10 Ottobre
Zelensky, Putin e la guerra raccontata senza memoria
I missili su Kiev mostrano che la capitale dell'Ucraina non ha copertura aerea, la Russia poteva colpirla per mesi con una campagna di bombardamenti, ma non lo ha fatto. Sarà una risposta temporanea o l'attacco al ponte della Crimea ha cambiato la strategia del Cremlino? Stupisce lo stupore di chi non conosce la storia militare
A che punto è la guerra? Vladimir Putin ha risposto all'attacco al ponte della Crimea con una pioggia di missili sulle città dell'Ucraina (bombardate 14 regioni, morti almeno 10 civili e 60 feriti) colpita anche la capitale Kiev. La guerra fa un altro balzo, i missili di Mosca hanno sorvolato la cittadella del governo ucraino, gli uffici presidenziali. È un messaggio a Zelensky che sta guidando l'offensiva in territori che il Cremlino considera Russia, la Crimea dal 2014 sotto il controllo di Mosca.
Chi si stupisce del raid di Mosca, della sua crudeltà, dimentica ben altri numeri della storia: gli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale, nei soli bombardamenti di Tokyo, usando principalmente il napalm (un liquido altamente infiammabile impiegato dagli americani in vari teatri di guerra, vedere l'ampia filmografia di Hollywood sul Vietnam) provocarono oltre 80 mila morti in una singola operazione aerea, la più devastante della storia. Guardate qui:
1° settembre 1945, Tokyo devastata dai bombardamenti americani. Le vittime in una singola operazione aerea furono più di 80 mila (Foto National Archives).La memoria aiuta chi ce l'ha, chi l'ha perso o non l'ha mai avuta di solito si smarrisce nel dettaglio del presente e non vede il quadro che si sta formando nel domani.
La riunione del Consiglio di sicurezza della Russia è andata esattamente come imponeva la logica di un conflitto no limits: la dura reazione di Mosca e l'escalation. Gli attacchi russi hanno mostrato più volti della guerra:
1. La determinazione di Putin. È lui che guida la guerra dal Cremlino e questo è anche il problema, i suoi generali sul terreno.
2. La forza del partito dei falchi. È chiaro che esiste e che è forte. L'assalto al ponte sullo Stretto di Kerch non ha provocato grandi danni, ma è il tema del 'prestigio'...
A che punto è la guerra? Vladimir Putin ha risposto all'attacco al ponte della Crimea con una pioggia di missili sulle città dell'Ucraina (bombardate 14 regioni, morti almeno 10 civili e 60 feriti) colpita anche la capitale Kiev. La guerra fa un altro balzo, i missili di Mosca hanno sorvolato la cittadella del governo ucraino, gli uffici presidenziali. È un messaggio a Zelensky che sta guidando l'offensiva in territori che il Cremlino considera Russia, la Crimea dal 2014 sotto il controllo di Mosca.
Chi si stupisce del raid di Mosca, della sua crudeltà, dimentica ben altri numeri della storia: gli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale, nei soli bombardamenti di Tokyo, usando principalmente il napalm (un liquido altamente infiammabile impiegato dagli americani in vari teatri di guerra, vedere l'ampia filmografia di Hollywood sul Vietnam) provocarono oltre 80 mila morti in una singola operazione aerea, la più devastante della storia. Guardate qui:
1° settembre 1945, Tokyo devastata dai bombardamenti americani. Le vittime in una singola operazione aerea furono più di 80 mila (Foto National Archives).La memoria aiuta chi ce l'ha, chi l'ha perso o non l'ha mai avuta di solito si smarrisce nel dettaglio del presente e non vede il quadro che si sta formando nel domani.
La riunione del Consiglio di sicurezza della Russia è andata esattamente come imponeva la logica di un conflitto no limits: la dura reazione di Mosca e l'escalation. Gli attacchi russi hanno mostrato più volti della guerra:
1. La determinazione di Putin. È lui che guida la guerra dal Cremlino e questo è anche il problema, i suoi generali sul terreno.
