9 Luglio
Wembley, Wimbledon. La vita italiana sull'erba
L'Italia del calcio nell'arena dei leoni d'Inghilterra. Matteo Berrettini in finale dove inizia e non finisce mai la storia del tennis. Ricordi, battute, cadute e vittorie. Una vita sotto rete (e una nazione che si riscopre grande)
"Devo crederci". La vita funziona così, bisogna crederci. E anche quando il sogno si realizza, bisogna mantenere un certo grado (possibilmente alcolico) d'incredulità, un dolce retrogusto di assenzio, un controsenso di marcia onirico, così si assapora meglio tutto il (dis)fatto e quel che resta ancora da compiere (oh, quante imprese non abbiamo fatto). Signore e signori, siamo sotto rete.
Matteo Berrettini la sua impresa l'ha già centrata, ma resta ancora un cancello fiammeggiante da spalancare, quello della vittoria. È in finale a Wimbledon, il primo italiano nella storia e quella sagoma di Donnie Brasco avrebbe commentato "che te lo dico a fare". Il tennista italiano ha battuto in semifinale il polacco Hubert Hurkacz. Applausi infiniti al campione made in Roma. "Domenica sarà una grande giornata per l'Italia. Porterò la bandiera qui. Spero che possa andare ancora meglio". Berrettini e la bandiera a Wimbledon. Draghi a Palazzo Chigi e la nazionale in finale a Wembley. Sì, mi sento italiano (e non smetto di amare Giorgio Gaber).
I calciatori ora l'inno lo sanno e non siamo solo "spaghetti e mandolini". Per fortuna siamo italiani. E ora siamo tutti là, tra Wembley e Wimbledon, ce la giochiamo tutta d'un fiato nel cuore verde d'Inghilterra. Polmoni, cuore, cervello. Talento. La forza e la concentrazione per vincere. Cadere. Rialzarsi. Vivere. Amare. Centrare il servizio, fare gol, mettere genio e forza nell'impresa. Siamo in cima, siamo là, siamo grandi, siamo più forti di quel che cantavamo ieri. Siamo italiani. E oggi Gianluca Vialli compie 57 anni, ci ha dato la gioia del gol, ha lottato contro il cancro, è un campione in campo e nella vita con un sorriso che ti spalanca ogni poro della pelle. L'abbraccio tra lui e "Mancio" è il momento più atteso del nostro campionato europeo, il gol dell'amicizia. E gli amici vincono sempre.
E gli eroi esistono....
"Devo crederci". La vita funziona così, bisogna crederci. E anche quando il sogno si realizza, bisogna mantenere un certo grado (possibilmente alcolico) d'incredulità, un dolce retrogusto di assenzio, un controsenso di marcia onirico, così si assapora meglio tutto il (dis)fatto e quel che resta ancora da compiere (oh, quante imprese non abbiamo fatto). Signore e signori, siamo sotto rete.
Matteo Berrettini la sua impresa l'ha già centrata, ma resta ancora un cancello fiammeggiante da spalancare, quello della vittoria. È in finale a Wimbledon, il primo italiano nella storia e quella sagoma di Donnie Brasco avrebbe commentato "che te lo dico a fare". Il tennista italiano ha battuto in semifinale il polacco Hubert Hurkacz. Applausi infiniti al campione made in Roma. "Domenica sarà una grande giornata per l'Italia. Porterò la bandiera qui. Spero che possa andare ancora meglio". Berrettini e la bandiera a Wimbledon. Draghi a Palazzo Chigi e la nazionale in finale a Wembley. Sì, mi sento italiano (e non smetto di amare Giorgio Gaber).
I calciatori ora l'inno lo sanno e non siamo solo "spaghetti e mandolini". Per fortuna siamo italiani. E ora siamo tutti là, tra Wembley e Wimbledon, ce la giochiamo tutta d'un fiato nel cuore verde d'Inghilterra. Polmoni, cuore, cervello. Talento. La forza e la concentrazione per vincere. Cadere. Rialzarsi. Vivere. Amare. Centrare il servizio, fare gol, mettere genio e forza nell'impresa. Siamo in cima, siamo là, siamo grandi, siamo più forti di quel che cantavamo ieri. Siamo italiani. E oggi Gianluca Vialli compie 57 anni, ci ha dato la gioia del gol, ha lottato contro il cancro, è un campione in campo e nella vita con un sorriso che ti spalanca ogni poro della pelle. L'abbraccio tra lui e "Mancio" è il momento più atteso del nostro campionato europeo, il gol dell'amicizia. E gli amici vincono sempre.
