla formazione del Csm conferiscono un’immagine fortemente negativa ad un organo di rilievo costituzionale dalle funzioni delicatissime", far avanzare le ragioni di "una riforma profonda dell’ordinamento giudiziario" e poi, il colpo finale: "Nelle more, l’attuale Csm è gravato da ombre troppo serie per poter svolgere la sua funzione con la necessaria autorevolezza e imparzialità. Ci rivolgiamo dunque al Capo dello Stato, massimo garante delle regole democratiche, con un rispettoso ma accorato appello affinchè proceda al più presto allo scioglimento del Csm". Non solo: "Nello stesso tempo sosterremo con forza in sede parlamentare la proposta di una Commissione di inchiesta su quanto è accaduto e sta accadendo nel Consiglio Superiore. Chiederemo nei prossimi giorni al Presidente della Repubblica un’udienza per manifestargli, anche proprio nella sua qualità di Presidente del Csm, le nostre preoccupazioni e l’urgenza di un intervento all’altezza della gravità della situazione”. È partita la giostra del caso del Csm e non si fermerà in fretta, anche perché le intercettazioni sono in circolazione e ogni giorno ormai è un pacco a sorpresa. Cercasi pax istituzionale.
03
Lo tsunami delle intercettazioni
Sono le intercettazioni, ancora una volta, a destabilizzare il quadro politico e questa volta al centro del maelstroem c'è perfino il Quirinale, un fatto inaudito, che bisognava evitare. Nei verbali a un certo punto Luca Lotti, Luca Palamara, Cosimo Ferri e un consigliere del Csm, Corrado Cartoni, stanno discutendo di varia umanità giudiziaria e politica, l'intercettazione è caotica e spezzettata, ma si capisce che tra le tante cose di cui si parla (e straparla) c'è il comportamento istituzionale di David Ermini, vicepresidente del Csm, ex deputato del Pd. Lotti (indagato dalla procura di Roma per il caso Consip) dopo una serie di allusioni, fatte un po' da tutti, chiosa: "A Ermini qualche messaggio forte gli va dato". Che messaggio? E su cosa? Questo è l'oggetto dell'indagine della procura di Perugia e sarebbe già abbastanza per chiudere politicamente bottega e tacere tutti, ma il pezzo forte è quello rivelato ieri su Repubblica, cioè la presenza di una talpa al Quirinale che informava Palamara. Siamo in pieno thriller politico. Il nome della presunta "talpa" salta fuori, è quello di Stefano Erbani, niente meno che il consigliere giuridico del Presidente Mattarella. Erbani reagisce duramente: "Sono estraneo a questi fatti e sono pronto a denunciare per calunnia chiunque li riferisca e li abbia riferiti". E dal Colle si precisa che il Presidente non si è mai occupato di nomine. Sembra una fiction e a giudicare da quello che abbiamo letto, come sempre, siamo nel campo del racconto che mischia le allusioni, i fatti veri e quelli falsi. I pochi fatti veri, verificabili, dicono però una cosa netta: il Csm è degenerato in quella che Marco Pannella chiamava "partitocrazia".
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L'incolpazione. Le parole di Lotti (e degli altri)
Basta leggere nel dettaglio l'atto di incolpazione del procuratore generale della Cassazione, Riccardo Fuzio, per capire che il clima è pesantissimo. Nel documento che ricostruisce la riunione notturna del 9 maggio scorso - quella a cui presero parte i togati del Csm autosospesi Antonio Lepre, Corrado Cartoni e Paolo Criscuoli e i dimissionari Gianluigi Morlini e Luigi Spina, insieme a Luca Lotti e Cosimo Ferri, deputati del Pd, e Luca Palamara, pubblico ministero di Roma - si legge di una "strategia di danneggiamento" nei confronti del procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, candidato, con Marcello Viola e Franco Lo Voi, a succedere a Giuseppe Pignatone alla guida della procura di Roma. Nel documento vergato da Fuzio si legge che la riunione non era affatto casuale, che tutti sapevano di cosa si sarebbe parlato, che "erano state delineate e affrontate, anche al fine di una loro enfatizzazione, vicende che concernerebbero il dottor Creazzo, ipoteticamente ostative alla designazione", che "ciascuno dei partecipi conosceva perfettamente e preventivamente di cosa si sarebbe discusso e chi sarebbe intervenuto", che "sono stati stabiliti accordi e 'deliberati' in dettaglio, strategie, modalità, tempi, nonché previsti possibili ostacoli ed effetti di 'ricaduta', della pratica inerente la nomina del futuro procuratore della Repubblica di Roma", che Luca Lotti ha avuto "un ruolo pienamente attivo". Il deputato del Pd si difende, scrive su Facebook: “In un incontro che si è svolto in un dopo cena ho espresso liberamente le mie opinioni: parole in libertà, non minacce o costrizioni. È Stato scritto che lì sarebbero state decise le nomine dei capi di alcune procure, scelta che in realtà spetta al Csm: ricordo infatti che queste nomine vengono approvate da un plenum di 26 persone, sono proposte dalla V commissione e necessitano il concerto del ministro della giustizia. Quindi ho commesso reati? Assolutamente no. Ho fatto pressioni o minacce? Assolutamente no. La conferma, peraltro, è arrivata anche ieri dalle parole di Morlini, che ho incontrato una sola volta in tutta la mia vita”. Il quadro politico è quello di un incendio nel Palazzo.
