La guerra in Ucraina è un sotto testo, un rumore di fondo che per la seconda estate domina la scena. Tutti sanno, quasi tutti ignorano, fanno finta che non esista. I fatti sono fotogrammi lontani, ma il dramma è accanto a noi. Il rischio nucleare è sempre presente, evocato da Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo ("noterò una cosa che i politici di ogni genere non amano ammettere: un'apocalisse nucleare non è solo possibile , ma anche abbastanza probabile") e dallo scambio di accuse delle ultime ore su un attacco imminente sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia. É un gioco radioattivo.
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La Cina non vuole colpi radioattivi
Mosca, 21 marzo 2023. Xi Jinping al Cremlino con Vladimir Putin (Foto: Epa).
Il presidente cinese Xi Jinping ha detto personalmente a Vladimir Putin di non usare armi nucleari in Ucraina. La notizia è del Financial Times e ha una grande importanza perché in queste ore è in corso un pericoloso ping pong tra Russia e Ucraina su azioni imminenti sulla centrale atomica di Zaporizhzhia. Kiev e Mosca si accusano a vicenda di pianificare un attacco alla centrale. Il messaggio del Dragone cinese sarebbe arrivato all'Orso russo durante il viaggio di Xi Jinping a Mosca, lo scorso marzo. L'appoggio di Pechino - definito "senza limiti" dalle due potenze - resta sul tavolo, ma l'avviso a non superare la linea rossa del nucleare è netto. Il Cremlino nega che Xi Jinping abbia ammonito Putin: "Un sacco di informazioni sono state rese pubbliche dopo l'importante visita del presidente Xi a Mosca, con dichiarazioni alla stampa - ha affermato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov - l'essenza dei colloqui è stata presentate chiaramente nei documenti resi pubblici. Tutto il resto è invenzione".
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Mosca punta sull'inverno (e sul voto europeo)
A che punto è la guerra in Ucraina? Il golpe contro Putin è fallito, a Mosca è in corso il classico controgolpe, l'uomo del Cremlino (che ha vacillato) sta riportando Wagner sotto il controllo della Difesa, la controffensiva dell'esercito di Kiev è in stallo, la Russia è un rebus di forza e debolezza sempre più difficile da leggere.
Dall'altra parte del mondo, tra Oriente e Occidente, la storia corre. Gli Stati Uniti sono entrati nell'anno elettorale, la campagna per le primarie repubblicane è partita, Donald Trump è il favorito, mentre i democratici ripresentano l'usato (non tanto sicuro) di un Joe Biden che si pensa come l'unica carta in grado di battere per la seconda volta l'uomo del Maga. In Cina, Xi Jinping è uscito dalla pandemia con una politica sempre più determinata a controllare le fughe in avanti sul piano interno e mettere il Pacifico sotto l'ombrello delle sue forze armate. Nella scacchiera di Russia, Stati Uniti e Cina si muovono i pezzi del grande gioco.
In mezzo, c'è l'Europa che si prepara a eleggere tra meno di un anno un nuovo Parlamento e una nuova Commissione. Nuovi equilibri tutti da scoprire. La partita è già cominciata in ogni nazione dell'Unione, con appuntamenti politici interni di enorme importanza (le elezioni generali in Spagna e in Polonia), situazioni di tensione sociale crescenti (la crisi francese, il conflitto interno in Polonia), la prova della coalizione di centrodestra in Italia, l'attesa del generale Inverno che tutti sperano mite come il precedente, vedere alla voce scorte di gas, ma Putin lo vorrebbe gelido come non mai.
Sullo sfondo, c'è la guerra, tanto vicina e troppo dimenticata. L'Economist dedica la copertina a Vladimir Putin:
L'umiliazione di Vladimir Putin con la marcia di Wagner su Mosca a cosa porterà? Le storie dei colpi di Stato non sono fortunate (per chi li fa), ai tentativi falliti seguono fasi di rafforzamento dei regimi, reazioni a sorpresa, implosioni e esplosioni. Così sarà ancor di più per la Russia, per la sua storia e il fatto di essere tante, troppe cose, tutte insieme, non la Russia ma le Russie.
L'ombra del Cremlino sul voto europeo è grande, le fratture visibili e invisibili sulla guerra in Ucraina percorrono la politica dell'Unione e quella delle nazioni, Putin continua a fare affidamento sulla lunga guerra, spera nel logoramento che per ora ha logorato lui, Putin, fino a esporlo alla fine del suo potere carismatico: se l'Armata Rossa non è invincibile, allora il suo comandante è debole. Il gioco di Vladimir, non potendo vincere la guerra, punta sulle incertezze dell'Unione, spera nell'assist (in)volontario di partiti che hanno una piattaforma politica vestita di una generica 'pace' che nessuno sa però spiegare come raggiungere senza difendere l'Ucraina dall'aggressione di Mosca.
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Scenario economico. Cosa c'è dietro l'angolo?
L’assemblea degli industriali della Lombardia è un appuntamento classico del gran tour che serve per capire l’aria che tira. Le imprese della regione più avanzata d’Italia sono internazionalizzate, fanno parte del sistema dell’Europa trasformatrice, rappresentano il Nord che in Italia è (anche) un'irrisolta questione settentrionale.