E gli eroi esistono. Wembley, Wimbledon. L'erba dei leoni d'Inghilterra. La nostra arena. Il prato del campo centrale che brilla nella memoria di tutti quelli che almeno una volta nella vita hanno provato a darci dentro con la racchetta. Ace. Gol. Che avventura, la vita.
Berrettini è una grande sorpresa solo per chi non segue la storia di controbalzo del nostro tennis e, perbacco, la sua finale a Wimbledon è sì un portentoso smash sotto rete, ma fino a un certo punto, perché gli italiani sanno giocare a tennis, abbiamo avuto grandi campioni, il problema semmai è sempre stato quella macchia verde, l'erba, su quel tappeto si gioca un tennis diverso e la nostra tradizione era sempre stata quella dei "terraioli", gente che sapeva toccare e "sporcare" la palla sulla terra battuta. Nel circuito internazionale oggi prevale il cemento (riferimento, gli US Open) e le ultime generazioni di tennisti italiani (Berrettini, Sinner, Sonego) non a caso sono forti sui campi veloci. Devi saper giocare ovunque e la velocità non perdona. Adieu, grandi terraioli.
Matteo Berrettini in azione durante la semifinale a Wimbledon (Foto Epa).L'erba è la superficie dove il campione si misura con tutto l'imprevisto e mostruosamente bello del tennis. Le condizioni del prato variano a seconda del tempo (soleggiato o meno), dunque dell'umidità del prato (pensate all'effetto della palla quando tocca il suolo), il rimbalzo è basso, il taglio è scivoloso, la palla sguscia come un razzo, il rumore all'atterraggio è soffice e infido (e il suono conta più di quanto si immagini, scandisce il ritmo del gioco), la traiettoria diventa spesso irregolare, basta un ciuffo, un'invisibile gobba del terreno spesso "battuto" dalle partite precedenti per dare un movimento diverso alla palla. Il giocatore "da erba" deve avere un grande servizio, deve essere preciso come un arciere, imprendibile, deve far partire improvvisamente una corsa a molla e sfoderare colpi per andare sotto rete senza essere "uccellato" (conio di Giovanni Brera) dall'avversario che nel frattempo dall'altra parte della rete gli ha preso le misure.
Questa armonia di movimenti vi ricorda qualcuno? Santo cielo, il più grande, John McEnroe, l'uomo che ha stregato il campo da gioco con un gioco prismatico. Batti e via. Rispondi e confondi quello dall'altra parte del campo. Ringhia e sorridi. Game. Set. Match. Roger Federer è la stella che ancora oggi brilla (39 anni e 8 coppe alzate al cielo a Wimbledon), ma quel matto di McEnroe resta la leggenda, per il carattere, il polso, la corsa, gli insulti, la capacità di occupare lo spazio del campo dentro e fuori, l'ipnosi dell'avversario, le saette contro il giudice di sedia, il silenzio e l'esplosione della tribuna. John, che delizia. E ora abbiamo un italiano in finale, Berrettini che fa cantare la racchetta a Wimbledon, dove s'incoronano i campioni.
La vita è un meraviglioso vai e vieni di ricordi. Uno dei primi numeri di List fu un viaggio in questo sogno, il tennis. Wimbledon s'incrociava con la stagione della Formula 1 (è morto l'altro ieri Carlo Reutemann, un grande pilota della Ferrari, l'argentino che inseguì la leggenda di Juan Manuel Fangio) e tutto il resto non poteva che sparire di fronte al rombo del sorpasso e al palleggio dei giganti. Riprendo il filo della memoria, tanti List e tanti anni di vita, dissipazioni, emozioni.
C'è un film su quei due che diedero al tennis tutto quello di cui ha bisogno un romanzo. Dicono sia il "Rush" del tennis, la fida tra Lauda e Hunt, quando la Formula 1 era ancora umana, un film firmato da Ron Howard, tocco magico:
Erano le sfide di quando eravamo bambini, la Formula 1 era l'appuntamento fisso di noi piccole canaglie. Le macchine da corsa. E il campo verde di Wimbledon. Non c'era nient'altro che questo. E quei due, che sembravano Roger Moore e Tony Curtis, sì, attenti a quei due, a quella strana coppia sul campo centrale di Wimbledon: "È la rivalità perfetta: uno gioca dalla linea di fondo, l'altro va sempre a rete". Meravigliosi opposti con le dita ficcate nella presa della corrente. Elettrificati, per sempre. Borg-McEnroe, che ricordi. E facciamoli partire ancora, i ricordi dell'infanzia.