2. La forza del partito dei falchi. È chiaro che esiste e che è forte. L'assalto al ponte sullo Stretto di Kerch non ha provocato grandi danni, ma è il tema del 'prestigio' russo a tenere il palcoscenico, questo è il punto chiave su cui George F. Kennan ha sempre battuto, intelligenza, fermezza e prudenza:
In queste circostanze è chiaro che l'elemento principale di qualsiasi politica degli Stati Uniti verso l'Unione Sovietica deve essere quello di un contenimento a lungo termine, paziente ma fermo e vigile delle tendenze espansive russe. È importante notare, tuttavia, che una tale politica non ha nulla a che fare con l'istrionismo esteriore: con minacce o spacconate o gesti superflui di "durezza" esteriore. Mentre il Cremlino è fondamentalmente flessibile nella sua reazione alle realtà politiche, non è affatto estraneo a considerazioni di prestigio. Come qualsiasi altro governo, può essere messo da gesti privi di tatto e minacciosi in una posizione in cui non può permettersi di cedere, anche se questo potrebbe essere dettato dal suo senso di realismo. I leader russi sono acuti giudici della psicologia umana, e come tali sono altamente consapevoli che la perdita di temperamento e di autocontrollo non è mai una fonte di forza negli affari politici. Sono pronti a sfruttare queste prove di debolezza. Per queste ragioni, è una conditio sine qua non per trattare con successo con la Russia che il governo straniero in questione debba mantenere in ogni momento il sangue freddo e la calma e che le sue richieste sulla politica russa debbano essere presentate in modo tale da lasciare la strada aperta per una risposta non troppo lesiva del prestigio russo.
Il dimenticato Kennan, una miniera abbandonata di stratagemmi della diplomazia (che include anche il duro confronto della guerra).
Un sommergibile nucleare russo, classe Victor (Foto National Archives)3. La potenza dell'arsenale balistico di Mosca è grande e intatta. Si parla molto e giustamente dell'usura dei materiali in Ucraina, ma si dimenticano i silos in Russia e parliamo solo di armamenti convenzionali, non di testate nucleari strategiche, tattiche e di dislocamento di questa potenza di fuoco in mare, con la flotta dei sottomarini di Mosca.
4. C'è una verità dimenticata: la capitale dell'Ucraina non ha copertura aerea, se la Russia in questi 229 giorni di guerra avesse voluto metterla in ginocchio con una campagna aerea martellante, l'avrebbe fatto senza incontrare grandi ostacoli. I missili su Kiev e le altre città sono una risposta temporanea o l'attacco al ponte della Crimea ha cambiato la strategia del Cremlino? Lo scopriremo presto.
Riflessioni su questi dati strategici? Zero. Si va avanti senza un limite, senza stabilire un confine della guerra, aver messo nero su bianco cosa è la vittoria e cosa è la sconfitta, la durata (e il costo, in vite umane prima di tutto) in relazione all'obiettivo che non è mai stato definito. A meno che non si pensi che tutto si risolva con il 'ritiro' di Putin (queste sono cose che dicono quelli che risolvono la storia in slogan e di solito passano inosservati nella storia). La Russia può essere solo tragedia, perché siamo in uno scenario di guerra totale (la dottrina di Carl von Clausewitz + l'arma nucleare) e l'élite occidentale non ha alcuna memoria del passato. Potrebbe essere Biden - in un momento di lucidità - a ricordare quali sono le priorità in questo momento, perché è un uomo che ha visto la Guerra Fredda.
Il presentismo domina, la guerra è un evento social, come se la vittoria passasse da Instagram. Dunque ecco dunque Zelensky la notte in piazza Kiev. Trascorso il giorno, contati i missili, chiama Biden e annuncia: "Ho avuto una conversazione produttiva con il Presidente degli Stati Uniti, Il principale argomento di discussione è stata la difesa aerea. Attualmente, questa è la priorità numero 1 nella nostra cooperazione in materia di difesa". É la versione di Kiev. Ma il problema è questo? Qual è il programma? Non si sa, si capisce che non si capisce. E stupisce lo stupore. Leggiamo Marco Patricelli, facciamo ancora un viaggio sulla macchina del tempo, tra ieri, oggi e domani. Buona lettura.