Qual è il primo punto nell’agenda dell’imprenditore lombardo? Nella mente dell’uomo che ha messo su la fabbrica, c’è un punto sempre più chiaro: cambiare la politica dell'Unione, nella quale viene compresa anche la Banca centrale europea. Burocrazia brussellese e rialzo dei tassi sono visti come il pericolo, il freno allo sviluppo, la rotta sbagliata.
Un paio di grafici estratti dall'ultima congiuntura flash di Confindustria ci aiutano a vedere dov'è lo scambio ai binari, il problema è arrivarci senza deragliare. Prima di tutto, la manifattura:
Domanda: se la produzione cala, perché i dati del Pil sono ancora buoni? Perché i costi dell'energia sono calati:
E perché la domanda nel settore dei servizi resta molto alta:
Quali sono le aspettative delle famiglie e delle imprese nella zona Euro?
Come sempre, l'America anticipa, gli indicatori per la manifattura negli Stati Uniti sono tutti in calo:
Le banche centrali hanno alzato i tassi per combattere l’inflazione, ma i risultati sono ancora lontani dagli obiettivi, mentre la politica monetaria restrittiva sta facendo sentire i suoi effetti sulla produzione, sugli impieghi bancari e il livello dei depositi. Per ora, siamo in uno scenario che è una trappola: l’inflazione resta sopra i target, i prestiti e i mutui hanno costi insostenibili per molte imprese e famiglie, la manifattura rallenta e chi ha i soldi - per effetto di un rimbalzo psicologico post-pandemico i cui effetti sono enormi, profondi e tutti ancora da studiare - continua il ciclo di spesa alimentando la crescita ancora forte nel settore dei servizi.
Dall'Eurostat stamattina sono giunti segnali migliori dai prezzi alla produzione industriale che a maggio, rispetto al mese precedente, sono diminuiti mediamente dell'1,9% nell'Eurozona re dell'1,8% nell'Ue nel suo complesso. In Italia i prezzi alla produzione industriale sono scesi del 3,1%, facendo registrare il secondo calo mensile maggiore dopo l'Irlanda (-7,4%). Segue la Finlandia con -3%. Gli unici aumenti sono stati osservati a Cipro (+2,8%) e a Malta (+0,4%). Il trend è quello del calo, ma potrebbe accompagnarsi al congelamento della produzione.
Siamo in una dimensione di de-globalizzazione e regionalizzazione dell’economia che è l’elemento nuovo, la vera causa della ‘resistenza’ dell’inflazione a dispetto del rialzo dei tassi e delle formule con il pilota automatico delle banche centrali, il mistero che gran parte degli economisti non vede e non vedrà finché non ci sarà una rottura tale da indurli a cambiare idea. Troppo tardi. Basta sfogliare qualche pagina di cronaca recente per sentire il suono delle affermazioni categoriche: “l’inflazione è temporanea”, “non ha ancora toccato il picco”, “ecco, ha toccato il picco”, “bene, ora calerà”, “ops, abbiamo sbagliato tutto”. Tutti commettiamo errori, ma quelli di alcuni li pagano tutti. Il tempo sarà anche questa volta galantuomo.
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Aperto il testamento di Silvio Berlusconi
Notizia secca: il testamento di Silvio Berlusconi è stato aperto nello studio del notaio milanese Roveda di fronte a due testimoni, gli avvocati Luca Fossati dello studio Chiomenti e Carlo Rimini. Fossati era in 'rappresentanza' dei figli Marina e Pier Silvio, Rimini rappresentava Barbara, Eleonora e Luigi. Probabilmente i figli hanno assistito all'apertura dell'atto in videocollegamento. I legali non hanno rilasciato dichiarazioni, il notaio Roveda all'uscita dallo studio ha commentato: "Non posso dire assolutamente niente né oggi, né domani, né mai". Berlusconi fu la tv generalista, via etere, un'altra era. E oggi?
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La tv online è un successo in rosso
Il presente della tv si chiama streaming, all'inizio dell'avventura online, il futuro delle piattaforme sembrava dorato. Qualche anno dopo, le cose sono un po' diverse, secondo il Wall Street Journal "le società di media e intrattenimento tradizionali hanno registrato perdite per oltre 20 miliardi di dollari dall'inizio del 2020". Sono i numeri del problema: troppi soggetti, enorme produzione, alti costi, concorrenza fortissima. Ci saranno chiusure e aggregazioni, il sistema si sta scomponendo e ricomponendo. Non è fiction.
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Wimbledon da vedere
Il tennista britannico Andy Murray sul campo centrale di Wimbledon (Foto: Epa).
Andare a Londra, non avere i biglietti (cosa terrena) e cercare l'emozione del torneo di tennis più famoso del mondo. Un ottimo programma, si può fare, nella capitale inglese ci sono tanti posti dove vederlo su maxischermi, assaporando l'atmosfera della palla che danza sul prato verde, una buona birra, i commenti degli spettatori, lo scambio teso e infine il colpo che risolve la partita. Un paio di indirizzi: a Belgravia, quartiere chic, nel mercato di Eccleston Yards, dove l'atmosfera è rilassata, le occasioni per piazzare il dritto del tennis, con il rovescio dello shopping, l'ace dell'incontro al centrale, con la volèe di un ritratto dipinto per voi da MasterPeace; altra scelta, St James's Market, siamo nel cuore di Londra, vicino a Regent Street, ordinate un cocktail, cercate una sedia libera, preparatevi al servizio. Per tutto il resto, consultate Time Out, le occasioni sono tante, il fascino di Wimbledon senza tempo, game-set-match.