Verde. Non c'è possibilità di sfuggire all'incantesimo di quel colore che s'inerpica sulle tribune, s'aggrappa al Royal Box, pulsa sul campo da gioco. Devi alzare gli occhi al cielo, a Wimbledon, per trovare una via di fuga cromatica. Ah, no, ecco, c'è un giallo cinetico che schizza come un proiettile, è il servizio dell'uomo di ghiaccio, la racchetta suona come la cassa di legno di un tamburo, la corda tesa e elastica come quella di violino. La risposta dell'uomo di fuoco è un fulmine carico d'effetto, la palla torna indietro spinta da un rovescio che cambia la curvatura dello spazio, gira su se stessa, attraversa il confine che divide l'uomo di ghiaccio dall'uomo di fuoco, atterra improvvisamente sull'erba, fa un rimbalzo e fugge via, imprendibile. "C'mon!" urla l'uomo di fuoco. L'uomo di ghiaccio non lo guarda. Fissa il verde. Wimbledon, 1980, campo centrale, John McEnroe contro Bjorn Borg.
Il titolare di List ha 12 anni, è incollato alla tv e da quel momento capisce che il tennis è la cosa più pazza, sublime, inafferrabile del mondo. Più avanti, con gli anni, i chili che impetuosamente prevalgono, le vittorie e le sconfitte, scoprirà che solo altri due campi da gioco possono condurre a quello stato di folle ubriachezza: gli scacchi e le donne. Wimbledon è una storia che va avanti dal 1877, sono 140 anni che Wimbledon è Wimbledon. E niente è come Wimbledon. È come il ritorno dell'amata che non vedi da un anno (due sono troppi): fai finta di resistere, mentre in realtà sei già là, a bordo campo, a fare il raccattapalle. Per lei (e in fondo per te, dove vai senza?).
Wimbledon nasce nel 1877 quando quelle sagome dell'All England Lawn Tennis and Croquet Club decisero che quello strano gioco valeva un torneo. Duecento spettatori, biglietto da uno scellino, un vincitore, Spencer Gore. Erano tutti vestiti di bianco, i giocatori. E lo sono ancora. È la tradizione di Wimbledon, una cosa che sulla terra resiste, persiste, esiste. Sugli altri campi puoi esibire divise sgargianti, al limite del codice penale, a Wimbledon no, devi essere immacolato, candido, luminoso. I quindicimila occhi del Centre Court ti guardano, nessuna distrazione, please. Le donne arrivarono sul campo da gioco quasi subito, nel 1884. E non se ne sono mai andate, sono la grazia al fulmicotone del tennis, l'essenza di Wimbledon.
È tutta una questione di caldo e freddo. Borg e McEnroe, l'uomo di ghiaccio e l'uomo di fuoco. Era il tennis con la racchetta di legno, presto quel mondo sarebbe finito, ma il tennis e la leggenda di Wimbledon sarebbero andati avanti fino a oggi. L'ha fermato solo il Covid (e noi abbiamo giocato lo stesso con l'immaginario). Materiali leggeri, preparazione atletica, stagioni lunghe e faticose, il business globale, la televisione, lo stile, il lusso, il denaro, la fama, la sconfitta, la vittoria, la gloria. La preparazione atletica nel corso degli anni ha forgiato giocatori longevi, genio, muscoli, tenacia, tecnica, sono il Gin Martini nello shaker, ma le stagioni sono lunghe, lo stress è quello di una guerra di logoramento e alla fine l'ingrediente che pesa, che fa la differenza, che conduce alla conquista del game è quello di sempre, una fottuta, inesorabile, questione di psicologia. È sempre lo scontro tra l'uomo di ghiaccio e l'uomo di ferro. È nelle pagine meravigliose scritte da John McPhee in Tennis (Adelphi) che vediamo il film dell'Io sul campo da gioco.
Qui non siamo a Wimbledon, ma alla semifinale degli Open Usa del 1968, a Forest Hills, sul campo da gioco ci sono Arthur Ashe e Clark Graebner. Era la prima volta che un tennista nero entrava negli fase finale degli Open Usa, due biografie, due stili, due caratteri. Graebner bianco, ricco e nato in Ohio. Ashe nero, di umili origini e nato in Virginia. Anche quella volta fu tutta una questione di freddo e caldo. E il problema alla fine della fiera è tutto racchiuso in una frase di John McEnroe: "Arrivare fino in fondo".