Vladimir Putin stamattina durante il Consiglio di sicurezza russo (Foto Cremlino).di Marco Patricelli
Subito due esempi tratti da film che tutti hanno visto, ma che arrivano dritti difilati dalla realtà storica. Ne «Il Patriota» di Roland Emmerich l’aristocratico generale inglese Charles Cornwallis se la prende col battagliero Benjamin Martin (Mel Gibson) perché gli irregolari americani tirano di proposito contro gli ufficiali di Sua Maestà, decimandoli, con sprezzo verso le “regole” europee di rispetto del censo. Anche nella vecchia Europa ci si sbudellava, per carità, ma c’erano cose che non andavano fatte per salvare la forma. Dalla guerra d’indipendenza americana alla grande guerra patriottica sovietica, in «Il nemico alle porte» di Jean-Jacques Annaud la recluta dell’Armata Rossa Vassilij Zaitzev (Jude Law) appena arrivato nello scannatoio di Stalingrado viene mandato a combattere dandogli solo qualche caricatore per il fucile Mosin-Nagant: l’arma, gli dicono, gli arriverà a breve durante l’assalto, perché sicuramente qualcuno davanti a lui morirà e così gli basterà raccoglierla da terra. Funzionava così: più soldati che equipaggiamenti, perché i primi erano abbondanti, secondo consolidata tradizione russa.
8 ottobre 2022, dopo l'attacco al ponte sullo Stretto di Kerch. Un selfie a Kiev (Foto Epa).Oggi, da quelle inquiete latitudini, arrivano notizie sempre più drammatiche e sempre più granguignolesche di atti di guerra spietati contro chiunque, innescando commenti banalizzanti e poche riflessioni razionali sul presente e sulla storia. Il raid devastante e smaccante sul ponte di Kerch viene accolto con il minimo sindacale di preoccupazione per l’incrudelimento del conflitto scatenato da Putin, e una buona dose di pastura di compiacimento per la controffensiva ucraina che dovrebbe rovesciare le sorti della guerra per poterla finalmente chiudere, ma senza sapere come e quando. Il Cremlino preannunzia la rappresaglia che arriva puntuale con una raffica di razzi e le anime belle dell’occidente cadono dal pero, e reagiscono come Cornwallis: come si permettono Putin e i cattivi aggressori russi a prendersela con i civili ucraini? Non sarà forse allo stesso modo degli inglesi, degli americani, dei tedeschi, degli italiani, dei francesi, durante la seconda guerra mondiale, e anche prima in Spagna? Ma come: ci sono le regole della guerra, con quello che si può fare e quello che non si deve fare, con le stracitate e stra-stracciate Convenzioni dell’Aja e di Ginevra.
Il classico esempio è che i gas e le pallottole esplosive non si possono usare, ma i proiettili all’uranio impoverito sono stati disinvoltamente usati a esempio in Jugoslavia e molti militari ci hanno pure lasciato la pelle a scoppio ritardato, stroncati dalle leucemie. I civili, sfrondando il carciofo dell’ipocrisia, sono eccome un bersaglio, perché la tenuta del fronte interno è uno dei requisiti della tenuta di una nazione impegnata in un conflitto: se crolla il primo, cade tutto. Poiché si parla di guerra, purtroppo l’etica rimane fuori dalla porta. Dopo una primissima e brevissima fase in cui qualcuno sostenne a Londra che non si potevano distruggere le «proprietà private» in Germania perché poi sarebbero andate risarcite, gli angloamericani non lesinarono bombardamenti strategici, a tappeto e terroristici col solo scopo di provocare distruzioni immani e mettere la popolazione tedesca e quella italiana contro Hitler e Mussolini. Con gli italiani funzionò, con i tedeschi per niente. Basta informarsi su quel che accadde a esempio ad Amburgo e Dresda, dove vennero applicate le modalità dei massacri studiate scientificamente a tavolino. Gli americani, che la guerra in casa non l’hanno mai avuta (l’attentato alle Torri gemelle rappresenta un caso isolato, e appunto non fa statistica), hanno metri di giudizio e di paragone completamente diversi rispetto agli europei, e si vede. In Vietnam, non riuscendo a stanare i Vietcong, i piloti a stelle e strisce innaffiarono giungla e campagne di napalm, sganciando più tonnellate di bombe che nella Seconda mondiale, ma perdendo (e anche male) contro Giap, il Napoleone rosso.