E la prova arriva con una dichiarazione del segretario del Pd, Nicola Zingaretti. Che dice?
05
Zingaretti: il mio Pd non nomina magistrati (ma è il suo?)
In piena bufera, Nicola Zingaretti, tira giù una nota che è un esercizio instabile di cerchiobottismo politico. "Di fronte all’indagine relativa al Csm, data la delicatezza del tema, ritengo che occorrano la massima franchezza e precisione di giudizio. Se emergeranno rilievi penali, mi atterrò sempre al principio garantista e di civiltà giuridica secondo il quale prevale la presunzione di innocenza fino alle sentenze definitive. L’oggetto delle indagini non sono le frequentazioni ma il loro merito. Attendiamo per questo che si faccia piena luce. Agli esponenti politici del Pd protagonisti di quanto è emerso non viene contestato alcun reato. Per questo, ogni processo sommario celebrato sulla base di spezzoni di intercettazioni va respinto. Ma il Pd non ha mai dato mandato a nessuno di occuparsi degli assetti degli uffici giudiziari. Dal punto di vista dell’opportunità politica il partito che ho in mente non si occupa di nomine di magistrati. La politica valuta, interloquisce, si confronta, esprime opinioni ma non dà consigli, né si dedica ad organizzare maggioranze nell’organo di autogoverno della Magistratura”. E così si scarica Lotti senza incolpare Lotti. E si vede tutto l'imbarazzo di un caso che attraversa le correnti del partito, si riverbera sugli equilibri interni e del gruppo parlamentare, preme sul corpo del partito, lo spinge verso una resa dei conti che Zingaretti non vuole, lui ha già vinto il suo congresso, si capisce, ma sembra inevitabile, perché il segretario deve pur segnare la discontinuità e non si può certo parlare di unità mentre la cronaca svela linee autonome, iniziative personali, di corrente, di gruppo. Quanti Pd ci sono? si chiede l'elettore. È una domanda che si traduce in una nota sul taccuino del vostro cronista: cosa farà Renzi?
***
Non è una domanda che cambia il mondo, lo sappiamo. Là fuori c'è ben altro. Nel Golfo c'è l'ombra di una guerra e di uno shock geopolitico sulla via del petrolio.
06
Attacco alle petroliere, Pompeo accusa l'Iran
Era nell'aria, John Bolton aveva lanciato i sospetti alla fine di maggio e oggi, dopo l'attacco alle due petroliere nel Golfo, Mike Pompeo ha puntato l'indice: dietro gli attacchi c'è l'Iran. "È responsabile", ha detto il segretario di Stato americano che ha annunciato una risposta "economica e diplomatica". "La valutazione degli Stati Uniti è che la Repubblica islamica dell'Iran è responsabile per gli attacchi - ha detto Pompeo - Questo si basa sull'intelligence, sulle armi utilizzate, sul livello di esperienza necessario per eseguire l'operazione, sui recenti attacchi iraniani simili alle spedizioni e sul fatto che nessun gruppo operante nell'area ha le risorse e la competenza per agire con un livello così sofisticato". Gong.
E ora? Non resta che attendere, si gioca a scacchi (armati) nello Stretto di Hormuz, un piccolo braccio di mare che è la principale via del petrolio del mondo. Sì, viviamo tempi interessanti. Forse troppo.
***
Che facciamo? Passiamo dalla via del petrolio a quella delle spezie. Andiamo a caccia di sale. Dove? Nello spazio. Allacciate le cinture.
07
Tavola cosmica. C'è sale su Europa
Immagine del telescopio Hubble, questa è Europa, una delle lune di Giove. Le vedete le macchie gialle? Bene, quello è cloruro di sodio, insomma del terrestrissimo sale da cucina.
Ora le possibilità astronomico-narrative qui si estendono all'infinito. Possiamo apparecchiare la tavola sul pianeta rosso, Marte, prendere un razzo, fare rifornimento di sale su Europa, probabilmente servirà del pepe e speriamo che gli scienziati lo scoprano tra gli anelli di Saturno. Ok, ma l'arrosto dove lo recuperiamo?
Che domande. Alla fine si torna sempre qua, a casa, sulla Terra. Dove grazie al cielo c'è anche il Gin Martini. Agitato, non mescolato. Buona serata.
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attraverso la piattaforma App Store fornita dal gruppo Apple. Il pagamento del corrispettivo è
automaticamente
addebitato sull'Apple ID account dell'Utente al momento della conferma dell'acquisto. Gli abbonamenti
proposti sono
soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.