Tennis è il superbo racconto di una partita vista dall’interno del luogo enigmatico e fino ad allora inesplorato che il gioco abita, e spesso devasta: la mente del tennista. Guardandola per caso alla CBS, John McPhee rimase incantato dal magnifico arabesco che i colpi dei due protagonisti disegnavano. Ma rivedendo il match insieme a Ashe e Graebner – ascoltandone i racconti, trascrivendone le reazioni – McPhee lo ha poi ricostruito, in Levels of the Game, con due soli accorgimenti: la demoniaca accuratezza descrittiva, che ha fatto di lui una leggenda della narrativa americana, e i veri ingredienti del tennis: collera, spavento, esaltazione, freddezza, sconforto, orgoglio. Gli stessi che qualche mese prima McPhee aveva scoperto vivendo per quindici giorni a pochi centimetri di distanza dal prato dove il tennis moderno è nato, per ascoltare e poi ritrarre dal vero, nel secondo pezzo che compone questo libro, uno dei suoi personaggi indimenticabili: Robert Twynam, il giardiniere capo di Wimbledon.
Stretta di mano tra campioni. Borg e McEnroe a Wimbledon nel 1980 (Foto Ansa).Nel 1980 a Wimbledon il giovane Paganini della racchetta, McEnroe, perde, e Borg vince il suo quinto titolo sull'erba del campo centrale. L'ultimo, perché l'anno dopo sarà McEnroe a "arrivare fino in fondo". L'era di Borg iniziata nel 1976 si chiude con uno spettacolare record di vittorie, e comincia quella di McEnroe e di un altro fantastico giocatore, Jimmy Connors. Dio, come scorrono i ricordi: eravamo bambini, giocavamo sul campo di terra battuta di Torregrande (oggi è diventato sintetico) con i miei fratelli, Tore e Pietro. Una palla, una racchetta, un sogno. Nessuno di noi sarebbe diventato un tennista, si capiva lontano un miglio, ma le braccia e le gambe erano colme di giovinezza e ogni volta che sparavi un dritto e incrociavi un rovescio era come stare là, sul centrale di Wimbledon.
L'energia del racconto. Al centro del campo da gioco non c'è il giudice di sedia, ma la scrittura da fuoriclasse di McPhee. E sì, il problema alla fine della fiera è racchiuso tutto in una frase di John McEnroe: "Arrivare fino in fondo". Anche nella vita. Vince chi dura, chi non si arrende, chi ci riprova sempre, anche dopo aver sbagliato. Aveva ragione quella sagoma che sul campo da gioco diventava un tennista d'irregolare bellezza, Adriano Panatta: "Il tennis l'ha inventato il diavolo".
Freddo, caldo. Forza. Concentrazione. Il gioco non si svolge in campo, è in un altro luogo nascosto, mai dimenticare queste parole di Novak Djokovic: "Ti sembra che l'incontro si svolga in campo, in realtà si svolge fra le tue orecchie". Il tennis è un infinito dialogo con Io. Freddo. Caldo. Che cosa era Jimmy Connors? Un caldo. E Ivan Lendl? Un freddo. I ricordi scorrono come i titoli d'apertura di un film, passano dall'era di Borg e McEnroe a quella di Boris Becker, Mats Wilander, Stefan Edberg. E le donne, santi numi, come giocano, provateci a intercettare il servizio di Marina Navratilova e il rovescio di Steffy Graf. Wimbledon è tornato, dio sia lodato. C'è Andre Agassi sul campo, è una volpe da terra battuta, vince sul campo centrale una volta, l'erba lo tradisce, la palla gli schizza davanti agli occhi, lo sguardo e il colpo più veloce sono quelli di Pete Sampras. Un altro caldo. Un altro freddo. Sì, Adriano, con quella veronica che faceva impazzire il centrale del Foro Italico, "il tennis l'ha inventato il diavolo".
Gioco. Partita. Incontro. Dove siamo? A Wimbledon, dove puoi essere se non qui, vestito di bianco, hai sempre 12 anni, signor giudice di sedia, lo so che sei inesorabile, che sei il tempo che scorre, che tu assegni il punto finale, che sei la sabbia nella clessidra, ma oggi tutto (ri)comincia. Wimbledon. Primo servizio. Love (zero).
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soggetti al rinnovo automatico e all'addebito periodico del corrispettivo. L'Utente può disattivare
l'abbonamento fino a
24h prima della scadenza del periodo di abbonamento in corso. In caso di mancata disattivazione,
l'abbonamento si
rinnova per un eguale periodo e all'Utente viene addebitato lo stesso importo sul suo account Apple.
L'Utente può
gestire e disattivare il proprio abbonamento direttamente dal proprio profilo su App Store. Per maggiori
informazioni al
riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.