Agosto 1945, bombardamenti americani con il napalm a Luzon, nelle Isole Filippine (Foto National Archives).Gli europei certe lezioni le hanno dimenticate. Nel 1914 e 1915 si puntava l’indice contro la “scorrettezza” dei tiratori di truppa che inquadravano nel mirino gli ufficiali, sempre esponenti di casta, invece di prendersela magari col povero coscritto di campagna. Andò a finire che, a esempio, gli austroungarici si liberarono all’istante della fascia gialla che si vedeva da un chilometro, e gli italiani della fascia azzurra che da allora fu confinata alle parate e alle feste istituzionali. Gli europei non ricordano di quale ferocia sia capace una guerra come l’ultima che costò al Vecchio continente 60 milioni di morti e pure il primato di egemonia mondiale, e quanto spietate le riedizioni aggiornate e corrette (in peggio) come quella nell’ex Jugoslavia che ha fatto impallidire i crimini nazisti nel 1939-1945. Gli europei non ricordano neppure con quali parametri la Russia combatte sistematicamente le sue guerre, col rullo compressore di carne e di acciaio, dove la seconda componente vale più della prima. Basti pensare che Putin ha spedito in prima linea nell’Operazione speciale i coscritti raccogliticci, le terze file e i mercenari, con mezzi obsoleti per sfoltire i magazzini militari, confidando sul fatto che per cominciare andavano più che bene. Per finire, non si sa. Che poi certi calcoli siano stati sbagliati, è di tutta evidenza, anche perché pare proprio che l’unica strategia sulla quale i generali russi hanno costruito la campagna militare era l’elemento politico invocato da Putin stesso di una sollevazione dei generali ucraini per liberarsi di Zelenski, mai avvenuta. Che oggi, dunque, il Cremlino se la prenda apertamente con i civili, fa inorridire ma non può stupire l’osservatore. Le guerre si combattono per vincerle, non per partecipare, e dai tempi dei romani vale la regola del Vae Victis: chi vince ha la ragione della storia che è impermeabile alle ragioni del cuore e della morale. L’escalation è infatti insita in un conflitto, che una volta esploso innesca una reazione a catena, non necessariamente nucleare, difficilmente gestibile e dalle conseguenze prevedibili e imprevedibili (come la tempesta economica ed energetica).
Di guerre assurde è piena la storia: qualcuno vada a rivedersi la guerra del Chaco del 1932-1935 tra Bolivia e Paraguay, con una falcidia generazionale per un inutile pezzo di deserto. L’escalation tra Russia e Ucraina è esplosa il 24 febbraio, con l’inizio delle ostilità, non dopo. Che la delocalizzazione delle tensioni a Est avrebbe coinvolto Bielorussia, Polonia e Paesi Baltici era nella natura della geopolitica dopo il riassetto dovuto al crollo del Muro di Berlino. A molti sarà forse sfuggito che alcuni cechi, popolo al quali non difetta certamente un sopraffino senso dell’umorismo anche nero, qualche giorno fa hanno lanciato la provocazione che la Russia dovrebbe restituire a Praga il porto sul Baltico di Kaliningrad (enclave di Mosca che si impadronì della Prussia Orientale nel 1945), l’ex Königsberg (prussiana) di Kant, perché fondata dai nel 1255 cavalieri teutonici che all’epoca erano vassalli del potente Re di Boemia Ottocaro II, e il nome stesso lo rivela (Rocca del Re). Una restituzione, hanno detto, che finalmente assegnerebbe uno sbocco al mare al Paese cuore della Mitteleuropa. I russi, che invece il senso dell’umorismo non ce l’hanno affatto, hanno reagito a modo loro con rabbia e proteste formali. Se quella dei cechi era chiaramente una boutade, solo in Europa si poteva pensare che le parole di Putin che preannunciavano una dura rappresaglia per l’esplosione sul ponte di Kerch potesse rivelarsi un bluff. Il problema è che nelle cancellerie del Vecchio continente neppure ricordano cosa fu e a cosa portò la “guerra dei coriandoli” nel 1940, ritenendo che la guerra di propaganda potesse sostituire quella combattuta sul campo. Ieri la Linea Maginot, oggi la liquidità delle città e delle oblast contese, occupate e liberate. Un braccio di ferro finora senza via d’uscita.
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riguardo: https://www.apple.com/it/legal/terms/site.html. Il Fornitore non è responsabile per eventuali
disservizi della
piattaforma App Store.
6. Promozioni
6.1 Il Fornitore può a sua discrezione offrire agli Utenti delle promozioni sotto forma di sconti o periodi
gratuiti di
fruizione del Servizio.
6.2 Salvo che non sia diversamente specificato nella pagina di offerta della promozione, l'adesione a una
promozione
comporta, alla sua scadenza, l'attivazione automatica del Servizio a pagamento con addebito periodico del
corrispettivo
in base al contenuto del pacchetto di volta in volta selezionato dall'Utente.
6.3 L'Utente ha la facoltà di disattivare il Servizio in qualunque momento prima della scadenza del periodo
di prova
attraverso una delle modalità indicate nel precedente articolo 3).
7. Obblighi e garanzie dell'Utente
7.1 L'Utente dichiara e garantisce:
- di essere maggiorenne;
- di sottoscrivere l'Abbonamento per scopi estranei ad attività professionali, imprenditoriali, artigianali
o commerciali
eventualmente svolte;
- che tutti i dati forniti per l'attivazione dell'Abbonamento sono corretti e veritieri;
- che i dati forniti saranno mantenuti aggiornati per l'intera durata dell'Abbonamento.
7.2 L'Utente si impegna al pagamento del corrispettivo in favore del Fornitore nella misura e con le
modalità definite
nei precedenti articoli.
7.3 L'Utente si impegna ad utilizzare l'Abbonamento e i suoi contenuti a titolo esclusivamente personale, in
forma non
collettiva e senza scopo di lucro; l'Utente è inoltre responsabile per qualsiasi uso non autorizzato
dell'Abbonamento e
dei suoi contenuti, ove riconducibile all'account dell'Utente medesimo; per questo motivo l'Utente si
impegna ad
assumere tutte le precauzioni necessarie per mantenere riservato l'accesso all'Abbonamento attraverso il
proprio account
(per esempio, mantenendo riservate le credenziali di accesso ovvero segnalando senza ritardo al Fornitore
che la
riservatezza di tali credenziali risulta compromessa per qualsiasi motivo).
7.4 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
8. Tutela della proprietà intellettuale e industriale
8.1 L'Utente riconosce e accetta che i contenuti dell'Abbonamento, sotto forma di testi, immagini,
fotografie, grafiche,
disegni, contenuti audio e video, animazioni, marchi, loghi e altri segni distintivi, sono coperti da
copyright e dagli
altri diritti di proprietà intellettuale e industriale di volta in volta facenti capo al Fornitore e ai suoi
danti causa
e per questo si impegna a rispettare tali diritti.
8.2 Tutti i diritti sono riservati in capo ai titolari; l'Utente accetta che l'unico diritto acquisito con
il contratto
è quello di fruire dei contenuti dell'Abbonamento con le modalità e i limiti propri del Servizio. Fatte
salve le
operazioni di archiviazione e condivisione consentite dalle apposite funzionalità del Servizio, qualsiasi
attività di
riproduzione, pubblica esecuzione, comunicazione a terzi, messa a disposizione, diffusione, modifica ed
elaborazione dei
contenuti è espressamente vietata.
8.3 La violazione degli obblighi stabiliti nel presente articolo conferisce al Fornitore il diritto di
risolvere
immediatamente il contratto ai sensi dell'articolo 1456 del codice civile, fatto salvo il risarcimento dei
danni.
9. Manleva
9.1 L'Utente si impegna a manlevare e tenere indenne il Fornitore contro qualsiasi costo – inclusi gli
onorari degli
avvocati, spesa o danno addebitato al Fornitore o in cui il Fornitore dovesse comunque incorrere in
conseguenza di usi
impropri del Servizio da parte dell'Utente o per la violazione da parte di quest'ultimo di obblighi
derivanti dalla
legge ovvero dai presenti termini d'uso.
10. Limitazione di responsabilità
10.1 Il Fornitore è impegnato a fornire un Servizio con contenuti professionali e di alta qualità; tuttavia,
il
Fornitore non garantisce all'Utente che i contenuti siano sempre privi di errori o imprecisioni; per tale
motivo,
l'Utente è l'unico responsabile dell'uso dei contenuti e delle informazioni veicolate attraverso di
essi.
10.2 L'Utente riconosce e accetta che, data la natura del Servizio e come da prassi nel settore dei servizi
della
società dell'informazione, il Fornitore potrà effettuare interventi periodici sui propri sistemi per
garantire o
migliorare l'efficienza e la sicurezza del Servizio; tali interventi potrebbero comportare il rallentamento
o
l'interruzione del Servizio. Il Fornitore si impegna a contenere i periodi di interruzione o rallentamento
nel minore
tempo possibile e nelle fasce orarie in cui generalmente vi è minore disagio per gli Utenti. Ove
l'interruzione del
Servizio si protragga per oltre 24 ore, l'Utente avrà diritto a un'estensione dell'Abbonamento per un numero
di giorni
pari a quello dell'interruzione; in tali casi, l'Utente riconosce che l'estensione dell'Abbonamento è
l'unico rimedio in
suo favore, con la conseguente rinunzia a far valere qualsivoglia altra pretesa nei confronti del
Fornitore.
10.3 L'Utente riconosce e accetta che nessuna responsabilità è imputabile al Fornitore:
- per disservizi dell'Abbonamento derivanti da malfunzionamenti di reti elettriche e telefoniche ovvero di
ulteriori
servizi gestiti da terze parti che esulano del tutto dalla sfera di controllo e responsabilità del Fornitore
(per
esempio, disservizi della banca dell'Utente, etc...);
- per la mancata pubblicazione di contenuti editoriali che derivi da cause di forza maggiore.
10.4 In tutti gli altri casi, l'Utente riconosce che la responsabilità del Fornitore in forza del contratto
è limitata
alle sole ipotesi di dolo o colpa grave.
10.5 Ai fini dell'accertamento di eventuali disservizi, l'Utente accetta che faranno fede le risultanze dei
sistemi
informatici del Fornitore.
11. Modifica dei termini d'uso
11.1 L'Abbonamento è disciplinato dai termini d'uso approvati al momento dell'acquisto.
11.2 Durante il periodo di validità del contratto, il Fornitore si riserva di modificare i termini della
fornitura per
giustificati motivi connessi alla necessità di adeguarsi a modifiche normative o obblighi di legge, alle
mutate
condizioni del mercato di riferimento ovvero all'attuazione di piani aziendali con ricadute sull'offerta dei
contenuti.
11.3 I nuovi termini d'uso saranno comunicati all'Utente con un preavviso di almeno 15 giorni rispetto alla
scadenza del
periodo di fatturazione in corso ed entreranno in vigore a partire dall'inizio del periodo di fatturazione
successivo.
Se l'Utente non è d'accordo con i nuovi termini d'uso, può esercitare la disdetta secondo quanto previsto al
precedente
articolo 3.
11.4 Ove la modifica dei termini d'uso sia connessa alla necessità di adeguarsi a un obbligo di legge, i
nuovi termini
d'uso potranno entrare in vigore immediatamente al momento della comunicazione; resta inteso che, solo in
tale ipotesi,
l'Utente potrà recedere dal contratto entro i successivi 30 giorni, con il conseguente diritto ad ottenere
un rimborso
proporzionale al periodo di abbonamento non goduto.
12. Trattamento dei dati personali
12.1 In conformità a quanto previsto dal Regolamento 2016/679 UE e dal Codice della privacy (decreto
legislativo 30
giugno 2003, n. 196), i dati personali degli Utenti saranno trattati per le finalità e in forza delle basi
giuridiche
indicate nella privacy policy messa a disposizione dell'Utente in sede di registrazione e acquisto.
12.2 Accettando i presenti termini di utilizzo, l'Utente conferma di aver preso visione della privacy policy
messa a
disposizione dal Fornitore e di averne conservato copia su supporto durevole.
12.3 Il Fornitore si riserva di modificare in qualsiasi momento la propria privacy policy nel rispetto dei
diritti degli
Utenti, dandone notizia a questi ultimi con mezzi adeguati e proporzionati allo scopo.
13. Servizio clienti
13.1 Per informazioni sul Servizio e per qualsiasi problematica connessa con la fruizione dello stesso,
l'Utente può
contattare il Fornitore attraverso i seguenti recapiti: help@newslist.it
14. Legge applicabile e foro competente
14.1 Il contratto tra il Fornitore e l'Utente è regolato dal diritto italiano.
14.2 Ove l'Utente sia qualificabile come consumatore, per le controversie comunque connesse con la
formazione,
esecuzione, interpretazione e cessazione del contratto, sarà competente il giudice del luogo di residenza o
domicilio
del consumatore, se ubicato in Italia.